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Inaugurati l'edificio di biocontenimento per pazienti infettivi e il nuovo reparto di Medicina d'urgenza ospedaliera

3 mesi 2 settimane ago

Mentre avanza il cantiere per il completamento dell’Ospedale Nuovo Santa Chiara, a Cisanello si inaugurano due nuove realizzazioni grazie ai fondi previsti dal Decreto legge 34/2020 “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”.

Il primo manufatto è un nuovo edificio ad alta tecnologia, dedicato all’isolamento e alla gestione dei pazienti infettivi, ed è stato realizzato in un corpo di fabbrica adiacente all’edificio 31 che ospita il Dipartimento di emergenza-urgenza. La costruzione, oltre ad aumentare gli spazi dedicati all’isolamento di pazienti infettivi giunti al Pronto soccorso, permette anche di ottimizzare flussi e percorsi e la presa in carico assistenziale nel rispetto delle misure anti contagio, minimizzando sia le interferenze con altre attività sanitarie sia il rischio clinico. Oltre alle aree di lavoro del personale (comprensive di un locale svestizione e decontaminazione per il rientro dall’area operativa, dotato di filtro con impianto di pressurizzazione) sono stati realizzati 6 locali con caratteristiche di biocontenimento, che rappresentano il cuore del nuovo corpo di fabbrica, caratterizzati da pressione negativa di 10 Pa rispetto all’ambiente esterno (con possibilità di commutarla in sovra-pressione ove necessario, in caso di pazienti non infettivi ma immunodepressi), 6 ricambi d’aria orari, infissi e porte a tenuta stagna, impianti di gas medicinali, filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air). Il nuovo edificio, rispondente a tutti gli attuali criteri di sicurezza antincendio e impiantistica, conformità all’idoneità degli ambienti di lavoro e accessibilità, garantisce anche prestazioni antisismiche ottimali: le strutture portanti sono infatti realizzate con tecnologia Light Steel Frame, il cui utilizzo è innovativo negli edifici sanitari. Grazie alla consistente fase di assemblaggio off-site, infatti, è stato possibile ridurre al minimo gli spazi di operatività del cantiere (aspetto fondamentale, in considerazione della congestione dell’area in cui è ubicato il manufatto, proprio nel mezzo del maxi-cantiere del nuovo ospedale) e i tempi di realizzazione.

L’altro intervento è consistito nella riconversione di un reparto di degenze al piano primo dell’edificio 30 in un reparto di terapia semi-intensiva dotato di 12 posti letto. I lavori hanno riguardato la modifica distributiva degli ambienti, il rifacimento integrale degli impianti elettrico, di trasmissione dati e di trattamento aria per il controllo dei gradienti di pressione, e la nuova distribuzione dell’impianto dei gas medicinali e testa-letto. La dotazione impiantistica degli ambienti (gradienti pressori di 10 Pa, sia in depressione sia in sovra-pressione, impianti gas medicinali, 15 ricambi d’aria orari, filtri ad alta efficienza HEPA) e l’organizzazione funzionale degli spazi consentono di poter utilizzare i 12 posti letto anche come letti di terapia intensiva. In ognuna delle quattro camere (ciascuna da tre posti) gli spazi sono stati studiati in modo opportuno per consentire agevoli manovre assistenziali sui quattro lati dei letti, è presente un servizio igienico interno accessibile e l’entrata avviene tramite filtro, opportunamente pressurizzato per mantenere i diversi regimi di pressione, con dimensioni tali da consentire la vestizione del personale. In questo reparto si trasferiranno le degenze dell’Unità operativa ospedaliera di Medicina d’urgenza e pronto soccorso, finora ubicate all’Edificio 31 (sopra il Pronto soccorso).

Oggi l'inagurazione alla presenza di tutte le autorità:

“Questa riorganizzazione – dichiara la direttrice generale dell’Aoup Silvia Briani - ottimizza anche il lavoro nelle degenze di area medica, in particolare delle due strutture di Medicina d’urgenza (ospedaliera e universitaria) che saranno contigue, all’interno dell’Edificio 30, con tutti i vantaggi di operatività assistenziale che è facile immaginare specialmente in termini di alta intensità di cure di cui a volte necessitano i pazienti instabili ricoverati in medicina d’urgenza o infettivi. Il Covid – aggiunge – è stato per tutti un grande banco di prova che ci ha imposto scelte coraggiose e necessarie e da questa esperienza abbiamo tutti imparato. Una delle necessità emerse è stata appunto la velocità di riconversione dei posti letto a pressione positiva o negativa, a seconda delle esigenze terapeutiche, e la separazione dei percorsi fra pazienti infetti e non-. L’edificio di biocontenimento realizzato con i fondi governativi - una piccola anteprima del grande ospedale ad alta tecnologia che sta prendendo forma in questi anni - ci consente adesso di lavorare con maggiore serenità in caso di emergenze epidemiche riducendo così anche i tempi di attesa al pronto soccorso”.

“Nonostante la complessa congiuntura economica - commenta il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi -, l’Università è fortemente impegnata in progetti strategici di sviluppo e contribuisce significativamente all’edificazione delle strutture che ospiteranno l’area medica nel Nuovo Santa Chiara. Gli importanti risultati che celebriamo oggi sono stati resi possibili dalla costruttiva collaborazione che si è instaurata con Aoup e con tutte le altre istituzioni coinvolte. Lo stesso clima costruttivo sarà necessario per sfruttare al meglio il nuovo presidio che si sta realizzando a Cisanello, rimodulando i percorsi assistenziali e progettando una migliore interazione con le attività formative e di ricerca. In particolare, le criticità della medicina d’urgenza non possono essere risolte semplicemente con l’impropria attribuzione di compiti assistenziali complessi agli specializzandi dei primi anni di corso, ma richiedono un ripensamento globale del settore, dalla formazione degli operatori alla implementazione sul campo. Confido che la Toscana, grazie alle iniziative che stiamo discutendo congiuntamente, possa proporre soluzioni innovative e inizi a sperimentarle nel prossimo futuro”.

"Una buona notizia per il Pronto soccorso e per la Medicina d’urgenza dell’Ospedale di Cisanello – dichiara il sindaco di Pisa Michele Conti -. Una nuova struttura e una riorganizzazione dei servizi che contribuiscono ad alleggerire il lavoro di reparti che si trovano quotidianamente sotto pressione. Un passo in avanti verso la realizzazione del grande polo ospedaliero che farà di Pisa, ancora di più, punto di riferimento per la sanità a livello regionale e nazionale. L’Amministrazione comunale continuerà a fare la propria parte per accompagnare questa nuova opportunità con i necessari interventi in termini infrastrutturali, logistici e di mobilità. Rimane però da affrontare l’altro fronte, quello del recupero del vecchio e storico Santa Chiara, su cui abbiamo già avviato un confronto con tutti i soggetti coinvolti”.

“I nuovi locali che si inaugurano oggi sono figli dell’esperienza vissuta con il Covid – conclude il presidente della Toscana, Eugenio Giani - Un’emergenza che ci ha imposto la necessità di isolare pazienti infetti e non- e l’importanza della versatilità degli ambienti e dei posti in terapia intensiva e sub intensiva. Di quella esperienza in Toscana abbiamo fatto tesoro e quello di Pisa, piccolo assaggio del nuovo ospedale che sarà, è un esempio”. (Fonte Ufficio stampa AOUP).

Redazione Web

Aspettando Converging Skills: a pranzo con Shiva Loccisano

3 mesi 2 settimane ago

Si sono aperti oggi, in Palazzo alla Giornata, sede del Rettorato dell’Università di Pisa, i Lunch dell'Innovazione dell'Ateneo pisano. Il nuovo format nato per parlare di valorizzazione delle conoscenze e impatto sociale in un contesto conviviale e informale, in vista della seconda edizione di Converging Skills che si terrà dal 21 al 22 maggio 2024. Ospite di questo 'pranzo' inaugurale, Shiva Loccisano, Amministratore Unico di Behold, la holding degli Spinoff dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e già membro del Consiglio Direttivo di Netval e Project Manager della piattaforma Knowledge Share, nonchè vicepresidente del Comitato per il Trasferimento Tecnologico di LES International.

"L'idea dei Lunch dell'Innovazione nasce dall'obiettivo, ambizioso, che l'Università di Pisa si è data con la nuova governance: guidare e sostenere la crescita culturale, sociale ed economica del Paese – ha spiegato il professor Corrado Priami, Prorettore per la valorizzazione della conoscenza e suo impatto -  Ogni 'pranzo' sarà, per i nostri docenti e ricercatori, un'occasione di confronto con esperti del mondo accademico e imprenditoriale, e uno stimolo per trasferire alla società esplorare i risultati delle attività portate avanti dal nostro Ateneo anche mediante nuove iniziative imprenditoriali”. 

“Abbiamo iniziato con Shiva Loccisano, col quale abbiamo parlato di terza missione, ossia delle attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale dal mondo accademico alla società civile e al tessuto imprenditoriale -  ha aggiunto Priami -  Nei prossimi appuntamenti, invece, ci occuperemo dell'incontro tra la tecnologia e la filiera culturale e creativa, di investimenti in startup e, più in generale, di come rendere concreto quel ruolo centrale che le Università dovrebbero avere nella nostra società e recentemente ricordato anche dal Presidente Mattarella".

 

Da sinistra: Shiva Loccisano, Amministratore Unico di Behold; Corrado Priami, Prorettore per la valorizzazione della conoscenza e suo impatto; Chiara Galletti, Delegata per le relazioni industriali; Giuseppe Iannaccone, Prorettore Vicario; Cristiana Barghini, Coordinatrice per i servizi per il trasferimento tecnologico

 

“Sono stato molto onorato di essere il primo ad aprire questo ciclo di incontri ed avere avuto l’opportunità di confrontarmi con colleghi del trasferimento tecnologico, Professori e Ricercatori – ha commentato  Shiva Loccisano - Abbiamo potuto discutere insieme e analizzare la valenza strategica di questa missione che, sebbene ufficialmente sia considerata “Terza” (dopo Formazione e Ricerca), per un numero crescente di stakeholder è invece considerata “prima”, a voler intendere che l’impatto sulla società, perseguito più direttamente attraverso le attività di trasferimento di conoscenze e tecnologie, sia di fatto l’obiettivo ultimo a cui anche formazione e ricerca contribuiscono, come elementi fondanti”.

Quattro, complessivamente, i ‘pranzi’ in programma, pensati come altrettante tappe di avvicinamento alla seconda edizione di Converging Skills (Pisa, 21-22 maggio), l'evento nato nel 2023 per esplorare le migliori pratiche a livello mondiale nella convergenza di discipline e tecnologie, nel rapporto tra ricerca e industrie, nella precoce collaborazione tra start-up e investitori e nella cooperazione tra aziende anziché nella competizione. Tendenze evidenti di crescita sociale, culturale ed economica su cui l'Università di Pisa sta puntando per dare forma ad una nuova visione strategica finalizzata alla creazione di un ecosistema di successo di ricercatori, imprenditori e investitori che credono in questi principi e sono disposti a apportare cambiamenti alle pratiche attuali.

 

Un momento del primo Lunch dell'Innovazione con Shiva Loccisano

 

I prossimi appuntamenti con i Lunch dell'Innovazione sono previsti per il 28 febbraio, il 20 marzo e il 17 aprile. Di volta in volta, a seconda dei temi affrontati, ogni pranzo si rivolgerà a docenti e ricercatori specificatamente coinvolti fino ad un massimo di 20 partecipanti.

Redazione Web

Missione archeologica dell’Università di Pisa in Turchia: identificato l’archivio dell’antica città di Doliche

3 mesi 2 settimane ago

Dagli scavi dell’antica città di Doliche, situata nel sud-est dell’odierna Turchia, emergono i resti di un edificio che, grazie alle numerose impronte di sigillo in terracotta ritrovate dagli archeologi, è stato possibile identificare come l’antico archivio cittadino, il luogo in cui venivano conservati i documenti in papiro e pergamena. Sono questi i primi risultati della missione archeologica che l’Università di Pisa ha intrapreso la scorsa estate in collaborazione con l’Università di Münster a Doliche, città nota nell’antichità come uno dei centri urbani più importanti dell’antica Siria del Nord. Fondata sotto i successori di Alessandro Magno (i Seleucidi), era stata chiamata come molte altre fondazioni di quella zona col nome della città greca da cui i coloni provenivano: Doliche in Tessaglia, vicino al Monte Olimpo.


Veduta aerea dell'area di scavo.

“Il sito dell’antica Doliche è stato oggetto di indagini tedesche già dagli anni ’70 del secolo scorso – spiega Margherita Facella, professoressa di Storia greca nell’Ateneo di Pisa e direttrice della missione pisana – Dal 2015 un team internazionale sotto la guida del professor Engelbert Winter ha condotto prospezioni e scavi, portando alla luce i resti di alcuni edifici pubblici, tra cui delle terme romane. Accanto a queste terme, erano stati identificate le tracce di un'altra costruzione, ora parzialmente scavata dai nostri archeologi. Si tratta di un archivio cittadino, come rivelano le numerose impronte di sigillo in terracotta qui trovate: più di 2000 impronte (cosiddette bullae) sono state recuperate nell’area e sottoposte, laddove possibile, a pulizia e restauro. Le impronte di sigillo indicano chiaramente che qui venivano conservati documenti scritti su papiro e pergamena, andati poi distrutti a causa di un incendio”.


Impressioni su argilla.

Gli antichi documenti venivano sigillati con cordicelle attorno alle quali erano posti grumi di argilla di piccole dimensioni (0,5-2 cm), spesso frammentate e difficili da riconoscere a occhio nudo. Su questa argilla venivano impressi anelli, decorati o iscritti, così da poter sigillare i documenti e impedirne l’apertura. Solo nel caso in cui un archivio sia stato distrutto da un grave incendio, le impronte dei sigilli si possono conservare, in quanto cotte e dunque indurite, mentre i documenti periscono nel fuoco: “Le poleis dell’Oriente ellenistico e romano dovevano certamente possedere archivi per la conservazione di documenti di carattere amministrativo e legale – aggiunge la professoressa Facella – La loro sopravvivenza, tuttavia, è un evento assai raro, possibile solo in caso di incendio e successivo abbandono dell’edificio. Infatti, se da una parte il fuoco causa la distruzione dei documenti, dall’altra consente la cottura dell’argilla cruda su cui i sigilli sono impressi, garantendone così la sopravvivenza. Nel 253 d.C., il re persiano Shapur I distrusse numerose città nella provincia romana della Siria, inclusa Doliche, come conseguenza di una sanguinosa guerra tra l’Impero Romano e quello dei Sasanidi”.


A sinistra: Giove Dolicheno stringe la mano ad imperatore romano; a destra Tyche seduta.

Uno studio preliminare di questi materiali rivela che si tratta sia di sigilli privati come di sigilli ufficiali della città. "Le immagini sui sigilli ufficiali della città sono direttamente collegate alla città. Di solito mostrano le divinità più importanti come Giove Dolicheno, il dio principale della città – spiega Michael Blömer, professore dell’Università di Munster e visiting professor dell’Università di Pisa nel 2023, che ha co-diretto gli scavi – Le impronte dei sigilli privati più piccoli mostrano una vasta gamma di immagini e simboli che dicono molto sul patrimonio culturale e religioso degli abitanti di Doliche. Figure mitiche e rari ritratti privati indicano una forte influenza greco-romana su questa regione a metà fra Oriente e Occidente”. Lo studio di queste impressioni è quindi del tutto essenziale per ricostruire non solo la realtà amministrativa di una città, ma anche il suo tessuto culturale e religioso.


Michael Blömer e Margherita Facella.

“Siamo felici dei risultati di questa prima campagna e siamo grati al rettore Riccardo Zucchi e al professor Federico Cantini, delegato per la promozione della ricerca nel settore delle scienze sociali e umanistiche, per il sostegno economico e a tutto il personale amministrativo che ci ha affiancato in questo lavoro – conclude la professoressa Facella – A nostro avviso è anche importante che il progetto interessi una zona recentemente colpita da un devastante terremoto, in cui l'investimento di risorse è di sicuro aiuto per la popolazione, che ha trovato nelle strutture della missione archeologica un rifugio e da parte del gruppo di ricerca un aiuto concreto. La valorizzazione del patrimonio archeologico a fini turistici sarebbe poi indubbiamente un apporto significativo alla ripresa di questa regione, che vive molto di turismo interno ed esterno.

Redazione Web

L'Università di Pisa e l'innovazione digitale a Livorno

3 mesi 2 settimane ago

La rete GARR e la digitalizzazione come motori dello sviluppo del territorio.  E' stato questo il tema dell'incontro che si è tenuto lunedì 29 gennaio nell'aula Magna dell'Itis Galileo Galilei di Livorno e dove, davanti ad una platea di circa 200 ragazzi e ragazze, sono intervenuti, per l'Università di Pisa, il delegato per la transizione digitale, Giuseppe Anastasi,  il prorettore ai rapporti con il territorio, Marco Macchia, e il dirigente della Direzione Infrastrutture Digitali (DID), Stefano Suin, per parlare di transizione digitale, delle infrastrutture e dei servizi che l'Ateneo mette a disposizione del territorio per sostenerne il processo di transizione digitale. Con loro, a discutere del ruolo dell'innovazione digitale nella scuola, nella società e nel mondo economico, anche l'assessora all'Innovazione del Comune di Livorno, Barbara Bonciani, e il dirigente comunale del Settore Sistemi informativi Ing. Stefano Lodi Rizzini.

"Il futuro della scuola e del lavoro è legato a doppio nodo con le moderne tecnologie digitali. Per questo l'Università di Pisa ha da tempo deciso di mettere a disposizione del territorio le sue forti competenze nel campo della digitalizzazioni e le sue infrastrutture - ha spiegato il professor Giuseppe Anastasi - Le nuove tecnologie, d'altronde, stanno cambiando radicalmente la nostra società e se vogliamo affrontare al meglio le future sfide sulla formazione, sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico è fondamentale accelerare il processo di transizione digitale del nostro territorio. Per farlo è necessario però un cambio di postura mentale. Incontri come quello organizzato all'Itis Galileo Galilei di Livorno, in cui si discute delle opportunità create dalla digitalizzazione, servono proprio a questo, a creare, tra le nuove generazioni, la necessaria sensibilità affinché tale transizione avvenga con consapevolezza".

Oggi, infatti, grazie ad una accordo con il Comune di Livorno, sono oggi collegati alla Rete GARR dell'Università di Pisa  tutti i centri di ricerca presenti a Livorno e afferenti al Citem Centro per l'Innovazine e le tecnolgie del mare ( Scoglio della Regina e Dogana d'Acqua) del Polo universitario dei sistemi Logistici e di molti istituti scolastici secondari. Tutti gli Istituti scolastici secondari di Livorno sono stati inoltre già predisposti per la connessione alla rete GARR (istituto Vespucci, Istituto Nautico Cappellini, Liceo Enriquez, Liceo Cecioni, Istituto musicale Mascagni, Istituto tecnico industriale Galilei, Istituto per Geometri Buontalenti.

Durante la mattinata , alcuni ragazzi dell'Itis Galileo Galilei coordinati dal Prof. Manuel Novi hanno spiegato l'importanza della rete in fibra ottica ad alta connettività per la didattica . In particolare si è parlato di come viene usata la rete dalla scuola e delle potenzialità della stessa rispetto alle attività didattiche. Grazie alla rete Garr 220 docenti e 2000 studenti possono utilizzare in contemporanea 600 dispositivi connessi contemporaneamente . In questo modo si offre un supporto importante alla didattica arricchendo l'esperienza educativa. Particolare attenzione è stata posta da parte dei ragazzi al tema del digital divide nel nostro Paese con un'analisi dello stato attuale e del ruolo proattivo  dei giovani nei nuclei familiari in termini di transizione al digitale.

”La giornata di oggi è stata molto importante per l'Amministrazione comunale, perché da un lato ha permesso di verificare con mano l'importanza della rete in fibra ottica a supporto della didattica mediante l’utilizzo che ne ha fatto l’Itis Galileo Galilei, dall'altro ha favorito un confronto fra studenti, professori e amministrazioni sul ruolo della transizione digitale nella nostra città e nel nostro territorio -  ha dichiarato  l’assessora all’Innovazione Barbara Bonciani -  L'auspicio è che tutti gli Istituti scolastici secondari possano usufruire della rete e comprenderne l'importanza in termini di arricchimento dell'esperienza educativa e di scambio interdisciplinare fra istituti scolastici. Utilizzare la rete Garr significa  infatti entrare a far parte di  una comunità interdisciplinare che collega istituti scolastici nazionali , europei e non solo”.

“Ho seguito con molto interesse la  tavola rotonda – commenta la dirigente scolastica Manuela Mariani - anche  per testimoniare i risultati raggiunti dal nostro Istituto grazie alla sinergia tra il consorzio Garr, l’Amministrazione Comunale di Livorno e l’Università degli studi di Pisa.
Il  collegamento all’infrastruttura in fibra ottica Garr ha permesso all’ITI di interconnettere  i propri  22.000 mq di edifici scolastici in cui sono dislocati oltre 100 locali tra aule,  laboratori e uffici per una media di 700-800 connessioni contemporanee,  garantendo performance d’avanguardia.  La connessione alla rete veloce è quanto mai indispensabile per attuare le  metodologie innovative sostenute dalle nuove tecnologie che impattano su una didattica più motivante e coinvolgente per gli studenti. Oggi  possiamo dire che la connettività alla banda ultralarga dedicata alla comunità educante  ci ha permesso di innalzare l’offerta formativa. Processo del quale sono stati resi partecipi e consapevoli gli studenti ed in particolare  quelli che hanno tenuto banco stamani al convegno, coadiuvati dal prof Manuel Novi, referente della Rete  di Istituto. Agli alunni della classe  quinta dell’indirizzo di  Elettronica e al Dipartimento  di appartenenza vanno i nostri più sentiti complimenti”.

Redazione Web

A Francesco Spinnato, PhD in Data Science a Pisa, il premio SOCINT-G-Research per la migliore tesi di dottorato in Intelligenza Artificiale

3 mesi 2 settimane ago

Francesco Spinnato, PhD in Data Science a Pisa – il corso di dottorato istituito in collaborazione tra Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant'Anna, Scuola IMT Alti Studi Lucca e Consiglio Nazionale delle Ricerche – è uno dei tre vincitori del Premio SOCINT - G-Research, destinato a tesi di dottorato italiane nelle aree di Matematica, Fisica, Informatica/Ingegneria Informatica, Intelligenza artificiale, Data Science, reso possibile dall’impegno di Luigi Rucco, segretario generale della Società Italiana di Intelligence, coordinato da Liuva Capezzani, per SOCINT, e Charles Martinez, per G-Research. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Roma al Senato della Repubblica ed è stata introdotta dai saluti del senatore Enrico Borghi e dalla relazione di Antonio Felice Uricchio, presidente dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.

Francesco Spinnato è stato premiato per la sua tesi intitolata “Metodi di spiegazione di modelli per dati sequenziali”, che ha avuto come relatori Anna Monreale e Riccardo Guidotti, del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, e Mirco Nanni dell’ISTI-CNR. Gli altri vincitori del premio sono Yuri Cacchiò, dell’Università di Roma “La Sapienza”, e Marco Reale, dell’Università di Palermo. I premi, del valore di 10 mila euro ciascuno, rappresentano la somma più significativa finora assegnata in Italia in questo ambito. Oltre al riconoscimento economico, i vincitori hanno ricevuto un’opera creata dall’artista francese Rémy Tassou.

“Sono veramente felice di questo riconoscimento e soprattutto nel vedere come ci sia sempre più interesse in Italia nel valorizzare la ricerca nelle materie quantitative, in particolare l’intelligenza artificiale - commenta Francesco Spinnato - È un tema veramente attuale e premi come questo possono dare una spinta in più a dottorandi e dottorande in tutta Italia a fare del proprio meglio. Quindi rivolgo un grazie sentito a Socint e G-Research per avermi dato questa opportunità”.

“Quello del dottorato è stato un periodo formativo importante per me, a volte magari difficile, ma che mi ha fatto crescere come persona e come ricercatore – conclude Spinnato – Credo che uno dei punti di forza del dottorato in Data science (che ora sta continuando come dottorato nazionale in AI) è la collaborazione tra enti diversi, nel mio caso Università di Pisa, Isti CNR e Scuola Normale Superiore, che quindi mette insieme persone, skill e competenze differenti. Dal primo febbraio inizia il mio nuovo percorso come ricercatore all'Università di Pisa. In questi anni ho visto che non è un mestiere semplice, ma sono entusiasta e cercherò di fare del mio meglio".

SOCINT è un’associazione scientifica che promuove il riconoscimento accademico della disciplina dell’intelligence e la diffusione della cultura del settore nella società italiana. G-Research è un’azienda leader mondiale nella ricerca quantitativa e tecnologica nel campo della finanza e dell’apprendimento autonomo. Dalla loro collaborazione è nato il riconoscimento accademico che incoraggia e stimola l’eccellenza scientifica italiana promuovendola a livello internazionale.

Guarda il video della cerimonia.

Redazione Web

Il professor Forti dell’Università di Pisa nel Consiglio Direttivo dell’Istituto Nazionale di Fisica

3 mesi 2 settimane ago

Il professore Francesco Forti (foto), docente del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, è entrato a far parte nel Consiglio direttivo dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) come rappresentante del Ministero dell'Università e Ricerca. La nomina ufficiale è arrivata lo scorso dicembre a firma della Ministra Anna Maria Bernini. Forti, che resterà in carica per il prossimo quadriennio, si è laureato nel 1985 all’Università di Pisa come allievo della Scuola Normale Superiore. Professore ordinario dell’Ateneo pisano dal 2016, ha lavorato al CERN di Ginevra, al Lawrence Berkeley Laboratory e al laboratorio SLAC a Stanford in California. Dal 2013 partecipa all'esperimento Belle II presso il laboratorio KEK, Tsukuba in Giappone.

“Grazie anche al PNRR viviamo un momento molto dinamico in cui vengono poste le basi delle infrastrutture di ricerca per le sfide del futuro, in cui l’INFN gioca da protagonista - ha detto Forti - Avendo iniziato la mia carriera scientifica come ricercatore INFN, poter partecipare alla gestione dell’ente è per me fonte di grande soddisfazione, e spero di poter contribuire al rafforzamento della sua eccellenza scientifica.”

L'INFN è un ente pubblico nazionale che svolge attività di ricerca, teorica e sperimentale, nei campi della fisica subnucleare, nucleare e astroparticellare. Il Consiglio direttivo esercita le funzioni di indirizzo e opera le scelte di programmazione scientifica.

 

Redazione Web

Al via a Pisa la prima edizione del master in Cardiologia del cane e del gatto

3 mesi 2 settimane ago

Al via a Pisa la prima edizione del master di II livello in Cardiologia del cane e del gatto (Cardio_Pet), organizzato dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa in collaborazione con il Consorzio Quinn. Il percorso formativo ad alta specializzazione è il secondo in Italia nel suo genere e ha ricevuto l’interesse da medici veterinari da tutta Italia e anche dall’estero. Diretto dalla professoressa Rosalba Tognetti, il master ha lo scopo di fornire agli allievi competenze teorico-pratiche approfondite nel campo della cardiologia veterinaria. Il corso proporrà un ampio ventaglio di conoscenze, aggiornate allo stato dell’arte, per la diagnosi, la prognosi e la terapia delle malattie cardiocircolatorie del cane e del gatto con lo scopo di consentire a ciascun partecipante di acquisire le competenze e le abilità indispensabili per la gestione autonoma del paziente cardiopatico. Saranno inoltre affrontate le tematiche della responsabilità professionale, della gestione dei dati sensibili, della comunicazione con il proprietario e del lavoro in equipe.

 

Alla lezione inaugurale del master, tenuta da Massimiliano Tursi, ricercatore dell’Università di Torino, hanno portato i loro saluti la professoressa Anna Monreale, delegata del rettore per i master, il direttore del Dipartimento di Scienze Veterinarie Francesco Di Iacovo, la direttrice Rosalba Tognetti, il coordinatore scientifico Tommaso Vezzosi, il coordinatore didattico Giacomo Petrini. Era presente anche il tutor d’aula Andrea della Pina, che seguirà e assisterà gli allievi nel corso dell’anno.

“Abbiamo attivato questo master pensando rivolgerci a medici veterinari in cerca di occasioni formative e di aggiornamento professionale con peculiarità molto specifiche e siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’interesse che abbiamo generato – commenta la professoressa Rosalba Tognetti – Abbiamo infatti ricevuto 120 domande di iscrizione al test di ammissione, con richieste arrivate da tutta Italia e anche da paesi esteri come Grecia e Svizzera, da parte sia di giovani medici veterinari, sia da parte di professionisti già avviati che hanno deciso di investire risorse nel potenziamento e perfezionamento delle loro competenze. Alla fine, abbiamo ammesso 44 allievi, decidendo di ampliare del 10% il numero massimo di partecipanti e dare l’opportunità di frequentare il corso a più persone”.

“Il master che si inaugura oggi alle Benedettine va ad ampliare un’offerta formativa post laurea che già di per sé è molto ricca - aggiunge la professoressa Anna Monreale - Questa ricchezza è il risultato della preziosa attività dei nostri docenti che, come in questo caso, decidono di investire in una formazione all’avanguardia, che permette ai partecipanti di adeguare ed elevare il proprio livello professionale, facilitando l’accesso a posizioni lavorative qualificate e un aggiornamento delle competenze. Avere attività così fruttuose, che aprono le porte a collaborazioni con il mondo accademico internazionale, con il mondo dei professionisti e con le aziende, è a mio parere di fondamentale valore e come Università stiamo lavorando e continueremo a lavorare per supportare queste iniziative”.

“È con estrema soddisfazione e impegno che il QUINN, in qualità di consorzio universitario dell’ateneo pisano specializzato nell’alta formazione, ha messo a disposizione il proprio know-how più che trentennale nell’organizzazione di master – dichiara Giacomo Petrini – La collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria risale agli anni Novanta ed oggi arriva a segnare una nuova e importante tappa. In coerenza con la nostra mission, il team del QUINN e i nostri docenti sono pronti a dare il loro contributo a questa nuova avventura capace di intercettare un bisogno diffuso pur nella sua specificità tecnica”.

Il master è organizzato in sei moduli didattici che si svolgeranno in sei settimane singole distribuite nell’arco dell’anno. Mentre i laboratori e le dimostrazioni pratiche saranno ospitati all’Ospedale Didattico Veterinario di San Piero a Grado, le lezioni teoriche si terranno al Centro Congressi Le Benedettine e, saltuariamente, anche in altre aule dell’Ateneo, con la volontà di far vivere ai partecipanti l’ambiente universitario pisano valorizzando anche il rapporto con la città.

Redazione Web

Innovazione ed efficienza energetica: nuovi protocolli Internet ma dispositivi più scarichi

3 mesi 2 settimane ago

Il telefonino che si scarica troppo velocemente? Il problema può dipendere dai vari protocolli con cui navighiamo in rete e non è detto che quelli più recenti siano anche i più vantaggiosi dal punto di vista energetico. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR recentemente pubblicato sulla rivista Pervasive and Mobile Computing.

In particolare, l’obiettivo dei ricercatori era di valutare il consumo energetico di smartphone e dispositivi di Internet of Things (IoT) rispetto ai diversi protocolli HTTP che sono alla base della trasmissione dati sul Web.

“Generalmente quando si parla delle differenti versioni del protocollo HTTP l’attenzione è focalizzata sulle “prestazioni” intese come il tempo necessario a scaricare dati e risorse mediante la rete – spiega Alessio Vecchio autore dello studio e docente al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Ateneo pisano – Il nostro studio invece si è concentrato sul consumo energetico che è particolarmente rilevante nel contesto dell’Internet delle Cose (Internet of Things), dove molti dispositivi sono alimentati a batteria. In questo ambito risparmiare energia consente di allungare significativamente il tempo di vita del dispositivo, evitando la sostituzione o la ricarica delle batterie con conseguenze positive in termini di sostenibilità e usabilità”.

Il protocollo HTTP è tra i protocolli di comunicazione più usati nelle reti informatiche, basti pensare che il Web si basa su di esso. Anche la comunicazione tra dispositivi IoT, quali sensori o sistemi per la domotica, è spesso basata sul protocollo HTTP. Attualmente le tre versioni principali sono HTTP/1.1, HTTP/2, e il più recente HTTP/3, che differiscono in modo sostanziale tra di loro, anche per prestazioni energetiche. Come ha rivelato lo studio, in alcuni scenari HTTP/3, che generalmente è più efficiente delle altre versioni, può consumare fino al 30% in più. Questo, per esempio, accade quando i dati da trasferire sono molti, mentre consuma meno degli altri quando i dati sono pochi.

“Il nostro studio è importante per due motivi, uno di carattere pratico e uno di carattere scientifico – sottolinea Vecchio - Dal punto di vista pratico, grazie ai risultati ottenuti, è possibile, per chi sia interessato a costruire sistemi che facciano uso di smartphone e dispositivi IoT, fare delle scelte che tengano conto degli aspetti di natura energetica. Dal punto di vista scientifico, si aprono nuovi scenari di ricerca. Ad esempio, lo studio di algoritmi intelligenti che siano in grado di scegliere dinamicamente la versione del protocollo HTTP più efficiente dal punto di vista energetico a seconda dello schema di comunicazione, della quantità di dati da trasferire e delle condizioni della rete”.

 

Una foto del sistema di monitoraggio

 

La ricerca è stata svolta nel contesto di Future-Oriented REsearch LABoratory (FoReLab), un progetto del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) con il programma Dipartimenti di Eccellenza.

Hanno partecipato allo studio insieme ad Alessio Vecchio, Chiara Caiazza, Dottore di Ricerca in Smart Computing (programma di dottorato congiunto erogato dalle Università di Firenze, Pisa e Siena) e Valerio Luconi, Dottore di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione presso Università di Pisa nel 2016 e ricercatore presso Istituto di Informatica e Telematica del CNR dal 2019.

Tutti e tre i partecipanti al gruppo di ricerca sono accomunati dall’interesse e dall’attenzione per le tematiche ambientali, in particolare per la sostenibilità energetica. Lo studio delle implicazioni energetiche dei protocolli di rete è quindi stato un ottimo punto di incontro per coniugare aspetti di ricerca legati all’informatica e all’ingegneria dei sistemi con tematiche di risparmio energetico.

 

 

 

 

 

 

 

Redazione Web
Checked
2 ore 21 minuti ago
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