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Due ricercatrici dell’Università di Pisa si aggiudicano l’ERC Consolidator Grant della Commissione Europea

3 mesi 1 settimana ago

Sono due i progetti dell’Università di Pisa che hanno ricevuto l’ERC Consolidator Grant, uno dei più prestigiosi finanziamenti della Commissione Europea, destinato a ricercatrici e ricercatori nella fase intermedia della loro carriera, finalizzato a rafforzare i loro gruppi di ricerca e perseguire attività di ricerca innovativa. Ad aggiudicarsi il finanziamento sono state Paola Binda, professoressa associata al Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, che ha ottenuto 1.99 milioni di euro per cinque anni per il progetto “PredActive”, ed Elisa Coda, ricercatrice al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che ha ottenuto 1.55 milioni di euro per il progetto “ArOMa”. In entrambi casi l’Università di Pisa è la Host Institution dei progetti.

“Esprimo le mie congratulazioni alle due ricercatrici per l’eccezionale risultato raggiunto che testimonia l’eccellenza della loro ricerca – commenta la professoressa Benedetta Mennucci, prorettrice per la promozione della ricerca – La soddisfazione è ulteriormente amplificata considerando che i progetti presentati da Binda e Coda hanno beneficiato del servizio attivato negli ultimi due anni dall'Università di Pisa per il supporto alla redazione dei progetti destinati ai bandi ERC."

A livello europeo, sono state finanziate 327 proposte sulle 2.313 ricevute, per un finanziamento totale di 678.000.000 di euro. Più nel dettaglio, i due progetti pisani rientrano tra i 103 finanziati, a livello europeo, nell’area Social Sciences and Humanities. In Italia sono in totale 20 le proposte ad aver ricevuto l’ERC, mentre in Toscana l’Università di Pisa è l’unica ad aver ottenuto finanziamenti.

 

 

PredActive - Predictions and Actions shape sensory plasticity

Il progetto PredActive ha lo scopo di offrire una spiegazione innovativa a una domanda fondamentale: perché la plasticità del nostro cervello diminuisce con l’età? Man mano che cresciamo, il sistema nervoso sviluppa aspettative; queste ottimizzano la percezione, ma riducono la capacità di apprendimento perché portano a ignorare buona parte delle informazioni sensoriali. PredActive propone che sia proprio questo a limitare la plasticità e ne esplorerà i meccanismi attraverso neuroimmagini e tecniche psicofisiologiche; valuterà anche le potenziali implicazioni cliniche, come nuove strategie per riabilitare funzioni sensoriali, ad esempio nella sindrome dell’occhio pigro. Il finanziamento di questo progetto ERC-Consolidator arriva solo qualche settimana dopo la chiusura del progetto ERC-Starting, PUPILTRAITS. Dice Paola Binda: “PredActive è il prodotto del lavoro di squadra; le idee sono nate nel nostro gruppo di ricerca; la loro attuazione è possibile solo all’interno della cultura collaborativa dell'Università di Pisa e con le infrastrutture e le competenze specifiche a cui dà accesso. Per esempio, sia PUPILTRAITS che PredActive dipendono in modo critico dalla nostra collaborazione con Imago7, l’unico centro di risonanza magnetica a campo ultra-alto per studi sull’uomo in Italia, che offre la possibilità di studiare la funzione cerebrale ad un livello di dettaglio senza precedenti”.

ArOMa - “Aristotle One and Many. The Arabic Pseudepigrapha”

Il progetto ArOMA studia le opere che sono state attribuite ad Aristotele nelle culture greca, latina, araba ed ebraica, tra la fine dell'antichità e il medioevo. Fra queste opere, le più numerose ed influenti sono state prodotte in arabo. Il progetto ArOMa si propone di classificare, studiare, tradurre e far conoscere questi materiali che, nella loro diversità, hanno contribuito assieme alle opere autentiche di Aristotele a creare l'immagine medievale di Aristotele, "il maestro di color che sanno". Dice Elisa Coda: "La trasmissione del sapere filosofico e scientifico dall'antichità al medioevo è uno dei fenomeni più complessi e interessanti nella storia delle idee. La nostra università, peraltro, è già stata sede di un importante progetto ERC su questo tema e sono onorata di poter iniziare una nuova pista di ricerca in questo ambito, per il quale Pisa è internazionalmente nota. Il progetto ArOMA ruota intorno alla figura di Aristotele nella recezione araba, latina ed ebraica e studia le opere che gli sono state attribuite, ma non sono sue. I testi che metteremo a disposizione degli storici delle idee filosofiche e scientifiche sono quasi ignoti al giorno d'oggi, ma in età premoderna hanno molto contribuito alla creazione di un linguaggio scientifico comune alle tre culture".

Redazione Web

Studio innovativo Aoup/Unipi sul ruolo dei recettori β3 nel contrastare le patologie dei prematuri

3 mesi 1 settimana ago

Gli effetti dannosi di un’esposizione prematura all’eccesso di ossigeno (iperossia) nei neonati pretermine – con tutte le patologie conseguenti - possono essere neutralizzati con una stimolazione farmacologica del recettore β3-adrenergico visto il suo ruolo indispensabile durante la vita intrauterina, dove permette al feto di vascolarizzarsi, adattarsi e sopravvivere in ambiente fortemente scarso di ossigeno (ipossia).

E’ quanto emerge da studi preclinici su modelli sperimentali appena pubblicati in questo lavoro (http://doi.org/10.1002/med.22092), redatto da un gruppo multidisciplinare di ricerca di Aoup e Unipi insieme ad altri centri (Università di Firenze e Irccs Meyer) e uscito sulla rivista di farmacologia Medicinal Research Review, nel quale viene illustrata non solo una nuova interpretazione dei meccanismi che portano i neonati pretermine a sviluppare alcune caratteristiche malattie, ma anche una specifica strategia terapeutica che potrebbe indurre in loro un virtuale riavvicinamento all’utero materno e, dunque, ricreare le condizioni favorevoli a uno sviluppo fisiologico anche dopo un parto prematuro.

 

 

Il benessere fetale è infatti strettamente legato all’ambiente dinamicamente ipossico. La nascita prematura comporta l’esposizione precoce del feto immaturo a un ambiente più ricco di ossigeno rispetto all’utero. Di conseguenza, i neonati prematuri affrontano una condizione di relativa iperossia, che altera lo sviluppo postnatale degli organi e contribuisce alle malattie legate alla prematurità (retinopatia del prematuro, enterocolite necrotizzante, diplasia broncopolmonare, leucomalacia periventricolare). Fino a qualche tempo fa era poco chiaro il meccanismo molecolare attraverso cui l’elevata tensione di ossigeno alterasse la normale differenziazione fetale. Questo studio, oltre a dimostrare su modelli animali che l’esposizione precoce a un ambiente relativamente iperossico possa compromettere i nati pretermine a causa della ridotta espressione del β3-adrenorecettore, suggerisce l’ipotesi che i disturbi conseguenti alla nascita prematura possano essere contrastati o persino prevenuti proprio attraverso la stimolazione farmacologica dei rimanenti β3-adrenorecettori, creando una sorta di placenta artificiale farmacologica.

Questo filone di ricerca era stato inaugurato a Pisa circa 14 anni fa per testare l’efficacia del propranololo (un beta-bloccante) nel contrastare la progressione della retinopatia del prematuro. In questo contesto emerse in modo sempre più evidente la sensibilità dei recettori adrenergici β3 ai livelli di ossigeno ambientale (e la loro particolare attivazione in ambiente ipossico). Da lì la ricerca si è diramata in due direzioni, portate avanti da più gruppi toscani: una sul loro ruolo chiave nell’induzione della crescita embrio-fetale, di cui appunto lo studio appena pubblicato rappresenta l’ultimo avanzamento con una prospettiva terapeutica e l’altra, più propriamente oncologica, diretta a trovare un loro potenziale antagonista (questi recettori vengono infatti impiegati anche dalle cellule tumorali per vascolarizzarsi, ingannando i meccanismi di difesa dell’ospite). Vedi notizia correlata: Usurpare le capacità embrionali: individuato meccanismo biologico che governa crescita del feto e sviluppo di tumori aggressivi. Studio pisano su Medicinal Research Review

“Data la rilevanza delle patologie interessate, la fragilità dei pazienti coinvolti e l’innovatività di questo approccio – dichiara il direttore dell’Unità operativa di Neonatologia dell’Aoup, Luca Filippi, associato di Pediatria generale e specialistica all’Università di Pisa nonché prima firma dello studio - l’auspicio è che quanto finora emerso su modelli sperimentali possa presto traslarsi con successo all’uomo” (fonte: ufficio stampa Aoup).

Redazione Web

Piergiorgio Odifreddi ospite all’Università di Pisa per il ciclo "Sguardi nel futuro"

3 mesi 1 settimana ago

L’Università di Pisa ospita Piergiorgio Odifreddi per il ciclo “Sguardi nel futuro”. L’appuntamento è martedì 3 dicembre, alle 16, nell'Aula Magna del Polo Didattico Carmignani (Piazza dei Cavalieri, 56126) per una conferenza lezione riservata a studentesse e studenti dell’Università di Pisa e delle scuole superiori. E’ possibile seguire l’evento anche in streaming

Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico e saggista, parlerà di pensiero matematico nell'Arte, pensiero artistico nella Matematica. Che la matematica attraversi tutte le discipline scientifiche è infatti ovvio. Un po’ meno ovvio è che ci sia matematica nella letteratura (La biblioteca di Babele di Borges) e nell’arte: dalla sezione aurea in architettura alla prospettiva nella pittura del Rinascimento; dal dualismo continuo/discreto nei pittori divisionisti alla quarta dimensione in Dalì; dalle illusioni percettive di Escher a caos e frattali nelle opere di Pollock. Odifreddi partirà da questi spunti per raccontare come lavorano i matematici, quali siano i rapporti tra logica e filosofia, se i numeri esistano in sé o siano il più puro e immateriale prodotto della mente umana.

"Sguardi nel futuro" è un'iniziativa di orientamento e alta formazione dell’Università di Pisa rivolta a studentesse e studenti universitari e degli ultimi due anni delle superiori per mettere in contatto le giovani generazioni con i più importanti esperti del mondo della ricerca scientifica e tecnologica, dell’industria e dell’economia, e delle scienze sociali.

‘Sguardi nel Futuro’, è una rassegna a cura del giornalista Piero Bianucci, del professore dell’Ateneo pisano Dario Pisignano e del Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC) dell’Università di Pisa.

Redazione Web

Il cece e la veccia: riscoprire le virtù delle colture leguminose tipiche toscane

3 mesi 1 settimana ago

Riscoprire le virtù delle colture leguminose tipiche della campagna toscana come la veccia e il cece in chiave di sostenibilità, per capire quanto siano resistenti alla siccità e a condizioni ambientali avverse. E’ questa la sfida che l’Università di Pisa sta conducendo nell’ambito di Valereco, un nuovo progetto finanziato del programma Horizon Europe che riunisce 15 partner provenienti da 11 paesi.

“L’obiettivo principale – spiega il professore Daniele Antichi del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano - è di promuovere l’adozione delle leguminose in agricoltura, quantificando e valorizzando il loro valore ambientale ed economico”.

 

Il gruppo di ricerca UniPi, da sinistra Clarissa Clemente, Silvia Tavarini, Edoardo Monacci, Gabriele Sileoni, Lorenzo Tramacere, Daniele Antichi, Silvia Pampana


“Il progetto punta a coinvolgere agricoltori e consulenti agricoli – continua Antichi - e a questo scopo organizzeremo tre ‘living lab’ insieme all’Università di Firenze e alla Scuola Superiore Sant’Anna. Inserire le leguminose nei sistemi colturali offre infatti benefici significativi, come il miglioramento della salute del suolo, l’aumento della biodiversità e la riduzione della necessità di fertilizzanti sintetici. Tuttavia, molti agricoltori tendono a sottovalutare o ignorare questi vantaggi a fronte di alcune difficoltà tecniche”.

In generale, Valereco si concentrerà su tre principali leguminose da granella (soia, pisello, ceci), cinque foraggi principali (veccia, trifoglio, trifoglio bianco, trifoglio violetto, erba medica), un foraggio secondario (sulla) e tre leguminose minori da granella (lupino, fava, lenticchia). Per quanto riguarda l’Università di Pisa è coinvolto il Centro Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” dove saranno realizzate le prove in campo.

Redazione Web

Consegnate le medaglie a 500 laureati e laureate con lode dell’Università di Pisa

3 mesi 1 settimana ago

Sono circa 500 i neo-dottori e le neo-dottoresse che sabato 30 novembre 2024 hanno partecipato alla cerimonia di consegna delle medaglie ai laureati e alle laureate con lode dell’Università di Pisa. L’evento, che si tiene quattro volte all’anno, ha celebrato gli studenti e le studentesse più meritevoli che hanno conseguito il titolo con lode nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 luglio 2024.

 

La giornata è stata suddivisa in quattro sessioni, ciascuna dedicata a diversi Dipartimenti. Durante la mattinata la cerimonia è stata presieduta dal professor Mauro Tulli, delegato del rettore per i rapporti con le istituzioni universitarie nazionali, che ha consegnato le medaglie ai laureati e alle laureate dei Dipartimenti di Ingegneria Civile e Industriale, Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, Ingegneria dell’Informazione, Filologia, Letteratura e Linguistica.

Nel pomeriggio, a presiedere la cerimonia c’era il professor Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell’Università di Pisa, che ha consegnato le medaglie ai laureati e alle laureate dei Dipartimenti di Economia e Management e Civiltà e Forme del Sapere.

L'evento rappresenta un momento di grande orgoglio per l’intera comunità accademica, in cui si celebrano non solo i risultati accademici degli studenti, ma anche il valore del merito e dell’impegno personale. La cerimonia è stata un’occasione per rinsaldare il legame tra l’Università e i suoi laureati, testimoniando il prestigio dell’Ateneo e la qualità della formazione offerta.

I laureati e le laureate con lode degli altri Dipartimenti erano già stati premiati nella cerimonia dello scorso 9 novembre.

Redazione Web

Università di Pisa: al Centro Enrico Avanzi è tornato il Bancolat

3 mesi 2 settimane ago

Da lunedì 2 dicembre torna, completamente rinnovato, il Bancolat del Centro di Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” (CiRAA) dell’Università di Pisa. Il distributore self-service di latte crudo a disposizione del pubblico che qui, al prezzo di un euro al litro, può "prelevare" un litro di latte di alta qualità. Unica accortezza: avere con sé una bottiglia – preferibilmente in vetro – e una borsa termica, per mantenere il latte alla temperatura ideale durante il trasporto e poi conservarlo in frigorifero tra 0° e 4°C.

“Dopo quattro anni di sosta a causa della pandemia e delle relative restrizioni, il servizio Bancolat riprende adesso con un nuovo distributore automatico, che eleva ulteriormente gli standard igienici e di freschezza del prodotto – spiega il professor Angelo Canale, direttore del Centro “Enrico Avanzi” – Il nostro obiettivo principale è quello di educare il consumatore a operare scelte alimentari più consapevoli, privilegiando le filiere corte e sostenibili, minimizzando così le intermediazioni commerciali e instaurando un rapporto diretto con il produttore”.

Per acquistare il latte crudo del Centro “Enrico Avanzi”, è necessario recarsi direttamente in stalla, dove una piccola mandria di vacche da latte di razza Frisona Italiana produce ogni giorno il latte che, attraverso la cooperativa di produttori toscani Granducato, viene in gran parte indirizzato alla centrale del latte di Firenze per la produzione di latte fresco a marchio Mukki. La rimanente parte viene valorizzata destinando il latte a caseifici localizzati nella provincia di Pisa e al distributore self-service, attivo tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 18:00, situato in via Eleonora Duse, una traversa del viale D’Annunzio, all’interno della tenuta di Tombolo, sede del Centro.

“Il latte crudo è un prodotto genuino, privo di conservanti e che mantiene inalterate tutte le caratteristiche organolettiche della materia prima - illustra il professor Marcello Mele, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa - Dopo la mungitura il latte è refrigerato a una temperatura tra 0° e 4°C e regolarmente analizzato sia in procedura di autocontrollo sia dall’autorità sanitaria regionale per garantirne la salubrità. La presenza di grasso di affioramento durante la conservazione in frigo è normale ed è dovuta al fatto che il latte crudo non ha subito alcun trattamento di omogeneizzazione del grasso”.

Il latte crudo, non avendo subito alcun processo di pastorizzazione, va consumato solo dopo essere stato bollito.

Redazione Web

Chirurgia genica: arrivano le nanoparticelle d’oro per riparare il DNA

3 mesi 2 settimane ago

La chirurgia genica ha un nuovo alleato, sono le nanoparticelle d’oro grazie alle quali i principi attivi riescono ad entrare nel nucleo delle cellule e agire sul DNA eliminando le mutazioni dannose. La scoperta arriva dal progetto europeo I-Gene appena giunto a conclusione e premiato dall'European Innovation Council per il suo alto contenuto innovativo. Si tratta di un riconoscimento che la Commissione Europea concede in caso di risultati estremamente rilevanti.

“Siamo un'epoca in cui possiamo editare i genomi e questo significa che se ci sono degli errori, noi tendenzialmente li possiamo correggere, ma per trasformare tutto questo in terapie e applicazioni utili c’è un collo di bottiglia”, spiega la professoressa Vittoria Raffa del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, coordinatrice del progetto.

“I principi attivi che fanno questo editing sono infatti degli enzimi che da soli non riescono a penetrare nelle cellule, – continua Raffa - per risolvere la questione noi abbiamo inventato dei vettori che sono delle nanoparticelle d’oro. Rispetto ai vettori attualmente utilizzati che impiegano virus presentano alcuni vantaggi: non sono tossici, il che consente un loro utilizzo più ampio senza controindicazioni, e si attivano con la luce”

 

Il team del progetto, da sinistra a destra: Arnoud Everhardt, Vittoria Raffa, Soultana Konstantidinou, Marta d’amora, Mascha Stroobant, Agnieszka Lindstaedt, Carmen Piazza, Alessandro De Carli, Elena Landi, Chiara Gabellini, Michele Lai, Dariusz Witt, Piotr Barski.

La sperimentazione delle nanoparticelle d’oro è stata fatta in vitro e in vivo su embrioni di zebrafish, i casi studio hanno riguardato il COVID-19 e il melanoma, sfruttando in quest’ultimo caso proprio la fotoattivazione attraverso laser.

A livello tecnico, I-Gene ha dunque proposto un nuovo concetto di ingegneria genetica con una metodologia basata sull'attivazione laser di un nano vettore capace di innescare una rottura o scissione del DNA. La superiorità rispetto alle metodologie attuali risiede anche nell'integrazione delle funzioni temporale, spaziale e di fedeltà: l’editing avviene solo quando il laser è acceso, dove il laser è focalizzato e solo sul bersaglio. Complessivamente, questo consente il controllo dell'editing a singola cellula e fornisce un livello di sicurezza assoluto per lo sviluppo di un editing genomico efficace per applicazioni biotecnologiche e terapeutiche.

Insieme alla professoressa Vittoria Raffa hanno lavorato al progetto per l’Università di Pisa la professoressa Chiara Gabellini del dipartimento di Biologia, il professore Mauro Pistello e il dottore Michele Lai del dipartimento di Medicina Traslazionale, e il professore Francesco Fuso del dipartimento di Fisica.

La conferenza finale di I-GENE si è tenuta all'ExCel di Londra il 19-20 marzo come evento satellite del “Advanced Therapies Congress”, la più grande conferenza ed esposizione europea sulle terapie cellulari e geniche. È stata un'opportunità incredibile e unica per i ricercatori di I-GENE di incontrare leader del settore e decisori politici, condividere intuizioni, creare partnership e tracciare il percorso per il futuro delle terapie avanzate.

Redazione Web

Arianna Baldinelli, ricercatrice Unipi, ha ricevuto a Bruxelles l’HER Young Scientist Award 2024

3 mesi 2 settimane ago

Arianna Baldinelli, ricercatrice e docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Università di Pisa, è stata premiata con l’HER Young Scientist Award 2024 nella categoria Hydrogen Usages durante la European Hydrogen Week, uno degli eventi più importanti nel settore dell’idrogeno, tenutosi presso l’Expo di Bruxelles.

Il riconoscimento, assegnato da Hydrogen Europe Research, celebra i giovani scienziati che si distinguono per il loro contributo innovativo nelle tecnologie legate all’idrogeno. Baldinelli si è distinta per i suoi studi sull’utilizzo dell’idrogeno come strumento chiave per l’integrazione settoriale e la transizione energetica.

Nella motivazione del premio si sottolinea come il suo lavoro rappresenti un contributo fondamentale alla creazione di soluzioni energetiche pulite e sostenibili.

L'attività di ricerca di Arianna Baldinelli si colloca nel settore delle macchine e sistemi per l’energia e l’ambiente, con un’attenzione particolare a temi centrali per la transizione energetica. Tra i suoi principali ambiti di interesse ci sono l'idrogeno verde e i combustibili sostenibili (ammoniaca e biocombustibili), le filiere bioenergetiche, l'integrazione delle fonti rinnovabili e l'ottimizzazione di soluzioni per la produzione e l'accumulo di energia. Questi studi mirano a promuovere l'adozione di modelli e tecnologie sostenibili per la decarbonizzazione, l'efficientamento e l'accessibilità all'energia.

La cerimonia di premiazione si è svolta mercoledì 20 novembre presso l’Innovation Forum della European Hydrogen Week, a Bruxelles. L’iniziativa ha premiato cinque giovani scienziati, uno per ciascuna delle quattro aree strategiche individuate dalla Clean Hydrogen Partnership, oltre a un riconoscimento speciale per il Miglior Ricercatore dell’Anno.

Oltre ad Arianna Baldinelli, altri due italiani sono stati premiati: Stefano Barberis dell’Università di Genova per la categoria Cross-Cutting Activities e Paolo Marocco del Politecnico di Torino, nominato Miglior Ricercatore dell’Anno.

Questo riconoscimento sottolinea l’importanza di attrarre giovani talenti nel settore dell’idrogeno e il ruolo centrale della ricerca toscana e italiana nel panorama europeo delle energie rinnovabili.

(Fonte: Ufficio Comunicazione Tour4EU).

Redazione Web

SkyBox Engineering, azienda spin-off Unipi, protagonista in Cina al XV Air Show di Zhuhai

3 mesi 2 settimane ago

La SkyBox Engineering SRL, azienda spin-off dell'Università di Pisa, con sede presso il Dipartimento di Ingegneria civile e industriale, sezione Aerospaziale, ha presentato due applicazioni di velivoli derivanti dai risultati delle ricerche condotte negli anni dal team del professor Aldo Frediani della Università di Pisa, allo stand della Camera di Commercio Italo-Cinese durante il XV Air Show di Zhuhai, in Cina, dal 12 al 17 novembre 2024.

La cerimonia di apertura dello stand, avvenuta alla presenza del Console Generale d’Italia a Canton, Valerio De Parolis, ha visto la presenza dell’ingegner Marco Martini, laureato presso l’Ateneo di Pisa e direttore del business development di SkyBox, al quale si è unito il giorno seguente l’ingegner Emanuele Rizzo, direttore tecnico di SkyBox e dottorato sempre presso il nostro Ateneo.


Il Console Generale di Canton assieme all'Ing. Marco Martini di SkyBox.

Nello stand di SkyBox Engineering, progettato in collaborazione con MBVision di Pontedera, sono stati esposti due modelli statici in scala dei velivoli innovativi classe PrandtlPlane: IDINTOS e Parsifal, risultanti da progetti europei guidati da UniPI e dall’azienda spin-off nel periodo 2011-2020 e ai quali hanno partecipato altri partners Toscani ed Europei.

Il concetto di velivolo innovativo PrandtlPlane è stato il protagonista principale di tutto lo stand italiano suscitando enorme interesse tra i visitatori accorsi, in particolare gli addetti ai lavori ne hanno apprezzato il design e l’aerodinamica innovativa, nonché l’elevato spessore scientifico degli studi condotti.

In particolare, IDINTOS (IDrovolante INnovativo TOScano), progetto finanziato dalla Regione Toscana nel periodo 2011-2013, è un velivolo anfibio che propone un modo più sicuro di volare con velivoli ultraleggeri. Il design delle ali è di tipo “boxwing” che permette un’efficienza aerodinamica massima di 18:1 (valore misurato in test in galleria del vento presso il Politecnico di Milano) che si traduce in minori consumi e con la possibilità di rendere completamente elettrica la propulsione. Inoltre, la configurazione alare mostra uno stallo molto più dolce rispetto ad un velivolo tradizionale che, assieme ad un sistema di comandi innovativo che ne aumenta notevolmente la sicurezza durante manovre a bassa quota, permette al pilota di uscire dallo stallo in modo sicuro. Anche il comfort ne risulta aumentato grazie all’elevato smorzamento aerodinamico delle ali a box.

PARSIFAL (PrandtlPlane ARchitecture for the Sustainable Improvement of Future AirpLanes) è stato un Progetto europeo H2020 che ha dimostrato che è possibile progettare un velivolo da 308 passeggeri con un’apertura alare di 36 m, compatibile con la classe ICAO-C degli aeroporti, con un incremento di carico pagante dell’86%, una diminuzione di emissioni di CO2 del 20% e con un miglioramento dei costi per passeggero per km (CASK) del 10%. Questa classe di velivoli apre un nuovo modello di business per l’aviazione permettendo una maggiore capacità di carico senza impattare sui tempi a terra richiesti dagli operatori aeroportuali. Numerosi gli apprezzamenti e l’interesse sia da parte di istituzioni italiane quali i gruppi di lavoro della Camera di Commercio Italiana in Cina che da esperti, investitori ed imprese cinesi.

SkyBox Engineering ha inoltre ricevuto l’invito a partecipare alla prossima China Helicopter Exposition dal 18 al 21 settembre 2025 fiera di Tianjin, Cina, durante la quale saranno presentate le ultime ricerche sugli eVTOL condotte dall’Azienda Spin-off di UniPI.

Redazione Web
Checked
30 minuti 37 secondi ago
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