Salta al contenuto principale

Al via Venture Bakery, il nuovo programma di pre-incubazione di UniPi

2 settimane 2 giorni ago

Il 25 febbraio 2025 nell’Auditorium del Polo Le Benedettine si è tenuto il kick-off di "Venture Bakery", il nuovo programma di pre-incubazione dell’Università di Pisa per supportare lo sviluppo di progetti imprenditoriali e startup innovative. Il processo di selezione è stato altamente competitivo: tra le 22 candidature ricevute a livello nazionale, sono stati selezionati 7 progetti. Fondamentale nel processo di selezione è stato il contributo di investitori nazionali e internazionali, che, in qualità di esperti valutatori, hanno fornito una prospettiva di mercato sul potenziale di sviluppo delle proposte selezionate e suggerito possibili linee di intervento a sostegno della loro crescita. I progetti selezionati operano in settori strategici come Intelligenza Artificiale, Deep-tech, Fin-Tech, Waste Recycling, Pharma.

All’evento hanno preso parte il professore Corrado Priami, Prorettore per la Valorizzazione della Conoscenza e la professoressa Chiara Galletti, Delegata per le Relazioni con le Imprese.

Il kick-off ha visto anche la partecipazione di due fondatori di spin-off di successo dell’Università di Pisa: il professore Luca Fanucci, Delegato del Rettore per l’inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA e fondatore di Enginiars, e Davide Morelli, fondatore di BioBeats, acquisita poi da Huma, che hanno ispirato i partecipanti con le loro storie.

Hanno partecipato inoltre multinazionali come Sofidel S.p.A, Extrared S.r.l, l’Unione Industriali Pisana, CNA e Gate Rei, Banco Fiorentino ed esponenti del mondo imprenditoriale e di investimento, che hanno stimolato il confronto su strategie di crescita di start-up innovative. La giornata si è conclusa con un momento di networking, favorendo sin da subito connessioni e opportunità di collaborazione tra i partecipanti al percorso, gli stakeholder del mondo imprenditoriale e la comunità accademica.

“Venture Bakery è un percorso di qualità per gruppi imprenditoriali e start-up che vede la partecipazione attiva di investitori nella selezione delle candidature e nella valutazione dei risultati raggiunti al termine del periodo di pre-incubazione, favorendo la creazione di un rapporto di fiducia tra Università di Pisa e investitori” dice il prorettore alla valorizzazione della conoscenza Corrado Priami “I partecipanti potranno beneficiare dell’aiuto dedicato di oltre 50 mentor di altissimo levello (metà dei quali imprenditori e manager della Silicon Valley) che hanno aderito con entusiasmo e in meno di 24 ore alla nostra call.”

Il percorso Venture Bakery è strutturato in workshop, sessioni di mentorship personalizzate con esperti altamente qualificati e di respiro internazionale e opportunità di networking. L’obiettivo principale è fornire ai partecipanti gli strumenti fondamentali per validare il potenziale di mercato della soluzione proposta e aumentare le opportunità di collaborazione e investimento per lo sviluppo di iniziative imprenditoriali di alto livello.

Il percorso culminerà con un Investor Day il 27 e 28 maggio 2025, durante l’evento Converging Skills.

Redazione Web

Nasce “Detaills Living Lab”, laboratorio di idee e confronto su Intelligenza Artificiale e società

2 settimane 2 giorni ago

Nasce a Pisa in via San Martino 3 un laboratorio di idee e confronto su Intelligenza Artificiale e società, un luogo fisico dove è possibile confrontarsi, sperimentare e comprendere il futuro dell’innovazione tecnologica. Il Detaills Living Lab – inaugurato lo scorse 13 febbraio – apre le sue porte a chiunque voglia partecipare attivamente a questa riflessione per sviluppare nuove prospettive condivise tra accademia, industria e società civile. Il Detaills Living Lab prende vita su iniziativa del gruppo di ricerca Business Engineering for Data Science (B4DS) del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DESTEC) dell’Università di Pisa, e grazie al progetto europeo Erasmus+ Detaills per la cooperazione tra università.


Filippo Chiarello, direttore del Detaills Living Lab.

L’obiettivo è creare un ambiente dinamico e interdisciplinare in cui la ricerca sull’Intelligenza Artificiale si intreccia con le implicazioni sociali, economiche ed etiche: “Siamo un gruppo di ricercatrici e ricercatori che lavorano in diversi ambiti dell’Intelligenza Artificiale e della tecnologia”, spiega Filippo Chiarello, ricercatore al DESTEC e direttore del laboratorio. “Per noi, la possibilità di avere accesso a un ambiente come questo rappresenta un’opportunità unica: essere immersi in un ecosistema di idee, novità e confronti stimolanti.”

La tecnologia ha sempre avuto un impatto sulla società e oggi l’Intelligenza Artificiale (IA) sta ridefinendo le dinamiche organizzative e sociali in modi inediti. Il Detaills Living Lab propone perciò una serie di incontri volti a stimolare un dialogo aperto e interdisciplinare, con letture e dibattiti che esplorino i molteplici aspetti di questi cambiamenti. “Attraverso le attività proposte, vogliamo approfondire i temi cruciali legati all’IA non solo negli ambienti accademici, vorremmo avere un impatto significativo anche sulla comunità pisana”, afferma Vito Giordano, ricercatore al DESTEC e vicedirettore del laboratorio. “L’obiettivo è rendere il laboratorio un punto di riferimento per chiunque voglia esplorare il ruolo della tecnologia nella società e contribuire alla costruzione di un’innovazione responsabile”.

La riflessione prenderà il via con il ciclo di seminari “Programmare, Progettare e Pensare”, il primo dei quali è in programma giovedì 27 febbraio alle ore 17, presso il laboratorio di via San Martino 3, con Daniela Tafani, ricercatrice del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, che spiegherà “Che cos'è l'Etica dell'Intelligenza Artificiale”.

Il Detaills Living Lab non è solo uno spazio di studio e sperimentazione, ma anche un luogo d’incontro dove persone con competenze e interessi diversi possono connettersi, collaborare e dare vita a nuove idee attraverso il dialogo interdisciplinare. La letteratura sull’IA e la società offre poi strumenti critici preziosi per interpretare il presente e delineare il futuro della tecnologia, come si potrà scoprire nel ciclo di letture “Intelligenza Artificiale e Società - Ripensare il Domani” che partirà mercoledì 5 marzo, alle ore 18.00, con l’appuntamento “Tecnologia e genere”, in cui Diana Domenichini, dottoranda nel Dottorato Nazionale di AI for Society, parlerà del libro di Laura Tripaldi “Gender Tech”.

Tra marzo e aprile partirà poi il ciclo di incontri “AIdeando”, che nasce per creare un network di giovani ricercatrici e ricercatori provenienti da diversi ambiti, stimolando il confronto e la collaborazione. Il valore della collaborazione è infatti centrale nel Detaills Living Lab. “Ciascuno di noi ha un ruolo fondamentale: informarci, confrontarci e contribuire a costruire un’IA responsabile coinvolge tutti. Per affrontare questa sfida, è essenziale un dibattito costruttivo che riunisca esperti sia dall'accademia che dall'industria, per immaginare nuovi approcci innovativi e virtuosi”, conclude Irene Spada, ricercatrice al DESTEC e responsabile dell’Advisory Board del Laboratorio.

Per maggiori informazioni, partecipare agli eventi, e seguire le attività è possibile iscriversi al canale Telegram https://t.me/detaills_lab

Redazione Web

A Pisa una due giorni sul futuro del supercalcolo

2 settimane 3 giorni ago

All’Università di Pisa una due giorni per fare il punto sullo sviluppo del Supercalcolo in Italia. Scienziati e ricercatori del Centro Nazionale High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing (ICSC, Italian Center for SuperComputing), finanziato dal PNRR, si sono dati appuntamento il 18 e 19 febbraio per comunicare i primi risultati del progetto, con focus particolare sullo spoke 6 “Multiscale Modeling and Engineering Applications".

Il Centro ICSC conduce attività di ricerca per l'innovazione nell'elaborazione ad alte prestazioni, nelle simulazioni e nell'analisi dei big data attraverso un'infrastruttura all'avanguardia, che sfrutta le risorse esistenti e integra le tecnologie emergenti. L’Università di Pisa, assieme alla Sapienza Università di Roma coordina la parte di ricerca che riguarda gli aspetti computazionali legati alla “modellazione multiscala” e, all’utilizzo di strumenti di Super Calcolo e Big Data per applicazioni nei vari campi della scienza e dell’ingegneria.

“Il nostro Ateneo – spiega Benedetta Mennucci, prorettrice alla promozione della ricerca dell’Università di Pisa – svolge un ruolo significativo all'interno del Centro ICSC, essendo impegnata in quattro distinti ambiti di ricerca, uno dei quali la vede in qualità di co-leader insieme alla Sapienza di Roma, con il coinvolgimento di sette dipartimenti, coordinati dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. Questo impegno testimonia la lunga e importante tradizione di Pisa nel campo del calcolo ad alte prestazioni, sia attraverso lo sviluppo di algoritmi e l’implementazione di codici computazionali efficienti, sia mediante la loro applicazione in diversi ambiti della ricerca. Le due giornate di incontro hanno rappresentato non solo un'importante vetrina per presentare alcuni dei risultati più significativi raggiunti, in particolare in ambito ingegneristico, ma anche un'opportunità per approfondire il dibattito sulle sfide future del calcolo, considerate anche alla luce delle nuove tecnologie quantistiche. La ricerca su nuovi metodi e nuove architetture per il calcolo ad alta prestazione è una delle chiavi per facilitare l’innovazione e contribuire in ultima analisi alla transizione digitale verso un futuro più sostenibile”.

“Un passo importante compiuto durante l’evento pisano – aggiunge Sergio Saponara, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Ateneo pisano – è stata la convergenza e l’integrazione tra infrastrutture avanzate per la creazione di una rete nazionale di infrastrutture di calcolo. La rete unisce tra loro i centri di calcolo delle diverse università, Pisa inclusa, e imprese, il supercomputer Leonardo e i primi computer quantistici italiani, come quello di Napoli. Questo ci permette di raccogliere la sfida di rendere le tecnologie digitali al servizio dell’uomo e delle persone, l’obiettivo e il focus della prossima industria 5.0. Come Dipartimento, stiamo facendo un grande sforzo di aggregazione delle attività di ricerca per il cambio di paradigma che il futuro prossimo richiede”.

Il Centro ICSC vede la presenza di università, enti di ricerca e industrie, anch’esse presenti alla giornata. I primi dimostratori del progetto sono stati progettati in risposta alle sfide di ricerca da loro individuate in uno sforzo comune tra accademia e industria sostenuto dagli innovation grant (IG).

“L’impulso alla creazione del Centro – afferma Francesco Ubertini, vicepresidente del Centro ICSC e Presidente del CINECA – è l’assoluta necessità di integrare ricerca e impresa perché l’Europa possa rimanere competitiva. Il Centro deve creare valore per università, aziende ed enti di ricerca che ne fanno parte, per rafforzare la capacità del nostro paese di tradurre ricerca di frontiera in trasferimento tecnologico. Il Centro mette a sistema e interseca il meglio di quello che la ricerca offre, in un paese che è la terza potenza al mondo per il supercalcolo, dopo USA e Giappone”.

Redazione Web

Edvance: cosa vuoi imparare oggi? Nasce un nuovo portale che rivoluziona la formazione digitale in Italia

2 settimane 3 giorni ago

“Cosa vuoi imparare oggi?” è lo slogan che accompagna il lancio di una nuova piattaforma che ospiterà oltre 200 corsi on line gratuiti, una formazione di livello universitario per studenti, professionisti e non solo frutto del lavoro di 17 istituzioni accademiche, fra cui l’Università di Pisa, e numerosi associati. Il 25 febbraio a Milano si inaugura il portale del progetto Edvance, il primo Digital Education Hub per l’istruzione superiore dedicato alla Cultura Digitale Avanzata in Italia, nato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il nuovo portale si propone come una piattaforma centrale per favorire l'accesso a competenze digitali avanzate, con particolare attenzione ai settori dell'intelligenza artificiale, gestione dei dati, sostenibilità del digitale e transdisciplinarità.

In particolare, il progetto punta sulla produzione di MOOC (massive open online course) ovvero corsi online aperti e accessibili a tutti di alta qualità e, integrando educazione online e in presenza per ridefinire gli standard dell'educazione digitale. E saranno presto disponibili sul portale Edvance anche i nuovi MOOC realizzati dall’Università di Pisa nel campo della “data literacy”: “Introduzione alle basi di dati” e “Visualizzazione dei dati con R: teoria e pratica”. Nei prossimi mesi, l’offerta verrà ulteriormente ampliata con MOOC che affronteranno ulteriori temi, tra i quali l’Intelligenza Artificiale e le sue implicazioni etiche, le competenze digitali nell’ambito delle scienze della salute e la sostenibilità digitale.

"Grazie a Edvance, offriamo una risposta concreta alla crescente domanda di formazione digitale avanzata", ha dichiarato la professoressa Federica Paganelli, responsabile scientifico del progetto per l’Università di Pisa. "Il nostro obiettivo è creare un ambiente di apprendimento innovativo e di elevata qualità, che permetta a studenti e lavoratori di sviluppare competenze strategiche per il futuro.”

Grazie all'uso di intelligenza artificiale e all'integrazione con discipline umanistiche e creative, Edvance vuole arricchire l'interattività e l'efficacia della didattica, riducendo i tassi di abbandono e offrendo nuove risorse per percorsi accademici e professionali.

Edvance promuove una formazione modulare, che consente a studenti e lavoratori di costruire percorsi su misura. Attraverso micro-credential, è possibile accumulare competenze specifiche rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro e integrarle per ottenere certificazioni formali.

Le istituzioni partner includono: Politecnico di Milano, Università Bocconi, Università di Bologna, Università Ca’ Foscari di Venezia, Università di Trento, Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Brescia, Università di Macerata, Università di Pisa, Università di Cagliari, Università di Messina, Conservatorio di Cagliari, Accademia di Belle Arti di Bologna, Accademia di Belle Arti di Venezia e Scuola Civica di Musica di Milano. A questi si aggiungono partner associati di rilievo come Fondazione Bruno Kessler, Regione Emilia-Romagna, Randstad e AWS Amazon.

Con il forte sostegno di cinque università italiane tra le prime dieci nel QS ranking italiano, Edvance rappresenta un passo avanti nella digitalizzazione sostenibile del Paese. Questo progetto promette di ridefinire gli standard dell'educazione digitale, aprendo nuove possibilità per il futuro sociale ed economico italiano.

Redazione Web

Sanità in Italia: la mobilità interregionale dei pazienti alimenta il divario Nord-Sud

2 settimane 4 giorni ago

Sono oltre mezzo milione di Italiani che ogni anno si spostano per cure mediche si spostano da una regione all’altra, generando un flusso che nel 2019 ha raggiunto 3,7 miliardi di euro dal Sud al Nord del Paese. I dati emergono da uno studio pubblicato sulla rivista Papers in Regional Science e condotto da Giovanni Carnazza, ricercatore del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, in collaborazione con Raffaele Lagravines, Paolo Liberati e Irene Torrini rispettivamente delle Università di Bari, Roma Tre e Bocconi.

Il team ha analizzato il fenomeno della mobilità sanitaria in Italia dal 2002 al 2019. Dai risultati emerge che il Sud è il principale esportatore di pazienti e che il Nord è il grande beneficiario delle risorse sanitarie.

Le regioni più colpite dalla "fuga sanitaria" sono Calabria, Campania e Puglia, che perdono ingenti somme di denaro per coprire le spese dei propri cittadini curati altrove. Al contrario, regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano tra le destinazioni più richieste, con guadagni superiori ai 300 milioni di euro annui. Il Centro si colloca in una posizione intermedia: Toscana e il Lazio sono attrattive, mentre altre regioni come l'Umbria e le Marche hanno un saldo più in equilibro.

In particolare, la Toscana nel 2019 ha registrato un saldo positivo di circa 139 milioni di euro. Alla base di questa performance positiva ci sono: centri di eccellenza come il Policlinico di Careggi a Firenze, l’Azienda ospedaliera-universitaria di Pisa e la Fondazione Monasterio, l’alta specializzazione in settori come l’oncologia, la cardiochirurgia e i trapianti, e infine la buona gestione organizzativa con tempi d’attesa più contenuti rispetto ad altre regioni.

“La mobilità sanitaria amplifica il divario Nord-Sud, drenando risorse dal Sud a vantaggio delle regioni settentrionali, che migliorano ulteriormente i propri servizi, creando un circolo vizioso di diseguaglianza nel sistema sanitario nazionale”, dice Carnazza.

“Il sistema attuale, basato sulla redistribuzione delle risorse in base alla mobilità sanitaria, penalizza infatti le regioni più povere – sottolinea Carnazza - da questo punto di vista sarebbe auspicabile riformare il modello di finanziamento, adottando criteri più equi per la distribuzione dei fondi che considerino i reali bisogni sanitari delle regioni riaffidando allo Stato un maggiore controllo per garantire livelli di assistenza omogenei in tutto il Paese ed evitare che la qualità delle cure dipenda dal codice postale”.

 

Redazione Web

Il professor Luca Heltai tra i vincitori del prestigioso SIAM/ACM Prize in Computational Science and Engineering 2025

2 settimane 4 giorni ago

Il professor Luca Heltai, associato presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa, è tra i vincitori del prestigioso SIAM/ACM Prize in Computational Science and Engineering 2025.

Il premio, assegnato ogni due anni dalla Society for Industrial and Applied Mathematics (SIAM) e dall’Association for Computing Machinery (ACM), riconosce contributi eccezionali nello sviluppo e nell’uso di strumenti matematici e computazionali per la soluzione di problemi scientifici e ingegneristici.

Il professor Heltai è stato premiato insieme agli altri autori principali del progetto deal.II, una libreria open-source di grande impatto per la risoluzione numerica di equazioni alle derivate parziali mediante metodi agli elementi finiti. Il software si distingue per l’elevata qualità e modularità, fornendo algoritmi e strutture dati ben documentati che permettono a intere comunità di sviluppare modelli computazionali avanzati.

La cerimonia di premiazione si terrà durante la SIAM Conference on Computational Science and Engineering, che si svolgerà dal 3 al 7 marzo 2025 a Fort Worth, Texas, USA.

Redazione Web

Al via il progetto STEM UP, metodi di insegnamento innovativi per il futuro

3 settimane 1 giorno ago

Rafforzare la formazione e l'orientamento verso carriere STEM, sviluppare competenze specifiche in questi ambiti e sensibilizzare ancora di più le giovani generazioni per favorire scelte di studio (e professionali) consapevoli. Presentato questa mattina nella sede del Museo degli Strumenti di Fisica-Ludoteca Scientifica dell’Università di Pisa “STEM UP”, il progetto selezionato e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale, vinto nei mesi scorsi da Soc. Coop. Aforisma Impresa Sociale, Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa, Teaching and Learning Center dell'Università di Torino, CNA Pisa, Kalliope srl e 15 partner scolastici dislocati tra Nord e Centro Italia.

Il progetto, nato con l’obiettivo di offrire un’immagine corretta delle discipline STEM e dei futuri sbocchi lavorativi, avrà la durata di 18 mesi e darà particolare rilievo alle nuove tecnologie a cominciare dalla IA generativa, declinata in forma laboratoriale, passando per sostenibilità ambientale e inclusione. Obiettivi fortemente voluti da tutti i partner del progetto che, lo scorso anno, hanno partecipato al bando Polaris – che aveva messo a disposizione 20 milioni di euro per sostenere iniziative presentate da soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del terzo settore - e, in seguito alla vittoria, possono oggi contare su un finanziamento di circa € 600.000 per offrire percorsi formativi in chiave STEM e di orientamento nelle scuole coinvolte. Non solo. Grazie a STEM UP sarà promossa l'interazione tra università, scuole, aziende e territorio, fornendo opportunità di aggiornamento e formazione per gli insegnanti. L’orientamento professionale, al contempo, sarà un pilastro del progetto, con il diretto coinvolgimento di aziende e università per offrire ai giovani strumenti concreti per costruire il loro futuro nel mondo scientifico e tecnologico.



STEM UP avrà durata fino a giugno 2026 e, in questo percorso, proporrà un cammino innovativo diviso in cinque diversi laboratori tematici: dalla trasformazione tra analogico e digitale alle sfide ambientali dell’Antropocene, dall’innovazione sostenibile alla biochimica giocata, fino all’intelligenza artificiale generativa applicata alla scuola.

Focus principale? Ridurre, a partire dall’età dei banchi di scuola, il divario di genere sussistente nelle discipline STEM. Infatti, numeri e dati alla mano, secondo il Report 2030 Digital Decade della Commissione Europea la carenza di esperti ICT e di laureati STEM è un fenomeno che coinvolge tutta l’Europa e che è caratterizzato da un ampio gender gap: le donne rappresentano solo il 19% dei professionisti ICT, mentre solo un laureato su tre nelle materie STEM è donna.

Alla conferenza stampa di lancio – moderata dalla responsabile della comunicazione del progetto STEM UP, la giornalista Francesca Franceschi – hanno preso parte Grazia Ambrosino, presidente Soc. Coop. Aforisma Impresa Sociale, Sergio Giudici, responsabile scientifico del progetto in rappresentanza dell’Università di Pisa, il referente di progetto per il Teaching and Learning Center dell’Università di Torino, Daniele Paolo Radicioni del Dipartimento di Informatica collegato in diretta da Torino, Francesco Oppedisano, presidente di CNA Pisa e CEO di Kalliope srl, Andrea Bolioli, coordinatore generale per Aforisma, e in rappresentanza del Fondo Repubblica Digitale, Elisabetta Barzelloni, Responsabile Attività Istituzionali - Area Digitale e occupabilità, Francesca Corradi, staff dell’Unità Orientamento e Sostegno Studenti dell’Università di Pisa.

A dare il benvenuto e a portare i saluti istituzionali ci ha pensato Marco Macchia, Delegato UniPi per i rapporti col territorio.

I 15 istituti scolastici coinvolti nel progetto sono:
IIS Capellini-Sauro, La Spezia
I.I.S.S Parentucelli Arzelà, Sarzana
IIS Galilei Artiglio, Viareggio
IIS Pesenti, Cascina
Isis Follonica, Follonica
I.T. Carlo Cattaneo, Pisa
ITCG Cerboni, Portoferraio
ITCG Niccolini, Pomarance
Liceo Buonarroti, Pisa
Liceo Cecioni, Livorno
Liceo Dini, Pisa
Liceo XXV aprile, Pontedera
I.I.S. AMALDI SRAFFA, Orbassano Liceo Newton, Chivasso
Liceo Scientifico Majorana, Torino


"Secondo il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea, in Italia solo il 46% della popolazione tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, un dato inferiore alla media europea del 54% - interviene la Direttrice Generale del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale Martina Lascialfari -. Inoltre, i dati Istat del 2024 evidenziano che in Italia solo il 25% dei giovani (25-34 anni) ha una laurea in discipline STEM, mentre la domanda di professionisti in questi settori continua a crescere in modo significativo. Questo crea un marcato disallineamento tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle attualmente disponibili. Infatti, secondo uno studio di Confindustria, oltre il 60% delle aziende italiane segnala difficoltà nel reperire profili tecnici o funzionali alla transizione digitale, con un fabbisogno stimato di più di 2 milioni di nuovi lavoratori in queste discipline entro il 2028. Questi numeri evidenziano la necessità urgente di promuovere una maggiore conoscenza e consapevolezza riguardo le materie STEM, nonché di sensibilizzare sulle opportunità educative e professionali che esse offrono. Per rispondere a questa esigenza, il Fondo per la Repubblica Digitale ha promosso il bando "Polaris", con l'intento di sostenere progetti rivolti alla formazione e all'orientamento nelle materie STEM di studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado. L'obiettivo è favorire un approccio costruttivo, aperto e consapevole nella scelta dei percorsi formativi e professionali futuri. Iniziative come "STEM UP - Metodi di insegnamento innovativi per il futuro", progetto selezionato e sostenuto dal Fondo nell'ambito di "Polaris", riflettono il nostro impegno a garantire l'accesso a opportunità formative di qualità, mettendo in evidenza l'importanza delle competenze STEM per lo sviluppo dei talenti e per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. L'orientamento e la formazione dei giovani sono leve indispensabili per la crescita e il futuro di tutto il Paese."

“STEM-UP è un progetto importante per Aforisma che rafforza il nostro impegno concreto per la formazione e l’orientamento in ambito scientifico, fin dalle scuole medie superiori - aggiunge Grazia Ambrosino, presidente di Soc. Coop. Aforisma Impresa Sociale -. Il modello che mettiamo nelle nostre azioni educative è INTEGRAZIONE: ovvero sintesi tra discipline scientifiche e umanistiche, salvaguardia delle pari opportunità tra ragazze e ragazzi e offerta di pari qualità scientifica, grazie alle Università, sia agli allievi dei tecnici, che dei geometri o dei licei. Anche i territori, seppur nella loro diversità geografica (le azioni di STEM UP si collocano a Portoferraio su un'isola fino nell'entroterra toscano Pomarance o piemontese Orbassano) lavoreranno grazie alle scuole sui temi climatici e di sostenibilità ambientale. Ringrazio tutti i partner già citati per il loro entusiasmo alla partecipazione ad un'azione formativa collettiva e il responsabile scientifico Prof. Giudici per la sua dedizione alla divulgazione scientifica”.

“STEM UP coinvolge oltre 600 studenti prossimi al diploma in percorsi che privilegiano il laboratorio alla lezione frontale e il problem solving alla teoria - prosegue Sergio Giudici, responsabile scientifico del progetto - Un aspetto fondamentale del progetto è il dialogo tra scuola e università: prima delle attività in aula, insegnanti e docenti universitari si incontrano per adattare contenuti e metodologie alle specificità della classe. Questo momento non è solo preparatorio in senso pratico, ma rappresenta anche un'occasione di formazione per i docenti e in generale come momento di riflessione sulla didattica delle discipline STEM. L’intelligenza artificiale generativa è tra gli strumenti protagonisti: nel percorso di cui sono responsabile, ad esempio, gli studenti analizzeranno i dati di un esperimento di fisica scrivendo un codice con il supporto di un’IA. L’obiettivo? Usare queste tecnologie in modo critico e consapevole, comprendendo sia le potenzialità che i limiti. Nella scuola, spesso l’IA è vista solo come una scorciatoia per fare i compiti, ma ridurla a questo significa sottovalutarne il valore. Se ben utilizzata, può diventare uno strumento di crescita e un potente alleato nella didattica, capace di stimolare il pensiero critico e l’apprendimento attivo”.

“Il progetto STEM-UP - aggiunge il professor Daniele Paolo Radicioni di UniTO - affronta il divario di genere nelle discipline scientifiche. All'Università di Torino, mentre alcuni corsi raggiungono la parità di genere (per esempio il Corso di laurea in Scienze Biologiche presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi), nei corsi di laurea tenuti presso il Dipartimento di Informatica solo il 14.5% delle matricole tra il 2021 e il 2024 erano donne. STEM-UP mira a ridurre questo gap attraverso brevi corsi alle/agli studenti delle scuole superiori, utilizzando agenti intelligenti per supportare l'apprendimento e l'insegnamento con modelli generativi. Il progetto coinvolge attivamente studenti e insegnanti, esplorando il ruolo dell'AI nell'insegnamento di discipline scientifiche e tecniche. Sebbene non esistano ancora delle linee guida ufficiali di associazioni di AI o di formatori, è chiaro che anche nell'insegnamento è necessario orientare e disciplinare l'accesso degli studenti agli strumenti di AI, per fare in modo che diventino un elemento di supporto (per esempio Alpha-Fold, recentemente insignito del Premio Nobel per la Chimica, o GPT), piuttosto che ulteriore distrazione o ostacolo per l'apprendimento. STEM-UP è un primo tentativo, anche su questo terreno”.

“Oggi, per l’importanza di questa giornata, mi sento doppiamente coinvolto. Non solo compre imprenditore e Ceo di una spin-off dell’Università di Pisa ma anche perché rappresento tutto il tessuto imprenditoriale di CNA Pisa – prosegue Francesco Oppedisano, presidente di CNA Pisa e CEO e co-founder di Kalliope-; in questa partita, infatti, è quanto più urgente e necessario fare fronte comune e ribadire un impegno corale per sensibilizzare e diffondere un orientamento e una formazione in ambito STEM che sia sempre più consapevole e che tenda la mano ad un accrescimento delle conoscenze e competenze STEM senza dimenticare un approccio costruttivo e aperto nella scelta dei percorsi formativi e professionali futuri”.

"L'Università di Pisa è sempre più impegnata nelle attività di orientamento, volte ad aiutare i giovani e le giovani, che stanno per affacciarsi al mondo dell'istruzione superiore, a scoprire le loro passioni, da abbinare con i propri talenti e le proprie predisposizioni. Riuscire a capire cosa piace e abbinarlo con cosa riesce è la sfida del buon orientamento. Per far questo, è essenziale anche sfatare luoghi comuni, spesso radicati nell'immaginario collettivo, e trasmessi agli studenti e alle studentesse nel corso degli anni dei loro studi. Il progetto STEM UP ha questo obiettivo ambizioso: quello di avvicinare i giovani e le giovani degli ultimi anni della scuola superiore al mondo delle materie STEM, per aiutarli a scoprirne il fascino, e dar loro un’immagine corretta di queste discipline. Questo permetterà loro di sviluppare le competenze necessarie per fare una scelta consapevole per il loro futuro. Un aspetto unico di questo progetto che mi preme rimarcare è la stretta collaborazione tra i docenti e le docenti delle scuole da un lato e dell'università dall'altro nella progettazione delle attività, da adattare di volta in volta al contesto specifico. Una collaborazione che rimarca come tutte le istituzioni coinvolte nella formazione dei nostri e delle nostre giovani debbano adoperarsi in sinergia per aiutarli a crescere e diventare cittadini attivi in grado di progettare un futuro giusto e sostenibile" conclude la professoressa Laura Elisa Marcucci, delegata dal Magnifico Rettore dell’Università di Pisa per le attività di orientamento.

Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR e dal PNC ed è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali viene riconosciuto un credito di imposta. Il Fondo seleziona e sostiene progetti di formazione e inclusione digitale per diversi target della popolazione come NEET, donne, disoccupati e inoccupati, lavoratori a rischio disoccupazione causa dell’automazione, dipendenti, collaboratori e volontari degli enti dell’economia sociale, studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado e persone detenute. L’obiettivo è valutare l’impatto dei progetti formativi sostenuti e replicare su scala più vasta quelli ritenuti più efficaci in modo tale da offrire le migliori pratiche al Governo affinché possa utilizzarle nella definizione di future politiche nazionali. Per maggiori informazioni fondorepubblicadigitale.it.

(Fonte Ufficio stampa Progetto STEM UP).

Redazione Web

Proteggere le tartarughe marine dalla "pesca fantasma"

3 settimane 1 giorno ago

Ogni anno, in Mediterraneo molte tartarughe marine possono rimanere intrappolate in attrezzi da pesca persi o abbandonati. Proteggere gli ecosistemi del ‘Mare Nostrum’ richiede un'azione coordinata e una responsabilità condivisa, fra i diversi paesi e le diverse flotte che operano al suo interno, per proteggere la nostra biodiversità, ma anche la sostenibilità della pesca e la sicurezza marittima. LIFE OASIS è stato istituito per affrontare questo problema, un progetto pionieristico che combina tecnologia, ricerca e collaborazione diretta con il settore della pesca e marittimo a livello internazionale e che vede il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa fra i partner. Il progetto durerà cinque anni e punta a mitigare gli impatti negativi della pesca e dei rifiuti marini sulla biodiversità del Mediterraneo, con particolare attenzione alle tartarughe Caretta caretta, una specie prioritaria, censita anche nella Direttiva Habitat e classificata nella Lista Rossa della IUCN come specie “Vulnerabile” a livello globale. Reti, lenze, nasse lasciate in mare e lasciate incustodite si possono infatti trasformare in trappole mortali e possono continuare a catturare pesci e altre specie per mesi o addirittura anni, un fenomeno noto come "pesca fantasma”.

 

In particolare, il Progetto LIFE OASIS svilupperà di un modello intelligente di aFAD (intelligent anchored Fish Aggregating Device) cioè di dispositivi ancorati sul fondale marino usati per pescare in modo controllato e sostenibile. Gli strumenti saranno dotati di sensori avanzati per monitorare le l’ecosistema circostante e raccogliere dati sulla presenza di pesci e specie protette come le tartarughe marine. Verrà inoltre realizzata una mappatura degli attrezzi da pesca abbandonati, persi o scartati nel Mediterraneo.

“Il progetto coniuga innovazione tecnologica e ricerca scientifica, promuovendo la sinergia tra pescatori, operatori del settore e ricercatori con azioni che si svolgono in continuità con le azioni di progetti finanziati in passato come LIFE MEDTURTLES o TARTALIFE. L'obiettivo è triplice: prevenire la cattura accidentale delle tartarughe marine, promuovere la sostenibilità della pesca e tutelare la biodiversità - spiega il professor Paolo Casale dell’Università di Pisa, referente scientifico del progetto ed esperto nella conservazione delle tartarughe marine e nelle loro interazioni con la pesca.

“Le iniziative che intraprenderemo - conclude Casale - avranno un impatto positivo sulla salute degli ecosistemi marini, contribuendo a limitare i danni alla biodiversità e riducendo il rischio di cattura accidentale di specie protette”.

LIFE OASIS (Mitigating the negative interactions of protected species with marine litter and pelagic fisheries of the Mediterranean) è un'iniziativa co-finanziata dall'Unione Europea nell'ambito del Programma LIFE (GA n. 101148343 - LIFE23-NAT-ES-LIFEOASIS). Il progetto è coordinato da Alnitak Research Institute (una ONG spagnola) e vede la collaborazione di prestigiosi partner, tra cui il Consiglio superiore delle ricerche scientifiche spagnolo (CSIC) e, fra quelli italiani, la Stazione Zoologica Anton Dhorn e l’Associazione Filicudi Wildlife Conservation.

Redazione Web

La co-creazione sul territorio per l’innovazione sostenibile nelle Smart Cities: al via il progetto CoCreate2Innovate

3 settimane 1 giorno ago

Si chiama CoCreate2Innovate ed è un nuovo progetto appena avviato all’Università di Pisa che mira a creare un ecosistema di co-creazione in Europa per promuovere innovazioni sostenibili nelle Smart Cities. Il progetto è stato finanziato dalla Commissione Europea tramite l'EIT (European Institute of Innovation and Technology), nello specifico dalla Knowledge and Innovation Community (KIC) dedicata alla Urban Mobility.

CoCreate2Innovate riunisce tre istituzioni della rete Start For Futurel'Università di Pisa, la Strascheg Center for Entrepreneurship (SCE) di Monaco e The Edge Solutions di Sofia, in Bulgaria. Queste collaboreranno per fornire formazione e supporto a startup, consulenti di incubatori, manager dell'innovazione e istituzioni pubbliche, con l'obiettivo di migliorare le capacità collaborative e implementare soluzioni innovative. Il progetto, appena avviato, è orientato alla co-creazione al fine di creare un impatto concreto sul territorio: dalla formazione e attività di capacity building emergerà difatti anche un progetto pilota nell’ecosistema pisano.

I partner del progetto si sono incontrati a Pisa per il kick off meeting a cui hanno partecipato anche stakeholder locali come il Polo Tecnologico di Navacchio, CNA Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant'Anna, Comune di Pisa e Lab11, oltre al team del nuovo laboratorio UNIPI sull’Intelligenza Artificiale, DetaiLLs.

Il progetto prevede diverse attività, tra cui attività di formazione per consulenti di incubatori e supporto a startup e spin-off. In particolare, nei prossimi mesi 25 consulenti di incubatori parteciperanno a workshop dedicati allo sviluppo di competenze chiave nella gestione di startup e spin-off attraverso metodologie di co-creazione. Inoltre alcune start-up riceveranno l’accompagnamento di potenziali clienti per definire al meglio il proprio orientamento al mercato.

Tra le attività sono previste sessioni dedicate a Innovation Manager privati e pubblici. Inoltre, saranno invitati dirigenti e funzionari dei comuni dell'Area Vasta di Pisa per attività di formazione gratuita sullo sviluppo di attività imprenditoriali.

“In un momento delicato per il sistema universitario italiano, l'Università di Pisa sta partecipando a bandi europei per finanziare le attività di co-creazione sul territorio a favore di tutta la comunità accademica – ha dichiarato il professor Alessio Cavicchi, delegato del rettore alla promozione della Cultura imprenditoriale e dell’innovazione sociale dell’Università di Pisa – Le reti internazionali di cui fa parte l’Università di Pisa come Start For Future e Circle U., rappresentano progetti di valore per la visione di medio-lungo periodo e per l’opportunità di valorizzare la mobilità di studenti, docenti, staff e innovatori sul territorio”.

Il progetto CoCreate2Innovate rappresenta un’occasione importante per aprire gli ecosistemi di innovazione e imprenditorialità territoriali a una dimensione europea, valorizzando e incrementando le competenze di aziende, consulenti e startup e orientandole verso un approccio imprenditoriale più sostenibile e innovativo.

Il kick-off meeting a Pisa (12-14 febbraio 2025)

La prima giornata si è svolta presso il Polo Tecnologico di Navacchio, con la visita degli spazi e dell’incubatore insieme a Silvia Marchini e Andrea Di Benedetto e l’incontro tra partner del progetto, startup incubate presso il Polo e studenti del corso I-Lab del Contamination Lab. Le startup presenti hanno condiviso sfide, passi avanti e azioni future per le proprie aziende. Le realtà presenti sono state: Relief srl, con la CEO Gioia LucariniSoundSafe Care srl, con il CEO Andrea MarianiABZero srl, con il CEO Giuseppe Tortora e Weabios srl con la CEO Lucia Arcarisi.

La giornata di lavoro del 13 febbraio si è focalizzata sullo sviluppo e definizione delle forme e dei contenuti della formazione. Nel pomeriggio poi i partner hanno partecipato all’inaugurazione di DetaiLLs, il Living Lab dedicato alla creazione di conoscenza, co-creazione, progettazione e ricerca attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, lanciato dal prof. Filippo Chiarello e dal suo gruppo di ricerca. Infine, la giornata conclusiva che si è svolta presso il Contamination Lab ha consentito di aprire la discussione sul territorio: le diverse realtà potenzialmente beneficiarie delle attività hanno dato un proprio riscontro e spunti di riflessione sul programma presentato dal team di progetto.

Redazione Web

Proclamati i primi nove dottori di ricerca del Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale – area Società

3 settimane 1 giorno ago

Mercoledì 19 febbraio sono stati proclamati nell’Aula Magna del Polo Fibonacci i primi nove dottori di ricerca del Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale - area Società, il programma d’eccellenza con sede amministrativa all’Università di Pisa, istituito nell’a.a. 2021/22, che unisce l’impegno di istituti di ricerca di rilievo (CNR, INFN, INdAM) e di diciotto atenei nazionali (GSSI, IMT, SNS, S. Anna, Università: Aquila, Bari “Aldo Moro”, Bologna, Cattolica del Sacro Cuore, Firenze, Messina, Modena e Reggio Emilia, Napoli L’Orientale, Perugia, Salento, Siena, Sassari, Trento, Trieste).

La cerimonia, introdotta dai saluti del professor Dino Pedreschi, membro della commissione del dottorato, ha visto la partecipazione del rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, del prorettore per il dottorato di ricerca, Bernardo Tellini, del professor Salvatore Ruggieri, coordinatore del Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale, della professoressa Anna Monreale, vicecoordinatrice, e di rappresentanti delle altre istituzioni compartecipanti, tra cui il professor Stefano Cannicci, delegato al dottorato di ricerca dell’Università di Firenze, Roberto Scopigno, direttore dell’Isti-Cnr.

 

I nove neo-dottori di ricerca hanno trascorso tre anni intensi di studio e ricerca in contesti nazionali e internazionali, affrontando tematiche che spaziano dall’uso dell’AI nelle smart cities e nella moda, fino allo sviluppo di agenti conversazionali e alla comprensione dei modelli di AI. A ricevere il titolo – rilasciato congiuntamente dall’Università di Pisa e dall’università sede ospitante - sono stati Alberto Baldrati, con la tesi “From Retrieval to Generation: Multimodal Models for Vision and Language Tasks”, relatori il professor Marco Bertini e il professor Andrew David Bagdanov, sede ospitante Università di Firenze; Simone Barandoni con la tesi “Conversational AI in Instructional Design: Exploring Educational Applications of Large Language Models”, sotto la guida dei professori Filippo Chiarello e Gualtiero Fantoni, sede ospitante Università di Pisa; Enrico Collini con la tesi “AI data-driven support systems for Smart Cities”, discussa con i professori Paolo Nesi e Francesco Marcelloni, sede ospitante Università di Firenze; Simone Gallo con la tesi “Conversational Agents for End-User Control of Smart Spaces”, discussa con i professori Fabio Paternò e Alessio Malizia, sede ospitante ISTI-CNR; Emanuele Marconato con la tesi “Learning Concepts with the Right Semantics: Reasoning Shortcuts & Human-Machine Alignment”, relatori i professori Andrea Passerini e Stefano Teso, sede ospitante Università di Trento; Davide Morelli con la tesi “Leveraging Artificial Intelligence and Computer Vision for the Fashion Domain”, discussa con le professoresse Rita Cucchiara e Marcella Cornia, sede ospitante Università di Modena e Reggio Emilia; Andrea Rafanelli con la tesi “Towards an Integration of Learning and Reasoning in Agent and Multi-agent Systems”, relatori la professoressa Stefania Costantini e il professor Andrea Omicini, sede ospitante Università dell’Aquila; Elena Sajno con la tesi “Finding the Flow in the Heartbeats: Creation and Analysis of an Affective Computing Framework for detecting the Flow State through HRV”, relatori il professor Giuseppe Riva e la professoressa Nicole Novielli, sede ospitante Università Cattolica del Sacro Cuore; Gaia Saveri con la tesi “Neuro-Symbolic Methods for Time Series Data: Continuous Representations and Learning with Signal Temporal Logic”, relatore il professor Luca Bortolussi e la professoressa Laura Nenzi, sede ospitante Università di Trieste.

La commissione di esame era composta dal professor Gjergji Kasneci (Technical University of Munich, Germany), dal professor Symeon Papadopoulos (CERTH-ITI, Greece) e dal professor Dino Pedreschi (Università di Pisa).

Il Dottorato Nazionale in IA – area Società è un percorso formativo strutturato per garantire un approccio integrato e multidisciplinare e mira a formare ricercatori e professionisti capaci di affrontare le sfide contemporanee della società, con un occhio di riguardo all’etica, alla sostenibilità e all’inclusività. Il Dottorato ha una media di 50 dottorandi per ciclo dottorale a fronte di oltre il triplo di domande di ammissione. Il 17% dei dottorandi è di nazionalità straniera. Tra gli ambiti trattati rientrano l’Human-Centered AI, l’Explainable AI, l’AI per l’assistenza personale e per il bene sociale, in linea con i programmi strategici nazionali ed europei, e con l’iniziativa AI for Good delle Nazioni Unite.

Redazione Web

Flessibili e biocompatibili, nuovi dispositivi piezoelettrici per medicina ed energia

3 settimane 2 giorni ago

Un gruppo di ricercatori e ricercatrici dell’Istituto nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Nano) ha sviluppato una tecnologia innovativa che combina nanomateriali di origine naturale e strati di metalli degradabili per realizzare dispositivi avanzati destinati al settore biomedicale. Lo studio, svolto con le Università di Pisa, del Wisconsin-Madison (Stati Uniti) e con la Scuola Normale Superiore, è pubblicato sulla rivista Science Advances.

Si tratta di dispositivi piezoelettrici, ovvero sistemi capaci di trasformare la pressione o le vibrazioni in elettricità e viceversa. “Questi dispositivi hanno mostrato una sensibilità eccezionale nella rilevazione della pressione e la capacità di generare una potenza generata sufficiente per monitorare il battito cardiaco in tempo reale. Inoltre, convertono i movimenti meccanici in energia elettrica, consentendo così di alimentare piccoli dispositivi elettronici, come sensori indossabili o impiantabili senza ricorrere a batterie”, spiega Luana Persano, ricercatrice del Cnr-Nano e coordinatrice dello studio.

Per la loro realizzazione i ricercatori hanno utilizzato nanocristalli di cellulosa, e li hanno assemblati con il molibdeno, un metallo, in strutture multistrato. La biocompatibilità dei dispositivi, dimostrata attraverso esperimenti in vivo e test su cellule epiteliali polmonari e muscolari cardiache, ne conferma il potenziale applicativo in ambito medico. “Questa tecnologia apre nuove possibilità per applicazioni come il monitoraggio di organi, la medicina rigenerativa e il rilascio controllato di farmaci. Grazie a una combinazione innovativa di micro e nanotecnologia, siamo riusciti a sfruttare al meglio le proprietà piezoelettriche dei nanocristalli di cellulosa e abbiamo sviluppato una piattaforma unica, flessibile e ad alte prestazioni, adatta a una nuova generazione di sensori medici, autoalimentati e integrati nel nostro corpo e nell’ambiente in modo sempre più naturale”, conclude Persano.

Il lavoro, svolto principalmente a Pisa presso il laboratorio Nest della Normale in cui confluiscono anche laboratori di Cnr-Nano, si inserisce nell’ambito del programma europeo Marie Curie BIOIMD, e si è avvalso della collaborazione dei gruppi di ricerca di Alessandra Operamolla, che ha sintetizzato i nanocristalli, e di Dario Pisignano, dell’Università di Pisa.

(Fonte Ufficio stampa CNR).

Redazione Web

L’Università di Pisa è fra i 200 atenei più influenti al mondo

3 settimane 2 giorni ago

L’Università di Pisa è fra i 200 atenei più influenti al mondo secondo la classifica THE World Reputation Rankings 2025. In tutto sono 13 le università italiane che sono rientrate nella graduatoria che comprende in totale 300 istituzioni da 38 paesi diversi. UniPi si è piazzata tra il 151° e il 200° posto preceduta dalla Sapienza di Roma, dall’Università di Bologna e dal Politecnico di Milano. Tra le altre italiane, nella stessa fascia di UniPi ci sono la Bocconi e l’Università di Padova e fra il 201-300esimo posto sono presenti l’Istituto Universitario Europeo, il Politecnico di Torino, la Scuola Normale Superiore e le Università di Firenze, Milano, Trento e Torino.



“Questa classifica conferma che l’Università di Pisa è riconosciuta nel mondo come una sede di alta qualità per la formazione accademica e la ricerca – sottolinea il Rettore Riccardo Zucchi - È un incoraggiamento per insistere nella strada di privilegiare la qualità e l’apertura al confronto internazionale".

La graduatoria THE World Reputation Rankings è basata su sondaggi per valutare reputazione e prestigio accademici a livello globale. Times Higher Education (conosciuto anche con le sue iniziali THE) è un periodico settimanale britannico con sede a Londra specializzato in notizie e approfondimenti sul mondo dell'università e dell'istruzione superiore. Dal 2004 redige classifiche per valutare le prestazioni universitarie sulla scena globale.

Redazione Web

L’Università di Pisa invita al dialogo i comitati e le associazioni per la protezione del verde

3 settimane 3 giorni ago

L’Università di Pisa ha invitato il Comitato Difesa Alberi Pisa, il Comitato Permanente per la Difesa Coltano e l’associazione Città Ecologica ad un confronto per esporre e per chiarire la propria posizione sugli interventi di gestione forestale svolti a Coltano.

L’incontro, che si terrà presso il Rettorato dell’Università di Pisa l’11 marzo alle 15, vede il coinvolgimento per l’Ateneo della Prorettrice per la Sostenibilità e Agenda 2030 Elisa Giuliani, il Direttore del Centro E. Avanzi Angelo Canale e alcuni dei membri del Comitato Scientifico dell’Ente Parco.

Comprendendo le preoccupazioni della cittadinanza, dei comitati e delle associazioni, l’Università di Pisa anticipa nel merito che tutti gli interventi boschivi sono stati svolti in base al Piano di gestione forestale 2021-2030 dell’Ateneo, approvato per conto della Regione Toscana dagli enti preposti e con il successivo nulla osta del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. L’Università di Pisa deve infatti gestire circa 700 ha di superficie forestale, in massima parte classificata a rischio incendio medio-elevato e inserita in un contesto fortemente antropizzato.

Per quanto riguarda in particolare la situazione di Coltano, come previsto dal Piano di gestione forestale, i tagli di sgombero sono stati necessari per eliminare le piante giunte a fine ciclo e favorire la rinnovazione di pino domestico e la rigenerazione della pineta. Il taglio di diradamento eseguito su due altre piccole pinete è stato necessario per permettere un migliore sviluppo in altezza e diametro degli alberi rimanenti. Altri tagli di manutenzione sono stati infine necessari per la messa in sicurezza della viabilità.

L’incontro con le associazioni e i comitati avrà lo scopo di approfondire gli aspetti tecnici di questo intervento, chiarirne le motivazioni e aprire un confronto costruttivo con la comunità.

Redazione Web

L’Università di Pisa in prima linea per l’istruzione superiore in Palestina e Giordania: al via il progetto BASE

3 settimane 4 giorni ago

Riformare l’istruzione superiore in Palestina e Giordania, rafforzando la qualità dei corsi di laurea e il riconoscimento internazionale dei titoli di studio: è questo l’ambizioso obiettivo di BASE - Bologna for Science Education in Palestine and Jordan, il progetto Erasmus+ che vede l’Università di Pisa come unico partner italiano insieme all’Università di Barcellona e numerosi atenei palestinesi e giordani. L’Ateneo pisano è parte di un’iniziativa strategica che punta ad allineare i sistemi universitari locali agli standard europei, migliorando l’accreditamento e la sostenibilità della ricerca scientifica.

Il progetto, coordinato dall’An-Najah National University in Palestina, è stato ufficialmente avviato con un kickoff meeting svoltosi recentemente ad Amman. Durante l’incontro inaugurale, rappresentanti accademici e istituzionali di Palestina, Giordania, Italia e Spagna hanno delineato le linee guida del progetto, che prevede la collaborazione tra università, ministeri dell’istruzione e organismi di accreditamento. L’obiettivo è quello di facilitare l’adozione degli standard del Processo di Bologna, ottimizzando la qualità della formazione universitaria e favorendo una maggiore mobilità internazionale per studenti e docenti. Un tema centrale del meeting è stato il difficile contesto in cui operano le università palestinesi, aggravato dal conflitto in corso. Il ministro dell’Istruzione palestinese, Amjad Barham, ha sottolineato l’urgenza di sostenere il settore accademico, con particolare attenzione all’impatto devastante che la crisi sta avendo sulle università di Gaza.

Per l’Università di Pisa, hanno preso parte all’incontro le referenti scientifiche del progetto, Maria Franzini e Lara Tavoschi, docenti del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Il loro contributo sarà cruciale per l’elaborazione di strategie volte a rafforzare la sostenibilità della ricerca scientifica e la cooperazione tra le istituzioni coinvolte, in un percorso che punta a costruire un sistema universitario più solido e riconosciuto a livello internazionale.

“Tali iniziative – sottolinea Maria Franzini – svolgono un ruolo cruciale nel sostenere l'istruzione e supportare il futuro degli studenti. I leader universitari e i funzionari dell'accreditamento hanno sottolineato l'importanza di modernizzare i programmi di studio, rafforzare le partnership tra università e industria e allineare l'istruzione universitaria alle esigenze del mercato del lavoro”. “Questo progetto segna un passo trasformativo verso il miglioramento dell'istruzione superiore in Palestina e Giordania, garantendo che i laureati siano ben attrezzati per poter cogliere le opportunità lavorative e di ricerca sia a livello regionale che globale”, aggiunge Lara Tavoschi”.

Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali e supervisore delle attività progettuali, ha così commentato la partecipazione al progetto: “Di fronte alle sfide della società contemporanea, l’Università di Pisa è da anni impegnata a generare e diffondere conoscenza e a contribuire, anche tramite i finanziamenti Erasmus+, allo sviluppo e alla modernizzazione del settore dell’istruzione superiore in varie parti del mondo. La partecipazione a BASE ci dà dunque la possibilità, da una parte, di sostenere gli istituti di istruzione superiore partner nel soddisfare gli standard internazionali, dando anche al personale universitario la possibilità di gestire e attuare efficacemente i cambiamenti, ma soprattutto dimostra concretamente l’impegno di Ateneo per l’attuazione dei principi della pace, della sostenibilità e della responsabilità sociale, come recentemente ratificato nello Statuto. Già la scorsa primavera, infatti, in una seduta congiunta di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione era stato approvato un documento in cui si indicava che l’Ateneo avrebbe promosso lo sviluppo di collaborazioni con istituzioni universitarie palestinesi e questo progetto ci dà l’occasione per attuare questo obiettivo”.

Redazione Web

Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Anthony L. Johnson, docente di Letteratura inglese all’Università di Pisa

3 settimane 4 giorni ago

Domenica 16 febbraio è venuto a mancare il professor Anthony Leonard Johnson, a lungo ordinario di Letteratura inglese all’Università di Pisa. Nato a Londra nel 1939, dopo un periodo all’Università di Firenze, si è trasferito nell’Ateneo pisano nel 1983, dove ha assunto la cattedra di Lingua e Letteratura inglese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. È stato vicedirettore del Dipartimento di Anglistica dal 2003 al 2006. Era in pensione dal 2010.

Qui di seguito pubblichiamo un ricordo del professore a firma dei colleghi del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica.

*****

Domenica 16 febbraio ci ha lasciati Anthony Leonard Johnson, già professore ordinario di Letteratura inglese all'Università di Pisa. Stimato collega, brillante studioso, docente amato dai suoi allievi, ha consacrato la vita allo studio delle lettere indagando, con passione e ineguagliabile sottigliezza analitica, le intricate trame fonosimboliche, anagrammatiche e semiologiche della parola poetica in ambito anglofono.

Tra i suoi numerosi studi, caratterizzati da una sempre cristallina visione analitica e un rigore metodologico senza pari, spiccano le opere su Yeats (The Verbal Art of W.B.Yeats; i commenti alle edizioni delle opere yeatsiane tradotte da Marianni; il titanico lavoro fatto per i Meridiani, con Boitani e Marianni), e i saggi su Eliot (Sign and Structure in the Poetry of Eliot; Rhapsody: tre studi su una lirica di T.S. Eliot, con Pagnini e Serpieri, e molti altri).

Oltre a Shakespeare, ha indagato l’opera poetica di Keats, curando anche il volume per il bicentenario, insieme a Christensen (The Challenge of Keats: Bicentenary Essays, 1795-1995), e una splendida collettanea sull’esilio romantico di Shelley e Byron a Pisa (Paradise of Exiles. Shelley and Byron in Pisa), in collaborazione con l’altrettanto amato e compianto Mario Curreli.

Non tutti ricordano che Anthony L. Johnson è stato anche un giovane poeta di vibrante sensibilità. Tra le sue raccolte in versi, spicca Marigolds, Stilts, Solitudes: selected poems, 1956-1984, un insieme di liriche nelle quali l’attenzione al suono della parola, resa memorabile dalla ritmica del verso, è intessuta di immagini e simboli di vitalistica bellezza ed eterna sapienza archetipica, a riprova di quanto la grande competenza del saggista adulto sia sempre andata di pari passo con la raffinata eleganza del poeta.

Il Direttore e i colleghi del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, gli amici e allievi tutti lo salutano con affetto e gratitudine.  

Once out of nature I shall never take
My bodily form from any natural thing,
But such a form as Grecian goldsmiths make
Of hammered gold and gold enamelling

(Sailing to Byzantium, di William B. Yeats).

Il commiato è previsto martedì 18, alle ore 15, presso la Pubblica Assistenza di via Bargagna.

Redazione Web

Concluse le indagini geofisiche nell’area archeologica di Khor Rori in Oman

1 mese ago

Si è recentemente conclusa la missione scientifica del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa nel Sultanato dell’Oman, con i professori Adriano Ribolini ed Eusebio Stucchi che hanno condotto indagini geofisiche nel sito archeologico di Khor Rori, nella regione del Dhofar (Oman meridionale), patrimonio UNESCO dal 1998. In quell’area è attivo il DHOMIAP Project, che ha l’obiettivo di indagare il palinsesto uomo-ambiente nell’area del Dhofar, con l’intento di ricostruire le dinamiche insediative, la distribuzione spaziale e le relazioni che intercorsero fra gli abitanti dell’area durante l’epoca preislamica.

“Con il DHOMIAP Project prosegue la lunga tradizione di studi archeologici dell’Università di Pisa in quest’area dell’Oman – commenta Silvia Lischi, archeologa responsabile del progetto, che ha conseguito il dottorato nell’Ateneo di Pisa ed è attualmente post-doc alla Sorbona di Parigi – Queste indagini mirano a individuare strutture sepolte risalenti alla prima fase di insediamento dei Sudarabici nell’area di Khor Rori, antecedente alla fase di massima espansione della città costiera di Sumhuram (Tarda Età del Ferro) e contemporanea all’uso intensivo dell’area da parte della popolazione autoctona nota come Dhofar Coastal Culture”.

“Per le nostre indagini, sono stati utilizzati un Ground-Penetrating Radar e un Magnetometro differenziale (Gradiometro) con cui abbiamo esplorato i primi metri di sottosuperficie, alla ricerca di resti di potenziale interesse archeologico e in particolare strutture murarie compatibili con un insediamento stabile”, spiega Adriano Ribolini. “I dati raccolti sono attualmente in fase di elaborazione presso il Laboratorio Georadar e il Laboratorio di Geofisica del Dipartimento di Scienze della Terra” – aggiunge il professor Eusebio Stucchi. "Le prime immagini radar (mappe di ampiezza di riflessione) rivelano l'esistenza di figure geometriche coerenti con strutture murarie di spessori pluri-decimetrici", conclude Adriano Ribolini.

I risultati della missione potrebbero fornire nuove chiavi di lettura sui rapporti tra la popolazione costiera autoctona del Dhofar, insediata sul promontorio di Inqitat, e quella esogena proveniente dal Regno Sudarabico dello Hadramawt, stanziata a Sumhuram.

Redazione Web

L’evoluzione dell’alta formazione in un volume curato dal Consorzio Quinn

1 mese ago

Il Consorzio Quinn celebra oltre 35 anni di impegno nella formazione avanzata con “L’Evoluzione dell’Alta Formazione”, una pubblicazione che ripercorre le trasformazioni del settore e ne racconta il ruolo strategico nel favorire il cambiamento e l’innovazione. Curato da Giacomo Petrini, responsabile Alta Formazione, Ricerca e Sistemi di Gestione del Consorzio Quinn, il volume raccoglie il contributo di esperti e professionisti che hanno vissuto in prima linea l’evoluzione dell’alta formazione come leva strategica per la crescita delle persone e delle organizzazioni.

“Fare accadere il cambiamento è ciò per cui lavoriamo, studiamo, progettiamo e ci confrontiamo ogni giorno in Consorzio – sottolinea Ilaria Campana, direttrice del Consorzio Quinn – Una missione che trova nell'Alta Formazione non solo un grande alleato ma una vera e propria condizione abilitante. Questa pubblicazione attinge a piene mani da una storia di Alta Formazione del Consorzio lunga 35 anni e rappresenta il racconto vivo di centinaia di progetti di cambiamento "in campo". Grazie a Giacomo Petrini per aver saputo raccontare questa esperienza, a tutti coloro che hanno messo a disposizione i loro preziosi contributi e un grazie speciale al nostro Roberto Mirandola”

La pubblicazione è strutturata in tre sezioni, ciascuna dedicata a temi centrali che hanno plasmato il panorama formativo negli ultimi trent’anni: “Evoluzione dell’Alta Formazione”, in cui si fa un’analisi dell’esperienza trentennale del Consorzio Quinn, dalla sua fondazione nel 1989 sotto la guida del Prof. Roberto Mirandola, fino ad oggi. Roberto Mirandola, Giacomo Petrini, Roberta Giunta e Alessia Sebastiano riflettono sull’evoluzione dei percorsi master, evidenziandone il valore e la capacità di adattarsi ai cambiamenti.

Si prosegue con uno sguardo su esperienze di formazione settoriale altamente specializzate. Mara D’Amico e Silvia Ubaldini (ISPRA) raccontano l’esperienza ventennale delle Scuole EMAS, nate per formare esperti nella gestione ambientale, mentre Gianvito D’Aprile e Massimo Giacomelli (Lattanzio KIBS) analizzano il ruolo dell’e-learning nella Pubblica Amministrazione. Completano la sezione Enzo Di Giulio ed Elisabetta Pisatti (Eni Corporate University), che esplorano il legame tra formazione, transizione energetica e sostenibilità.

La sezione “Formazione al Cambiamento” approfondisce la formazione come leva per la gestione del cambiamento. Marco Bernardini e Ilaria Campana (Consorzio Quinn) illustrano l’importanza di formare figure chiave per affrontare le trasformazioni tecnologiche e organizzative, mentre Giacomo Petrini e Gianpiero Negri presentano Innovation Way, una suite di laboratori pensata per l’innovazione nelle PMI. Gianpiero Negri riflette inoltre sulla formazione all’imprenditorialità, basandosi su esperienze con studenti e startup.

L’ultima sezione “Formazione e Tecnologia” esamina il rapporto tra alta formazione e innovazione tecnologica. Luca Santoni (Regione Toscana) presenta l’esperienza di TRIO, la piattaforma di e-learning della Regione Toscana, mentre Niccolò Viale approfondisce l’impatto della gamification nei percorsi formativi. Anna Monreale e Daniela Rotelli dell’Università di Pisa chiudono la sezione con un’analisi sull’uso dell’Intelligenza Artificiale in ambito educativo, evidenziandone opportunità, limiti e implicazioni etiche.

Più di un’opera di approfondimento, la pubblicazione è un racconto corale che, attraverso la voce degli autori, offre una prospettiva concreta su come la formazione abbia accompagnato e abilitato il cambiamento in diversi contesti. "La lettura di questo testo ci sprona e dà gli stimoli ad andare avanti a migliorare la capacità di trasformazione, di “fare accadere” che ha l’alta formazione," afferma Giacomo Petrini, curatore della pubblicazione.

L’Evoluzione dell’Alta Formazione” è disponibile gratuitamente sul sito www.consorzioquinn.it.

(Fonte Ufficio Stampa Consorzio Quinn).

Redazione Web

Censita per la prima volta la flora del Comune di Pisa, in totale sono presenti 1404 specie di cui 112 aliene

1 mese ago

La città di Pisa rappresenta un po' la culla della Botanica moderna: nel 1543, durante il Rinascimento, proprio all’Università venne fondato il primo Orto Botanico accademico al mondo. Ma nonostante questa illustre storia, ancora oggi mancava un elenco completo di tutte le specie e sottospecie di piante vascolari (felci, conifere, piante a fiore) che crescono spontaneamente nel Comune di Pisa.

A colmare questa lacuna è stato un gruppo di botanici dell’Università di Pisa, Lorenzo Peruzzi, Gianni Bedini e Jacopo Franzoni del Dipartimento di Biologia e Iduna Arduini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali a cui si è aggiunto Brunello Pierini, studioso appassionato della materia. Il risultato è stata una ricerca appena pubblicata sulla rivista internazionale Plants che ha censito nel Comune di Pisa un totale di 1404 tra specie e sottospecie, di cui 112 aliene.

Symphytum tanaicense, fotografato presso Coltano

"Nonostante la marcata urbanizzazione dell'area, abbiamo documentato una importante ricchezza floristica, con il 33% di specie native in più rispetto all'atteso - afferma Lorenzo Peruzzi, professore ordinario di Botanica sistematica - ma purtroppo, anche le specie aliene sono molto rappresentate, con il 34,9% in più rispetto alle aspettavive".

Dal punto di vista conservazionistico, l’inventario comprende alcune piante a rischio di scomparsa che in gran parte sono state trovate nell'area protetta del Parco Naturale Regionale di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli. In particolare, sono quattro le specie vulnerabili (Butomus umbellatus , Leucojum aestivum subsp. aestivum , Ranunculus ophioglossifolius, Thelypteris palustris), nove quelle minacciate (Anacamptis palustris, Baldellia ranunculoides, Cardamine apennina, Centaurea aplolepa subsp. subciliata, Hottonia palustris, Hydrocotyle vulgaris, Sagittaria sagittifolia, Solidago virgaurea subsp. litoralis , Triglochin barrelieri) e una gravemente minacciata (Symphytum tanaicense).

 

Convolvulus soldanella, fotografata presso Calambrone

"Il problema delle invasioni biologiche è molto rilevante nel Comune di Pisa - commenta Iduna Arduini, professoressa associata di Botanica ambientale e applicata - Tra le 45 aliene invasive documentate nello studio, ve ne sono 4 di rilevanza unionale, piante cioè i cui effetti negativi sono talmente rilevanti da richiedere un intervento coordinato e uniforme a livello di Unione Europea, e una, Salpichroa origanifolia, localmente molto invasiva".

"La fonte primaria dei dati floristici utilizzati è rappresentata da Wikiplantbase #Toscana," - continua Gianni Bedini, professore ordinario di Botanica sistematica - un database floristico liberamente accessibile da cui abbiamo potuto estrarre ben 12.002 segnalazioni, disponibili grazie allo sforzo di numerosi e attivi collaboratori, ben esemplificando il ruolo cruciale giocato anche dalla cosiddetta Citizen Science nell'accumulare importanti informazioni di tipo floristico".

"Questo lavoro, oltre a fare il punto sulle conoscenze floristiche della città, fornirà anche i dati di base per il progetto IDEM FLOS, finanziato nell'ambito di un bando a cascata del National Biodiversity Future Center, con l'Università di Trieste come partner capofila - conclude Jacopo Franzoni, assegnista in Botanica sistematica - consentendoci di costruire uno strumento per l'identificazione di tutte queste specie, che sarà reso liberamente accessibile entro il 2025 e potrà essere usato per diffondere le conoscenze della flora locale alla popolazione".

 

Redazione Web

Il telescopio KM3NET rivela il neutrino più energetico mai osservato

1 mese ago

Uno straordinario evento, compatibile con un neutrino dell’energia stimata di circa 220 PeV (220 x 1015 elettronvolt o 220 milioni di miliardi di elettronvolt), è stato rivelato il 13 febbraio 2023 dal rivelatore ARCA del telescopio sottomarino per neutrini KM3NeT. Questo evento, denominato KM3-230213A, è il neutrino più energetico mai osservato e fornisce la prima prova che nell’universo vengono prodotti neutrini di energie così elevate.

Dopo un lungo e accurato lavoro di analisi e interpretazione dei dati sperimentali, la Collaborazione scientifica internazionale KM3NeT riporta i dettagli di questa fantastica scoperta in un articolo pubblicato su Nature, e nel corso di un evento trasmesso in diretta dalle sedi dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, tra i fondatori e principali contributori del progetto, a Roma, del CNRS Centre National de la Recherche Scientifique a Parigi e di Nikhef National Institute for Subatomic Physics ad Amsterdam. 

L’esperimento ha visto anche un contributo particolare dell’Università di Pisa, con il professor Simone Marinai del Dipartimento di Giurisprudenza e della professoressa Claudia Cinelli del Dipartimento di Scienze Politiche, che si sono occupati dello studio delle problematiche giuridiche in materia di diritto internazionale del mare, essenziali per l’installazione e la protezione del telescopio.

Anche la Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha rilasciato a commento dell’importante risultato: "È entusiasmante vedere come il progetto KM3NeT ci stia offrendo oggi uno sguardo nuovo sull'universo. È un eccezionale passo avanti nella conoscenza, una scoperta che apre a straordinarie prospettive scientifiche. Un successo che conferma ancora una volta la qualità della nostra comunità scientifica e l'importanza degli investimenti che stiamo facendo come Ministero nelle infrastrutture di ricerca. Siamo sulla strada giusta, quella del progresso della scienza con il rafforzamento delle collaborazioni scientifiche internazionali. E l'Italia c'è, l'Italia ha un ruolo da protagonista”.

Leggi la notizia completa sul sito dell’INFN.

Redazione Web

Consegnato a Ingegneria il premio di studio alla memoria di Daniele Tampucci

1 mese ago

Il 7 febbraio 2025, presso l’Aula Magna “U. Dini” della Scuola di Ingegneria, è stato consegnato il premio di laurea intitolato alla memoria dell’ing. Daniele Tampucci, riservato ai laureati magistrali in Ingegneria Meccanica o Aerospaziale dell’Università di Pisa con titolo conseguito tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024, con una tesi svolta presso Nuovo Pignone su tematiche legate a progettazione e Costruzione di macchine a fluido.

Ad aggiudicarsi il premio è stato Matteo Conforti, originario di San Gimignano (SI), laureato in Ingegneria meccanica e autore della tesi “Studio di modelli costitutivi per l’analisi strutturale di componenti operanti ad alta temperatura” discussa con i professori Leonardo Bertini, Bernardo Disma Monelli e l’ing. Federico Bucciarelli di Baker Hughes.


Matteo Conforti riceve le congratulazioni dell’Ing. Luca Giacomelli, di Baker Hughes. A destra il professor Leonardo Bertini.

Il premio di laurea alla memoria di Tampucci, giunto oggi alla seconda edizione, è stato istituito dall’azienda Baker Hughes Nuovo Pignone in collaborazione con l’Università di Pisa e d’intesa con la famiglia. Daniele Tampucci si era laureato nel 1999 presso l’Ateneo di Pisa, svolgendo poi la sua attività professionale all’interno degli uffici responsabili della progettazione di turbine a vapore del Nuovo Pignone.

Alla cerimonia hanno assistito la madre e la sorella, rappresentanti del Nuovo Pignone e numerosi docenti e studenti e, dopo una breve prolusione di saluto del professor Gabriele Pannocchia, presidente della Scuola di Ingegneria, l’Ing. Luca Giacomelli, collega di lavoro di Daniele Tampucci, ne ha ricordato la figura.

La consegna del premio. Da sinistra: il professor Gabriele Pannocchia, la professoressa Maria Vittoria Salvetti, membro commissione giudicatrice, la madre di Daniele Tampucci, il vincitore Matteo Conforti, il professor Leonardo Bertini.

Il professor Leonardo Bertini, membro della commissione giudicatrice, ha quindi letto la motivazione relativa all’attribuzione del premio a Matteo Conforti, sottolineando in particolare che la sua tesi ha consentito di “migliorare le capacità predittive della vita di componenti di turbomacchine soggetti sia a ciclaggio termico che a esposizione a temperature elevate, contribuendo agli obbiettivi aziendali riconducibili a tematiche di “energy transition”.

Il premio che è stato quindi consegnato al vincitore dalla madre dell’Ing. Tampucci.

Redazione Web
Checked
41 minuti 43 secondi ago
Iscriviti a Feed UniPi News