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Da Circle U. tante opportunità di finanziamento per studenti, ricercatori, docenti e personale

1 mese 2 settimane ago

Da Circle U. arrivano tante opportunità di finanziamento per progetti presentati da studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo afferenti alle università partner. L’Alleanza Universitaria che riunisce nove atenei europei in un unico campus continua a supportare la ricerca promossa in modo interdisciplinare e trasversale. Qui sotto tutte le call aperte a cui si può partecipare con scadenza febbraio-marzo 2025.

 

Circle U. Postdoc Mobility Programme
Le borse di mobilità post-dottorato sono destinate a ricercatori delle università di Circle U. che desiderano proseguire la propria carriera scientifica o accademica presso un’altra università di Circle U. L’obiettivo per i partecipanti è la preparazione di una proposta di ricerca congiunta.


Equity, Diversity & Inclusion
La call Equity, Diversity & Inclusion invita studenti, personale tecnico-amministrativo e docenti delle istituzioni partner di Circle U. a sviluppare progetti innovativi che promuovano l'equità, la diversità e l'inclusione nei loro ambienti accademici.

  • Target audience: studenti, personale tecnico-amministrativo e docenti
  • Scadenza domande: 28 febbraio 2025
  • Webpage: Equity, Diversity & Inclusion

 

Circle U. Sandpits 2025
I "Sandpits" rappresentano un’opportunità unica per i ricercatori delle università partner di Circle U. di sviluppare progetti di ricerca attraverso la collaborazione con colleghi di altre discipline. Nel 2025, i "Sandpits" si concentreranno sullo sviluppo di progetti inter- e transdisciplinari, con tema principale “Democracy”.


Inter-Sectoral Mobility Program
Le Intersectoral Mobility Fellowships sono rivolte a ricercatori a inizio carriera provenienti dalle università di Circle U. che desiderano entrare in contatto con un partner associato dell'Alleanza o con un'altra organizzazione esterna non accademica situata in uno dei paesi di Circle U., compreso il Regno Unito.

 

Circle U. COIL
La call Circle U. COIL sostiene il co-teaching virtuale europeo e la possibilità di offrire ai propri studenti l’opportunità di collaborare in aula con i colleghi delle università partner di Circle U.

  • Target audience: docenti delle università Circle U.
  • Scadenza domande: 28 febbraio 2025
  • Webpage: Circle U. COIL
Redazione Web

Salute dei bambini: l’impatto su famiglie e sistema sanitario delle infezioni da virus respiratorio sinciziale (RSV)

1 mese 2 settimane ago

Le infezioni virus respiratorio sinciziale (RSV) sono una delle principali cause di bronchiolite e di polmonite nei bambini sotto i 5 anni. Uno studio pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali del settore, ha valutato l’impatto sociale di questa patologia su famiglie e servizi sanitari in 5 paesi europei: Italia, Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. La ricerca, a cui ha partecipato l’Università di Pisa, è durata dal 2021 al 2023 e ha coinvolto oltre 3.400 bambini.

Dai dati è emerso che quasi un terzo (32,9%) delle infezioni respiratorie acute nei bambini in età prescolare è associato all’RSV. La durata media della malattia è di circa 12 giorni, con oltre il 45% dei genitori che ha dovuto assentarsi dal lavoro e il 70% dei bambini che ha perso giorni di scuola o asilo. I risultati evidenziano inoltre notevoli differenze tra i paesi coinvolti nello studio in termini di approcci terapeutici, di utilizzo delle risorse sanitarie e di impatto sociale.

Il focus sull’Italia rivela che il tasso di positività all’RSV nei bambini è stato del 42,6%, il più alto tra i paesi partecipanti. I bambini RSV-positivi in Italia sono stati sottoposti in media a 3 visite in assistenza primaria, dato che ci mette al pari della Spagna contro le 1,4 dei Paesi Bassi. La durata media della malattia è stata di 11,7 giorni, poco al di sotto della media generale. Il 76,8% dei bambini italiani RSV-positivi ha ricevuto farmaci, con broncodilatatori e antibiotici tra i più prescritti, mentre in paesi come il Regno Unito il ricorso alle medicine è stato più limitato. In linea con il dato generale, il 45,7% dei genitori italiani si è dovuto assentare da lavoro con una media di 4,1 giorni persi, dato che ci equipara al Belgio contro invece 1,3 giorni della Spagna.

“I risultati mettono in luce la necessità di migliorare la prevenzione per alleviare il carico sulle famiglie e sui sistemi sanitari, soprattutto nel periodo invernale in cui il virus circola di più - sottolinea la professoressa Caterina Rizzo (foto), ordinaria di Igiene e Medicina Preventiva all’Università di Pisa, fra gli autori del lavoro – negli ultimi anni sono stati approvati in Europa nuovi strumenti preventivi contro l’RSV, tra cui un nuovo anticorpo monoclonale che permette di immunizzare i neonati ed un vaccino da somministrare durante la gravidanza, si tratta di  misure che possono avere un impatto positivo non solo sulla salute dei bambini, ma anche sull’organizzazione complessiva delle cure primarie”.

Caterina Rizzo, docente del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Ateneo pisano, e il suo gruppo sono un punto di riferimento nel campo della sorveglianza e prevenzione delle malattie infettive emergenti e riemergenti con particolare riferimento alle malattie respiratorie acute. Rizzo ha coordinato per più di dieci anni il sistema integrato di Sorveglianza delle sindromi simil influenzali in Italia presso l’Istituto Superiore di Sanità e fa parte del Gruppo consultivo tecnico nazionale per l'immunizzazione (NITAG).

La ricerca pubblicata su The Lancet Respiratory Medicine è stata finanziata da Sanofi e AstraZeneca attraverso il National Institute for Public Health and the Environment, Paesi Bassi.

 

 

Redazione Web

Al Polo San Rossore 1938 la seduta solenne del Consiglio regionale

1 mese 2 settimane ago

Il Polo della Memoria di San Rossore 1938, dell’Università di Pisa, ha ospitato questa mattina la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana in occasione del Giorno della Memoria. La seduta si è aperta con i saluti del Rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi (foto), ai quali sono seguiti gli interventi del presidente Antonio Mazzeo, del giornalista Gad Lerner, al quale è stata consegnata in dono una statuina raffigurante il Pegaso alato, simbolo della Regione, e del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

In sala, oltre a molti consiglieri e assessori regionali, erano presenti il sindaco di Pisa, Michele Conti, alcuni consiglieri e assessori del Comune di Pisa, il Prefetto di Pisa Maria Luisa D’Alessandro, il presidente comunità ebraica di Pisa Andrea Gottfried, l’Arcivescovo della città Giovanni Paolo Benotto, il presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori, il presidente provinciale Anpi Pisa Bruno Possenti, e molti sindaci della provincia di Pisa e tre classi delle scuole medie inferiori in rappresentanza dell’Istituto comprensivo Fucini, una classe della scuola medie inferiori Fucini di Pisa, una dell’Istituto comprensivo Galilei di Pisa e una della scuola media Castagnolo di San Piero a Grado.

 “Sono onorato – ha detto Zucchi - di poter accogliere in una nostra struttura il Consiglio regionale della Toscana e ringrazio tutti, dal presidente Mazzeo al presidente della Giunta Giani, per avere scelto questa sede che porta il nome di Polo della Memoria, grazie all’iniziativa virtuosa del mio predecessore, il professor Paolo Mancarella, un riferimento al triste evento delle leggi razziali. La memoria è un dato fondamentale, io vengo dall’area medica e biologica e non esistono funzioni cognitive e coscienza senza memoria”.

“Possiamo anche dire – ha aggiunto – che senza memoria storica a livello della società non esiste coscienza sociale. Una coscienza della società e dei suoi valori e dei suoi impegni per il futuro, non può prescindere dalla memoria così come il nostro cervello non può prescindere dalla memoria per valutare il mondo circostante. Se passiamo poi a considerare una tragedia immane quale la Shoah la cosa ha un ulteriore significato, sia specifico, legato proprio al popolo ebraico, sia secondo me più generale, legato all’umanità intera e al nostro tempo

Redazione Web

Biosentinelle a due passi dalla Torre pendente

1 mese 3 settimane ago

Sentinelle che monitorano la qualità dell’aria, purificandola dai metalli pesanti, sono i licheni, organismi simbiotici composti da almeno due partner diversi che traggono vantaggio l'uno dall'altro, in questo caso un fungo e un’alga. Nell’Orto Botanico dell’Università di Pisa, a due passi dalla Torre pendente, un gruppo di ricerca dell’Università di Pisa ha trovato una concentrazione inusuale di questi organismi, ben 57 licheni “epifiti”, che crescono cioè sulla corteccia degli alberi, più un fungo non-lichenizzato. Fra essi, ci sono anche specie rare e a rischio estinzione, alcune delle quali rinvenute per la prima volta in Toscana, mentre la presenza diffusa di licheni tolleranti all’azoto è probabilmente associata alle condizioni ambientali urbane.

Lo studio dell’Ateneo di Pisa, in collaborazione con l’Accademia delle Scienze Slovacca, è stato pubblicato sulla rivista Italian Botanist ed è partito da una tesi di laurea triennale in Scienze Naturali e Ambientali condotta da Giorgia Spagli, con la supervisione dei professori Luca Paoli e Lorenzo Peruzzi, botanici del Dipartimento di Biologia, e la collaborazione di Marco D’Antraccoli e Francesco Roma-Marzio, rispettivamente curatore dell’Orto Botanico e curatore dell’Erbario del Museo Botanico.

“In un recente studio è stato calcolato che nelle aree protette italiane ci si possono attendere circa 59 specie di licheni epifiti per km², mentre nel nostro caso, in contesto urbano e su una superficie di soli 0,02 km², ne sono state censite ben 57 - racconta Peruzzi - I giardini botanici nei centri urbani sono infatti isole verdi che offrono rifugio a diversi organismi animali e vegetali, compresi i licheni, che compaiono spontaneamente grazie alla diversità di micro habitat presenti e alla ricchezza di specie arboree”.

Ginkgo biloba dell'Orto botanico di Pisa vistosamente colonizzato alla base del tronco da Diploicia canescens

 

“I licheni sono fra i primi colonizzatori degli habitat anche se spesso passano inosservati – aggiunge Paoli – e tuttavia il ruolo che rivestono è molto importante: si tratta di organismi che possono fra l’altro essere utilizzati come biomonitor, una soluzione economica che può integrare le tradizionali centraline di rilevamento per valutare la qualità dell’aria e degli ecosistemi in generale”.

Fra le specie trovate, Arthopyrenia platypyrenia e Coenogonium tavaresianum sono nuove segnalazioni per la Toscana. Il primo è un fungo non-lichenizzato di ridottissime dimensioni, poco noto e poco segnalato a livello europeo, in Italia questa specie era nota sinora solo in Calabria. A Pisa cresce sulla scorza di un esemplare di pittosporo (Pittosporum tobira). Coenogonium tavaresianum colonizza tipicamente boschi umidi della costa tirrenica, è una specie a rischio di estinzione, ma nell'Orto Botanico cresce abbondantemente sulla scorza di un esemplare di cedro della California (Calocedrus decurrens). Lecania cyrtellina, infine, è segnalato per la Toscana solo nell'Orto Botanico di Pisa, dove cresce sulla scorza di un vetusto esemplare di palma del Cile (Jubaea chilensis).

 

 

Redazione Web

La targa del Consiglio regionale a Luca Razzauti: affetto da Sindrome X fragile, ha conseguito tre lauree all'Unipi

1 mese 3 settimane ago

“Per il suo straordinario percorso accademico, ricco di tante soddisfazioni e frutto del suo grande impegno e della sua eccezionale forza di volontà”. Queste le parole impresse sulla targa che giovedì 23 gennaio il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo ha consegnato a Luca Razzauti, trentasettenne originario di Livorno e affetto dalla nascita dalla Sindrome di Martin Belle, meglio conosciuta come ‘x fragile’, una patologia rara che conferisce tratti autistici con relativa difficoltà comunicative, che nel giugno scorso ha conseguito la sua terza laurea presso l’ateneo pisano. Presenti alla cerimonia, che si è tenuta a palazzo del Pegaso, i membri dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale Marco Casucci, Stefano Scaramelli e Francesco Gazzetti. Sono intervenuti Giacomo Razzauti, padre di Luca e Paolo Maria Mancarella, rettore dell’Università di Pisa fino al 2022 e, in precedenza, delegato del rettore per la disabilità.

Il presidente Mazzeo si è detto “molto emozionato, fiero e orgoglioso per questo riconoscimento alla determinazione di Luca Razzauti che gli ha permesso di raggiungere traguardi importantissimi”. “E’ un riconoscimento – ha aggiunto – anche a tutte quelle ragazze e a quei ragazzi che, superando i propri limiti, riescono a riscrivere la storia. Come Regione Toscana cerchiamo di fare tutto il possibile perché ogni ragazza e ogni ragazzo possa avere gli stessi diritti e le stesse opportunità. Insieme alle nostre scuole e alle nostre università si stanno costruendo le condizioni perché nessuno resti indietro e ognuno possa perseguire le proprie ambizioni, i propri sogni, fino in fondo. Questo è qualcosa di tremendamente bello”.

Come ha ricordato Mazzeo, fin dalla nascita Luca ha dovuto fare i conti con una malattia complessa, “che ha fiaccato il suo corpo ma non certo la sua volontà”. Grazie al supporto della famiglia e alla tecnica della Comunicazione Facilitata Alfabetica, che gli ha consentito di esprimersi con la scrittura al computer, ha potuto realizzare le sue pubblicazioni e i suoi successi nel percorso di studi universitari. Dopo essersi diplomato come perito turistico presso l’istituto Buontalenti di Livorno, ha conseguito la sua prima laurea triennale presso l’Università di Pisa nel 2014 in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione, con votazione 110/110 e lode. Nel 2018 arriva la laurea magistrale in Storia e Forme delle Arti Visive e dello Spettacolo, sempre con lode. A completare il suo curriculum, nel giugno 2024, il titolo magistrale in Storia dell’Arte, ancora una volta col massimo dei voti.

Giacomo Razzauti, ha sottolineato come il figlio Luca sia “al quattordicesimo cielo per questo riconoscimento a tutto il suo cammino fino ad oggi, che ancora non si ferma, e che è motivo di orgoglio anche per tutta la famiglia”. “Se lo merita – ha aggiunto – . Da quando è nato, nonostante tutti i problemi che ha avuto, ha sempre dimostrato un impegno incredibile, non si è mai tirato indietro. La mancanza della parola è stata un ostacolo finché nel 2001 non abbiamo conosciuto, grazie ad altre famiglie che avevano lo stesso problema, la tecnica della Comunicazione Facilitata Alfabetica, che lo ha aiutato in tutto il suo percorso scolastico, prima a scuola e poi all’università”. Razzauti ha poi ringraziato il professor Mancarella “che ci sta accompagnando da tanti anni nel percorso universitario”.

“Luca è un modello per tantissimi studenti – ha affermato Mancarella che ha seguito Luca fin dai suoi primi passi nell’ateneo pisano – . Noi l’abbiamo supportato, ma i traguardi raggiunti sono merito suo, della sua tenacia e anche della sua umiltà. E, soprattutto, delle sue grandissime doti, forse un po’ nascoste, ma che ci sono tutte”.

Insieme ai familiari, erano presenti anche Maria Elisa Manzi, una delle insegnanti della scuola elementare Cattaneo di Livorno frequentata da Luca e il professor Sergio Vitali, neuropsichiatra infantile che lo ha seguito dal 2001. Presente anche il consigliere regionale Gianni Anselmi.

Nel 2001 Luca Razzauti ha pubblicato il libro “X fragile. Vita e opinioni di un antieroe” (Felici editori) romanzo di formazione autobiografico, che racconta i limiti e le potenzialità della sua condizione psico-fisica, accompagnato da professionalità lungimiranti, amici straordinari e soprattutto una famiglia affettuosa e non convenzionale.

(Fonte: Ufficio Stampa Consiglio Regionale).

Redazione Web

Giorno internazionale della memoria: gli eventi dell’Università di Pisa

1 mese 3 settimane ago

In occasione del Giorno internazionale della memoria l’Università di Pisa organizza una serie di eventi gratuiti aperti al pubblico, fra spettacoli teatrali, reading e presentazioni.

Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa e il TeatroInBìLiKo di Cascina, in collaborazione con il Museo Nazionale della Certosa, organizzano per domenica 26 gennaio 2025, alle ore 10.30 e alle ore 15.30, lo spettacolo del TeatroInBìLiKo “L’ultimo Zazou”. Lo spettacolo, tratto dall’autobiografia di Pierre Seel, ha per tema la tragedia dei “triangoli rosa” (i deportati omosessuali), vittime innocenti della società e dello sterminio. La partecipazione è gratuita previa prenotazione obbligatoria da effettuarsi tramite email all'indirizzo teatroinbiliko@hotmail.it. Leggi di più.

“Voci dall’Inferno. Dante nelle testimonianze dei sopravvissuti ai Lager” è il titolo del progetto di ricerca che veiene presentato lunedì 27 gennaio alle 16,30 nella Chiesa di Santa Eufrasia del Sistema Bibliotecario di Ateneo dell’Università di Pisa (Via dei Mille, 13, Pisa). Il progetto, nato nel 2018, mira a creare un archivio digitale completo di testimonianze non letterarie, sia scritte che orali, dei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti analizzando la presenza del lessico e delle allusioni dantesche. Leggi di più 

Crediti: foto di Piotr Zakrzewski da Pixabay

Sempre il 27 gennaio alle 17 alla Scuola Alti Studi IMT (Piazza S.Francesco, 19, Lucca) e alla 18 alla Scuola Superiore Sant’Anna (Piazza Martiri della liberta 33, pisa) sarà proiettato il documentario “Memoria. I sopravvissuti raccontano" (85', 1997), per la regia di Ruggero Gabbai. Il film raccoglie le testimonianze di 93 ebrei italiani sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. All’evento, organizzato in collaborazione con l’Ateneo, partecipa il professore Saulle Panizza, direttore del Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura (CIDIC) dell’Università di Pisa.

Il 30 gennaio 2025, ore 21.00 al Teatro Nuovo (Piazza della Stazione 16, Pisa) va in scena il reading artistico musicale "La giostra nel cielo", una produzione BINARIO VIVO: testo e regia di Annick Emdin, con Francesco Pelosini e Cecilia Bartoli e il coordinamento di Carlo Scorrano e musiche dal vivo di Erik Satie La giostra del cielo narra la storia vera di Irena Sendler, infermiera polacca che salvò 2500 bambini dall’inferno del ghetto di Varsavia, trascrivendo i loro nomi su dei fogli che nascose con cura dentro a dei barattoli prima di dar loro un nome diverso ed affidarli a famiglie ariane o agli istituti. Lo spettacolo, a cura del CIDIC, è ingresso libero fino ad esaurimento posti. Prenota un biglietto. Leggi di più

Redazione Web

Come nuotano gli animali per risparmiare energia nei lunghi spostamenti

1 mese 3 settimane ago

Per ridurre al minimo il dispendio energetico duranti i lunghi spostamenti, gli animali marini non nuotano in superficie, ma a una profondità che corrisponde a circa tre volte il diametro del loro corpo. La scoperta di questo stratagemma che accomuna uccelli, mammiferi e rettili arriva da uno studio coordinato dalle università di Swansea in Gran Bretagna e Deakin in Australia pubblicato sulla rivista PNAS - Proceedings of the National Academy of Sciences USA, al quale hanno partecipato i professori Paolo Luschi e Paolo Casale del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa.

“Molte specie semiacquatiche, compreso l’uomo, spesso nuotano nell'interfaccia aria-acqua ma in questo modo generano onde superficiali che provocano un dispendio energia – spiega Luschi - Gli animali marini che nel corso della loro vita percorrono grandi distanze hanno invece elaborato una strategia per evitare questo spreco e che consiste nel nuotare poco sotto la superficie, è un po’ come fanno gli atleti nuotatori subito dopo la partenza, quando rimangono il più a lungo possibile sott’acqua prima di effettuare la prima emersione”.

 

Tartaruga Caretta caretta con sistema di rilevamento. Crediti: DEKAMER Archive

La ricerca ha analizzato i dati ottenuti da profondimetri applicati su tartarughe marine e pinguini durante fasi di movimento attivo, che sono stati poi integrati con dati già disponibili nella letteratura scientifica sulle balene. I risulatai hanno quindi rivelato che animali così diversi impiegano la medesima strategia, che consiste nel nuotare ad una profondità corrispondente a tre volte il loro diametro, al di là delle loro dimensioni che possono variare da 50 centimetri a 20 metri.

“Ci sono ovviamente casi in cui la profondità di nuoto è determinata da altri fattori, come ad esempio la ricerca di prede – sottolinea Luschi – ma i dati generali confermano il modello e questo ha importanti implicazioni a livello di conservazione, contribuendo a diminuire le collisioni con le imbarcazioni e le catture accidentali durante la pesca”.

In particolare, l’Università di Pisa ha contribuito alla ricerca fornendo i dati sulle tartarughe Caretta caretta nidificanti in Turchia. “Dati di questo tipo sono estremamente difficili da ottenere – aggiunge Casale - perché sono troppo dettagliati per essere trasmessi tramite satellite e sono quindi necessarie speciali procedure sperimentali per recuperare gli strumenti applicati sugli animali in libertà”.

Il gruppo di ricerca dei professori Luschi e Casale da tempo impiega avanzate tecniche di telemetria animale per studiare il comportamento delle tartarughe marine durante i loro estesi movimenti, che comprendono migrazioni anche di centinaia di chilometri.



 

Redazione Web

Missione umanitaria e di ricerca presso l'insediamento tibetano di Bylakuppe, in India

1 mese 3 settimane ago

Pisa, 22 gennaio 2025 - Si è conclusa la missione in India di un team di medici e ricercatori delle Università di Bologna, Palermo e Pisa presso l’Università Monastica Tibetana di Sera Jey e nell’insediamento Tibetano di Bylakuppe, a circa 300 Km da Bangalore. Scopo principale della missione è stato quello di condurre una campagna di salute e prevenzione orale primaria e secondaria estesa a tutti i ragazzi in età scolare (presenti sia nelle scuole secolari sia in quelle monastiche) e a tutti i monaci di età superiore ai 50 anni del Monastero di Sera Jey. Nel monastero vivono oltre 3000 monaci, mentre i rifugiati Tibetani di Bylakuppe sono oltre 20.000.


Il team appena arrivato a Bylakuppe contemporaneamente al Dalai Lama.

A seguito dell’attività di screening, che ha coinvolto oltre 1100 tra ragazzi e monaci, sono stati messi in atto circa 400 interventi odontoiatrici di tipo conservativo e chirurgico, di cui è emersa l’urgenza nel corso della fase di screening. Sono inoltre stati visitati e curati tutti coloro che richiedevano cure urgenti, anche al di fuori delle categorie di età prese in considerazione.

Un ruolo centrale ha avuto l’attività di educazione all’igiene orale che è stata condotta in tutte le scuole utilizzando materiale divulgativo prodotto tenendo conto della specificità dei gruppi di studenti, sia dal punto di vista socioculturale e ambientale sia linguistico. Inoltre, il Team ha pianificato con l’Ospedale locale strategie di breve e medio termine per la prevenzione primaria e secondaria in tema di salute orale.


Dental team all Ospedale Tibetano Tso Jhe.

Un’analoga campagna di screening e cura era stata svolta dagli odontoiatri di UniPa nel 2018 e aveva interessato oltre 900 bambini tibetani di età inferiore ai 16 anni (https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/ipd.13193). Al contempo, sono stati acquisiti dati per l’utilizzo di tecniche di Intelligenza Artificiale nella diagnosi delle lesioni orali.

Il team, che ha trascorso a Bylakuppe il periodo dal 5 al 18 gennaio, era composto da  8 odontoiatri con diversa specializzazione, da una igienista dentale e da un infermiere provenienti da UniPa, dall’Az. Policlinico Universitario e dall’AOORR “Villa Sofia-Cervello” della stessa città (N. Mauceri, P. Tozzo, L. Calà, M. e V. Coppini, A. Schepis, C. e F. Buttacavoli,  G. La Mantia), coordinati dalla prof.ssa Giuseppina Campisi del Dipartimento Bi.N.D. di UniPa. Erano parte dell’equipe odontoiatrica anche i proff. Maria Giovanna Gandolfi e Carlo Prati del Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie dell’Università di Bologna.


La professoressa Maria Giovanna Gandolfi (Unibo) durante l'incontro di prevenzione primaria.

Il team si avvaleva, inoltre, della collaborazione a distanza del prof. Mario Cimino, esperto di Intelligenza Artificiale applicata all’analisi di immagini, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione di UniPi. Ha inoltre partecipato alla missione, con funzioni di coordinamento e contatto con le Istituzioni locali, il prof. Bruno Neri dello stesso Dipartimento che ha proseguito l’attività di raccolta dati, che conduce dal 2018, sugli effetti della meditazione, con la collaborazione dei monaci dell’area di ritiro del monastero. L’associazione Vimala Italia ONLUS ha contribuito al coordinamento locale. 

L’arrivo del team a Bylakuppe ha coinciso con quello del Dalai Lama, trasferitosi temporaneamente dalla sua residenza di Dharamsala presso il monastero Tashi Lumpo dello stesso insediamento Tibetano. Sua Santità ha voluto ricevere nel corso di una udienza pubblica il team Italiano, ringraziando personalmente tutti i componenti per la preziosa attività di volontariato svolta a favore del suo Popolo.


S.S. il Dalai Lama e il professor Bruno Neri (Unipi) nel tradizionale saluto tibetano.

“Un'esperienza estremamente interessante che ha permesso di coniugare i valori della missione umanitaria con quelli della ricerca e dell’educazione al ripristino e al mantenimento della salute orale, in osservanza alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”, ha dichiarato la prof.ssa Campisi. “Particolarmente toccante l'incontro con una Comunità unica nel suo genere che, nonostante le difficoltà e le sofferenze dell'esilio, si è mantenuta unita intorno ai valori della solidarietà e della non violenza”.

"Le tecniche di intelligenza artificiale spiegabile, applicate ad un vasto campione di popolazione suddiviso in due fasce di età, che condividono abitudini alimentari e di vita molto simili, caratterizzate dalla completa assenza di alcol e fumo, possono fornire un notevole supporto cognitivo, nel ragionamento basato sui casi, al personale medico impegnato nello screening per la diagnosi precoce delle lesioni dei tessuti duri e molli del cavo orale", ha affermato il prof. Cimino.

“Sono stata molto colpita dal coinvolgimento di studenti e monaci alle mie lezioni teorico-pratiche su igiene e salute orale”, ha sottolineato la prof.ssa Gandolfi. “Ho provato una profonda sintonia con il popolo tibetano, credo anche grazie ai tanti anni di pratica contemplativa attraverso lo yoga che mi avvicina fortemente ai fondamenti della loro cultura".
Grande emozione “a operare ininterrottamente per ore sostenuto dagli sguardi dei pazienti che si affidavano alle mie mani” è stata espressa dal prof. Prati.

Redazione Web

Rinnovato l'accordo tra Università di Pisa e la Fondazione Teatro di Pisa: tante agevolazioni per studenti, docenti e personale

1 mese 3 settimane ago

L’Università di Pisa e la Fondazione Teatro di Pisa hanno rinnovato l’accordo per il prossimo triennio, confermando il ruolo dell’Ateneo come socio della Fondazione e rimarcando l'impegno delle due istituzioni nel promuovere cultura, formazione e collaborazione a beneficio della comunità universitaria e cittadina. L’accordo è stato firmato nella Sala Mappamondi del Rettorato dal rettore Riccardo Zucchi e dal presidente della Fondazione Teatro di Pisa Diego Fiorini. Nell’occasione erano presenti anche il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti con il territorio, e Giuseppe Campanelli, prorettore per gli affari giuridici.

“Grazie a questo accordo, l’Università continuerà a contribuire attivamente alle attività culturali e artistiche della Fondazione Teatro di Pisa – ha commentato il rettore Riccardo Zucchi – La collaborazione si tradurrà in una serie di iniziative rivolte a studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo, che rafforzeranno il legame tra mondo accademico e realtà culturale locale. Questo accordo rappresenta infatti un'opportunità unica per avvicinare i giovani al teatro e per promuovere la diffusione della cultura – conclude il rettore - Siamo entusiasti di poter offrire ai nostri studenti e al personale nuove occasioni di crescita e arricchimento culturale”.

“Il rapporto con l’Università di Pisa che, con la firma di oggi, ancora una volta istituzionalizziamo, è non solo consolidato ma anche naturale – ha aggiunto il presidente Diego Fiorini - Il Teatro Verdi è il massimo teatro pisano e da 160 anni è anche uno dei più vivaci centri culturale del territorio perché è il luogo in cui trovano sintesi ed espressione tutte le arti. L’Università è una istituzione che da sempre rende onore alla nostra città e la colloca tra le eccellenze della ricerca e della formazione. Ci rende quindi orgogliosi poter ancora una volta confermare e accogliere l’Ateneo tra i soci della nostra Fondazione. Proprio perché il Teatro è per eccellenza il luogo delle arti e della cultura, la nostra Fondazione tiene molto a confermare, attraverso questa convenzione, le agevolazioni per gli studenti dell’Università, che ci auguriamo di vedere in numero sempre crescente agli spettacoli delle nostre stagioni”.

L’accordo prevede numerosi vantaggi per la comunità universitaria: è confermata la riduzione del 50% sui biglietti e sugli abbonamenti per le stagioni di lirica, prosa e danza per studenti. Anche il personale docente e tecnico-amministrativo potrà usufruire di agevolazioni, tra cui uno sconto del 15% sui biglietti per le principali stagioni teatrali.

Dal punto di vista formativo, studenti e studentesse potranno partecipare a lezioni e attività culturali tenute da operatori del Teatro con la possibilità di acquisire crediti formativi. Da parte sua l’Università si impegna, tramite i propri docenti, a svolgere attività formative negli spazi del Teatro, quali a esempio seminari o incontri sugli spettacoli di prosa, destinati agli studenti e aperti al pubblico nei limiti dei posti disponibili.


Da sinistra: il professor Giuseppe Campanelli, prorettore per gli affari giuridici, Diego Fiorini, presidente Fondazione Teatro Pisa, il rettore Riccardo Zucchi e il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti con il territorio.

Inoltre, viene confermato l’impegno di Università e Teatro nel realizzare eventi culturali e musicali, con particolare attenzione al Polo Musicale del CIDIC, Il Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura. Il Teatro ospiterà fino a quattro concerti annuali del Coro e all’Orchestra dell'Università di Pisa e metterà a disposizione gli spazi per ulteriori incontri ed eventi. Inoltre, verranno organizzati seminari e incontri tematici sugli spettacoli di prosa, destinati agli studenti e aperti al pubblico.

Redazione Web

L’ambasciatore italiano in Uzbekistan visita la sede dell’Università di Pisa a Tashkent

1 mese 3 settimane ago

Il nuovo ambasciatore d'Italia in Uzbekistan Piergabriele Papadia de Bottini, insieme al viceministro della Geologia dell’Uzbekistan Azam Kadirkhodjaev e al consulente dell’Università di Pisa Marco Farci, ha visitato nei giorni scorsi la sede dell’Università di Pisa a Tashkent. L’ambasciatore si è intrattenuto con i docenti dell’Ateneo pisano, i 140 studenti uzbeki e lo staff del Branch UniPi, e ha avuto modo di apprezzare la qualità della sede decentrata dell’Università di Pisa e del corso di laurea in Geology, il primo corso di studi di una università italiana accreditato in sede estera dal MUR.



Il progetto di cooperazione internazionale tra l’Università di Pisa e l’Uzbekistan è nato nel 2019 con i primi incontri fra i rappresentanti dell’Ateneo pisano e quelli del governo uzbeko, e si è concretizzato prima con la stipula di un agreement nel luglio del 2022, poi con il successivo avvio dell’anno propedeutico riservato a una sessantina di studentesse e studenti. Ogni anno un team di docenti del Dipartimento di Scienze della Terra tiene corsi in trasferta nel Branch di Tashkent. Il corso di laurea in Geology mira a formare profili culturali e professionali con una laurea italiana che soddisfino le richieste del mercato del lavoro uzbeko e di altre nazioni dell'Asia centrale, soprattutto nei campi della ricerca e gestione sostenibile di georisorse energetiche e minerarie. La formazione linguistica degli allievi, con lezioni tutte in inglese, è verificata dal Centro Linguistico di Ateneo (CLI).



L’offerta formativa della sede di Tashkent è destinata a crescere nei prossimi anni: si prevede infatti l’attivazione di una "Double degree MSc in Geology" (laurea magistrale con doppio titolo in Geologia) in collaborazione con la University of Geological Sciences, nonché l’ampliamento dell’anno preparatorio al fine di fornire a studenti uzbeki la propedeuticità necessaria alla successiva immatricolazione nel Bachelor of Science in Management for Business ancd Economics a Pisa.

Redazione Web

Colite ulcerosa e poliposi: una innovativa biostampante colonoscopica che ricreerà le mucose dell’intestino

1 mese 3 settimane ago

Una biostampante colonscopica, la prima mai realizzata, per ricreare la mucosa e la sottomucosa dell’intestino ed evitare la rimozione chirurgica del colon e del retto nei pazienti affetti da colite ulcerosa e poliposi adenomatosa familiare. Il rivoluzionario dispositivo sarà realizzato nei prossimi quattro anni grazie a Tentacle, un progetto europeo in partenza a gennaio 2025 che annovera fra i partner l’Università di Pisa.

 

Il team dell'Università di Pisa

 

Le malattie del colon-retto sono molto diffuse a livello globale ed attualmente in Europa ne sono affetti circa 2.2 milioni di individui. Tra queste ci sono la colite ulcerosa e la poliposi adenomatosa familiare. Chi è colpito da queste patologie spesso viene sottoposto a una proctocolectomia, un intervento chirurgico molto invasivo che prevede la rimozione della parte terminale del colon e del retto con gravi conseguenze sulla qualità della vita. Per ovviare a questo scenario, il progetto TENTACLE mira a sviluppare una strategia innovativa e personalizzata in grado di sostituire la proctocolectomia attraverso la rigenerazione del tessuto mucoso e sottomucoso.

“La biostampante colonoscopica che vogliamo progettare e costruire – spiega il professore Giovanni Vozzi dell’Ateneo pisano - potrà operare direttamente nell’intestino attraverso una procedura minimamente invasiva. Il dispositivo sarà potenziato da un sistema di intelligenza artificiale per monitorare la qualità della stampa e personalizzare l’intervento sulle esigenze del singolo paziente. TENTACLE svilupperà inoltre dei biomateriali all’avanguardia con proprietà avanzate, come la capacità di cambiare forma nel tempo per mimare la morfologia intestinale e di rilasciare agenti antibiotici e antibatterici in maniera controllata e graduale”.

TENTACLE è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma di ricerca e innovazione HORIZON Health 2024. Il finanziamento previsto è di poco meno di 8 milioni di euro, di cui circa un milione sono destinati al Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa.

Il consorzio del progetto è costituito da dieci partner accademici e industriali. Insieme all’Ateneo pisano ci sono l’Università di Wurzburg (Germania) come coordinatrice del progetto, l’Università di Ghent (Belgio), l’Università di Torino e il Politecnico di Torino. Si aggiungono quattro partner industriali, affiancati dall’Istituto Superiore di Sanità italiano, che forniranno al consorzio l’esperienza e le competenze necessarie per tradurre i risultati in prodotti all’avanguardia, vicini al paziente e al mercato: ADBioink (Turchia), ThioMatrix (Austria), BeWarrant (Belgio), Scinus Cell Expansion Netherland B.V. (Olanda).

 

Redazione Web

Al via l’I-Lab, il nuovo percorso di formazione su imprenditorialità e innovazione dell’Università di Pisa

1 mese 4 settimane ago

Si è tenuta al Polo le Benedettine la giornata inaugurale dell’I-Lab: Co-creazione e innovazione per il territorio, il nuovo percorso su imprenditorialità e innovazione promosso dal Contamination Lab dell’Università di Pisa riservato a studenti di laurea magistrale, dottorandi, specializzandi, ricercatori e docenti. A salutare i 30 partecipanti al corso – selezionati tra le oltre 60 candidature arrivate – c’erano il professor Alessio Cavicchi, responsabile scientifico dell’I-Lab e delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione sociale, il professor Corrado Priami, prorettore per la valorizzazione della conoscenza, e il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti con il territorio. Erano inoltre presenti le professoresse Michela Lazzeroni e Gabriella Caroti, referenti della Terza missione rispettivamente per il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e per il Dipartimento di Ingegneria civile e industriale. A seguire, la professoressa Chiara Franco ha tenuto una lezione sull’innovazione secondo una prospettiva economica e internazionale.

Il nuovo percorso - completamente gratuito come tutti quelli organizzati nell'ambito del Contamination Lab - si pone l’obiettivo di promuovere, con un approccio teorico e pratico, opportunità di crescita e di approfondimento anche in relazione alle figure dell’Innopreneur, un innovatore che apporta valore puntando su soluzioni sostenibili, digitali o socialmente responsabili e dell’Innovation broker figura che ha il compito di collegare individui, organizzazioni e risorse necessarie per promuovere l’innovazione, accelerando così lo sviluppo di nuove idee, tecnologie o pratiche.

“Nel corso degli anni, i percorsi del Contamination Lab dell’Università di Pisa si sono ampliati, imparando anche a rispondere alle richieste arrivate da enti e istituzioni – commenta Alessio Cavicchi – In questo caso ci siamo domandati in che modo l’Università, in un’ottica di terza missione, potesse supportare la propria comunità di docenti e discenti a dialogare con realtà come Comuni, Associazioni, Fondazioni presenti sul territorio e quali fossero le competenze adeguate per questo dialogo. Per questo motivo abbiamo proposto un corso sulla co-creazione con il territorio in cui si impara a facilitare il dialogo tra attori diversi, a pensare in maniera sistemica, a scrivere progetti per rispondere a bandi regionali ed europei. Lo stesso I-Lab è co-creato con i soggetti esterni all’università”.

Il corso, che prevede sessioni teoriche, attività di laboratorio e sviluppo di casi studio, si concluderà a fine marzo con un inspirational speech, durante il quale i/le partecipanti dovranno presentare, tramite un pitch, un’idea o un progetto maturato e sviluppato durante I-Lab, che comprenda soluzioni innovative per lo sviluppo sostenibile e la competitività territoriale. Alle migliori idee presentate potranno essere riservati premi e riconoscimenti, quali partecipazione a percorsi formativi nazionali e internazionali, partecipazione a fiere o eventi nazionali e internazionali, visiting aziendali o presso altre realtà coinvolte nel percorso, nei limiti delle risorse disponibili e usufruendo delle opportunità offerte dalle Alleanze Europee Circle U. e Start For Future.

Nel programma di attività, sono previsti anche tre seminari aperti agli studenti delle università dell’Alleanza Europea Circle U., che potranno partecipare online alle lezioni su Design Thinking, Systems Thinking e Participatory Project Design.

Il giorno 12 febbraio si terrà inoltre una visita studio al Polo Tecnologico di Navacchio, durante la quale saranno illustrate le attività del Contamination lab Pisa e le finalità del corso I-Lab anche in presenza dei principali stakeholder dell’ecosistema dell’innovazione pisano.

Redazione Web

La salute degli invisibili: pubblicato uno studio sulla diffusione dell’epatite tra le comunità emarginate italiane

1 mese 4 settimane ago

Con una serie di campagne di screening pluriennali su gruppi marginali della popolazione, un team di ricercatrici e ricercatori delle Università di Pisa e Firenze è riuscito a monitorare l’incidenza delle infezioni da epatite B (HBV) e C (HCV) tra le comunità più emarginate della Toscana, riscontrando prevalenze molto più alte della media nazionale e in soggetti di età molto giovane. Inoltre, grazie alla collaborazione e al filo diretto con unità assistenziali di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia, i soggetti positivi hanno avuto accesso all’assistenza clinica e, se necessario, alla terapia. Lo studio, dal titolo “HBV and HCV testing outcomes among marginalized communities in Italy, 2019–2024: a prospective study”, è stato recentemente pubblicato sulla rivista “The Lancet Regional Health - Europe”, con corresponding author Laura Gragnani, ricercatrice del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa, e prima autrice Monica Monti del Centro MaSVE dell’Università degli Studi di Firenze. Lo studio è stato finanziato da Gilead Science, Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dalla Regione Toscana.


Nella foto: Laura Gragnani, ricercatrice del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa e corresponding author dello studio.

Tra il 2019 e il 2024, con una sospensione dovuta alla pandemia di COVID-19, il gruppo di ricerca ha testato marcatori per le infezioni da HBV (antigene di superficie dell’HBV – HbsAg) e da HCV (anticorpi anti- HCV) in 1.812 soggetti che frequentano mense popolari, centri di accoglienza, scuole di italiano per stranieri nelle aree metropolitane di Firenze, Prato e Pistoia. Lo studio ha rilevato che il 4,4% dei partecipanti era positivo all’HBsAg, segno di infezione attiva, mentre il 2,9% presentava anti-HCV, indicativi di un'esposizione al virus. La positività a HBV era più frequente tra gli uomini (91%) e individui di origine non italiana, provenienti soprattutto da aree con basse coperture vaccinali. I partecipanti positivi a HCV includevano una maggiore proporzione di cittadini italiani (51,9%) con storie di marginalità estrema spesso legate ad un pregresso consumo di droghe per via endovenosa. Lo screening è stato effettuato direttamente presso le strutture di accoglienza, con test rapidi su sangue capillare e risultati disponibili in pochi minuti. Questa strategia ha garantito un’alta adesione, pari all’82%. Inoltre, la presenza di mediatori culturali e la collaborazione con gli operatori delle associazioni ha facilitato il collegamento dei pazienti positivi ai centri clinici locali. Il 66,3% dei positivi a HBV e il 37,8% di quelli a HCV hanno intrapreso un percorso di monitoraggio o cura, in base alle valutazione clinica. Tra i pazienti con infezione HCV attiva, tutti quelli trattati con farmaci antivirali hanno ottenuto la guarigione.

“Le infezioni da HBV e HCV possono evolvere in gravi patologie come la cirrosi e il tumore al fegato e molti dei soggetti colpiti non sono consapevoli della loro condizione fino alle fasi avanzate della malattia – spiega la dott.ssa Laura Gragnani  – Questo ritardo diagnostico è evidente nelle comunità marginali, che non sono raggiunte dai programmi di prevenzione e screening nazionali e regionali e che spesso incontrano barriere nell’accesso ai servizi sanitari, come la mancanza di informazioni, fiducia o risorse economiche. I risultati raggiunti col nostro studio dimostrano l'importanza di strategie di screening mirate per ridurre le disuguaglianze sanitarie, ridurre la circolazione di questi virus nell’intera comunità e raggiungere l’obiettivo dell'OMS di eliminare le epatiti virali come minaccia infettiva entro il 2030”.  “Questa ricerca – aggiunge Monica Monti – ha inoltre evidenziato l'importanza di 'agganciare' e curare i soggetti marginali che spesso non accedono ai canali ufficiali di assistenza sanitaria”.

Allo studio hanno partecipato anche la professoressa Gabriella Cavallini e la dottoressa Maria Laura Manca dell’Ateneo pisano e la professoressa Anna Linda Zignego, docente in pensione dell’Università degli Studi di Firenze, direttrice del Centro MaSVE fino all’ottobre 2023.

Redazione Web

Il professor Luca Fanucci eletto presidente della CNUDD, la Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità

1 mese 4 settimane ago

Il professor Luca Fanucci, ordinario di Elettronica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e delegato del Rettore per l’inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA, è stato eletto presidente della Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità (CNUDD) per il triennio 2025-2027.

La CNUDD, nata nel 2001, si è costituita come un organismo in grado di rappresentare la politica e le attività delle Università Italiane nei confronti degli studenti e delle studentesse con disabilità. Dalla sua nascita, si sono avvicendati sei presidenti di cui due dell’Università di Pisa: oltre al professor Fanucci, dal 2009 al 2015 presidente della CNUDD è stato il professore ed ex-rettore Paolo Maria Mancarella.

Insieme al professor Luca Fanucci, sono stati eletti nel consiglio direttivo della CNUDD il professor Daniele Fedeli (Università di Udine), la professoressa Flavia Lecciso (Università del Salento), la professoressa Caterina Lombardo (Università La Sapienza di Roma) e la professoressa Tamara Zappaterra (Università di Ferrara). Le elezioni si sono tenute venerdì 10 gennaio.

La finalità principale della CNUDD è consentire lo scambio di informazioni ed esperienze tra le diverse università e condividere alcune linee di indirizzo per le attività di tutti gli Atenei, attivando tutti i servizi necessari a rendere operativa la normativa prevista dalla Legge 17/99 e dalla Legge 170/2010 e cercando di rispondere nel modo più adeguato alle esigenze degli studenti e delle studentesse con disabilità e con DSA nel loro percorso formativo universitario.

Il professor Luca Fanucci si è laureato con lode in Ingegneria Elettronica all'Università di Pisa nel 1992, sede in cui ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria dell’Informazione nel 1996. In questi anni ha svolto attività di ricerca al Dipartimento dei Sistemi Elettrici dell’European Space Research and Technology Centre dell’Agenzia Spaziale Europea, con sede a Noordwijk in Olanda. Dal 1996 al 2004 è stato ricercatore del CNR al Centro Studi Metodi e Dispositivi di Radiotrasmissione di Pisa.

Dal 2004 è professore di Elettronica del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, prima come associato e poi come ordinario, e dal 2013 al 2021 è stato direttore del Laboratorio Nazionale AsTech (Assistive Technologies) del Consorzio interuniversitario nazionale per l’Informatica (CINI). Dal 2016 ricopre il ruolo di delegato del rettore per l’inclusione degli studenti e del personale con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento (DSA) e nel triennio 2022-2024 è stato eletto nel consiglio direttivo della CNUDD. Dal 2020 è direttore insieme alla professoressa Alessandra Lischi della collana scientifica “Progetti di Vita: Storie di studenti con disabilità” edito da Pisa University Press.

Coautore di più di 450 pubblicazioni su riviste e conferenze internazionali, il professor Luca Fanucci ha come principali interessi di ricerca la progettazione di circuiti integrati e sistemi embedded con particolare riguardo alla progettazione a livello di sistema, alla coprogettazione hardware e software, al basso consumo di potenza e ai sistemi di interfaccia ed elaborazione sensori. Settori principali di applicazione sono le telecomunicazioni, i veicoli spaziali e terrestri, i sistemi medicali e gli ausili tecnologici per le persone con disabilità e per gli anziani. In questi ambiti ha contribuito alla nascita di start-up quali "SensorDynamics" (2003) e "IngeniArs" (2014), ed è co-autore di più di 40 brevetti e/o domande di brevetto nazionale e internazionale.

Nel 2019 ha ottenuto il riconoscimento di IEEE Fellow per i suoi contributi nella progettazione di sistemi elettronici integrati.

Redazione Web

Benessere socioeconomico e tutela dell’ambiente: nessun Paese al mondo li garantisce entrambi

2 mesi ago

C’è uno “spazio sicuro e giusto” per l’umanità che si definisce a partire da indicatori ambientali e socioeconomici, è la teoria economica della cosiddetta “ciambella” lanciata da Kate Raworth, studiosa delle Università di Oxford e di Cambridge. Nessun paese al mondo oggi ci starebbe dentro. Da qui è partita la scommessa di due ricercatori, Tommaso Luzzati dell’Università di Pisa e Gianluca Gucciardi dell’Università degli studi di Milano Bicocca: cosa succederebbe se si adottassero criteri meno rigidi rispetto a quelli impiegati dagli studi esistenti? Il risultato, come mostra un articolo pubblicato a dicembre 2024 sulla rivista Ecological Indicators, è che, purtroppo, non cambierebbe niente. Nessun paese si salverebbe ancora.

Lo studio di Gucciardi e Luzzati ha analizzato la performance di 81 nazioni stilando anche diverse graduatorie. Come linea generale è emerso che i paesi ricchi sforano i limiti ambientali planetari, mentre quelli poveri non riescono a garantire i livelli minimi di benessere.

“Come è normale che sia, specie per le classifiche, le cose non sono mai bianche o nere, ciò premesso – dice Luzzati - abbiamo trovato che 26 paesi rispettano i parametri socioeconomici. Ai primi posti, come immaginabile, ci sono i paesi scandinavi, ma anche Belgio e Svizzera. L'Italia raggiunge la "sufficienza" e si colloca al 19mo posto, superando fra le più grandi nazioni europee solo Portogallo, Spagna e Ungheria”.

“Per quanto riguarda gli indicatori ambientali – continua Luzzatti – rispettano i parametri 31 paesi del sud globale, tra cui Malawi, Bangladesh, Tajikistan, Nigeria e Mozambico. Infine, non stanno nella ciambella ma si avvicinano ad essa diversi paesi del Centro e Sud America, quali Messico, Costa Rica, Panama, Ecuador, Colombia, Perù e Cile, in Europa Croazia e Bulgaria e in Asia Cina e Thailandia”.

In totale, lo studio ha preso in considerazione 6 indicatori ambientali (emissioni di CO2, fosforo, azoto, uso del suolo, impronta ecologica e impronta materiale, ovvero il peso complessivo di tutti i materiali  estratti dall'ambiente per sostenere la crescita economica) e 11 indicatori socioeconomici (soddisfazione nella vita, aspettativa di vita sana, alimentazione,  servizi igienico-sanitari, reddito, accesso all'energia, istruzione, sostegno sociale, qualità della democrazia, uguaglianza, occupazione).

“Abbiamo affrontato la questione costruendo due serie separate di indicatori compositi per le dimensioni sociale e ambientale – conclude Luzzati – ma anche con criteri meno rigorosi, nessun paese attualmente si salverebbe, il che indica ancora un divario sostanziale da colmare sia nelle politiche sociali che ambientali”.

Tommaso Luzzati è professore Economia politica al Dipartimento di Economia e Management e fa parte del REMARC Responsible Management Research Center dell’Ateneo pisano.

 

 

Redazione Web

Nel 2024 crescono i visitatori nei musei del Sistema Museale di Ateneo

2 mesi ago

Si è chiuso con un netto aumento di visitatori l’anno del Sistema Museale di Ateneo, che ha visto un numero complessivo di 161.392 presenze, confermando la tendenza di crescita in tutte le attività museali rispetto al 2023. In particolare, l’Orto e Museo Botanico ha superato i 112.000 visitatori, il risultato più alto in assoluto mai raggiunto, e la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium ha raggiunto gli oltre 15.000 visitatori.

Quasi 3.000 visitatori hanno partecipato agli eventi organizzati dai musei in occasione di iniziative internazionali, nazionali, regionali e del territorio, come la Notte Europea dei Musei, Notti dell’Archeologia, Amico Museo, Bright.

Il 2024 ha visto la realizzazione del progetto “Al museo e in giardino: dialoghi tra arte e scienza” in collaborazione tra Orto e Museo Botanico e Museo della Grafica, supportato dalla Fondazione Pisa, che si è tradotto in numerose iniziative di grande richiamo e interesse, tra cui per Orto e Museo Botanico di particolare rilievo la mostra Casabona, Dyckman e la Flora di Creta, che a breve sarà di nuovo visitabile presso il Bastione del Parlascio, e per il Museo della Grafica la mostra Rosa fragrans. Disegni e acquerelli di Aurora Tazza.

Importanti anche le collaborazioni con altri atenei tra cui la Scuola Normale Superiore di Pisa con cui si è realizzata la mostra L’ARTE DELLA NATURA. Plinio il Vecchio: 2000 anni dopo, allestita presso il Museo della Grafica.

Il 2024 ha anche visto la conclusione del concorso per le scuole “L’avventura della scoperta” con una giornata di premiazione presso il Teatro Verdi di Pisa. La giornata di premiazione, realizzata con la partecipazione del Coro e dell’Orchestra dell’Università di Pisa e del Laboratorio Multimediale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, ha ottenuto manifestazioni di entusiasmo e una partecipazione di circa 500 persone tra docenti, alunni e familiari. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, oltre alla consueta offerta didattica, arricchita anche da percorsi multidisciplinari, è stato proposto un nuovo concorso dal titolo “Ciak si gira… raccontami il museo!”  per coinvolgere studenti e studentesse nel raccontare cos’è per loro un museo, cosa si aspettano da una visita museale e come vorrebbero che fosse il loro “museo ideale”.

L’anno si è concluso con l’inaugurazione della mostra Segreti del corpo. Un viaggio nell’anatomia umana attraverso la medicina e l’archeologia, a cui hanno partecipato 150 persone, che unisce parte delle collezioni del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini” e in particolare delle collezioni del Museo di Anatomia Patologica e Paleopatologia, ora visitabili su appuntamento presso la Cittadella Galileiana (via dei Macelli 2B).

Redazione Web

Crescono nel 2024 i visitatori nei musei del Sistema Museale di Ateneo

2 mesi ago

Si è chiuso con un netto aumento di visitatori l’anno del Sistema Museale di Ateneo, che ha visto un numero complessivo di 161.392 presenze, confermando la tendenza di crescita in tutte le attività museali rispetto al 2023. In particolare, l’Orto e Museo Botanico ha superato i 112.000 visitatori, il risultato più alto in assoluto mai raggiunto, e la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium ha raggiunto gli oltre 15.000 visitatori.

Quasi 3.000 visitatori hanno partecipato agli eventi organizzati dai musei in occasione di iniziative internazionali, nazionali, regionali e del territorio, come la Notte Europea dei Musei, Notti dell’Archeologia, Amico Museo, Bright.

Il 2024 ha visto la realizzazione del progetto “Al museo e in giardino: dialoghi tra arte e scienza” in collaborazione tra Orto e Museo Botanico e Museo della Grafica, supportato dalla Fondazione Pisa, che si è tradotto in numerose iniziative di grande richiamo e interesse, tra cui per Orto e Museo Botanico di particolare rilievo la mostra Casabona, Dyckman e la Flora di Creta, che a breve sarà di nuovo visitabile presso il Bastione del Parlascio, e per il Museo della Grafica la mostra Rosa fragrans. Disegni e acquerelli di Aurora Tazza.

Importanti anche le collaborazioni con altri atenei tra cui la Scuola Normale Superiore di Pisa con cui si è realizzata la mostra L’ARTE DELLA NATURA. Plinio il Vecchio: 2000 anni dopo, allestita presso il Museo della Grafica.

Il 2024 ha anche visto la conclusione del concorso per le scuole “L’avventura della scoperta” con una giornata di premiazione presso il Teatro Verdi di Pisa. La giornata di premiazione, realizzata con la partecipazione del Coro e dell’Orchestra dell’Università di Pisa e del Laboratorio Multimediale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, ha ottenuto manifestazioni di entusiasmo e una partecipazione di circa 500 persone tra docenti, alunni e familiari. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, oltre alla consueta offerta didattica, arricchita anche da percorsi multidisciplinari, è stato proposto un nuovo concorso dal titolo “Ciak si gira… raccontami il museo!”  per coinvolgere studenti e studentesse nel raccontare cos’è per loro un museo, cosa si aspettano da una visita museale e come vorrebbero che fosse il loro “museo ideale”.

L’anno si è concluso con l’inaugurazione della mostra Segreti del corpo. Un viaggio nell’anatomia umana attraverso la medicina e l’archeologia, a cui hanno partecipato 150 persone, che unisce parte delle collezioni del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini” e in particolare delle collezioni del Museo di Anatomia Patologica e Paleopatologia, ora visitabili su appuntamento presso la Cittadella Galileiana (via dei Macelli 2B).

Redazione Web

Inquinamento da farmaci: gli effetti degli antinfiammatori sull’ambiente marino

2 mesi ago

Una cura per noi, un pericolo per l’ambiente. Per la prima volta una ricerca dell’Università di Pisa, appena pubblicata sul Journal of Hazardous Materials, ha esaminato l’impatto di diverse concentrazioni di ibuprofene, un comune antiinfiammatorio molto utilizzato durante la pandemia di Covid 19, sulle angiosperme, cioè le piante, marine.

“Le angiosperme marine svolgono ruoli ecologici cruciali e forniscono importanti servizi ecosistemici, ad esempio proteggono le coste dall’erosione, immagazzinano carbonio e producono ossigeno, supportano la biodiversità, e costituiscono una nursery per numerose specie animali”, spiega la professoressa Elena Balestri del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano.

In particolare, la ricerca si è focalizzata su Cymodocea nodosa (Ucria) Ascherson, una specie che cresce in aree costiere poco profonde, anche in prossimità della foce dei fiumi, zone spesso contaminate da molti inquinanti, farmaci compresi.

La sperimentazione è avvenuta in mesocosmi all’interno dei quali le piante sono state esposte per 12 giorni a concentrazioni di ibuprofene rilevate nelle acque costiere del Mediterraneo. È così emerso che la presenza di questo antinfiammatorio a concentrazioni di 0,25 e 2,5 microgrammi per litro causava nella pianta uno stress ossidativo ma non danni irreversibili. Se invece la concentrazione era pari a 25 microgrammi per litro, le membrane cellulari e l’apparato fotosintetico erano danneggiate, compromettendo in tal modo la resilienza della pianta a stress ambientali.

Prateria di Cymodocea nodosa Ucria Ascherson "in regressione"

“Il nostro è il primo studio che ha esaminato gli effetti di farmaci antiinfiammatori sulle piante marine – dice Elena Balestri – Attualmente, si stima che il consumo globale di ibuprofene superi le 10.000 tonnellate annue e si prevede che aumenterà ulteriormente in futuro, e poiché gli attuali sistemi di trattamento delle acque reflue non sono in grado di rimuoverlo completamente anche la contaminazione ambientale aumenterà di conseguenza”.

“Per ridurre il rischio di un ulteriore aggravamento del processo di regressione delle praterie di angiosperme marine in atto in molte aree costiere – conclude Balestri – sarà quindi necessario sviluppare nuove tecnologie in grado di ridurre l'immissione di ibuprofene e di altri farmaci negli habitat naturali, stabilire concentrazioni limite di questo contaminante nei corsi d’acqua e determinare le soglie di tolleranza degli organismi, non solo animali ma anche vegetali”.

Complessivamente, le strutture dell’Ateneo pisano coinvolte nello studio sono i dipartimenti di Biologia, di Farmacia e di Scienze della Terra, il Centro per l'Integrazione della Strumentazione scientifica (CISUP) e il Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio degli Effetti del Cambiamento Climatico (CIRSEC). In particolare, la ricerca è stata realizzata grazie alla collaborazione di tre team di ricerca. Il gruppo di Ecologia, costituito dalla professoressa Elena Balestri, dal professore Claudio Lardicci e dalla dottoressa Virginia Menicagli, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Biologia, si occupa da anni dello studio degli impatti di contaminanti, tra cui plastiche, microplastiche, nanoplastiche e filtri solari, e dei cambiamenti climatici sugli organismi vegetali marini e terrestri tipici della fascia costiera. Il gruppo di Botanica, con la professoressa Monica Ruffini Castiglione e quello di Fisiologia Vegetale, con le dottoresse Carmelina Spanò, Stefania Bottega e il dottor Carlo Sorce, studiano invece le risposte delle piante all’inquinamento da metalli e da micro e nanoplastiche. Inoltre, conducono ricerche sulla biologia delle piante degli ambienti costieri, in particolare sui meccanismi di risposta agli stress causati dai fattori ambientali, sia naturali, sia di origine antropica.  Il gruppo di Biologia Farmaceutica, infine, costituito dalla professoressa Marinella De Leo e dalla dottoressa Emily Cioni, dottoranda del Dipartimento di Farmacia, si occupa dello studio chimico di prodotti naturali prodotti dalle piante.

Redazione Web

Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Luciano Iacoponi

2 mesi ago

È venuto a mancare il professor Luciano Iacoponi, una figura di spicco nel panorama accademico e culturale italiano e un punto di riferimento per generazioni di studenti e studiosi.

Nato a Livorno nel 1936, il professor Iacoponi si era laureato in Scienze Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Pisa nel 1960. La sua carriera accademica si è sviluppata interamente nell’Ateneo pisano, dove dal 1980 al 2010 ha ricoperto il ruolo di Professore Ordinario di Economia e Politica Agraria. Dal 1989 al 1991 ha guidato la Facoltà di Agraria come Preside, conducendola durante le celebrazioni del 150° anniversario della sua fondazione, avvenuta per opera di Cosimo Ridolfi nel 1841. Nel 1997 è stato insignito dell’ordine del Cherubino, uno dei più alti riconoscimenti dell’Università di Pisa.

La sua vasta attività scientifica si distingue per il contributo all’introduzione della teoria neo-istituzionale in ambito economico agrario. Attraverso la concettualizzazione dei distretti agro-alimentari e della bioregione, è stato tra i pionieri del pensiero sullo sviluppo rurale sostenibile.

Membro dell’Accademia dei Georgofili dal 1995, il professor Iacoponi ha svolto un ruolo attivo anche al di fuori dell’università. Negli anni Novanta ha partecipato ai comitati scientifici dell’IRPET (Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana) e dell’ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel Settore Agricolo-Forestale). In quel periodo ha ricoperto anche l’incarico di assessore all’agricoltura e al turismo della Provincia di Livorno, offrendo un importante contributo allo sviluppo del territorio.

Nei primi anni Duemila è stato membro del Comitato di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno e, negli ultimi anni, ha presieduto il Circolo di cultura politica “Giuseppe Emanuele Modigliani” di Livorno.

Redazione Web

“EndoCAS”: rinnovato l’accreditamento dell’American College of Surgeons

2 mesi 2 settimane ago

Il Centro di Simulazione dell’Area Medica “EndoCAS” celebra il rinnovo dell’accreditamento da parte dell’American College of Surgeons (ACS), riaffermandosi come eccellenza internazionale nella chirurgia assistita dal computer. Questo importante traguardo è il risultato di un lavoro sinergico tra medici e ingegneri dell’Università di Pisa, che hanno collaborato per sviluppare nuove tecnologie, ampliare l’offerta formativa e promuovere la ricerca a livello mondiale.

Sotto la guida del Prof. Emanuele Cigna, Ordinario di Chirurgia Plastica Direttore del Centro, EndoCAS è diventato interdipartimentale, con una Giunta Accademica composta da figure di spicco come il Vice-Direttore Prof. Luca Morelli, il Presidente della Scuola di Medicina Prof. Emanuele Neri, la Prof.ssa Caterina Rizzo (membro del CDA) e il Prof. Tommaso Simoncini (membro del Senato Accademico). Questa struttura multidisciplinare ha rafforzato la collaborazione tra diverse specialità mediche, consolidando il ruolo del centro come punto di riferimento nella ricerca e formazione medica.

Un contributo fondamentale al successo del processo di accreditamento è stato fornito dall’ Ing. Sara Condino, che ha coordinato gli aspetti tecnici e organizzativi, e da un team di esperti che include chirurghi generali come il Dott. Simone Guadagni, la Dott.ssa Annalisa Comandatore, il Dott. Gregorio Di Franco e il Dott. Niccolò Furbetta; ingegneri come il Prof. Vincenzo Ferrari, l’ Ing. Marina Carbone e l’ Ing. Fabrizio Cutolo; e specialisti di altre discipline, tra cui l’ortopedico Prof. Paolo Parchi, i ginecologi Prof. Paolo Mannella e Prof. Andrea Giannini, il chirurgo vascolare Prof. Nicola Troisi, i chirurghi plastici Dott.ssa Elena Guadagni, Dott. Alfredo Dente e Dott. Mirco Pozzi, gli specialisti di anestesia e rianimazione Prof. Francesco Forfori, Prof. Francesco Corradi, Dr. Marco Maresca, il cardiologo Prof. Raffaele De Caterina, e il chirurgo cardiotoracico Dr Vittorio Aprile.

EndoCAS: Una storia di eccellenza e innovazione

EndoCAS, istituito nel 2003 nell’ambito di un progetto finanziato dal MIUR e sostenuto da istituzioni come l’Università di Pisa, la Scuola Superiore Sant’Anna, il CNR e la Regione Toscana, ha dato vita nel 2006 a un centro permanente di ricerca presso l’Ospedale di Cisanello. La missione iniziale era sviluppare tecnologie 3D per la pianificazione, navigazione e simulazione chirurgica, coinvolgendo diverse specialità mediche (chirurgia generale, vascolare, trapiantologica, ortopedia, ginecologia, urologia, chirurgia plastica, neurochirurgia). A queste attività si è aggiunta nel 2010 la creazione di EndoCAS Education, finanziata dalla Regione Toscana, per la formazione di studenti, medici e infermieri attraverso simulatori di ultima generazione per chirurgia laparoscopica, robotica, endoscopia.

EndoCAS rappresenta il primo centro italiano di formazione avanzata mediante simulazione in medicina e chirurgia, ispirato alle esperienze statunitensi ed europee. La missione è integrare questo approccio innovativo nella formazione universitaria e nell’educazione continua in medicina (ECM), con corsi accreditati dall’American Heart Association come BLS-D e ACLS.

Unico centro italiano accreditato ACS

Dal 2013, EndoCAS è l’unico centro italiano accreditato dall’American College of Surgeons come Focused Education Institute, un riconoscimento confermato nel 2016, 2019, 2021 e 2024. L’accreditamento, concesso a soli 92 centri in tutto il mondo, richiede il rispetto di standard elevati in termini di qualità dei programmi, disponibilità di simulatori e competenze del personale. Questo prestigioso riconoscimento consente al centro di partecipare a progetti innovativi per la definizione di standard internazionali e certificazioni per la formazione medica. L’ACS, fondata nel 1913, è una delle più prestigiose istituzioni americane con scopi scientifici ed educativi volti a migliorare la qualità dalla cura del paziente chirurgico mediante l’impostazione di elevati standard educativi e pratici per i chirurghi in formazione.
L’accreditamento è concesso soltanto a quei centri che soddisfano determinati requisiti sulla qualità dei programmi di formazione offerti, disponibilità di simulatori e qualifiche del gruppo. L’ottenimento dell’accreditamento è subordinato al giudizio espresso da un revisore nominato dall’ACS che ha il compito di visitare il centro e successivamente alla valutazione del comitato di esperti dell’ACS per la decisone finale.
Essere accreditati significa anche avere anche il privilegio di partecipare a progetti innovativi basati sulla simulazione sotto l’egida dell’ACS, per esempio per la definizione di standard e il rilascio di certificazioni.

Nel mondo ad oggi i centri accreditati dall’ACS sono 92, tra cui EndoCAS unico in Italia.

Oggi EndoCAS si pone l’obiettivo di ampliare ulteriormente l’offerta formativa, aumentando il numero di professionisti formati e promuovendo nuove collaborazioni con istituti di ricerca di prestigio mondiale. La visione del centro è quella di diventare un punto di riferimento globale, continuando a integrare innovazione e multidisciplinarietà per rispondere alle sfide della medicina del futuro. Con la sua storia di eccellenza, EndoCAS si conferma non solo come un leader nazionale, ma come un modello di innovazione e formazione medica a livello internazionale.

Prof. Emanuele Cigna MD PhD FACS
Direttore del Centro di Simulazione dell’Area Medica “EndoCAS”
Università di Pisa

Redazione Web
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