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Glossario. Parole e pratiche della parità di genere

1 mese 3 settimane ago

Uno strumento a disposizione della comunità universitaria e non solo, è il “Glossario. Parole e pratiche della parità di genere”, un libro pubblicato in open access dalla Pisa University Press  per la collana di di studi “Genere, soggettività e diritti” del Comitato Unico di Garanzia (CUG) e scaricabile gratuitamente anche dal sito CUG. La curatela del volume è di Ilario Belloni, professore associato di Filosofia del diritto al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, e di Francesca Pecori esperta di piani strategici per la promozione delle pari opportunità e l’inclusione, attualmente in forze presso l’Ufficio per l’Eguaglianza dello stesso Ateneo dove è anche Delegata per la Direzione Generale per le questioni di genere e le pari opportunità.

Le quasi 200 pagine del libro si aprono con due introduzioni: la prima di Rosario Di Bartolo, direttore generale dell’Università di Pisa; la seconda Elena Dundovich, presidente del Comitato Unico di Garanzia, cui pubblichiamo il testo.

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Il presente Glossario Parole e pratiche della parità di genere si configura come uno strumento teorico e pratico pensato non solo per la nostra comunità universitaria ma per chiunque desideri approfondire le tematiche legate al genere secondo una prospettiva transdisciplinare.

La fruizione del testo da parte del/la lettore/trice è agevolata dal suo carattere multimediale ovvero dalla compresenza e interazione di più linguaggi: testi scritti, immagini e collegamenti ipertestuali.

Esso presenta, nella prima parte intitolata “Concetti”, una serie di definizioni e chiarimenti su principi, terminologie e locuzioni ricorrenti nell’ambito degli studi di genere mentre nella seconda illustra le “Istituzioni, strumenti e tutele” elaborati al fine di combattere le discriminazioni associando al testo immagini e QR Code.

La multimedialità non è stata una scelta casuale poiché grazie alla confluenza di linguaggi differenti la lettura diventa strumento di un processo cognitivo partecipato. La presenza dei QR Code, in particolare, consente a chi legge la libertà di muoversi a piacimento e quindi spaziare con il pensiero tra i diversi contenuti attraverso una varietà di fonti che rimandano altresì anche alle molteplici attività realizzate dal Comitato Unico di Garanzia da me presieduto negli ultimi quattro anni (2021-2025): la creazione di uno sportello antiviolenza gratuito per l’individuazione e la gestione dei casi di discriminazioni, violenza di genere e molestie; l’erogazione di contributi per i campi estivi al personale strutturato e non strutturato della comunità universitaria nonché quelli per favorire la mobilità per persone con disabilità; le convenzioni stipulate per tariffe agevolate per asili nido, ludoteche e centri sportivi; la collaborazione con il Tavolo tecnico per il benessere organizzativo dell’Università di Pisa e con la nostra Consigliera di Fiducia; la realizzazione di linee guida per un linguaggio inclusivo, la promozione di progetti nelle scuole, il finanziamento di corsi di formazione, borse di studio, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali, la pubblicazione di volumi nella nostra Collana “Genere, soggettività e diritti” sono solo alcuni esempi delle iniziative promosse in questi anni alla luce di quanto promesso nel primo “Gender Equality Plan” di Ateneo che proprio quest’anno giunge alla sua conclusione.

Molto altro si sarebbe potuto fare. Ma se mi volto indietro, a questi anni di Presidenza, non posso che ringraziare le tante persone che ho conosciuto, con cui ho lavorato quotidianamente o anche solo per il tempo necessario a realizzare una delle tante iniziative promosse. Tutte, e in primis ovviamente i membri del CUG stesso, hanno contribuito a farmi crescere e a rendermi più sensibile rispetto a tematiche che toccano in un senso specifico la più ampia condizione della fragilità umana.

Colgo infine l’occasione per rivolgere i miei più sentiti ringraziamenti ai curatori di questo volume, il prof. Ilario Belloni, docente di Filosofia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza del nostro Ateneo, e la dottoressa Francesca Pecori, responsabile dell’ “Ufficio per l’Eguaglianza e le Differenze”, che adempie magistralmente al compito di supporto tecnico, scientifico, coordinamento organizzativo, consulenza e sviluppo delle relazioni istituzionali tra tutte le figure e gli organi politici che all’interno dell’Ateneo svolgono funzioni nell’ambito delle politiche di genere. Niente di tutto ciò che ho ricordato sarebbe stato possibile senza il contributo del dr. Francesco Giorgelli nella sua veste di vice Presidente del Comitato Unico di Garanzia.

Prof.ssa Elena Dundovich

Presidente del Comitato Unico di Garanzia

Redazione Web

Torna a splendere Villa Victorine sul viale delle Piagge

1 mese 3 settimane ago

Si sono conclusi da poco i lavori di riqualificazione funzionale e restauro di Villa Victorine sul viale delle Piagge a Pisa, realizzati grazie al contributo della Fondazione Pisa. La palazzina, tipico esempio di architettura neoclassica ottocentesca, è di proprietà dell’Università di Pisa dal 1942, quando l’Ateneo acquisì terreni e immobili della zona appartenenti ad una più ampia unità agricola denominata “Podere Vaccheria”, ad uso della facoltà di Agraria. Oggi l’immobile ospita vari soggetti: in parte è utilizzata dal Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, accogliendo studi di docenti che svolgono attività di ricerca nelle serre del plesso; in parte è sede del CIPEI, il Centro Interuniversitario di documentazione sul Pensiero Economico Italiano; infine ospita un patrimonio librario che afferisce al Sistema Bibliotecario di Ateneo.

Gli interventi, condotti nel rispetto del progetto originario, si sono focalizzati sul restauro conservativo delle facciate, con puliture, consolidamenti e protezioni delle varie superfici, oltre che sul miglioramento di alcuni elementi di coronamento utili a preservare la stessa da futuri fenomeni di degrado: “L’intervento si è svolto nel pieno rispetto del bene architettonico soggetto a vincolo architettonico, come prescritto dal codice del beni culturali e del paesaggio – ha sottolineato l’Ing. Alessia Fini, Responsabile unico del procedimento – privilegiando la conservazione, il recupero e riutilizzo degli elementi originali e, solo laddove non possibile, prevedendo la sostituzione o integrazione con materiali di nuova fattura, compatibili comunque con il manufatto storico”.

I lavori, condotti sotto la direzione dell’architetto Sandro Saccuti della Direzione Edilizia, oltre ad essere stati finanziati con fondi propri dell’Università di Pisa, hanno beneficiato della concessione di un finanziamento da parte della Fondazione Pisa. La conduzione dei lavori è stata operata nel rispetto del carattere conservativo dei singoli interventi attraverso l’uso di componenti appropriate, unitamente ad esecuzioni ad opera d’arte con tecniche tipiche del cantiere di restauro. Il progetto è stato approntato dai docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC) coordinati dal professor Marco Giorgio Bevilacqua e seguito come procedimento in questa fase per la Direzione Edilizia dall’architetto Carla Caldani.

Storia di Villa Victorine

Villa Victorine fu edificata nel 1854, in un terreno “lavorativo vitato” intestato a Luigi Chiti. Nel 1872 la proprietà passò alla famiglia Pardelli che ne mantenne il possesso fino alla fine dell’Ottocento, quando, forse per successione, la villa fu intestata alla famiglia Pacini. Dalle testimonianze dei primi anni del Novecento, si riscontra una situazione pressoché invariata. Tra il 1937 e il 1939 il catasto rileva la presenza di alcuni piccoli annessi, sul confine nord-est del giardino, e un tratteggio intorno alla villa che stava probabilmente a indicare i locali seminterrati e la soprastante terrazza. 

Nel 1942, infine, la proprietà passò all’Università di Pisa, contestualmente ad altri terreni e immobili della zona appartenenti ad una più ampia unità agricola denominata “Podere Vaccheria”. La facoltà di Agraria aveva infatti l’esigenza di acquisire terreni a compensazione dei lotti agricoli ridotti ed espropriati nel vicino “Podere Piaggia” a causa della progressiva urbanizzazione del quartiere. Dall’esame dei documenti catastali sopracitati risulta che anche la Casa del Custode fu costruita contestualmente alla villa negli anni immediatamente successivi alla metà dell’Ottocento, con un ampliamento sul lato est antecedente al 1928.

Villa Victorine, insieme alla Casa del Custode, il giardino e le sue pertinenze risultano vincolati come bene architettonico in quanto il complesso rappresenta un significativo esempio di insediamento ottocentesco in cui spicca il senso del decoro e dell’ornato afferenti ai canoni borghesi dell’epoca.

Redazione Web

Il professore Andrea Salvini premiato con il George Herbert Mead Award for Lifetime Achievement

1 mese 3 settimane ago

Il professore Andrea Salvini (foto), ordinario di Sociologia generale al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, ha ricevuto il “George Herbert Mead Award for Lifetime Achievement”. Il riconoscimento della Society for the Study of Symbolic Interactionism (SSSI) viene assegnato annualmente a studiosi e studiose che, nella propria carriera accademica, hanno offerto un contributo significativo e riconoscibile al consolidamento dell’Interazionismo Simbolico, una delle prospettive più note e consolidate nella tradizione disciplinare della Sociologia.

Gli interessi di ricerca del professore Andrea Salvini riguardano lo studio delle interazioni e delle reti sociali, con particolare riferimento al volontariato, al mondo giovanile e ai fenomeni religiosi. L’Award arriva inoltre in riconoscimento del suo contributo alla diffusione e alla promozione scientifica dell’Interazionismo Simbolico sia in Europa (dal 2010 sono state organizzate, ogni anno, Conferenze in diverse Università europee), che in Italia, come primo Coordinatore del Board Europeo della SSSI.

Redazione Web

Attrarre studenti internazionali di alto livello: Unipi forma gli agenti di reclutamento che operano in diversi Paesi del mondo

1 mese 3 settimane ago

Per selezionare sempre più studenti internazionali con profili di alto livello, l’Università di Pisa ha organizzato un evento di formazione per agenti di reclutamento provenienti da Camerun, Costa d’Avorio, Croazia, Olanda, Senegal, Serbia e Spagna, che operano in diversi Paesi del mondo. L’obiettivo delle giornate di formazione era fornire agli agenti una conoscenza approfondita dell’Università di Pisa e del sistema educativo italiano. Le attività si sono concentrate sull’offerta formativa, sui servizi dell’Ateneo e sulle regole di ammissione e immatricolazione. La formazione, condotta con approccio pratico e interattivo, ha previsto anche sessioni per testare la comprensione delle informazioni ricevute.

Gli ospiti hanno avuto l’opportunità di esplorare Pisa accompagnati da una guida turistica esperta, che li ha condotti attraverso alcuni dei luoghi più rappresentativi dell’Ateneo e della città. Inoltre, insieme allo staff dell’International Office che ha curato l’evento, gli agenti hanno visitato il WIS! (Welcome International Students), punto di riferimento per le immatricolazioni degli studenti con titolo di studio estero, la mensa universitaria e la biblioteca di Antichistica.

Con questa iniziativa, l’Università di Pisa ha gettato le basi per la creazione di una rete di agenti di reclutamento non solo preparati, ma profondamente consapevoli dell’identità e degli obiettivi dell’Ateneo. L’intento non è quello di attrarre semplicemente un ampio numero di studenti internazionali, ma di selezionare candidati di alto profilo, dotati di competenze accademiche solide e dei requisiti necessari per eccellere nei percorsi di studio offerti.

Redazione Web

I tre progetti Unipi vincitori della Start Cup Toscana al Premio Nazionale per l’Innovazione

1 mese 3 settimane ago

I tre progetti dell’Università di Pisa che lo scorso ottobre hanno conquistato il podio della Start Cup Toscana 2024 rappresenteranno la regione al Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare Business plan competition d’Italia dedicata ai progetti di start-up generate dalla ricerca scientifica che emergono nell’ambito delle Università e degli EPR. Il PNI, che si terrà il 5 e 6 dicembre 2024 presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, coinvolgerà circa 70 progetti d’impresa ad alto impatto sociale, suddivise nelle quattro categorie Cleantech & Energy, ICT, Industrial e Life Science/Med-Tech, che hanno superato le selezioni nelle 17 Start Cup regionali, competizioni collegate alle Università e agli Enti di Ricerca nazionali affiliati a PNICube.

I tre progetti dell’Università di Pisa che partecipano al PNI sono Cernais, per la categoria Life Science/Med-Tech, MolBook, per la categoria Industrial; Delos AI, per la categoria ICT. Primo classificato alla Start Cup Toscana, Cernais è uno Spin-Off dell’Università di Pisa che propone una piattaforma innovativa per la scoperta di farmaci. La soluzione integra l’Intelligenza Artificiale (AI) con metodi tradizionali di screening per identificare potenziali terapie contro malattie rare e ultra-rare. Secondo classificato, MolBook è una piattaforma SaaS basata su tecnologie avanzate e AI, pensata per ottimizzare la gestione e l’analisi dei dati chimici e biochimici per le aziende farmaceutiche, biotecnologiche, chimiche e cosmetiche. Terzo classificato, Delos AI offre soluzioni per l’analisi automatica dei testi mediante modelli di AI, supportando le PMI nella digitalizzazione e nella trasformazione dei loro processi.

I progetti Delos AI e MolBook hanno inoltre partecipato al percorso del Contamination Lab Pisa, un’iniziativa che promuove l’innovazione e la cultura imprenditoriale per lo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali.

Redazione Web

Due ricercatrici dell’Università di Pisa si aggiudicano l’ERC Consolidator Grant della Commissione Europea

1 mese 4 settimane ago

Sono due i progetti dell’Università di Pisa che hanno ricevuto l’ERC Consolidator Grant, uno dei più prestigiosi finanziamenti della Commissione Europea, destinato a ricercatrici e ricercatori nella fase intermedia della loro carriera, finalizzato a rafforzare i loro gruppi di ricerca e perseguire attività di ricerca innovativa. Ad aggiudicarsi il finanziamento sono state Paola Binda, professoressa associata al Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, che ha ottenuto 1.99 milioni di euro per cinque anni per il progetto “PredActive”, ed Elisa Coda, ricercatrice al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che ha ottenuto 1.55 milioni di euro per il progetto “ArOMa”. In entrambi casi l’Università di Pisa è la Host Institution dei progetti.

“Esprimo le mie congratulazioni alle due ricercatrici per l’eccezionale risultato raggiunto che testimonia l’eccellenza della loro ricerca – commenta la professoressa Benedetta Mennucci, prorettrice per la promozione della ricerca – La soddisfazione è ulteriormente amplificata considerando che i progetti presentati da Binda e Coda hanno beneficiato del servizio attivato negli ultimi due anni dall'Università di Pisa per il supporto alla redazione dei progetti destinati ai bandi ERC."

A livello europeo, sono state finanziate 327 proposte sulle 2.313 ricevute, per un finanziamento totale di 678.000.000 di euro. Più nel dettaglio, i due progetti pisani rientrano tra i 103 finanziati, a livello europeo, nell’area Social Sciences and Humanities. In Italia sono in totale 20 le proposte ad aver ricevuto l’ERC, mentre in Toscana l’Università di Pisa è l’unica ad aver ottenuto finanziamenti.

 

 

PredActive - Predictions and Actions shape sensory plasticity

Il progetto PredActive ha lo scopo di offrire una spiegazione innovativa a una domanda fondamentale: perché la plasticità del nostro cervello diminuisce con l’età? Man mano che cresciamo, il sistema nervoso sviluppa aspettative; queste ottimizzano la percezione, ma riducono la capacità di apprendimento perché portano a ignorare buona parte delle informazioni sensoriali. PredActive propone che sia proprio questo a limitare la plasticità e ne esplorerà i meccanismi attraverso neuroimmagini e tecniche psicofisiologiche; valuterà anche le potenziali implicazioni cliniche, come nuove strategie per riabilitare funzioni sensoriali, ad esempio nella sindrome dell’occhio pigro. Il finanziamento di questo progetto ERC-Consolidator arriva solo qualche settimana dopo la chiusura del progetto ERC-Starting, PUPILTRAITS. Dice Paola Binda: “PredActive è il prodotto del lavoro di squadra; le idee sono nate nel nostro gruppo di ricerca; la loro attuazione è possibile solo all’interno della cultura collaborativa dell'Università di Pisa e con le infrastrutture e le competenze specifiche a cui dà accesso. Per esempio, sia PUPILTRAITS che PredActive dipendono in modo critico dalla nostra collaborazione con Imago7, l’unico centro di risonanza magnetica a campo ultra-alto per studi sull’uomo in Italia, che offre la possibilità di studiare la funzione cerebrale ad un livello di dettaglio senza precedenti”.

ArOMa - “Aristotle One and Many. The Arabic Pseudepigrapha”

Il progetto ArOMA studia le opere che sono state attribuite ad Aristotele nelle culture greca, latina, araba ed ebraica, tra la fine dell'antichità e il medioevo. Fra queste opere, le più numerose ed influenti sono state prodotte in arabo. Il progetto ArOMa si propone di classificare, studiare, tradurre e far conoscere questi materiali che, nella loro diversità, hanno contribuito assieme alle opere autentiche di Aristotele a creare l'immagine medievale di Aristotele, "il maestro di color che sanno". Dice Elisa Coda: "La trasmissione del sapere filosofico e scientifico dall'antichità al medioevo è uno dei fenomeni più complessi e interessanti nella storia delle idee. La nostra università, peraltro, è già stata sede di un importante progetto ERC su questo tema e sono onorata di poter iniziare una nuova pista di ricerca in questo ambito, per il quale Pisa è internazionalmente nota. Il progetto ArOMA ruota intorno alla figura di Aristotele nella recezione araba, latina ed ebraica e studia le opere che gli sono state attribuite, ma non sono sue. I testi che metteremo a disposizione degli storici delle idee filosofiche e scientifiche sono quasi ignoti al giorno d'oggi, ma in età premoderna hanno molto contribuito alla creazione di un linguaggio scientifico comune alle tre culture".

Redazione Web

Studio innovativo Aoup/Unipi sul ruolo dei recettori β3 nel contrastare le patologie dei prematuri

1 mese 4 settimane ago

Gli effetti dannosi di un’esposizione prematura all’eccesso di ossigeno (iperossia) nei neonati pretermine – con tutte le patologie conseguenti - possono essere neutralizzati con una stimolazione farmacologica del recettore β3-adrenergico visto il suo ruolo indispensabile durante la vita intrauterina, dove permette al feto di vascolarizzarsi, adattarsi e sopravvivere in ambiente fortemente scarso di ossigeno (ipossia).

E’ quanto emerge da studi preclinici su modelli sperimentali appena pubblicati in questo lavoro (http://doi.org/10.1002/med.22092), redatto da un gruppo multidisciplinare di ricerca di Aoup e Unipi insieme ad altri centri (Università di Firenze e Irccs Meyer) e uscito sulla rivista di farmacologia Medicinal Research Review, nel quale viene illustrata non solo una nuova interpretazione dei meccanismi che portano i neonati pretermine a sviluppare alcune caratteristiche malattie, ma anche una specifica strategia terapeutica che potrebbe indurre in loro un virtuale riavvicinamento all’utero materno e, dunque, ricreare le condizioni favorevoli a uno sviluppo fisiologico anche dopo un parto prematuro.

 

 

Il benessere fetale è infatti strettamente legato all’ambiente dinamicamente ipossico. La nascita prematura comporta l’esposizione precoce del feto immaturo a un ambiente più ricco di ossigeno rispetto all’utero. Di conseguenza, i neonati prematuri affrontano una condizione di relativa iperossia, che altera lo sviluppo postnatale degli organi e contribuisce alle malattie legate alla prematurità (retinopatia del prematuro, enterocolite necrotizzante, diplasia broncopolmonare, leucomalacia periventricolare). Fino a qualche tempo fa era poco chiaro il meccanismo molecolare attraverso cui l’elevata tensione di ossigeno alterasse la normale differenziazione fetale. Questo studio, oltre a dimostrare su modelli animali che l’esposizione precoce a un ambiente relativamente iperossico possa compromettere i nati pretermine a causa della ridotta espressione del β3-adrenorecettore, suggerisce l’ipotesi che i disturbi conseguenti alla nascita prematura possano essere contrastati o persino prevenuti proprio attraverso la stimolazione farmacologica dei rimanenti β3-adrenorecettori, creando una sorta di placenta artificiale farmacologica.

Questo filone di ricerca era stato inaugurato a Pisa circa 14 anni fa per testare l’efficacia del propranololo (un beta-bloccante) nel contrastare la progressione della retinopatia del prematuro. In questo contesto emerse in modo sempre più evidente la sensibilità dei recettori adrenergici β3 ai livelli di ossigeno ambientale (e la loro particolare attivazione in ambiente ipossico). Da lì la ricerca si è diramata in due direzioni, portate avanti da più gruppi toscani: una sul loro ruolo chiave nell’induzione della crescita embrio-fetale, di cui appunto lo studio appena pubblicato rappresenta l’ultimo avanzamento con una prospettiva terapeutica e l’altra, più propriamente oncologica, diretta a trovare un loro potenziale antagonista (questi recettori vengono infatti impiegati anche dalle cellule tumorali per vascolarizzarsi, ingannando i meccanismi di difesa dell’ospite). Vedi notizia correlata: Usurpare le capacità embrionali: individuato meccanismo biologico che governa crescita del feto e sviluppo di tumori aggressivi. Studio pisano su Medicinal Research Review

“Data la rilevanza delle patologie interessate, la fragilità dei pazienti coinvolti e l’innovatività di questo approccio – dichiara il direttore dell’Unità operativa di Neonatologia dell’Aoup, Luca Filippi, associato di Pediatria generale e specialistica all’Università di Pisa nonché prima firma dello studio - l’auspicio è che quanto finora emerso su modelli sperimentali possa presto traslarsi con successo all’uomo” (fonte: ufficio stampa Aoup).

Redazione Web

Piergiorgio Odifreddi ospite all’Università di Pisa per il ciclo "Sguardi nel futuro"

1 mese 4 settimane ago

L’Università di Pisa ospita Piergiorgio Odifreddi per il ciclo “Sguardi nel futuro”. L’appuntamento è martedì 3 dicembre, alle 16, nell'Aula Magna del Polo Didattico Carmignani (Piazza dei Cavalieri, 56126) per una conferenza lezione riservata a studentesse e studenti dell’Università di Pisa e delle scuole superiori. E’ possibile seguire l’evento anche in streaming

Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico e saggista, parlerà di pensiero matematico nell'Arte, pensiero artistico nella Matematica. Che la matematica attraversi tutte le discipline scientifiche è infatti ovvio. Un po’ meno ovvio è che ci sia matematica nella letteratura (La biblioteca di Babele di Borges) e nell’arte: dalla sezione aurea in architettura alla prospettiva nella pittura del Rinascimento; dal dualismo continuo/discreto nei pittori divisionisti alla quarta dimensione in Dalì; dalle illusioni percettive di Escher a caos e frattali nelle opere di Pollock. Odifreddi partirà da questi spunti per raccontare come lavorano i matematici, quali siano i rapporti tra logica e filosofia, se i numeri esistano in sé o siano il più puro e immateriale prodotto della mente umana.

"Sguardi nel futuro" è un'iniziativa di orientamento e alta formazione dell’Università di Pisa rivolta a studentesse e studenti universitari e degli ultimi due anni delle superiori per mettere in contatto le giovani generazioni con i più importanti esperti del mondo della ricerca scientifica e tecnologica, dell’industria e dell’economia, e delle scienze sociali.

‘Sguardi nel Futuro’, è una rassegna a cura del giornalista Piero Bianucci, del professore dell’Ateneo pisano Dario Pisignano e del Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC) dell’Università di Pisa.

Redazione Web

Il cece e la veccia: riscoprire le virtù delle colture leguminose tipiche toscane

1 mese 4 settimane ago

Riscoprire le virtù delle colture leguminose tipiche della campagna toscana come la veccia e il cece in chiave di sostenibilità, per capire quanto siano resistenti alla siccità e a condizioni ambientali avverse. E’ questa la sfida che l’Università di Pisa sta conducendo nell’ambito di Valereco, un nuovo progetto finanziato del programma Horizon Europe che riunisce 15 partner provenienti da 11 paesi.

“L’obiettivo principale – spiega il professore Daniele Antichi del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano - è di promuovere l’adozione delle leguminose in agricoltura, quantificando e valorizzando il loro valore ambientale ed economico”.

 

Il gruppo di ricerca UniPi, da sinistra Clarissa Clemente, Silvia Tavarini, Edoardo Monacci, Gabriele Sileoni, Lorenzo Tramacere, Daniele Antichi, Silvia Pampana


“Il progetto punta a coinvolgere agricoltori e consulenti agricoli – continua Antichi - e a questo scopo organizzeremo tre ‘living lab’ insieme all’Università di Firenze e alla Scuola Superiore Sant’Anna. Inserire le leguminose nei sistemi colturali offre infatti benefici significativi, come il miglioramento della salute del suolo, l’aumento della biodiversità e la riduzione della necessità di fertilizzanti sintetici. Tuttavia, molti agricoltori tendono a sottovalutare o ignorare questi vantaggi a fronte di alcune difficoltà tecniche”.

In generale, Valereco si concentrerà su tre principali leguminose da granella (soia, pisello, ceci), cinque foraggi principali (veccia, trifoglio, trifoglio bianco, trifoglio violetto, erba medica), un foraggio secondario (sulla) e tre leguminose minori da granella (lupino, fava, lenticchia). Per quanto riguarda l’Università di Pisa è coinvolto il Centro Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” dove saranno realizzate le prove in campo.

Redazione Web

Consegnate le medaglie a 500 laureati e laureate con lode dell’Università di Pisa

1 mese 4 settimane ago

Sono circa 500 i neo-dottori e le neo-dottoresse che sabato 30 novembre 2024 hanno partecipato alla cerimonia di consegna delle medaglie ai laureati e alle laureate con lode dell’Università di Pisa. L’evento, che si tiene quattro volte all’anno, ha celebrato gli studenti e le studentesse più meritevoli che hanno conseguito il titolo con lode nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 luglio 2024.

 

La giornata è stata suddivisa in quattro sessioni, ciascuna dedicata a diversi Dipartimenti. Durante la mattinata la cerimonia è stata presieduta dal professor Mauro Tulli, delegato del rettore per i rapporti con le istituzioni universitarie nazionali, che ha consegnato le medaglie ai laureati e alle laureate dei Dipartimenti di Ingegneria Civile e Industriale, Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, Ingegneria dell’Informazione, Filologia, Letteratura e Linguistica.

Nel pomeriggio, a presiedere la cerimonia c’era il professor Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell’Università di Pisa, che ha consegnato le medaglie ai laureati e alle laureate dei Dipartimenti di Economia e Management e Civiltà e Forme del Sapere.

L'evento rappresenta un momento di grande orgoglio per l’intera comunità accademica, in cui si celebrano non solo i risultati accademici degli studenti, ma anche il valore del merito e dell’impegno personale. La cerimonia è stata un’occasione per rinsaldare il legame tra l’Università e i suoi laureati, testimoniando il prestigio dell’Ateneo e la qualità della formazione offerta.

I laureati e le laureate con lode degli altri Dipartimenti erano già stati premiati nella cerimonia dello scorso 9 novembre.

Redazione Web

Università di Pisa: al Centro Enrico Avanzi è tornato il Bancolat

2 mesi ago

Da lunedì 2 dicembre torna, completamente rinnovato, il Bancolat del Centro di Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” (CiRAA) dell’Università di Pisa. Il distributore self-service di latte crudo a disposizione del pubblico che qui, al prezzo di un euro al litro, può "prelevare" un litro di latte di alta qualità. Unica accortezza: avere con sé una bottiglia – preferibilmente in vetro – e una borsa termica, per mantenere il latte alla temperatura ideale durante il trasporto e poi conservarlo in frigorifero tra 0° e 4°C.

“Dopo quattro anni di sosta a causa della pandemia e delle relative restrizioni, il servizio Bancolat riprende adesso con un nuovo distributore automatico, che eleva ulteriormente gli standard igienici e di freschezza del prodotto – spiega il professor Angelo Canale, direttore del Centro “Enrico Avanzi” – Il nostro obiettivo principale è quello di educare il consumatore a operare scelte alimentari più consapevoli, privilegiando le filiere corte e sostenibili, minimizzando così le intermediazioni commerciali e instaurando un rapporto diretto con il produttore”.

Per acquistare il latte crudo del Centro “Enrico Avanzi”, è necessario recarsi direttamente in stalla, dove una piccola mandria di vacche da latte di razza Frisona Italiana produce ogni giorno il latte che, attraverso la cooperativa di produttori toscani Granducato, viene in gran parte indirizzato alla centrale del latte di Firenze per la produzione di latte fresco a marchio Mukki. La rimanente parte viene valorizzata destinando il latte a caseifici localizzati nella provincia di Pisa e al distributore self-service, attivo tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 18:00, situato in via Eleonora Duse, una traversa del viale D’Annunzio, all’interno della tenuta di Tombolo, sede del Centro.

“Il latte crudo è un prodotto genuino, privo di conservanti e che mantiene inalterate tutte le caratteristiche organolettiche della materia prima - illustra il professor Marcello Mele, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa - Dopo la mungitura il latte è refrigerato a una temperatura tra 0° e 4°C e regolarmente analizzato sia in procedura di autocontrollo sia dall’autorità sanitaria regionale per garantirne la salubrità. La presenza di grasso di affioramento durante la conservazione in frigo è normale ed è dovuta al fatto che il latte crudo non ha subito alcun trattamento di omogeneizzazione del grasso”.

Il latte crudo, non avendo subito alcun processo di pastorizzazione, va consumato solo dopo essere stato bollito.

Redazione Web

Chirurgia genica: arrivano le nanoparticelle d’oro per riparare il DNA

2 mesi ago

La chirurgia genica ha un nuovo alleato, sono le nanoparticelle d’oro grazie alle quali i principi attivi riescono ad entrare nel nucleo delle cellule e agire sul DNA eliminando le mutazioni dannose. La scoperta arriva dal progetto europeo I-Gene appena giunto a conclusione e premiato dall'European Innovation Council per il suo alto contenuto innovativo. Si tratta di un riconoscimento che la Commissione Europea concede in caso di risultati estremamente rilevanti.

“Siamo un'epoca in cui possiamo editare i genomi e questo significa che se ci sono degli errori, noi tendenzialmente li possiamo correggere, ma per trasformare tutto questo in terapie e applicazioni utili c’è un collo di bottiglia”, spiega la professoressa Vittoria Raffa del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, coordinatrice del progetto.

“I principi attivi che fanno questo editing sono infatti degli enzimi che da soli non riescono a penetrare nelle cellule, – continua Raffa - per risolvere la questione noi abbiamo inventato dei vettori che sono delle nanoparticelle d’oro. Rispetto ai vettori attualmente utilizzati che impiegano virus presentano alcuni vantaggi: non sono tossici, il che consente un loro utilizzo più ampio senza controindicazioni, e si attivano con la luce”

 

Il team del progetto, da sinistra a destra: Arnoud Everhardt, Vittoria Raffa, Soultana Konstantidinou, Marta d’amora, Mascha Stroobant, Agnieszka Lindstaedt, Carmen Piazza, Alessandro De Carli, Elena Landi, Chiara Gabellini, Michele Lai, Dariusz Witt, Piotr Barski.

La sperimentazione delle nanoparticelle d’oro è stata fatta in vitro e in vivo su embrioni di zebrafish, i casi studio hanno riguardato il COVID-19 e il melanoma, sfruttando in quest’ultimo caso proprio la fotoattivazione attraverso laser.

A livello tecnico, I-Gene ha dunque proposto un nuovo concetto di ingegneria genetica con una metodologia basata sull'attivazione laser di un nano vettore capace di innescare una rottura o scissione del DNA. La superiorità rispetto alle metodologie attuali risiede anche nell'integrazione delle funzioni temporale, spaziale e di fedeltà: l’editing avviene solo quando il laser è acceso, dove il laser è focalizzato e solo sul bersaglio. Complessivamente, questo consente il controllo dell'editing a singola cellula e fornisce un livello di sicurezza assoluto per lo sviluppo di un editing genomico efficace per applicazioni biotecnologiche e terapeutiche.

Insieme alla professoressa Vittoria Raffa hanno lavorato al progetto per l’Università di Pisa la professoressa Chiara Gabellini del dipartimento di Biologia, il professore Mauro Pistello e il dottore Michele Lai del dipartimento di Medicina Traslazionale, e il professore Francesco Fuso del dipartimento di Fisica.

La conferenza finale di I-GENE si è tenuta all'ExCel di Londra il 19-20 marzo come evento satellite del “Advanced Therapies Congress”, la più grande conferenza ed esposizione europea sulle terapie cellulari e geniche. È stata un'opportunità incredibile e unica per i ricercatori di I-GENE di incontrare leader del settore e decisori politici, condividere intuizioni, creare partnership e tracciare il percorso per il futuro delle terapie avanzate.

Redazione Web

Arianna Baldinelli, ricercatrice Unipi, ha ricevuto a Bruxelles l’HER Young Scientist Award 2024

2 mesi ago

Arianna Baldinelli, ricercatrice e docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Università di Pisa, è stata premiata con l’HER Young Scientist Award 2024 nella categoria Hydrogen Usages durante la European Hydrogen Week, uno degli eventi più importanti nel settore dell’idrogeno, tenutosi presso l’Expo di Bruxelles.

Il riconoscimento, assegnato da Hydrogen Europe Research, celebra i giovani scienziati che si distinguono per il loro contributo innovativo nelle tecnologie legate all’idrogeno. Baldinelli si è distinta per i suoi studi sull’utilizzo dell’idrogeno come strumento chiave per l’integrazione settoriale e la transizione energetica.

Nella motivazione del premio si sottolinea come il suo lavoro rappresenti un contributo fondamentale alla creazione di soluzioni energetiche pulite e sostenibili.

L'attività di ricerca di Arianna Baldinelli si colloca nel settore delle macchine e sistemi per l’energia e l’ambiente, con un’attenzione particolare a temi centrali per la transizione energetica. Tra i suoi principali ambiti di interesse ci sono l'idrogeno verde e i combustibili sostenibili (ammoniaca e biocombustibili), le filiere bioenergetiche, l'integrazione delle fonti rinnovabili e l'ottimizzazione di soluzioni per la produzione e l'accumulo di energia. Questi studi mirano a promuovere l'adozione di modelli e tecnologie sostenibili per la decarbonizzazione, l'efficientamento e l'accessibilità all'energia.

La cerimonia di premiazione si è svolta mercoledì 20 novembre presso l’Innovation Forum della European Hydrogen Week, a Bruxelles. L’iniziativa ha premiato cinque giovani scienziati, uno per ciascuna delle quattro aree strategiche individuate dalla Clean Hydrogen Partnership, oltre a un riconoscimento speciale per il Miglior Ricercatore dell’Anno.

Oltre ad Arianna Baldinelli, altri due italiani sono stati premiati: Stefano Barberis dell’Università di Genova per la categoria Cross-Cutting Activities e Paolo Marocco del Politecnico di Torino, nominato Miglior Ricercatore dell’Anno.

Questo riconoscimento sottolinea l’importanza di attrarre giovani talenti nel settore dell’idrogeno e il ruolo centrale della ricerca toscana e italiana nel panorama europeo delle energie rinnovabili.

(Fonte: Ufficio Comunicazione Tour4EU).

Redazione Web

SkyBox Engineering, azienda spin-off Unipi, protagonista in Cina al XV Air Show di Zhuhai

2 mesi ago

La SkyBox Engineering SRL, azienda spin-off dell'Università di Pisa, con sede presso il Dipartimento di Ingegneria civile e industriale, sezione Aerospaziale, ha presentato due applicazioni di velivoli derivanti dai risultati delle ricerche condotte negli anni dal team del professor Aldo Frediani della Università di Pisa, allo stand della Camera di Commercio Italo-Cinese durante il XV Air Show di Zhuhai, in Cina, dal 12 al 17 novembre 2024.

La cerimonia di apertura dello stand, avvenuta alla presenza del Console Generale d’Italia a Canton, Valerio De Parolis, ha visto la presenza dell’ingegner Marco Martini, laureato presso l’Ateneo di Pisa e direttore del business development di SkyBox, al quale si è unito il giorno seguente l’ingegner Emanuele Rizzo, direttore tecnico di SkyBox e dottorato sempre presso il nostro Ateneo.


Il Console Generale di Canton assieme all'Ing. Marco Martini di SkyBox.

Nello stand di SkyBox Engineering, progettato in collaborazione con MBVision di Pontedera, sono stati esposti due modelli statici in scala dei velivoli innovativi classe PrandtlPlane: IDINTOS e Parsifal, risultanti da progetti europei guidati da UniPI e dall’azienda spin-off nel periodo 2011-2020 e ai quali hanno partecipato altri partners Toscani ed Europei.

Il concetto di velivolo innovativo PrandtlPlane è stato il protagonista principale di tutto lo stand italiano suscitando enorme interesse tra i visitatori accorsi, in particolare gli addetti ai lavori ne hanno apprezzato il design e l’aerodinamica innovativa, nonché l’elevato spessore scientifico degli studi condotti.

In particolare, IDINTOS (IDrovolante INnovativo TOScano), progetto finanziato dalla Regione Toscana nel periodo 2011-2013, è un velivolo anfibio che propone un modo più sicuro di volare con velivoli ultraleggeri. Il design delle ali è di tipo “boxwing” che permette un’efficienza aerodinamica massima di 18:1 (valore misurato in test in galleria del vento presso il Politecnico di Milano) che si traduce in minori consumi e con la possibilità di rendere completamente elettrica la propulsione. Inoltre, la configurazione alare mostra uno stallo molto più dolce rispetto ad un velivolo tradizionale che, assieme ad un sistema di comandi innovativo che ne aumenta notevolmente la sicurezza durante manovre a bassa quota, permette al pilota di uscire dallo stallo in modo sicuro. Anche il comfort ne risulta aumentato grazie all’elevato smorzamento aerodinamico delle ali a box.

PARSIFAL (PrandtlPlane ARchitecture for the Sustainable Improvement of Future AirpLanes) è stato un Progetto europeo H2020 che ha dimostrato che è possibile progettare un velivolo da 308 passeggeri con un’apertura alare di 36 m, compatibile con la classe ICAO-C degli aeroporti, con un incremento di carico pagante dell’86%, una diminuzione di emissioni di CO2 del 20% e con un miglioramento dei costi per passeggero per km (CASK) del 10%. Questa classe di velivoli apre un nuovo modello di business per l’aviazione permettendo una maggiore capacità di carico senza impattare sui tempi a terra richiesti dagli operatori aeroportuali. Numerosi gli apprezzamenti e l’interesse sia da parte di istituzioni italiane quali i gruppi di lavoro della Camera di Commercio Italiana in Cina che da esperti, investitori ed imprese cinesi.

SkyBox Engineering ha inoltre ricevuto l’invito a partecipare alla prossima China Helicopter Exposition dal 18 al 21 settembre 2025 fiera di Tianjin, Cina, durante la quale saranno presentate le ultime ricerche sugli eVTOL condotte dall’Azienda Spin-off di UniPI.

Redazione Web

Disturbi funzionali e motori dell’apparato digerente, la Gastroenterologia pisana riconosciuta centro di riferimento regionale

2 mesi 1 settimana ago

L’Unità operativa di Gastroenterologia dell’Aoup diretta dal professore Massimo Bellini dell'Università di Pisa (foto) è stata riconosciuta dalla Regione Toscana Centro di riferimento regionale per lo studio e il trattamento dei disturbi funzionali e motori dell’apparato digerente. E’ infatti uno dei tre centri in Italia (unico in Toscana) in grado di erogare tutte le metodiche per una diagnosi completa di questi disturbi. Inoltre, grazie all’elevata expertise raggiunta, è di riferimento per la stesura e l’attivazione di linee guida e protocolli di ricerca nazionali e internazionali.

I disturbi funzionali e motori dell’apparato digerente rientrano nella branca della gastroenterologia che valuta la funzione sensitiva e motoria del tratto gastrointestinale. Le più recenti acquisizioni scientifiche hanno permesso inoltre di delineare l’importanza del ruolo dell’interazione tra cervello, microbiota intestinale e intestino. Ecco perché la diagnosi e il trattamento dei disturbi richiedono un approccio multidisciplinare da parte di più specialisti dedicati.

In Aoup questo avviene con una collaborazione costante degli specialisti della Gastroenterologia con i colleghi dell’Endoscopia digestiva, della Chirurgia dell’esofago e della Chirurgia generale, della Ginecologia e Ostetricia, della Chirurgia proctologica e perineale, della Neurologia, Pediatria e Reumatologia. Sono infatti attivi nella struttura ambulatori specialistici e attività diagnostiche (manometria di tutti i segmenti del tubo digerente, pH impedenziometria, esofagea, ecografia funzionale, breath test) specificamente orientati alla diagnosi e alla cura di questo tipo di patologie, in collaborazione con altre strutture dell’Aoup.

Il gruppo di medici e di ricercatori dedicati (Massimo Bellini e Nicola de Bortoli, rispettivamente ordinario e associato di Gastroenterologia all’Università di Pisa, e i dottorandi Pierfrancesco Visaggi e Christian Lambiase) oltre al personale infermieristico specializzato, garantiscono inoltre anche una consistente attività didattica all’interno della struttura e nell’ambito dei corsi di laurea e di specializzazione. Inoltre la struttura è il riferimento, sia per l’Aigo-Associazione italiana dei gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri sia per la Sige-Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva, per lo svolgimento di percorsi formativi per medici italiani e stranieri che vogliano approfondire le loro conoscenze in questo specifico settore disciplinare"

 

(Foto in copertina di Julien Tromeur da Pixabay)

Redazione Web

Università di Pisa e FAI insieme per la cultura

2 mesi 1 settimana ago

Nuova alleanza per l’Università di Pisa che, lunedì 25 novembre, ha siglato un accordo quadro di collaborazione con il FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano. Alla cerimonia di firma, avvenuta nella Sala Mappamondi del Palazzo alla Giornata, di Pisa, sede dell’Università, hanno preso parte il rettore dell’Ateneo, Riccardo Zucchi, e il Presidente del FAI Toscana, Rosita Galanti Balestri.

L’accordo, della durata iniziale di tre anni, prevede una collaborazione per la realizzazione di iniziative congiunte per la diffusione di una cultura orientata alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio storico-artistico, del paesaggio e dell’ambiente, oltre che alla sua promozione. 

Ateneo e FAI, inoltre, lavoreranno insieme alla promozione della “cultura scientifica di ricerca, di analisi e di didattica proprie del mondo universitario ai fini della conoscenza storica, della valorizzazione e della promozione dei beni culturali locali, ambientali e paesaggistici”. Oltre a collaborare nell’organizzazione e nella promozione di iniziative congiunte.

Per la sua attuazione, l'accordo quadro prevede poi la stipula di accordi attuativi con le diverse realtà dell’Università di Pisa.

"Con questa convenzione e con le attività che realizzeremo assieme al FAI, l'Università di Pisa rafforza il suo impegno nella formazione e ricerca sulla valorizzazione e protezione dell'ambiente, del territorio e dei beni culturali, storici ed architettonici del nostro territorio - ha commentato il rettore dell'Ateneo pisano, Riccardo Zucchi – Passa anche da accordi come questo, d’altronde, la realizzazione del contributo che l’Università può dare allo sviluppo economico e culturale dei territori come, peraltro, indica anche il nostro Statuto”.

“Sono onorata – ha detto Rosita Galanti Balestri, Presidente FAI Toscana - di presenziare a questa cerimonia della firma che sancisce la collaborazione tra l’Università di Pisa e il Fai unite nello stesso intento cioè la sensibilizzazione sull’importanza della tutela del patrimonio e sul valore del volontariato come strumento di crescita della comunità”.

 

    

Referenti per la realizzazione delle attività congiunte previste dalla convenzione, sono, per l’Università di Pisa, il professor Marco Macchia, Delegato per i rapporti con il territorio; per il FAI: la dott.ssa Daniela Di Nardo, Referente regionale FAI Toscana, per la convenzione, e la prof.ssa Luisa Pistelli, della Delegazione Pisana, per l’organizzazione di attività sul territorio.

Redazione Web

A Benedetto Vigna, CEO di Ferrari, il Campano d’oro 2024

2 mesi 1 settimana ago

È stato assegnato a Benedetto Vigna, amministratore delegato di Ferrari, il “Campano d’Oro” 2024, il premio conferito dall'Associazione Laureati Ateneo Pisano (ALAP) ad ex allievi dell’Università di Pisa che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, dell’industria e delle professioni.

Benedetto Vigna si è laureato in Fisica subnucleare nel 1993 e ha iniziato la sua carriera al CERN di Ginevra e al Max Planck Institute di Monaco. Nel 1995 è entrato in STMicroelectronics, dove ha fondato le attività Micro-electromechanical Systems (MEMS) della società e ha conquistato la leadership nel mercato delle interfacce utente attivate dal movimento. Nel 2021 è arrivato alla guida di Ferrari, in qualità di amministratore delegato.

La cerimonia di conferimento del premio, che sì è tenuta nell’Aula magna nuova del Palazzo della Sapienza, è stata aperta dai saluti del rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, e del sindaco Michele Conti. La laudatio è stata pronunciata dal Chief Human Resources Officer di Ferrari, Michele Antoniazzi, mentre le motivazioni del conferimento sono state lette da Paolo Ghezzi, presidente dell’ALAP, che ha poi proceduto alla consegna del “Campano d’Oro”.

Dopo l’intervento della premiata, la cerimonia si è chiusa con un omaggio musicale del Coro dell’Università di Pisa.

"Ricevere il Campano d’Oro dalla mia Università è un grande onore – ha commentato Benedetto Vigna - Il percorso che ho intrapreso a Pisa non è stato solo un programma di studi, ma un insegnamento di vita che continua a guidarmi: non mollare mai, non perdere tempo, utilizzare il metodo scientifico e non avere paura del nuovo e del diverso. Ogni obiettivo che ho raggiunto è stato reso possibile dalla curiosità e dalla passione per lo studio, che ci permettono di evolverci e scoprire il mondo. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato e mi aiuteranno in questo viaggio”.

"Poco più di dieci mesi fa - ha detto il rettore dell'Università di Pisa, Riccardo Zucchi - il dott. Benedetto Vigna ci ha onorato della sua presenza alla cerimonia di inaugurazione del 680° anno accademico dell'Università di Pisa. In quell'occasione ho avuto modo di apprezzare la sua visione di manager e di uomo che riconosce l'alto valore delle nuove generazioni e del ruolo dell'Università nella costruzione del futuro del Paese. Questo suo approccio, assieme al successo raggiunto, sono la testimonianza di capacità e virtù rare che ne fanno un modello esemplare da indicare alle nuove generazioni. È per noi un onore aver contribuito alla sua formazione".

“Congratulazioni al dottor Benedetto Vigna, Chief Executive Officer della Ferrari, una figura di primo piano che ha saputo guidare con successo una delle aziende simbolo dell’Italia nel mondo – ha detto il sindaco di Pisa, Michele Conti - La Ferrari, con la sua tradizione unica e il suo costante sguardo verso il futuro, incarna i valori di eccellenza e innovazione che sono anche il cuore della nostra identità pisana. E grazie all’Associazione Laureati Ateneo Pisano per la scelta e per l’impegno nel portare avanti questo premio prestigioso che ci permette di riflettere sull’importanza di valori come l’innovazione, il talento e il senso di responsabilità verso la comunità”

"Desidero ringraziare l'ALAP per avermi offerto l'occasione di tenere la laudatio di Benedetto Vigna - ha detto Michele Antoniazzi, Chief Human Resources Officer di Ferrari - Ho conosciuto Benedetto per la prima volta nel 2021, quando è stato nominato CEO di Ferrari. La prima cosa che mi colpì di lui fu la sua decisione di dedicare molto tempo ai colloqui conoscitivi con i colleghi, dando subito un forte segnale della centralità che per lui le persone hanno in azienda. Benedetto ha portato una nuova visione che sta plasmando la nostra cultura aziendale. Una visione che ci ha permesso di consolidare la nostra leadership nelle tre anime del racing, delle sport cars e del lifestyle".

Leggendo le motivazioni, Paolo Ghezzi ha così riconosciuto la straordinaria capacità di Benedetto Vigna di alternare ruoli di ricerca e operativi a ruoli di indirizzo strategico, oltre che la sua sensibilità e propensione ad affrontare sfide complesse in settori innovativi: “Benedetto Vigna è senza dubbio uno dei manager italiani che, con il suo agire visionario, ha saputo garantire un tangibile miglioramento della qualità della vita delle comunità, dando impulso alla diffusione tecnologica nelle applicazioni quotidiane e che, con il suo impegno più recente in Ferrari, ha contribuito a mantenere vivo un diffuso senso di appartenenza e di orgoglio nazionale”.

 

Benedetto Vigna

Benedetto Vigna è Chief Executive Officer di Ferrari dal settembre 2021.

Prima di entrare in Ferrari, è stato Presidente del Gruppo Analogici, MEMS e Sensori di STMicroelectronics dal gennaio 2016 e membro dell’Executive Committee di ST dal 31 maggio 2018.

Vigna ha iniziato la sua carriera in ST nel 1995 e ha fondato le attività MEMS (Micro-Electro-Mechanical Systems) della Società. Sotto la sua guida i sensori MEMS di ST hanno conquistato la leadership presso i grandi OEM per interfacce utente attivate dal movimento. Le sue responsabilità sono state ampliate alla connettività e a soluzioni di imaging e power management. Ha inoltre guidato una serie di iniziative di successo in nuove aree di business, con un focus particolare nei segmenti del mercato industriale e automotive.

Nel corso della sua carriera Vigna ha registrato oltre 200 brevetti sul micro-machining, è stato autore di numerose pubblicazioni e ha fatto parte dei consigli direttivi di diversi programmi finanziati dall’Unione Europea incluse delle start up, nonché dei board di centri di ricerca in Asia e America riconosciuti a livello mondiale.

Vigna è laureato in Fisica Subnucleare presso l’Università di Pisa.

Redazione Web

Cosa significa davvero studiare Chimica all'università

2 mesi 1 settimana ago

Nelle librerie dal 22 novembre, “Studiare chimica all’università” è un libro che vuole aiutare ragazzi e ragazze a trovare la propria ‘stella polare’. La chiave è l’orientamento fra pari a partire da una serie di interviste a 22 persone fresche di laurea. Curatrici del volume sono le professoresse Valentina Domenici del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano, Antonella Maggio dell’Università di Palermo e Laura Orian dell’Università di Padova.

Di seguito pubblichiamo l’introduzione.

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Nell’immaginario collettivo, la figura del chimico incarna lo scienziato per antonomasia: con barba, occhiali e capelli arruffati, si aggira per il laboratorio tra provette colorate e fumanti. Un ritratto che quasi sfuma nella magia. Questa immagine, però, non rispecchia le chimiche e i chimici che oggi si muovono in sicurezza in laboratorio, possiedono solide conoscen ze di matematica, fisica e informatica che li aiutano a capire davvero cosa succede nel mondo delle molecole, e che usano strumenti avanzati e moderni, come le modellistiche digitali e l’intelligenza artificiale. Tuttavia, nonostante le iniziative di orientamento, la scelta di intraprendere un percorso universitario in Chimica o Chimica industriale sembra più che altro un atto di coraggio.

In generale le discipline STEM, più delle altre, soffrono di una separazione fra scuola e università, che si manifesta in una discontinuità nel processo educativo e formativo, in uno scarso rapporto tra didattica e formazione e fra ricerca e insegna mento, e nella mancanza di comunicazione dei contenuti insegnati e delle modalità didattiche adottate. La chimica suscita qualche perplessità, se non una certa diffidenza: spesso associata a inquinamento, disastri ambientali e droghe, questa materia trova uno spazio decisamente limitato già tra i banchi di scuola, fatta eccezione per gli Istituti tecnici tecnologici indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie e, talvolta, per i Licei scientifici opzione Scienze applicate. Non deve perciò sorprendere che questa disciplina, intrinsecamente complessa, sia ancora percepita come inutile e difficile da studenti e studentesse. Le attività di orientamento tentano di porre rimedio anche a questa distorta percezione della chimica: non si limitano solo ad accompa gnare nel passaggio da un contesto all’altro, ma promuovono i talenti e le attitudini.

Nel 2004, visto il calo delle immatricolazioni ai corsi di laurea delle cosiddette “scienze dure”, i tassi di abbandono, il proble ma del genere e la scarsa chiarezza sugli sbocchi lavorativi, la Conferenza nazionale dei presidi delle facoltà di scienze e tecnologie, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e Confindustria, promosse il Progetto lauree scientifiche (PLS), successivamente divenuto Piano lauree scientifiche. Dall’anno scola stico 2018/19, inoltre, sono stati proposti i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), risultato di una revisione dei percorsi di Alternanza scuola lavoro.

Entrambe le iniziative sono volte a sostenere studentesse e studenti per l’intero arco della vita nell’elaborazione di un loro progetto perso nale e professionale, sulla base di aspirazioni e competenze. Queste attività di orientamento hanno avuto un grande successo per la chimica, rappresentando canali preferenziali anche per veicolare un modo nuovo di percepirla. Noi curatrici siamo impegnate da anni in attività di divulgazione, promozione e valorizzazione della chimica, e siamo coordinatrici nei nostri atenei dei PLS e responsabili dei percorsi di PCTO e delle attività di orientamento in ingresso. Il contatto continuo con studenti e studentesse, dalle matricole ai laureandi, fino a chi sceglie di continuare la sua formazione dentro le università con un dottorato di ricerca, ci ha arricchito e arricchisce molto: sia come docenti interessate alla for mazione e alla didattica, sia come persone adulte che cercano di ca pire e stabilire connessioni con le nuove generazioni. È proprio que sta pluriennale esperienza che ci ha portate ad accettare la proposta della casa editrice di affrontare il problema dell’orientamento con un occhio diverso.

Lo sappiamo: i tempi corrono velocemente e i ragazzi cambiano, così come il loro linguaggio, i comportamenti, le abitudini. Proprio per questo, per presentare correttamente l’immagine della disciplina e dei suoi mestieri a chi sta per intraprendere un percorso formativo, la scelta del libro di far parlare ragazzi e ragazze ci è sembrata giusta e adeguata. Raccogliendo le loro motivazioni iniziali, le difficoltà in itinere, le soddi sfazioni e i risultati si può presentare la disciplina dal punto di vista di chi l’ha studiata e la studia: è un modo sicuramente originale di farlo, privo degli eventuali ostacoli di un linguaggio scientifico specifico. Presentare tutto ciò attraverso un libro stampato per noi rappresenta anche una sfida dai forti connotati simbolici: l’idea è quella di un vademecum che accompagni e orienti chi si appresta a compiere una scelta universitaria, ed è una sorta di passaggio di testimone fra chi ha terminato un percorso e chi lo sta per iniziare. Questo, come facevano gli antichi navigatori, significa cercare la Stella Polare nella miriade di stelle che stanno sospese sopra la nostra testa. Anche le ragazze e i ragazzi di oggi cercano la loro stella polare per capire le proprie aspirazioni e i propri talenti. Certo, non è una cosa facile, ma leggere la storia di una studentessa che vive a trecento chilometri di distanza dall’università potrebbe accendere un guizzo, una luce; oppure, ci sarà sicuramente qualcuno che ha lo stesso hobby o lo stesso libro preferito, lo stesso sogno oppure la stessa esperienza non proprio edificante in ambito scolastico. E allora questo libro, oltre a contenere tante informazioni utili per capire cosa si studia a chimica, quante ore di laboratorio si fanno in una sede o in un’altra, vuole raccontare storie di studio in cui rispecchiarsi o riconoscersi, per intraprendere una parte del percorso di vita che sarà sicuramente importante e significativo per il proprio futuro.

(foto di copertina di Elchinator da Pixabay)

Redazione Web

Agata, Susanna e Anna: le nuove ambasciatrici Circle U. dell’Università di Pisa

2 mesi 1 settimana ago

L’Università di Pisa dà il benvenuto alle tre nuove ambasciatrici Circle U., pronte a promuovere le iniziative dell’Alleanza Universitaria Europea all’interno della comunità studentesca. Agata Merian Bernacca, Susanna De Luca e Anna Terroni sono entrate infatti a far parte del gruppo dei Circle U. Ambassadors, che opera in ciascuna delle nove università che compongono l’Alleanza Europea.

Il ruolo delle nuove ambasciatrici sarà fondamentale per aumentare la visibilità di Circle U. e stimolare una maggiore partecipazione degli studenti e delle studentesse alle numerose attività promosse dall’Alleanza, con il supporto degli uffici dell’Ateneo. Con il lancio dell’Open Campus, infatti, sta crescendo l’offerta formativa di Circle U., con numerosi corsi online, Summer e Winter Schools e tante occasioni di mobilità a disposizione dell’intera comunità studentesca dell’Alleanza. Le Ambassadors avranno il compito di organizzare eventi e incontri, ideare iniziative, workshop e contest e collaborare alla comunicazione e produzione di contenuti, anche in collaborazione con i colleghi europei.

Ma chi sono le tre ambasciatrici? Abbiamo chiesto loro di presentarsi alla comunità studentesca e di raccontare con quanto entusiasmo stanno vivendo questa nuova esperienza.

Agata Merian Bernacca
Ciao, sono Agata Bernacca, vengo da Lucca e studio Medicina e Chiururgia all’Università di Pisa. Ho partecipato al Model United Nations (MUN) a UCLouvain organizzato da Circle U.: è stato uno dei primi eventi a cui ha partecipato la mia università, quindi ero veramente emozionata! Anche se apparentemente distante dal mio indirizzo di studi, è stata un'esperienza veramente formativa perché ho avuto modo di apprendere importanti skills di problem solving, team working e non solo. Sono onorata di essere stata scelta per il ruolo di Ambassador e mi impegnerò al massimo per promuovere le attività organizzate dall'Alleanza, per dare modo ai miei colleghi di partecipare e accrescere le loro competenze in un ambiente internazionale e stimolante.

Susanna De Luca
Ciao a tutti! Mi chiamo Susanna, vengo da Lucca e sono una delle nuove ambasciatrici di Circle U. per l’Università di Pisa! Durante il mio percorso accademico mi sono laureata in Scienze della Comunicazione e ho deciso di proseguire i miei studi nella classe magistrale di Informatica Umanistica. Da sempre sono molto affascinata dai contesti internazionali, ecco perché Circle U. è per me il posto perfetto per sperimentare e crescere sia formalmente che socialmente. Sono venuta a conoscenza dell’esistenza di questa alleanza in modo del tutto spontaneo: era lo scorso febbraio ed ero persa tra le ricerche per la mia tesi di laurea triennale, quando navigando sul sito universitario mi sono imbattuta in un corso tenuto da Humboldt-Universität zu Berlin relativo al Climate Change, rivelatosi una vera scoperta. Sono entusiasta della mia nuova carica all’interno di questa realtà e spero di poter trasmettere questa voglia fare e sapere cosmopolita ai miei colleghi dell’Università di Pisa attraverso le numerosissime iniziative di Circle U.!

Anna Terroni
Ciao, sono Anna Terroni, vengo da La Spezia e sono iscritta al primo anno del corso di Dottorato in Studi Italianistici dell'Università di Pisa. Ho conosciuto l’Alleanza Circle U. grazie al mio professore tutor Michelangelo Zaccarello – Academic Chair del Multilingualism, Interculturality and Language Lab (CU.mil) e uno degli organizzatori della Sustainable “WINE” Intensive Week in programma a Pisa dal 3 al 7 febbraio 2025 – che mi ha consigliato di avvicinarmi a questa realtà vista la mia propensione per lo scambio e la collaborazione con ambienti universitari anche esterni all’Italia. Sono rimasta piacevolmente stupita dall'entusiasmo e dallo spirito che si respira all'interno dell'alleanza e sono emozionata di poter intraprendere questa nuova avventura come Ambassador. Non vedo l'ora di poter far conoscere agli altri studenti le attività organizzate da Circle U. e partecipare in prima persona agli eventi che potranno essere un'occasione non soltanto formativa, ma anche di crescita personale.

Redazione Web

Circuiti elettrici su foglie, lenti e bucce d’arancia: a Pisa le nuove frontiere della microelettronica

2 mesi 1 settimana ago

Realizzato dal team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Università di Pisa, rappresenta un grande passo avanti nelle ricerche sull’elettronica conformabile, arrivando a realizzare dispositivi funzionanti su superfici così sottili da poter essere applicate ovunque. 

La ricerca, frutto di una collaborazione tra Università di Pisa, IIT Milano e EPFL, è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nano Letters.

"Adattare l’elettronica perché si conformi perfettamente a superfici curve e irregolari è un obiettivo difficile, ma che al tempo stesso può aprire la strada a una serie infinita di applicazioni, sia a livello industriale che in campo medico - spiega Gianluca Fiori, docente di elettronica al DII-  Il dispositivo che abbiamo messo a punto ha uno spessore estremamente ridotto, dell’ordine di pochi micron, e ha come substrato un polimero flessibile, che può aderire perfettamente ad ogni tipo di superficie. In un centimetro quadrato possiamo integrare moltissimi transistori e la nostra prossima sfida sarà quella di realizzare circuiti complessi, in grado di essere applicati per esempio al cibo, per monitorarne il deterioramento all’interno della catena di produzione, trasporto e vendita, in modo da ridurre gli sprechi alimentari, oppure al corpo stesso, per monitorare parametri fisiologici in modo non invasivo”.

L’applicazione di nanodispositivi flessibili e conformabili al campo biomedicale è una ricerca di frontiera che Gianluca Fiori sta portando avanti nel progetto SKIN2TRONICS, finanziato di recente dall’Unione Europea con ERC Synergy Grant, i finanziamenti più competitivi e prestigiosi per la ricerca.

“Il lavoro di produzione del dispositivo - aggiunge Federico Parenti, dottorando al DII e primo autore dell’articolo - prevede un processo complesso, e che richiede macchinari all’avanguardia, realizzati dal nostro team. In particolare, abbiamo messo a punto una stampante a getto d’inchiostro in grado di definire strutture con risoluzione micrometrica, superando i limiti delle stampanti attualmente in commercio. Il dispositivo elettronico è il risultato di una combinazione di tecniche microelettroniche standard di deposizione dei materiali e più avanzate, come appunto la deposizione per mezzo di inchiostri”

“I transistori così fabbricati - conclude Elisabetta Dimaggio, ricercatrice in elettronica al DII - riescono a raggiungere ottime prestazioni, e sono quindi perfettamente integrabili in circuiti elettronici più complessi, sia digitali che analogici. Inoltre, la nostra ricerca ha dimostrato che questi dispositivi mantengono i livelli di performance richiesti anche sotto ripetuti stress da piegamento. Questa resilienza è cruciale per l’elettronica conformabile.
Date le enormi potenzialità di sviluppo e applicazione, quella sui dispositivi elettrici flessibili è una delle ricerche di punta dei nostri laboratori dedicati alla transizione digitale delle imprese e all’industria 5.0, dove le ricerche all’avanguardia per i futuri processi industriali vengono condotte in modo integrato e interdisciplinare in diverse aree”.

Redazione Web
Checked
1 ora 3 minuti ago
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