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Arriva la prima membrana bio-ispirata che rende potabile le acque contaminate da arsenico

1 giorno 11 ore ago

Per la prima volta sarà possibile rendere potabile l’acqua contaminata da arsenico grazie ad una innovativa membrana. La notizia arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Water (della collana Nature Portfolio) e realizzata dall’ateneo pisano in collaborazione con l’Università della Calabria e l’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR.

La chiave di tutto è in un “monomero”, cioè una molecola che può essere incorporata in un polimero, che è stato sintetizzato nel gruppo “Liquidi Ionici” del Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo pisano formato dai professori Christian Silvio Pomelli e Lorenzo Guazzelli. In particolare, la struttura del monomero è stata ispirata dal modo in cui l’arsenico interagisce con le proteine negli esseri viventi.

“Abbiamo incorporato il monomero all’interno di una membrana polimerica con cui sono stati realizzati i filtri che, a livello di laboratorio, si presentano come dei dischetti porosi attraverso i quali viene filtrata l’acqua – dice Lorenzo Guazzelli - Rispetto ad ogni altro sistema esistente, questa particolare membrana è in grado di rimuovere selettivamente l’arsenico senza privare l’acqua di altri sali fondamentali. L’acqua così filtrata non viene demineralizzata e diventa quindi potabile e direttamente adatta per il consumo umano”.

Da sinistra, Christian Silvio Pomelli e Lorenzo Guazzelli



L’arsenico è uno degli elementi più tossici presenti in natura ed è stato classificato cancerogeno di classe 1 dall’OMS, che ne ha anche stabilito il limite massimo accettabile nelle acque potabili in 10 microgrammi per litro (μg/L). La contaminazione di fiumi e laghi può dipendere dall’inquinamento o avere cause naturali, specie nelle aree vulcaniche dove le acque passano su rocce che rilasciano questo elemento chimico. I bacini del Gange e del Brahmaputra in India sono fra le regioni più vaste del pianeta interessate da questo problema. Ma l’acqua contaminata da arsenico è un problema anche in Italia e, per esempio, riguarda quasi un milione di persone fra Toscana e Lazio.

“Dal punto di vista chimico l’arsenico si presenta in diverse forme – dice Christian Silvio Pomelli - la membrana sviluppata nell’ambito del nostro studio si è dimostrata particolarmente efficace anche nei confronti dell’arsenico III o arsenito, che in generale è anche la forma più difficile da rimuovere e la più tossica”.

L’arsenico è uno dei dieci contaminanti con il maggior impatto ambientale secondo la World Health Organization. La disponibilità di acqua potabile di buona qualità è sempre di più un tema all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. La ricerca che ha portato alla realizzazione della membrana è iniziata nel 2017 ed è andata estendendosi negli anni anche per la necessità di coordinare i tanti ricercatori sparsi in diversi continenti. Per affrontare la questione a livello globale, la collaborazione è stata infatti estesa in campo internazionale arrivando ad assemblare un gruppo di lavoro di dimensione planetaria. Per l’Italia, oltre all’Università di Pisa, hanno collaborato il professore Bartolo Gabriele e la professoressa Raffaella Mancuso del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria, e il gruppo di ricerca di Alberto Figoli e Francesco Galiano dell’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR di Rende (CS).

L’articolo pubblicato su Nature Water è dedicato alla memoria della professoressa Cinzia Chiappe (1960-2019), fondatrice del gruppo “Liquidi Ionici” e figura importante nel campo della Green Chemistry in campo italiano ed internazionale.

 

Redazione Web

Lavorare nell’industria cartaria: al “Paper Day” studenti e laureati a colloquio con le aziende del settore

1 giorno 12 ore ago

Sono state 150 le candidature ai colloqui di lavoro per 49 posizioni aperte che giovani studenti, laureati e laureate dell’Università di Pisa hanno potuto effettuare con i rappresentanti di 11 aziende del settore cartario nel corso del “Paper Day”, la giornata organizzata dal Career Service di Ateneo nel Palazzo della Sapienza e nata dalla collaborazione con Confindustria Toscana Nord, l’associazione degli industriali di Lucca, Pistoia e Prato. All’iniziativa hanno partecipato oltre 90 giovani che nella mattinata, dopo i saluti della delegata del rettore per le attività di orientamento Laura Elisa Marcucci, hanno potuto assistere alle presentazioni delle aziende moderate da Marco Frosolini, presidente del corso di laurea magistrale in Tecnologia e produzione della carta e del cartone. 

Le industrie che hanno aderito all’iniziativa (Cartiere Carrara, Essity, Fosber, Gambini, Lucart, Sofidel, Toscotec, Valmet, Wepa Italia, Celli e Andritz) hanno potuto raccontare se stesse, la propria produzione e i fabbisogni occupazionali e, nel pomeriggio, presso gli stand aziendali, hanno potuto dialogare e svolgere i colloqui conoscitivi con studenti, laureate e laureati. 

“L'Università di Pisa, attraverso il Career Service, persegue costantemente l'obiettivo di creare rapporti sinergici con il mondo delle imprese e offrire alla comunità studentesca e a chi ha da poco conseguito il titolo nel nostro Ateneo concrete opportunità di orientamento e placement – ha commentato la professoressa Laura Elisa Marcucci – Il Paper Day rappresenta un tassello fondamentale di questo percorso. Mettere in contatto diretto i nostri giovani talenti con le eccellenze produttive del territorio in un settore strategico come l'industria cartaria significa fornire loro strumenti preziosi per costruire consapevolmente il proprio futuro professionale”.

“L’esperienza del corso di laurea magistrale in “Tecnologia e produzione della carta e del cartone”, tenuto in lingua inglese da professori e manager professionisti del settore, ci insegna quanto sia importante costruire sinergie tra l’università e il mondo delle aziende – ha aggiunto il professor Marco Frosolini – Chi consegue la laurea ha già contatti diretti con il mondo del lavoro e giornate di orientamento come quella di oggi servono a rafforzare ancora di più la collaborazione con quel settore. L’industria cartaria è un’industria moderna, che si evolve, che ha molta attenzione al sociale e alle questioni ambientali e che sa raccogliere le sfide delle tecnologie più avanzate. Per i nostri giovani è un settore che offre grandi opportunità”.


Da sinistra: Antonella Magliocchi, responsabile del Career Service di Ateneo, Laura Elisa Marcucci, delegata del rettore per le attività di orientamento, e Chiara Galletti, delegata del rettore per le relazioni industriali.

“All’Università di Pisa va il nostro ringraziamento per aver aperto ai giovani una finestra sul mondo della carta – ha commentato Tiziano Pieretti, vicepresidente Confindustria Toscana Nord e presidente della Sezione Carta e Cartotecnica – Abbiamo cercato di rispondere alle loro curiosità presentandoci, come imprese del distretto, per illustrare aspetti della nostra produzione che non sono mai abbastanza conosciuti, anche in termini di nuove professionalità necessarie al comparto, molte delle quali orientate alla sostenibilità e all'innovazione. Di sicuro, parlare con laureandi o giovani laureati è una preziosa opportunità che non si conclude con la giornata odierna, ma confidiamo possa proseguire ed ampliarsi diventando un attore costante".


Lo staff del Career Service di Ateneo.

La giornata si è chiusa con una tavola rotonda sul tema “Competenze, nuovi profili professionali e scenari di sviluppo. Confronto tra aziende, associazioni e università” a cui hanno partecipato, oltre a Marco Frosolini e Tiziano Pieretti, anche Chiara Galletti, delegata del rettore per le relazioni industriali, e Simone Giangrandi, responsabile Area Ricerca e Innovazione - Lucense - Distretto Tecnologico Cartario di Regione Toscana.

Redazione Web

Archeologia: le slitte da trebbiatura già in uso nel 6.500 a.C.

2 giorni 10 ore ago

In uso fino a pochi decenni fa per separare la paglia dal grano in moltissimi paesi Mediterranei, dalla Turchia fino alla Spagna, la slitta da trebbiatura avrebbe fatto la sua comparsa in Grecia già nel 6500 a.C. A dirlo è uno studio recente condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, guidato dall’Università di Pisa, che applicando metodi analitici avanzati alle industrie in selce, tra cui la microscopia confocale, sono stati in grado di tracciare l'adozione precoce di tale tecnologia e l'adattamento di quello che può essere considerato tra i primi macchinari agricoli in Europa.

La ricerca, svolta all’interno di vari progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea, dall’Italia e la Spagna e guidata dall'Università di Pisa, in collaborazione con il CSIC in Spagna e l'Università Aristotele di Salonicco, anticipa così i precedenti record di tale tecnologia in Europa di almeno 3.000 anni, fornendo nuove intuizioni sulle innovazioni tecnologiche delle società neolitiche.

"Da anni lavoriamo per ricostruire le vie e i meccanismi di diffusione dell'agricoltura dal Vicino Oriente al resto del Mediterraneo - spiega il professor Niccolò Mazzucco dell'Università di Pisa, ricercatore principale del lavoro - Scoprire i processi di innovazione tecnologica e come sono state introdotte nuove macchine è fondamentale per ricostruire i sistemi tecnologici del passato. L'uso della slitta da trebbiatura, anche nota con il termine romano tribulum, permette di aumentare notevolmente la quantità di grano lavorato e di accelerarne la lavorazione. In passato, si riteneva che questa innovazione fosse legata alla nascita dei primi stati, ma il nostro studio dimostra che il suo primo uso è assai più antico"

"Negli ultimi anni - aggiunge Mazzucco – sono emerse sempre maggiori evidenze che i primi animali domestici non fossero usati esclusivamente come fonte alimentare, ma anche come forza lavoro. E le slitte da trebbiatura rientrano proprio in un più ampio processo d’innovazione tecnologica che coinvolge l’uso degli animali in questo senso. L'analisi dettagliata dei ritrovamenti archeologici e l'uso di metodologie avanzate aggiungono, così, un capitolo cruciale alla storia dello sviluppo agricolo, e sottolineano come il Neolitico fu un periodo di significativo avanzamento tecnologico”.

“Tutto ciò - conclude il ricercatore - ci permette ora di inquadrare meglio le dinamiche di sviluppo delle prime società agricole europee, di comprendere come ebbe luogo la diffusione delle tecnologie agricole e di valutare il loro impatto sulla struttura sociale e sull'economia del tempo".

I risultati dello studio coordinato dall’Università di Pisa, presentati nell'ultimo numero della rivista Journal of Archaeological Science: Reports, dimostrano così che il settore agricolo fu terreno d’innovazione tecnologica sin dalla Preistoria e solleva questioni significative sulla trasmissione delle conoscenze tecnologiche tra le diverse regioni del Mediterraneo. Ciò che fino a qualche decennio fa era considerato un'innovazione tardiva, oggi si dimostra essere, infatti, una pratica esistente sin dalle prime fasi del Neolitico in Europa.

Redazione Web

Torna Converging Skills, l’evento che avvicina università e mondo produttivo: molte le novità

3 giorni 11 ore ago

Al via la seconda edizione di Converging Skills, l’evento dell’Università di Pisa lanciato un anno fa per proporre un dialogo sul ruolo dell’università come motore di sviluppo e della valorizzazione delle conoscenze come traino per l’economia e l’innovazione. Quest’anno si terrà il 21 e il 22 maggio al Polo delle Benedettine (in piazza San Paolo a Ripa d’Arno, 16 a Pisa). Molti gli ospiti e i relatori tra imprenditori, investitori e startupper. Grande attesa per il via ufficiale di Start Attractor così come per Start Pitch, la sfida per start-up che avranno pochi minuti per presentare le proprie proposte innovative.

“L’università di Pisa continua a investire sulla valorizzazione delle conoscenze per promuovere un ecosistema sostenibile per la crescita culturale, sociale ed economica”, spiega il rettore dell’ateneo pisano Riccardo Zucchi. Un modello che punta alla costruzione di un “sistema Pisa” con l’università al centro. “Ne trarrà beneficio tutta la comunità universitaria: gli studenti che avranno maggiori opportunità, e i docenti che avranno un supporto per le loro relazioni con le imprese”.

 

Il rettore dell'Unversità di Pisa, Riccardo Zucchi (al centro) durante l'apertura della prima edizione di Converging Skills. Con lui: il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone (a sinistra), e il prorettore alla valorizzazione delle conoscenze e suo impatto, Corrado Priami (a destra)

 

L’idea è di dotare l’ateneo pisano di una struttura esterna per favorire le attività di trasferimento tecnologico. “Guardiamo al contesto nazionale e internazionale - prosegue Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell’Università di Pisa - I paesi dell’Europa occidentale, e in particolare l’Italia, continuano a perdere colpi rispetto a Stati Uniti e Asia, perché innovano poco e di conseguenza hanno una bassa crescita della produttività e del PIL pro capite. Ma le imprese da sole non bastano: in questa fase storica le università devono ampliare il loro ruolo di supporto all’innovazione. Start Attractor è lo strumento che stiamo costruendo per rendere più efficace la collaborazione con il mondo delle imprese, del lavoro e degli investitori”. La sfida è di favorire il trasferimento delle competenze e dei risultati della ricerca scientifica dall’università alle aziende, per favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali e sostenere nell’innovazione quelle già presenti.

In occasione di Converging Skills saranno svelati i partner che si sono uniti all’Università di Pisa per far fiorire Start Attractor: la firma avverrà in un momento ufficiale il 21 maggio alle 12.30.

Start Attractor è diverso dagli altri incubatori di cui si stanno dotando le università. “Start Attractor è una comunità internazionale e inclusiva disegnata per attrarre capitali e talenti - spiega Corrado Priami, prorettore alla valorizzazione delle conoscenze e suo impatto dell’Università di Pisa – e segue modelli di successo già sperimentati in altri parti del mondo, adattati al nostro contesto locale e nazionale”. Start Attractor è stato lanciato nel 2023, ma, prosegue Priami, “quest’anno entriamo nel vivo delle attività selezionando con Start Pitch i vincitori che per primi fruiranno dei suoi servizi. È un momento importante: come in tutte le comunità, si cresce insieme interagendo costruttivamente”.

Ed ecco dunque Start Pitch Pisa: un premio per il miglior progetto di ricerca valorizzabile mediante un’idea di business e per la start-up con il miglior potenziale.

In meno di un mese di apertura del bando, sono state ricevute 32 candidature di altissimo livello provenienti da Pisa, Roma, Milano, Bari, Bologna, Viterbo, Torino… su temi di Med-tech, Digital Health, Deep-Tech, Pharma-tech, Agri-tech. Per la fase finale ne sono state selezionate dodici. E durante Coverging Skills i dodici finalisti avranno cinque minuti per esporre la propria idea, seguiti da cinque minuti di domande e risposte. Al termine della sfida una giuria sceglierà i migliori nelle due categorie: per loro il premio consisterà in servizi di accompagnamento e networking forniti da Start Attractor per un valore rispettivamente di 5000 euro e di 7000 euro.

 

Start Pitch Pisa si terrà il 22 maggio tra le 11.00 e le 13.00 ed è, come tutto il convegno, aperto al pubblico.

Redazione Web

Nota dell'Ateneo sull'occupazione del gruppo "Studentə per la Palestina"

4 giorni 7 ore ago

L’Università di Pisa condivide la preoccupazione per la tragica evoluzione della situazione a Rafah e in generale nella Striscia di Gaza, e unisce ancora una volta la propria a tutte le voci che chiedono l’immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il libero accesso agli aiuti umanitari, auspicando una soluzione definitiva che, nel rispetto del diritto internazionale, garantisca la pacifica convivenza di tutti i popoli della regione.

Ricorda che le istanze presentate in questi giorni dal gruppo "Studentə per la Palestina" sono state ampiamente discusse dal Senato Accademico nella seduta tenutasi il 14 marzo scorso in presenza di delegazioni di tutti i gruppi che avevano proposto mozioni su questi temi, e specifiche iniziative sono state ulteriormente sviluppate nella riunione del Senato Accademico che si è tenuta lo scorso venerdì 10 maggio.

In sintesi:

  1. Ci siamo impegnati a promuovere lo sviluppo di collaborazioni con istituzioni scolastiche e universitarie palestinesi, la cui difficile sopravvivenza è ulteriormente messa a rischio dai recenti tragici eventi. Il 10 maggio è stato approvato un bando sul modello dei bandi Unicore, riservato a studenti palestinesi, finanziato con un fondo ad hoc costituito dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 24 aprile scorso.
  1. Abbiamo avviato un’analisi del significato storico e concettuale delle diverse definizioni di antisemitismo (IHRA e JDA) dopo esserci confrontati con esperti accademici e autorevoli esponenti delle comunità interessate. Il Senato Accademico condivide le definizioni generali (core definitions) di antisemitismo formulate da IHRA e anche da JDA, che appaiono sostanzialmente compatibili fra loro e con la definizione usata comunemente nella lingua italiana, chiarisce che le liste di esempi inclusi nelle definizioni IHRA e JDA hanno un valore orientativo piuttosto che definitorio e normativo, e ribadisce che critiche specifiche e documentate ad atti del Governo di Israele non costituiscono di per sé manifestazioni di antisemitismo, né di mancanza di rispetto alla comunità ebraica.
  1. Abbiamo deliberato di non aderire a iniziative di boicottaggio, che appaiono in contrasto con la missione dell’università di promuovere il dialogo e di aprire ponti fra culture diverse. Ci siamo inoltre impegnati a gestire gli accordi con università di altri paesi con la massima trasparenza.
  1. Nel solco dell’art. 11 della Costituzione, abbiamo ribadito il rifiuto della guerra come strumento per risolvere le controversie fra i popoli, e più in generale il ricorso alla violenza in tutte le sue forme. Confermiamo pertanto la scelta politica di non partecipare in alcun modo a ricerche o progetti direttamente rivolti allo sviluppo o al perfezionamento di sistemi di arma. Facciamo altresì rilevare che moltissime tecnologie possono essere designate come dual use, e pertanto il criterio del dual use non può essere motivo di proscrizione. Riteniamo quindi che le collaborazioni debbano essere esaminate nel merito caso per caso, ispirandosi all’analisi del loro contesto specifico, con particolare attenzione alle industrie che includono fra le loro attività lo sviluppo di sistemi bellici. Segnaliamo comunque che gli accordi in vigore con Università israeliane non concernono temi militari e neppure tecnologie dual use, e che l’Università di Pisa non ha partecipato all’ultimo bando MAECI Italia-Israele.

In conclusione, l’Università di Pisa conferma l’apertura a discussioni, manifestazioni e confronti che diano spazio a tutte le opinioni in un dibattito libero e pacifico, che rifugga da ogni forma di violenza e di disumanizzazione dell’altro. Ribadisce che studenti e studentesse di origine israeliana, ebraica, palestinese e di ogni altra etnia o religione sono parte a pieno titolo della comunità universitaria pisana e si impegna a promuovere iniziative volte a creare un ambiente in cui ciascuno si possa sentire al sicuro e si identifichi un terreno condiviso di rispetto dei diritti e dei valori umani fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita, unico possibile punto di partenza per ogni tentativo di ricomposizione.

Redazione Web

Maratona di Curtatone e Montanara: ottima prova del pacifico "Battaglione UniPi" alla sua prima partecipazione

4 giorni 9 ore ago

Buona la prima per il pacifico "Battaglione UniPi", al suo debutto alla maratona della battaglia di Curtatone e Montanara che si è corsa domenica 12 maggio. Terzo posto nella 21 km per Domitilla D'Andrea (1h52’09) e per Elisa Gabrielli nella 10 km (46’02), entrambe del CUS Pisa, categoria assolute donne. Al via anche Eljo Kamberaj (CUS Pisa) - arrivato 13° nella mezza maratona categoria Seniores. Oltre ai tre studenti del CUS, ha preso parte al Battaglione UniPi anche il sei volte campione del mondo Angelo Squadrone - classe 1929 e Presidente Onorario del Club Supermarathon d’Italia - che ha partecipato alla 10 km.

Riservato ai membri della comunità dell’Università di Pisa e voluto dal Club Supermarathon d’Italia – che organizza la manifestazione – il Battaglione è stato un modo inedito per onorare il coraggioso ruolo che gli studenti universitari pisani ebbero nella storica battaglia del 1848 la cui celebrazione ufficiale si terrà il 27 maggio prossimo.

 

Al centro: Domitilla D'Andrea, Eljo Kamberaj e Elisa Gabrielli del CUS Pisa che hanno preso parte alla 2° Maratona della Battaglia di Curtatone e Montanara con le insegne del pacifico "Battaglione UniPi"

 

“Faccio i miei più sentiti complimenti ai nostri atleti per la prestazione e per l’entusiasmo con cui hanno aderito a questa iniziativa che spero possa ripetersi negli anni – ha commentato Marco Macchia, delegato del rettore dell’Università di Pisa per i rapporti col territorio –  La partecipazione di quest’anno del nostro Battaglione è stata, peraltro, frutto di una grande collaborazione con il Club Supermarathon d’Italia, il CUS e il Centro Ricreativo Dipendenti Universitari (CRDU) che merita di essere sottolineata e per la quale ringrazio i rispettivi presidenti: Paolo Francesco Gino, Stefano Pagliara e Federico Soldani.  Ma un ringraziamento particolare va anche a Sergio Costanzo, vice presidente della 1063AD ssd per aver creato il contatto con Club Supermarathon d’Italia che ha resto tutto ciò possibile”.

"Grazie a tutte e tutti coloro che hanno reso possibile questa bella esperienza per la nostra comunità – ha commentato Enza Pellecchia, prorettrice per la coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio - Lo sport è strumento prezioso per creare connessioni, coltivare spirito di squadra, praticare valori di solidarietà e lealtà nella competizione. E le maratone, in particolare, richiedono capacità di stare per un tempo lungo nello sforzo, sapendo dosare le energie, impegnando la mente non meno che il corpo: un esercizio straordinariamente educativo alle sfide della vita, come accade anche per altri sport".

 

Elisa Gabrielli e Domitilla D'Andrea del CUS Pisa

 

Oltre 600 gli atleti che hanno preso parte alla seconda edizione della maratona della battaglia di Curtatone e Montanara sfidando il caldo torrido della seconda domenica di maggio nelle pianure dove il 29 maggio 1848, guidati da Ottaviano Fabrizio Mossotti, docente di Fisica matematica e Meccanica celeste dell’Università di Pisa, 384 studenti Pisani e 30 docenti dell’Ateneo pisano accorsero in appoggio alle truppe piemontesi impegnate contro l’esercito austriaco.

Redazione Web

"Smart Pebbles" o "Ciottoli smart" con trasmittenti per salvare la Proménade des Anglais a Nizza

4 giorni 10 ore ago

“Smart Pebbles” o “Ciottoli smart” dotati di trasmittente per contrastare l’erosione delle spiagge e programmare efficaci interventi di salvaguardia. L’innovativo sistema è stato messo a punto dai professori Duccio Bertoni e Giovanni Sarti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa in collaborazione con Alessandro Pozzebon del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova. Negli ultimi 15 anni gli “smart pebbles” sono stati sperimentati in diverse località europee da Marina di Pisa sino alla Proménade des Anglais a Nizza.
“Si tratta di ciottoli al cui interno è inserita una trasmittente in modo da renderli rintracciabili a distanza di tempo grazie all’utilizzo di un’apposita antenna - spiega Bertoni - questo ci consente di mappare gli spostamenti della massa di ghiaia e di intervenire nel modo migliore”.

Il gruppo di lavoro pisano è stato chiamato a Nizza da Rémi Dumasdelage e Julien Larraun, gli ingegneri costieri responsabili della gestione del litorale della Municipalità di Nizza (Francia). A causa della ripida pendenza dei fondali, la spiaggia ghiaiosa della Proménade des Anglais ha infatti da sempre sofferto di un’intensa perdita di sedimenti, ma fin tanto che gli apporti del Fiume Var riusciva a bilanciarla, la spiaggia riusciva a mantenere l’equilibrio. Tuttavia, a seguito di interventi invasivi sul territorio da parte dell’uomo (ad esempio la costruzione dell’aeroporto di Nizza), il bilancio sedimentario è gradualmente diventato negativo. I ripascimenti artificiali sono stati l’unica misura realmente efficace per mitigare la perdita: tra il 1969 e il 2015 sono stati riversati circa 600.000 m3 di sedimento, con costi enormi sostenuti dalla Municipalità, senza contare l’impatto ambientale.


Gli esperti del dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano sono stati chiamati proprio per ottimizzare questi interventi. L’esperimento nella zona della Plage Fabron è durato complessivamente 48 ore e ha permesso di individuare alcune tendenze per quanto riguarda il trasporto di ciottoli in condizioni di lieve moto ondoso.

“Il movimento non è esclusivamente diretto verso il largo ma i sedimenti vengono trasportati lungo la riva definendo cicli di distruzione e ricostruzione – racconta Bertoni – indipendentemente dalla massa, che non ha influenza è poi fondamentale la forma dei ciottoli, quelli sferici escono infatti più rapidamente dal sistema spiaggia rispetto a quelli discoidali, semplicemente perché la gravità, unita ai moti delle onde, ne favorisce il rotolamento in profondità”.

Sulla base dei risultati evidenziati, pubblicati in aprile sulla rivista Ocean & Coastal Management, i manager costieri della Municipalità di Nizza hanno quindi pianificato i futuri ripascimenti favorendo l’utilizzo di ciottoli discoidali rispetto a quelli sferici. A fronte di un lieve aumento dei costi legati alla selezione del materiale corretto, il risparmio in termini di manutenzione ed integrazioni future è stato comunque valutato vantaggioso.
“Ma il contatto con la Municipalità di Nizza non finisce qui – conclude Sarti - e sono già allo studio ulteriori esperimenti volti a definire le caratteristiche di trasporto sedimentario su periodi più lunghi e su fasce più ampie del litorale”.

Redazione Web

Notte Europea dei Musei: appuntamento nei musei del Sistema Museale di Ateneo

5 giorni 11 ore ago

Sabato 18 maggio 2024 torna il consueto appuntamento con la Notte Europea dei Musei. La manifestazione nasce con il patrocinio del Consiglio d’Europa, di UNESCO e di ICOM per valorizzare l’identità culturale europea e coinvolge i musei di tutta Europa.

Anche quest’anno il Sistema Museale di Ateneo aderisce all’iniziativa aprendo le porte dei suoi musei durante le ore serali per coinvolgere il pubblico in maniera alternativa attraverso iniziative volte a far conoscere a grandi e piccini le collezioni storiche, artistiche, scientifiche e naturalistiche dell’Ateneo pisano nella soffusa atmosfera notturna dei suoi ambienti, in modo da ammirare i manufatti artistici e gli esemplari botanici sotto una luce diversa dal solito.

 

Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani”

Via San Frediano, 12 (primo piano) – Pisa

www.egitto.sma.unipi.it

18 maggio 2024

Notte al Museo: visita alle Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani”

Le Collezioni Egittologiche organizzano visite guidate notturne in tre turni per scoprire una delle più ricche collezioni di antichità egizie della Toscana. Si potranno così ammirare i manufatti artistici dell’Antico Egitto e comprenderne le loro peculiarità e la loro storia sotto la luce calda e soffusa delle ore serali che renderà magica l’esperienza al museo del visitatore.

Tre turni di visita, ore 21:00 – 21:45 – 22:15

Prenotazione obbligatoria entro il 17 maggio, ore 12:00 a: info.collezioni-egittologiche@sma.unipi.it

Non accessibile ai disabili

Orto e Museo Botanico

via L. Ghini, 13 / via Roma, 56 – Pisa

www.ortomuseobot.sma.unipi.it/

18 maggio 2024, ore 21:00

Nell’Orto di Notte

L’Orto e Museo Botanico organizza una visita speciale gratuita alle collezioni esposte al Museo Botanico durante la quale si parlerà di didattica della botanica e della sua evoluzione nei secoli. La visita proseguirà poi nelle serre, vere e proprie fonti inesauribili di spunti didattici, dove le specie conservate potranno essere ammirate nella insolita atmosfera notturna.

Visita guidata.

Prenotazione obbligatoria entro il 17 maggio, ore 13:00 a: educazione.ortomuseobot@sma.unipi.it

Accessibile ai disabili

 

Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium

Piazza San Paolo all’Orto, 20 – Pisa

www.gipsoteca.sma.unipi.it

18 maggio 2024, ore 19:00 – 23:00

Ingresso serale gratuito

La Gipsoteca di Arte Antica, in pieno centro storico, offre ai visitatori la possibilità di visitare le opere della Collezione di calchi in gesso alla luce soffusa delle ore serali nel suggestivo spazio museale della chiesa di San Paolo all’Orto.  

Non necessaria la prenotazione

Accessibile ai disabili (piano terra)

 

Ludoteca Scientifica – Museo degli Strumenti di Fisica

Via dei Macelli, 2/B – via Nicola Pisano, 25 – Pisa

www.msf.sma.unipi.it

18 maggio 2024, dalle ore 22:00

Osservazioni del cielo con il telescopio

Per gli appassionati di astronomia la Ludoteca Scientifica organizza una serie di osservazioni del cielo con il telescopio per ammirare le stelle, lontane anni luce da noi, e renderle così più vicine. 

Evento gratuito, non necessaria la prenotazione

 

Museo della Grafica

Palazzo Lanfranchi, Lungarno G. Galilei, 9 – Pisa

www.museodellagrafica.sma.unipi.it

18 maggio 2024, ore 19:00 – 22:00

Ingresso serale gratuito

Il Museo della Grafica offre la possibilità di visitare le mostre in corso, allestite nei suggestivi e storici ambienti di Palazzo Lanfranchi, nella soffusa atmosfera notturna. Dalle finestre dei piani espositivi, si potrà inoltre godere dell’affascinante veduta dei lungarni pisani nell’insolita cornice serale.

Mostre in corso: Opere dalle Collezioni “Rosa Fragrans”. Disegni e acquerelli botanici di Aurora Tazza

Accessibile ai disabili

Redazione Web

Tommaso Simoncini eletto presidente della Società internazionale di Endocrinologia ginecologica

1 settimana 1 giorno ago

Il professsore Tommaso Simoncini (foto), ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Pisa e direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia 1 dell’Aoup, è stato eletto presidente della Isge-International society of gynecological endocrinology all’apertura del 21º congresso mondiale di endocrinologia ginecologica in corso a Firenze dall'8 all'11 maggio.

La Isge, fondata nel 1986 da un gruppo di pionieri nel campo della ginecologia, è la più importante società scientifica mondiale dedicata allo studio e alla ricerca in endocrinologia ginecologica e riproduttiva. La società conta migliaia di membri distribuiti in tutto il mondo ed un comitato internazionale composto dai massimi esperti nel campo delle patologie funzionali e riproduttive femminili, dall’adolescenza alla menopausa.

Nel tempo la società è diventata la comunità scientifica di riferimento per i ricercatori e i clinici interessati a questa complessa e interdisciplinare area della medicina, organizzando eventi educazionali e scientifici che raggiungono ogni angolo del mondo ed un congresso biennale che raduna migliaia di ginecologi e di rappresentanti di società scientifiche regionali da tutti i continenti.

L'elezione di Simoncini a presidente è dunque il segno del riconoscimento del contributo di più di 30 anni di lavoro di ricerca che ha visto la scuola pisana protagonista nel mondo.

Redazione Web

Elezioni Europee 2024: arriva una app online per orientarsi al voto

1 settimana 1 giorno ago

Le Elezioni Europee del prossimo 8 e 9 giugno si avvicinano e per i cittadini ancora indecisi o disorientati sul voto arriva in aiuto una applicazione online sviluppata nell’ambito del progetto europeo EU&I, a cui partecipa il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa. I responsabili dell'unità di ricerca di Pisa sono i professori Eugenio Pizzimenti ed Enrico Calossi, del Dipartimento di Science Politiche, che hanno già curato in passato la costruzione di simili applicazioni in occasione delle Elezioni Europee del 2019 e delle Elezioni Politiche del 2018 e del 2022.

EU&I (https://euandi.eu/) è una Voting Advice Application sviluppata dall'Istituto Universitario Europeo (EUI) di Firenze per le prossime elezioni del Parlamento Europeo. È uno strumento online progettato per aiutare i cittadini a comprendere il panorama politico, abbinando le loro preferenze a quelle espresse dai partiti politici. EU&I sarà disponibile in tutti gli stati membri dell'Unione Europea, in tutte le lingue ufficiali dell'UE, e attirerà potenzialmente milioni di utenti ed elettori.

EU&I utilizza una metodologia scientifica solida per analizzare e codificare oltre 250 partiti che partecipano alle prossime elezioni. Nelle settimane precedenti al voto del 2024, un team di 130 studiosi in tutta Europa sta conducendo una ricerca meticolosa sulle posizioni dei partiti e sulla documentazione ufficiale per posizionare i candidati in base alle 30 dichiarazioni nel questionario. "EU&I contiene alcune decine di dichiarazioni su questioni politiche rilevanti – spiegano i professori Pizzimenti e Calossi – agli utenti viene chiesto di valutarle utilizzando una scala con cinque punteggi (da “completamente d’accordo” a “completamente in disaccordo”). Una volta che gli utenti hanno valutato tutte le dichiarazioni, l'algoritmo indica quanto vicini sono (in %) i profili programmatici dei partiti politici alle preferenze espresse dall’utente".

Il team di giovani ricercatori dell’Università di Pisa (Cecilia Castellani, Tommaso Cerutti, Lavinia De Santis, Francesco Giovacchini, Damiano Kerma e Beniamino Masi), coordinato dai responsabili dell'unità, ha raccolto e codificato le posizioni dei partiti sulle questioni incluse, attraverso un'analisi delle fonti primarie: l'iniziale codifica è stata sottoposta a ulteriore verifica da parte di ricercatori senior.

Per ogni informazione potete rivolgervi a eugenio.pizzimenti@unipi.it e enrico.calossi@unipi.it.

Redazione Web

Nasce la prima banca dati di germinazione dei semi delle piante mediterranee

1 settimana 2 giorni ago

E’ nato MedGermDB, la prima banca dati che raccoglie le informazioni sulle condizioni sperimentali per far germinare i semi di oltre 300 piante native del Mediterraneo. Il lavoro coordinato dall’Università di Pisa ha come obiettivo la conservazione di questo fragile hotspot di biodiversità.

“Questo strumento ci consente di predire la germinazione di piante nel bacino Mediterraneo - racconta Angelino Carta, professore di Botanica sistematica nel dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa – la sua creazione è un passo fondamentale per comprendere il rischio di estinzione delle specie native e per prevenire gli inconvenienti che possono derivare dalla perdita di questo capitale naturale”.           Le informazioni raccolte nella banca dati riguardano oltre 4500 esperimenti di germinazione, in parte ricavati da un’analisi sistematica della letteratura esistente, in parte frutto di esperimenti ad hoc condotti dal gruppo di Pisa. A livello generale, la germinazione delle piante mediterranee è favorita da temperature fresche e da un periodo di post-maturazione in ambiente secco prima della germinazione. Il database è consultabile liberamente mediante una applicazione che consente di visualizzare le informazioni disponili per ogni specie. “In questi mesi stiamo calibrando i modelli per predire la rigenerazione delle piante da seme in uno scenario di cambiamenti climatici e identificare quelle più adatte al restauro di ecosistemi mediterranei", aggiunge Diana Cruz, dottoranda presso il Dipartimento di Biologia che ha seguito tutte le fasi del lavoro.
Lo studio su MedGermDB è stato pubblicato sulla rivista Applied Vegetation Science. Al progetto hanno partecipato Alessio Mo collaboratore presso il Dipartimento di Biologia ed alcuni esperti internazionali: Eduardo Fernández-Pascual dell’Università di Oviedo (Spagna) ed Efisio Mattana dei Royal Botanical Gardens, Kew (UK). MedGermDB è parte integrante dell’archivio globale di dati della germinazione che è stato lanciato un paio di anni fa da un team internazionale che include anche Angelino Carta.
Redazione Web

Contamination Lab: iniziata l'edizione 2024 del programma "Create your Business +"

1 settimana 4 giorni ago

Si è aperta oggi, martedì 7 maggio 2024, la nuova edizione del CyB+ (Create Your Business+) il programma del Contamination Lab che aiuta talenti emergenti a trasformare idee innovative in realtà imprenditoriali. Completamente rinnovato il format dell'iniziativa, ripensato per affiancare i partecipanti sia con relatori in seminari d’aula, che con mentor e tutor per una formazione personalizzata, oltre che per dare l'opportunità di connettersi con investitori ed accedere al network del CLab.

L’edizione di quest’anno vede la partecipazione di 9 team (in totale 26 partecipanti) con progetti di impresa o startup neocostituite, selezionate per sviluppare i loro modelli di business e per far maturare idee innovative durante i due mesi di corso. I nove progetti selezionati per questa edizione del CyB+ coprono una vasta gamma di settori: dall'intelligenza artificiale alla sostenibilità ambientale, dalla salute digitale alla tecnologia educativa. Ognuno di essi rappresenta un'opportunità unica per l'innovazione e il cambiamento verso un futuro più sostenibile.

“Il percorso del ‘Create Your Business’ rappresenta l’ultimo step di un’avventura che per molti studenti è iniziata con la frequenza del corso trasversale di ateneo su ‘Start up e multidisciplinarietà: una road map’ curata dal prof. Priami, proseguita con i corsi del PhD+ e poi con i Deep Dives, 7 incontri tematici di approfondimento su temi di attualità realizzati con gran parte dell’ecosistema di innovazione Pisano: Sant’Anna, Normale, IMT di Lucca, CNR, Polo Tecnologico di Navacchio, Junior Achievement e CNA - ha spiegato Alessio Cavicchi, Delegato del Rettore per la promozione della Cultura Imprenditoriale e dell’Innovazione e Responsabile del Contamination Lab -  Speriamo che questo percorso, che ha visto in totale la partecipazione di oltre trecento tra studenti, dottorandi e ricercatori, al di là del valore in sé di educazione all’imprenditorialità e alla cittadinanza attiva, possa dar vita a nuove imprese e a nuovi progetti utili per rispondere alle grandi sfide della transizione ecologica e digitale. Siamo entusiasti e curiosi di vedere cosa questi aspiranti imprenditori porteranno al mondo del business e dell’innovazione e al territorio toscano”.

Il CyB+ 2024 è iniziato con una prima lezione su “Analisi di mercato” tenuta dal Dott. Luigi Pittalis presso l’Aula Giovanna Mariani, sede del CLab Pisa, Polo “Le Benedettine”.

Per ulteriori informazioni, visita il sito https://contaminationlab.unipi.it

Redazione Web

Un’app per riconoscere i rifiuti, parte il progetto N0W per aumentare la raccolta differenziata in Ateneo

1 settimana 4 giorni ago

Pisa 7 maggio 2024 – Un’app per controllare la tipologia e la quantità di rifiuti nei cestini e capace di elaborare report ed educare gli utenti per migliorare la raccolta differenziata. È questa una delle iniziative previste nel nuovo piano per la gestione dei rifiuti dell’Università di Pisa elaborato dalla Commissione per la Sostenibilità di Ateneo con CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e Contarina SpA. Una rivoluzione che si annuncia in Ateneo con l’obiettivo di coinvolgere e motivare studentesse e studenti, docenti e personale per contribuire a rendere sostenibile l’ambiente universitario, anche grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Il progetto N0W (Nearly Zero Waste) è stato presentato il 7 maggio alle 11 al Palazzo alla Giornata in occasione della firma del protocollo d’intesa “Pisa sostenibile” fra Comune e Università di Pisa siglato dal rettore Riccardo Zucchi e del sindaco Michele Conti. All’iniziativa presentata dalla professoressa Elisa Giuliani, prorettrice alla Sostenibilità e Agenda 2030, sono intervenuti l’assessore all’ambiente del Comune di Pisa Giulia Gambini, Giulia Romano della Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo, il responsabile rapporti col territorio CONAI Luca Piatto, Paolo Contò, direttore Consiglio di Bacino Priula e Luca Barbon di Contarina Spa.

N0W è partito da una valutazione dell’impatto antropico della popolazione universitaria, circa 50mila persone fra studentesse, studenti e personale. Secondo una stima a campione la produzione annua di rifiuti è di circa 50 chili pro capite escluse le mense gestite dal DSU, in totale sarebbero oltre 350 le tonnellate di multimateriale prodotte, 1000 quelle di carta e circa 1200 le tonnellate di rifiuti di indifferenziati. Per gestire correttamente la raccolta differenziata, e arrivare in futuro a produrre meno rifiuti, verranno messe in campo varie iniziative a cominciare da campagne di comunicazione e formazione in tutto l’Ateneo. Fra le azioni previste ci sono nuovi distributori per bevande e snack con la riduzione degli imballaggi e l’introduzione di materiale compostabile che sarà raccolto come frazione organica, il potenziamento dell’utilizzo delle borracce e degli erogatori d’acqua per ridurre la plastica mono-uso, l’istituzione di una procedura per organizzare in “Eco eventi” in Ateneo, la creazione di eco isole funzionali alla raccolta differenziata.

I partecipanti all'evento firma "Pisa Sostenibile"

"Speriamo di poter arrivare ad un miglioramento della raccolta differenziata di almeno 20 punti percentuali quando saremo a regime – ha detto Elisa Giuliani - il progetto N0W, Nearly Zero Waste, prevede una riorganizzazione dei processi interni, nuove tecnologie e infrastrutture e anche nuove collaborazioni con attori esterni come il CONAI e il Comune di Pisa".

“I temi della sostenibilità e dell’Agenda 2030 sono una priorità, questo richiede una collaborazione strettissima con le autorità locali e in particolare con il Comune – ha detto il rettore Zucchi - il progetto N0W si avvarrà anche di app e tecnologia, ma il protocollo copre anche altre aree, gestione delle acque e verde urbano senza dimenticare l’ambito della formazione”.

“Per una città universitaria come Pisa, che vanta una comunità accademica di quasi 50mila studenti, è di fondamentale importanza l’impegno che l’Ateneo porta avanti in prima linea sul tema della sostenibilità ambientale e dell’Agenda 2030, con attività che riguardano sia l’ambito didattico e di ricerca scientifica, che la gestione della presenza studentesca nelle strutture universitarie – ha detto il sindaco Michele Conti - Solo attraverso una forte collaborazione tra istituzioni della città è possibile raggiungere i necessari traguardi che detta l’Agenda 2030 per migliorare la sostenibilità ambientale. E in questo senso siamo lieti come Amministrazione di collaborare con l’Ateneo nel miglioramento della raccolta differenziata, nel lavoro di monitoraggio e di rinnovo del patrimonio arboreo cittadino, nel progetto di realizzazione di Comunità Energetiche sul nostro territorio. Esempi virtuosi di collaborazione che devono essere sviluppati in un’ottica comune di miglioramento dell’ecosistema cittadino in cui tutti viviamo”

“Essere sostenibili non è semplicemente una tendenza, ma piuttosto una necessità urgente che richiede azioni concrete – ha detto Giulia Romano referente di N0W per l’Ateneo - l'Università di Pisa, con il suo progetto di gestione dei rifiuti N0W, ha preso una posizione chiara: si tratta di una scelta strategica e di un segnale forte alla comunità non solo accademica. È una grande sfida, ma anche una enorme opportunità per essere un esempio virtuoso di buone pratiche replicabili anche all’esterno degli ambienti universitari”.

“Un’iniziativa che non solo sensibilizza alla tutela delle risorse del Pianeta chi vive ogni giorno gli spazi universitari – ha commentato Luca Piatto di CONAI – ma che rappresenta anche un’azione concreta per il miglioramento della qualità della raccolta. È sempre più importante, infatti, che la differenziata sia fatta con attenzione: le grandi quantità sono poco utili, se raccolte in modo distratto e con tanti errori. Il Pianeta ci chiede di darci obiettivi di riciclo degli imballaggi sempre più ambiziosi, e per raggiungerli ognuno deve fare la sua parte. Il progetto portato avanti con l’Università di Pisa e Contarina è importante anche in quest’ottica: la raccolta differenziata è un impegno che richiede continuità e che, se fatta correttamente da tutti, ogni giorno può contribuire a migliorare i risultati nazionali di riciclo. E il riciclo, del resto, è sempre il fine ultimo del differenziare i rifiuti di imballaggio”.

 

 

Redazione Web

L’Università di Pisa riscopre un prezioso codice medievale perduto da secoli

1 settimana 4 giorni ago

Non se ne avevano più notizie da quasi tre secoli, ma adesso, grazie al lavoro di un gruppo interdisciplinare di studiosi dell’Università di Pisa, la reale identità di quello che oggi è conosciuto come manoscritto BEINECKE MS. 1153 è stata finalmente svelata.

Si tratta di un prezioso manoscritto un tempo appartenente alla diocesi di Luni e protagonista, a partire dalla seconda metà del Settecento, di un avventuroso viaggio che, tra lasciti testamentari e compravendite, l’ha portato fin negli Stati Uniti. Più precisamente, sugli scaffali della Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università Yale.

Rinvenuto da un appassionato e digitalizzato, il manoscritto è così arrivato all’Ateneo pisano dove è stato individuato, riconosciuto e studiato da Paolo Pontari, filologo del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica; Enrica Salvatori, storica del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, e dall’agiologo Gianni Bergamaschi.

“Il testo, ascrivibile alla seconda metà del Trecento, è una fonte preziosissima per la comprensione del medioevo toscano e lunigianese e ha portato e porterà ad importanti scoperte storiche – spiega la professoressa Enrica Salvatori – Si tratta di una miscellanea che contiene diverse vite di santi, tra cui un'inedita Vita di San Terenzio, il racconto del viaggio in Terrasanta di un cimatore pontremolese, l'ordinamento dei canonici della cattedrale di Luni, calendari, schemi lunari e un trattato per l'individuazione della Pasqua”.

“Lo studio che stiamo conducendo sul manoscritto Beinecke è trasversale a tutti i testi che compongono questa interessante miscellanea di chiara origine lunigianese – aggiunge il professor Paolo Pontari – Fra i documenti contenuti nel manoscritto si evidenza, però, un testo odeporico, la cui edizione critica, attualmente in preparazione, ci permetterà di seguire le tracce del cimatore Franceschino da Pontremoli nel suo pellegrinaggio a Roma e in Terrasanta”.

“L'interesse di questo manoscritto è costituito proprio dall’eterogeneità dei testi che contiene, la maggior parte dei quali sono agiografici ma che non sono disposti secondo il ciclo liturgico annuale – conclude l’agiologo Gianni Bergamaschi - Il problema che resta aperto è capire per quali motivi sia stato confezionato un codice di questo genere, in cui anche i testi agiografici sono disomogenei: alcuni sono molto ricchi, altri sono più poveri. In più, c'è una grossa componente francescana, ma nel mezzo compaiono anche santi la cui presenza in questo contesto è difficilmente comprensibile, come nel caso di Sant'Ivo di Bretagna e Audomaro di Thérouanne. Come ci siano finiti è tutto da scoprire”.

Redazione Web

Amalia e Margherita, due generazioni di scienziate a confronto che fanno "Scintille"

1 settimana 4 giorni ago

Un dialogo fra generazioni su donne e scienza per raccontare com’è cambiato e quanto il mondo delle discipline STEM. Da un lato Amalia Ercoli Finzi, classe 1937, la prima donna laureata in ingegneria aeronautica in Italia, dall’altro Margherita Capitani, studentessa dell’Università di Pisa che in ingegneria deve ancora laurearsi. L’intenso confronto è avvenuto nell’aula magna storica della Sapienza nell’ambito della rassegna “Scintille" organizzato dalla Commissione Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA). L’appuntamento è stato introdotto dai saluti del rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi. Insieme ad Amalia e Margherita c’era la professoressa Renata Pepicelli, delegata per le attività in Gender Studies and Equal Opportunities. Moltissime le persone presenti, in gran parte studentesse e studenti.

Un momento dell'incontro

Amalia Ercoli Finzi ha dedicato gran parte della sua vita a studiare le comete, contribuendo alla riuscita della celebre missione Rosetta.
“Ho scelto una cosa che mi appassionava, era quanto di più tecnologicamente avanzato all’epoca ci fosse – ha detto Amalia Ercoli Finzi - non è stato facile perché era un mondo tipicamente maschile, ma anche se le tecnologie avanzate sono l’ultima roccaforte degli uomini è un mondo in cui le donne devono assolutamente entrare perché è il mondo del futuro”.
“Non c’è da avere paura, le donne sono particolarmente dotate per la scienza – ha aggiunto - perché abbiamo la capacità di vedere i problemi nel loro complesso”.

“Dai tempi della professoressa Ercoli Finzi le cose sono cambiate, lei racconta che non c’erano neppure i bagni delle donne a ingegneria – ha sottolineato Margherita Capitani – Oggi il mondo, almeno sulla carta, si presenta molto aperto e paritario, e tuttavia ci sono sempre schemi mentali profondi che tendono a rendere meno credibile una ingegnera donna piuttosto che un ingegnere uomo. Per questo è importante oggi essere qui, per me per tutte”.

Redazione Web

Robot subacquei a fianco degli operatori umani per la difesa del mare: al via il progetto PANACEA

1 settimana 5 giorni ago

Monitorare lo stato delle acque, dolci e salate, non è un’attività semplice. Eppure, le ineludibili esigenze di sostenibilità ambientale e le grandi risorse che il mondo sommerso conserva rendono essenziale arrivare a una conoscenza scientifica profonda del “Pianeta Blu”. Per questo scopo, l’uso di robot autonomi sottomarini assume una crescente rilevanza, soprattutto per il monitoraggio di fenomeni legati alla salute delle acque e dei fondali. Di questo si occupa il progetto PANACEA, gestito dalle Università di Pisa e Firenze e orientato a sostituire sempre di più le esplorazioni umane in ambienti sottomarini pericolosi e ostili con quelle condotte da robot. Il progetto ha ricevuto finanziamenti dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del bando PRIN 2022 (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale).


Il robot Zeno dell'Università di Pisa.

“Nonostante in questi anni i robot sottomarini si siano dimostrati molto efficaci – spiega Riccardo Costanzi, docente di robotica all’Università di Pisa e coordinatore del progetto – siamo ancora lontani da farne uno standard per le attività di monitoraggio, affidate ancora a operatori umani, con tutti i rischi del caso. Nel progetto PANACEA proponiamo un caso emblematico, quello della Posidonia oceanica, considerata un habitat naturale chiave dall’Unione Europea e il cui monitoraggio è essenziale per conoscere lo stato di salute dei nostri mari e per preservarlo”.


Riccardo Costanzi, docente di robotica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e coordinatore di PANACEA con il robot subacqueo Zeno dell'Università di Pisa.

Scopo di PANACEA è mettere a punto un sistema multi-robot, composto da un robot subacqueo e uno di superficie, in grado di interfacciarsi con gli operatori al sicuro a terra, che ricevono dati in tempo reale. “Il monitoraggio dei fondali è eseguito con tecniche sia visive che acustiche – aggiunge Alessandro Ridolfi, docente di robotica all’Università di Firenze – e usiamo tecniche di Intelligenza Artificiale per estrarre dati sintetici da tutti quelli acquisiti. La capacità del robot di estrarre e trasmettere solo dati sintetici è fondamentale, visto che in acqua le possibilità di comunicazione sono ridotte”.


Il robot FeelHippo (Università di Firenze).

Il progetto è stato presentato lo scorso 3 maggio a una platea di studiosi di ecologia e rappresentanti di Agenzie per l’Ambiente, che gli scienziati di Pisa e Firenze considerano gli utilizzatori finali del sistema che stanno mettendo a punto. “In un’epoca in cui il monitoraggio ambientale è più cruciale che mai, il sistema proposto da PANACEA rappresenta un ulteriore passo avanti significativo nella conservazione della biodiversità marina – afferma Elena Maggi, docente di ecologia all’Università di Pisa – Il monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica, fondamentali per la salute e protezione dei sistemi costieri mediterranei e al contempo estremamente delicate, rappresenta una sfida notevole. PANACEA mira a minimizzare i rischi e le limitazioni dei monitoraggi umani, incrementando la sicurezza e riducendo i tempi per la raccolta di dati su ampie scale spaziali, che possano essere integrati con quelli raccolti dagli operatori subacquei. Di fronte all’accelerazione degli effetti del cambiamento climatico e alla molteplicità dei disturbi causati dalle attività umane, è imperativo che le nostre azioni conservative siano altrettanto rapide ed efficaci per mitigare e contenere gli impatti”.


Da sinistra Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, Luigi Cipriani, Regione Toscana, Riccardo Costanzi, docente di robotica UNIPI e coordinatore del progetto PANACEA, Francesco Ruscio, postdoc in robotica subacquea UNIPI, Elena Maggi, docente di Ecologia UNIPI, Alberto Topini, postdoc in robotica subacquea Università degli Studi di Firenze.

Gli ingegneri di PANACEA interagiranno con i biologi del progetto europeo AquaPLAN, coordinato dall’Università di Pisa, per arrivare ad una strategia ottimale di conservazione delle praterie di Posidonia, attraverso l’integrazione di dati sulla contaminazione acustica e luminosa e sulla biodiversità delle specie legate a questo habitat unico.

Redazione Web

Bonifica metalli pesanti: nuovo sistema sino al doppio più efficiente di quelli esistenti

2 settimane 2 giorni ago

Pisa, 2 maggio 2024 - L’Università di Pisa ha sperimentato un nuovo sistema di decontaminazione per rimuovere i metalli pesanti dai sedimenti marini sino al doppio più efficiente di quelli esistenti. I risultati dello studio compiuto su campioni dragati nel porto di Piombino in Toscana sono stati pubblicati sulla rivista Heliyon. In particolare, dopo 95 giorni di trattamento, l’innovativo sistema ha permesso una riduzione significativa di cromo (48,80%), nichel (61,53%), piombo (63,30%), rame (72,84%) e zinco (56,30%).

“Per la bonifica elettrocinetica dei sedimenti marini abbiamo ideato una particolare configurazione esagonale della matrice che si è dimostrata più efficiente nella rimozione dei metalli pesanti rispetto a quella lineare solitamente utilizzata – ha spiegato il professore Renato Iannelli del dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Ateneo pisano - Il progetto dell’impianto, la sua realizzazione e l’intera sperimentazione sono stati totalmente realizzati presso nostro dipartimento che ha una tradizione ventennale di studi sulla decontaminazione da metalli pesanti e idrocarburi”.

La bonifica elettrocinetica dei sedimenti avviene grazie alla migrazione dei metalli da catodi ad anodi sino al pozzetto catodico dove si solubilizzano e vengono così rimossi. Le configurazioni elettrodiche a tutt’oggi più utilizzate hanno una maglia quadrata, costituita da file di catodi alternate a file di anodi, in cui però questa migrazione rallenta in prossimità del catodo, tanto da richiedere un aumento della corrente e quindi un maggiore consumo di energia. La matrice esagonale ideata all’Università di Pisa, in cui ogni catodo è circondato da sei anodi, risolve questo inconveniente. Dimezzando infatti il numero dei catodi rispetto agli anodi, nella zona in cui nella configurazione tradizionale si osserva il rallentamento della migrazione dei metalli, la corrente raddoppiata facilita il completamento del percorso.

Campionamenti subacquei dei sedimenti sul fondale del porto di Piombino (LI)

“I risultati di questa sperimentazione sui sedimenti marini prelevati dal porto di Piombino sono molto incoraggianti – conclude Renato Iannelli – questa ottimizzazione del processo di bonifica è utile per ridurre i consumi, i tempi di trattamento e gli scarti. Nell’ottica dell’economia circolare i sedimenti bonificati potranno poi essere convenientemente riusati come materiali di recupero nei cantieri e nei manti stradali”.

Insieme a Renato Iannelli hanno collaborato allo studio per l’Ateneo pisano Isabella Pecorini, ricercatrice, Francesco Pasciucco, assegnista di ricerca, e i dottorandi Erika Pasciucco ed Alessio Castagnoli.



Redazione Web

Il Modulo Jean Monnet EUMOMI segnalato come “Success Story” dall’agenzia EACEA

2 settimane 2 giorni ago

La European Education and Culture Executive Agency della Commissione Europea ha individuato come progetto esemplare il modulo Jean Monnet "Mobilità, migrazioni e integrazione europea" (EUMOMI) che si è concluso a novembre dello scorso anno. Coordinato da Simone Paoli, ricercatore di Storia delle Relazioni Internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, il modulo finanziato dal programma Erasmus+ è stato segnalato – al termine della valutazione finale che si è appena conclusa – come un progetto che può costituire un esempio per nuove iniziative sulla stessa tematica.

Particolarmente apprezzati sono risultati la forte integrazione tra le varie componenti di EUMOMI, che combinava didattica, ricerca e terza missione e il numero, oltre che la rilevanza, delle iniziative e delle pubblicazioni scientifiche nate nei tre anni di sviluppo.

I moduli Jean Monnet sono programmi brevi di insegnamento o corsi singoli nel quadro degli studi sull'Unione europea offerti presso un istituto di istruzione superiore. In effetti la complessa relazione tra la libera circolazione delle persone, le migrazioni e l’integrazione europea ha costituito in primo luogo l’argomento centrale di un inedito corso di 42 ore destinato agli studenti iscritti alla laurea magistrale “Unione Europea, processi globali e sostenibilità dello sviluppo”, ma fruibile dalla generalità degli studenti dell’Ateneo. Coerentemente con lo scopo di tutte le azioni Jean Monnet, il modulo ha rafforzato il ruolo degli studi europei nei curricula dell'Università di Pisa, in tal modo accrescendo il profilo nazionale e internazionale dell’ateneo nel campo degli studi europei. EUMOMI, tuttavia, ha coinvolto anche i dottorandi e attori non accademici, con azioni rivolte al pubblico generale, contribuendo all’attuale dibattito sulla sfida posta dalle migrazioni all’Unione Europea.

I risultati più significativi del progetto costituiscono ora una corposa eredità, come spiega lo stesso Simone Paoli (nella foto a destra): “Il corso, erogato completamente in inglese, ha ottenuto un alto livello di gradimento nelle valutazioni degli studenti e continuerà ad arricchire l’offerta formativa dell’Ateneo, anche nell’ambito dell’alleanza Circle U. Il sito web, al quale sono state dedicate molte energie, è diventato un punto di incontro per condividere le informazioni in materia di migrazioni, mobilità e integrazione e continua a essere aggiornato. La partecipazione delle associazioni e delle scuole – tra l’altro attraverso un percorso di formazione destinata ai docenti delle medie superiori – allo scopo di favorire la cittadinanza attiva e consapevole avrà un’eco lunga. Parimenti, la qualità del dibattito nei convegni e seminari previsti dal progetto, che ha coinvolto i massimi esperti internazionali in occasione della conferenza finale, ha fatto crescere nuove relazioni e intensificato quelle già esistenti, confermando l’università come uno spazio di dialogo e collaborazione al centro di quella diplomazia scientifico-culturale di cui si sente più che mai bisogno”.

Redazione Web

AI generativa: individuate le sei aree di applicazione più rilevanti di ChatGPT

2 settimane 4 giorni ago

Quali sono i possibili casi di applicazione dei nuovi chatbot basati su IA, come ChatGPT? In due recenti studi pubblicati su riviste Elsevier, ricercatori dell’Università di Pisa hanno analizzato quantitativamente i task che gli utenti richiedono ai Generative Large Language Models (LLMs), individuando sei aree per le quali l’applicazione di questi chatbot innovativi potrebbe essere particolarmente determinante: risorse umane, programmazione software, office automation, social media, motori di ricerca ed educazione. I risultati di questi studi sono stati pubblicati su Technovation (Future applications of generative large language models: A data-driven case study on ChatGPT) e Technological Forecasting and Social Change (The impact of ChatGPT on human skills: A quantitative study on twitter data).

Gli autori dello studio fanno parte del gruppo di ricerca Business Engineering for Data Science (B4DS): “Tramite lo sviluppo e l’applicazione di tecniche di Natural Language Processing (NLP), siamo in grado di analizzare dati testuali di tipi diversi, come articoli scientifici, brevetti e user-generated content (ad esempio, post pubblicati sui social media), descrizioni di corsi – spiega Filippo Chiarello, ricercatore alla Scuola di Ingegneria e neo vicedirettore del Teaching and Learning Centre dell’Università di Pisa –  Il nostro obiettivo è estrarre informazioni per supportare la progettazione didattica e altri processi decisionali”.

Dall’analisi dei dati è emerso che, nelle aree risorse umane, programmazione software e office automation, ChatGPT e simili possono supportare il lavoro dei professionisti, specialmente per i compiti più meccanici e che generalmente richiedono un notevole dispendio di tempo. Ad esempio, gli utenti richiedono spesso di riassumere documenti testuali, o cercare informazioni di dominio. Per l’area dei social media, la AI Generativa può aiutare nei compiti di content creation, come la scrittura di tweets e la generazione automatica di immagini. Questo da un lato prospetta scenari promettenti per potenziare la creatività umana, dall’altro apre anche scenari preoccupanti, per diffusione di contenuti fake e per la potenziale minaccia all’originalità di scrittori e disegnatori. Un’altra area che è emersa è quella dei motori di ricerca: dai dati si osservano numerosi commenti relativi al fatto che i vari Google Search, Microsoft Bing, etc. potrebbero essere sostituiti dai nuovi chatbot basati su IA generativa. Inoltre, è stato misurato l’impatto che questi strumenti hanno sulle competenze. Gli ambiti riguardano le aree di comunicazione, collaborazione e creatività, lavoro con i computer, assistenza, social media. In questo panorama, il mondo dell’educazione sarà sicuramente influenzato da queste nuove tecnologie, sia positivamente (ChatGPT può essere usato per supportare il lavoro degli educatori per cercare informazioni, sviluppare lezioni e materiale didattico, correggere compiti, etc.) sia negativamente (ChatGPT potrebbe essere sfruttato per svolgere compiti al posto degli studenti e facilitare fenomeni di plagio).

L’impegno del gruppo di ricerca B4DS si riflette nei numerosi progetti di ricerca, tra cui ENCORE (ENriching Circular use of OeR for Education), che analizza l'utilizzo delle risorse educative aperte; DETAILLs che si concentra sull’AI generativa a supporto della progettazione di prodotti sostenibili; il progetto PRA mira ad analizzare documenti provenienti dalle attività di didattica e di ricerca dei docenti, per individuare misure di allineamento. B4DS guida anche, in collaborazione con CIMEA, un Osservatorio che monitora l'evoluzione delle competenze.

Il gruppo di ricerca B4DS è composto dai professori Antonella Martini, Andrea Bonaccorsi e Gualtiero Fantoni, dai ricercatori Filippo Chiarello, Vito Giordano e Irene Spada e da 4 dottorandi. Più info su http://b4ds.unipi.it/.

Redazione Web

Nota dell’Ateneo sugli episodi del Polo San Rossore

2 settimane 4 giorni ago

L’Università di Pisa attribuisce grande importanza alle prossime elezioni dei rappresentanti degli studenti, che rappresentano un momento centrale nella dialettica democratica. Conformemente con quanto previsto dal piano strategico di Ateneo, abbiamo intrapreso una serie di azioni per agevolare la partecipazione e garantire il corretto svolgimento della competizione tra le liste, e abbiamo salutato con soddisfazione l’organizzazione di dibattiti che favoriscano il confronto delle idee.

È naturalmente essenziale che il confronto si svolga in modo corretto e assolutamente pacifico. Qualunque accenno a comportamenti violenti o aggressivi va condannato e se necessario perseguito come previsto dalla legge.

In questo contesto, abbiamo apprezzato la condanna unanime che tutte le liste studentesche hanno manifestato verso l’aggressione riferita ieri da alcuni esponenti della lista Azione Universitaria e ci siamo immediatamente attivati per acquisire ulteriori elementi. In attesa che sia fatta piena luce sull’episodio, ribadiamo l’impegno di tutta la nostra comunità per il rigoroso rispetto della legalità e del pluralismo delle idee.

Redazione Web
Checked
2 ore 23 minuti ago
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