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Una palestra robotica per la riabilitazione della mano e dell’arto superiore

9 ore 46 minuti ago

L’Università di Pisa all’avanguardia nell’ambito della riabilitazione dell'arto superiore e della mano grazie a un nuovo dispositivo, Gloreha Sinfonia Plus, che coniuga la robotica alla riabilitazione. Lo strumento è stato posizionato nel Centro universitario di Medicina riabilitativa e dello sport (in via Gargalone 25, a Pisa) ed è stato acquisito dall’Università di Pisa nel contesto di un finanziamento nazionale PNC relativo al progetto "Fit for Medical Robotics" nel quale la robotica viene utilizzata per trattare e curare “su misura” i pazienti.

 
Nella foto, in piedi, il prof. Carmelo Chisari, direttore del Centro universitario di Medicina riabilitativa e dello sport e la dott.ssa Valentina Azzollini.

L’Ateneo è partner del progetto, della durata di 44 mesi, sostenuto dal Governo nell’ambito del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR con un finanziamento complessivo di 113 milioni di euro. “Fit for medical Robotics” vede coinvolti 11 enti di ricerca e diverse università italiane, tra cui l’Università di Pisa, il CNR, la Scuola Superiore Sant'Anna, l’IIT; 11 centri clinici riabilitativi tra cui IRCSS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), l'INAIL e due compagnie di produzione e distribuzione di robot per la riabilitazione. I 25 partners sono riuniti in un Consorzio coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

“Con il Gloreha Sinfonia Plus apriamo una nuova stagione per il “Centro universitario di Medicina riabilitativa e dello sport” – spiega il direttore, professor Carmelo Chisari – Il Gloreha Sinfonia Plus, uno strumento robotico tra i più avanzati, è specifico per il trattamento dell’arto superiore e della mano e può essere utilizzato sia nei bambini che negli adulti. È dotato di guanti sensorizzati che permettono al paziente di interfacciarsi con un software che propone esercizi nella forma di “serious games” (ovvero esercizi di riabilitazione attraverso la componente ludica), favorendo l’interazione diretta del paziente al programma riabilitativo e l'apprendimento motorio del gesto deficitario”.

Nel Centro sorgerà una vera e propria “palestra robotica” nella quale sarà possibile erogare percorsi riabilitativi altamente personalizzati per pazienti affetti da alterazioni funzionali dovute a patologie neurologiche, ortopediche e/o geriatriche. Lo stesso sarà per gli sportivi che vogliono migliorare la loro performance o devono recuperare da un infortunio. Gloreha Sinfonia Plus si va ad aggiungere ad altri sistemi altamente tecnologici già presenti nel Centro come il sistema antigravitazionale Alter G che permette il cammino e la corsa con una riduzione del peso del fino all’80%; il dispositivo Hunova per la valutazione e il trattamento dei disturbi della propriocettività; Walker View per l’analisi computerizzata del cammino attraverso sensori indossabili.

E non finisce qua: “È in programma l’acquisto di altri dispositivi altamente tecnologici perché il Centro vuole porsi sempre di più come punto di riferimento nel nostro territorio nell’ambito della Medicina Riabilitativa e dello Sport, moderna e avanzata. Ringrazio Valentina Azzollini, ricercatrice di UNIPI, e tutto il personale del Centro, che con il loro impegno e la loro professionalità stanno contribuendo in maniera determinante alla realizzazione di questo ambizioso progetto", conclude il professor Chisari.

Redazione Web

Un team di ricerca internazionale ha ricostruito le dimensioni e la forma del corpo del Megalodon

1 giorno 10 ore ago

Grazie a un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Palaeontologia Electronica” emergono nuovi indizi sulle dimensioni, la forma del corpo, la biologia e lo stile di vita del Megalodon, il leggendario squalo gigante che dominava gli oceani tra 15 e 3,6 milioni di anni fa. La ricerca, coordinata dal professor Kenshu Shimada della DePaul University di Chicago, ha coinvolto esperti di nove paesi e quattro continenti, tra cui l’Università di Pisa – unica istituzione italiana a partecipare a tale studio.

Gli scienziati hanno analizzato un fossile straordinario: una colonna vertebrale parziale costituita da 141 vertebre, lunga circa 11 metri, rinvenuta in Belgio oltre un secolo fa. Lo studio delle proporzioni corporee in squali viventi ed estinti ha permesso di stimare che l’esemplare belga fosse lungo oltre 16 metri, mentre gli individui più grandi della specie avrebbero potuto superare i 24 metri, con una massa corporea massima di circa 94 tonnellate.


Ricostruzione schematica e ipotetica della forma del corpo di un Megalodon di 24,3 metri di lunghezza. Nonostante la silhouette di un nuotatore sia rappresentata accanto al disegno schematico dello squalo per dare un'idea della taglia di quest'ultimo, va sottolineato il fatto che il Megalodon è una specie estinta che non è coesistita con l'uomo.

Ma la scoperta più sorprendente riguarda la forma del corpo del Megalodon: contrariamente alle precedenti ricostruzioni che lo immaginavano come una sorta di squalo bianco “ingigantito”, il team ha ipotizzato una somiglianza maggiore con lo squalo limone (Negaprion brevirostris), caratterizzato da un corpo più slanciato. Proprio una forma allungata avrebbe reso il Megalodon un nuotatore tutto sommato efficiente nonostante l'enorme taglia. I ricercatori hanno anche osservato come i più grandi squali moderni, come lo squalo balena (Rhincodon typus) e lo squalo elefante (Cetorhinus maximus), presentino un corpo relativamente snello, il che li rende nuotatori efficienti a dispetto delle ingenti dimensioni.


Alberto Collareta (a sinistra) durante uno scavo.

“Noto con il nome scientifico di Otodus megalodon (o Carcharocles megalodon), questo celeberrimo protagonista degli oceani del passato è noto soprattutto per i suoi grandi denti, triangolari e seghettati, mentre i resti scheletrici sono estremamente rari e frammentari – spiega il professor Alberto Collareta, paleontologo presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa – Proprio la mancanza di scheletri completi riferiti al Megalodon ha spesso indotto gli studiosi a ricostruire l’aspetto di questo antico gigante dei mari come simile a quello dell’attuale squalo bianco (Carcharodon carcharias). Questa nuova ricerca rappresenta un passo fondamentale nella comprensione della biologia di uno dei più grandi predatori della storia del nostro pianeta, sfidando le tradizionali ricostruzioni ed offrendo un'immagine ancora più affascinante del Megalodon”.

Un altro aspetto interessante emerso dalla ricerca riguarda la riproduzione del Megalodon. Gli studiosi hanno stimato che già alla nascita i piccoli di questa specie fossero lunghi più di 3 metri e mezzo. Questo suggerisce una strategia riproduttiva ovovivipara, in cui gli embrioni più sviluppati si nutrivano dei fratelli non ancora nati, un fenomeno noto come cannibalismo intrauterino. (A destra, foto di un dente fossile di Megalodon dal Miocene del Perù).

Lo studio ipotizza inoltre che la progressiva scomparsa del Megalodon sia stata almeno in parte legata alla competizione con il moderno squalo bianco, comparso circa 5 milioni di anni fa. I due formidabili predatori, pur caratterizzati da differenti forme corporee, potrebbero aver avuto preferenze alimentari simili: insieme ad altri fattori ambientali, la competizione con lo squalo bianco per le medesime risorse avrebbe decretato l'estinzione del Megalodon.

L’articolo “Reassessment of the possible size, form, weight, cruising speed, and growth parameters of the extinct megatooth shark, Otodus megalodon (Lamniformes: Otodontidae), and new evolutionary insights into its gigantism, life history strategies, ecology, and extinction” è liberamente accessibile online al seguente indirizzo internet: https://doi.org/10.26879/1502.

I suoi autori sono: Kenshu Shimada, Ryosuke Motani, Jake J. Wood, Phillip C. Sternes, Taketeru Tomita, Mohamad Bazzi, Alberto Collareta, Joel H. Gayford, Julia Türtscher, Patrick L. Jambura, Jürgen Kriwet, Romain Vullo, Douglas J. Long, Adam P. Summers, John G. Maisey, Charlie Underwood, David J. Ward, Harry M. Maisch IV, Victor J. Perez, Iris Feichtinger, Gavin J.P. Naylor, Joshua K. Moyer, Timothy E. Higham, João Paulo C.B. da Silva, Hugo Bornatowski, Gerardo González-Barba, Michael L. Griffiths, Martin A. Becker e Mikael Siversson.

Le ricerche dell'Università di Pisa nell'ambito della Paleontologia dei Vertebrati sono supportate da un finanziamento ministeriale (PRIN 2022 “BioVertICeS”).

Redazione Web

Gestione delle specie aliene, l’approccio italiano che piace anche alla comunità europea

4 giorni 7 ore ago

E’ tutto italiano il nuovo approccio per gestire l’invasione delle piante aliene recentemente segnalato anche sul sito web della Commissione Europea (section Energy, Climate change, Environment).

La ricerca pubblicata sulla rivista Ecological Indicators è stata condotta da un gruppo interdisciplinare di esperti provenienti da diverse istituzioni accademiche e centri di ricerca italiani. Per l’Università di Pisa ha partecipato la professoressa Iduna Arduini (foto), botanica del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali che ha contribuito principalmente attraverso la raccolta e l’analisi dei dati sulle specie vegetali invasive.

Usando l'Italia come caso di studio, scienziati e scienziate hanno esaminato la diffusione attuale e futura di 34 piante invasive, integrando modelli predittivi climatici con dati reali di distribuzione. Sulla base dei risultati ottenuti, le piante sono state assegnate a tre categorie di gestione: eradicazione (per specie con alto rischio di invasione, ma ancora in fase iniziale), controllo e contenimento (per specie già diffuse, ma ancora gestibili) e monitoraggio, per specie già ampiamente diffuse o con impatti incerti. Grazie a questa metodologia sarà quindi possibile un approccio più efficace nella lotta alle piante invasive, prevenendo danni ambientali e ottimizzando l’uso delle risorse.

“Fortunatamente, non tutte le specie aliene diventano invasive – spiega Arduini - Ad esempio, delle 1597 specie vegetali aliene censite in Italia, soltanto il 14% circa ha manifestato un comportamento invasivo. Diventa perciò di cruciale importanza individuare quelle su cui indirizzare le azioni di eradicazione, controllo o semplice monitoraggio. Gli interventi di eradicazione sono raccomandati per le specie potenzialmente invasive ma non ancora ampiamente diffuse. Tra queste compaiono Nelumbo nucifera (fior di loto) e Phyllostachys aurea (bambù dorato) entrambe specie ornamentali il cui rilascio nell’ambiente deve essere assolutamente evitato sia sotto forma di semi che frammenti”

Redazione Web

Due nuove auto per potenziare il servizio di trasporto di studenti con disabilità

5 giorni 6 ore ago

Con l’acquisto di due nuove auto attrezzate, l’Università di Pisa potenzia ulteriormente il servizio di trasporto per studenti e studentesse con disabilità, portando così il parco macchine a un numero complessivo di sei. Questa iniziativa fa parte del continuo impegno dell'Ateneo verso l'inclusione e la pari opportunità per tutti gli studenti e per tutte le studentesse.

La cerimonia di consegna delle nuove vetture ha visto la partecipazione della professoressa Enza Pellecchia, prorettrice per la coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio, del professor Luca Fanucci, delegato del rettore per l’inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA, del dott. Michele Padrone, dirigente della Direzione didattica, studenti e internazionalizzazione, e dello staff dell’USID (Unità Servizi per l’Inclusione di studenti con disabilità).

“Può sembrare strano, forse anche eccessivo, organizzare una piccola cerimonia di consegna di due auto – dichiara la professoressa Enza Pellecchia – Nessuna stravaganza, piuttosto l'intenzione di sottolineare quanto la dignità delle studentesse e degli studenti con bisogni educativi speciali passi anche da mezzi di trasporto attrezzati per loro, dedicati a loro, nuovi, sicuri, confortevoli. Nello spirito del secondo comma dell'art. 3 della Costituzione ci siamo fatti carico di contribuire a rimuovere – garantendo il servizio di trasporto – gli ostacoli che possano impedire ad alcuni membri della nostra comunità studentesca il pieno godimento dell’esperienza universitaria. E abbiamo voluto sottolinearlo, per dare evidenza a come vengono investite risorse nel welfare studentesco e anche per ringraziare quanti hanno lavorato dietro le quinte per conseguire questo risultato".

“Un servizio indispensabile che distingue il nostro Ateneo all’interno del panorama nazionale – commenta il professor Luca Fanucci, delegato del rettore per l’inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA – Un sentito ringraziamento va anche agli autisti che con grande professionalità e disponibilità riescono ad andare incontro alle esigenze di mobilità dei nostri studenti e delle nostre studentesse con disabilità”.

L'Università di Pisa garantisce a tutti gli studenti e le studentesse con disabilità l'accesso a un servizio di trasporto adeguato durante i due semestri dell’anno accademico. Questo servizio include trasporti settimanali verso le strutture universitarie e viene gestito quotidianamente dall’USID che organizza le varie richieste che, talvolta multiple, prevedono più viaggi di andata e ritorno.

Ogni settimana, tra i 12 e i 23 studenti e studentesse al massimo usufruiscono del servizio di accompagnamento. Oltre al trasporto con le auto attrezzate, è possibile beneficiare di un’ulteriore opzione, ovvero i buoni taxi, grazie a una convenzione con la Co.Ta.Pi. Questa possibilità consente di svolgere spostamenti che richiedono una maggiore autonomia e flessibilità.

Il servizio, che ha l’obiettivo di garantire pari opportunità di accesso e partecipazione alla vita universitaria, rappresenta un'importante risorsa per gli studenti e le studentesse con disabilità, supportando il loro percorso accademico e favorendo un ambiente inclusivo.

Redazione Web

Né Oriente né Occidente. Vivere in un mondo nuovo

5 giorni 6 ore ago

Nel suo libro "Né Oriente né Occidente. Vivere in un mondo nuovo" (il Mulino, 2025) la professoressa Renata Pepicelli dell’Università di Pisa esplora il concetto di "Occiriente", un'idea che sfida la tradizionale dicotomia tra Oriente e Occidente per descrivere un mondo interconnesso, dove le culture si mescolano e si contaminano reciprocamente. Il testo, un viaggio tra storia, politica, identità e trasformazioni globali, dimostra come le categorie tradizionali siano ormai obsolete e incapaci di cogliere la complessità del presente.

Il volume appena uscito sarà presentato per la prima volta domenica 9 marzo alle ore 17.00 al Cinema Lumiere a Pisa (Vicolo del Tidi, 6), insieme all’autrice saranno presenti Stefano Gallo e Dia Papa Demba.

“Dobbiamo ripensare le categorie attraverso cui leggiamo la realtà – sostiene Pepicelli - in un mondo globalizzato, le vecchie divisioni non hanno più senso e occorre adottare nuove lenti per comprendere le dinamiche sociali e culturali. L'Occiriente è già tra noi: si manifesta nelle città multiculturali, nei matrimoni misti, nelle cosiddette seconde generazioni che sfidano gli stereotipi, nelle lingue che si contaminano a vicenda. Il futuro non sarà né puramente occidentale né puramente orientale. L'Occiriente non è un'utopia, ma una realtà già esistente che dobbiamo imparare a vedere e a valorizzare”.

Pepicelli parte dalla costruzione storica della contrapposizione tra Oriente e Occidente, una divisione nata da esigenze politiche e coloniali piuttosto che da reali differenze culturali. La narrazione storica mostra come queste categorie siano state utilizzate per giustificare dominazioni e gerarchie, dai tempi delle Crociate fino al colonialismo europeo e alle guerre contemporanee.

Il concetto di "Occiriente" emerge come una necessità per descrivere le nuove realtà globali. L'autrice racconta storie di persone che incarnano questa identità fluida, come Rafsana e Raseda, due giovani italo-bangladesi che crescono in un mondo senza confini rigidi, vivendo tra Roma, Londra e il Bangladesh. La loro esperienza mostra come l'appartenenza nazionale sia ormai un concetto sfumato, in cui le radici culturali si intrecciano con esperienze transnazionali e identità multiple.

Redazione Web

L’interazione tra buchi neri e onde gravitazionali si studia con un esperimento da tavolo

5 giorni 9 ore ago

Uno studio basato sulla tesi di Chiara Coviello (nella foto a destra), laureata in Fisica all’Università di Pisa nel 2023 e adesso al King’s College di Londra per un dottorato di ricerca, è stato recentemente pubblicato dalla rivista AVS Quantum Science. Al centro dello studio – intitolato “Gravitational waves and Black Hole perturbations in acoustic analogues” – ci sono i buchi neri che, con il loro fascino oscuro, sono tra gli oggetti più affascinanti del cosmo e sono incredibilmente difficili da analizzare.

Per comprenderli meglio, il gruppo di ricerca interdisciplinare di cui fa parte Coviello ha esaminato i buchi neri acustici, un equivalente analogico che intrappola le onde sonore e può essere creato in un esperimento da tavolo. Tra gli autori e le autrici dello studio ci sono anche la professoressa Marilù Chiofalo dell’Università di Pisa, i professori Dario Grasso dell'INFN di Pisa, Stefano Liberati della SISSA di Trieste e Massimo Mannarelli dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, con la dottoressa Silvia Trabucco, dottoranda di ricerca al Gran Sasso Institute Science dopo essersi laureata in Fisica a Pisa.

Coviello e gli altri autori e autrici hanno indagato se i buchi neri acustici possano essere utilizzati per comprendere le interazioni tra le onde gravitazionali e i buchi neri astrofisici. In un'analisi teorica, hanno esplorato come generare perturbazioni simili a onde gravitazionali in un condensato di Bose-Einstein di atomi ultrafreddi, uno stato della materia in cui qualche centinaia di migliaia di atomi si comportano collettivamente come se fossero un unica grande molecola. Nei condensati di Bose-Einstein, le eccitazioni di più bassa energia sono perturbazioni della densità, descritte da particella quantistiche chiamate fononi.

Nello studio, i fononi si muovono come particelle senza massa in una geometria che può essere ingegnerizzata in modo da riprodurre caratteristiche di un buco nero per quanti di luce, o fotoni, cioè un buco nero astrofisico. Negli analoghi buchi neri acustici, infatti, sono i fononi a rimanere intrappolati e al tempo stesso costituire la cosiddetta radiazione di Hawking, predetta dal celebre astrofisico Stephen Hawking per i buchi neri astrofisici. Utilizzando quanto noto sulle onde gravitazionali, le autrici e gli autori hanno sviluppato un dizionario tra buchi neri astrofisici e buchi neri acustici, per comprendere meglio gli effetti di perturbazioni simili alle onde gravitazionali sull’orizzonte acustico di un buco nero da laboratorio. L'idea è usare esperimenti di fisica della materia in tavoli ottici di qualche metro quadro come simulatori quantistici altamente accurati e controllabili per studiare proprietà di oggetti di interesse astrofisico e cosmologico.

“Siamo entusiasti che questa fisica possa essere studiata in esperimenti attualmente realizzabili, ad esempio con atomi ultra-freddi, offrendo un nuovo modo per analizzare questi sistemi in un ambiente controllato”, ha dichiarato l’autrice Chiara Coviello.

I risultati potrebbero essere utilizzati per studiare gli effetti di dissipazione e riflessione delle perturbazioni simili alle onde gravitazionali nei buchi neri acustici. Gli autori e le autrici ritengono che ciò contribuirà a far luce sui comportamenti universali e sul ruolo delle fluttuazioni quantistiche nei buchi neri astrofisici.

Il team di ricerca, composto da una collaborazione tra diverse università e centri di ricerca, intende proseguire lo studio analizzando le proprietà di viscosità dell’orizzonte acustico in relazione alla sua entropia, note per avere comportamenti universali, cioè non dipendenti dallo specifico sistema fisico. I risultati potrebbero fornire nuove intuizioni sulla teoria fisica di base e sulle simmetrie dei buchi neri astrofisici.

Redazione Web

Università di Pisa e Cavalieri di Santo Stefano siglano per la prima volta un accordo di collaborazione

6 giorni 5 ore ago

Per la prima volta, l’Università di Pisa e l’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano hanno sottoscritto un accordo che sancisce una collaborazione scientifico-culturale tra le due realtà.

L’intesa è stata firmata il 5 marzo al Palazzo alla Giornata dal Rettore Riccardo Zucchi e da Giorgio Cuneo, Presidente vicario dell'Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano in rappresentanza del Presidente Umberto Menicucci Ascani.
La convenzione mira alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale dell’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, con iniziative che spaziano dalla ricerca accademica alla pubblicazione di studi, fino all’organizzazione di eventi e convegni.

 

A destra il Rettore Zucchi, a sinistra il Presidente vicario Cuneo



Un aspetto centrale sarà l’opportunità per studentesse e studenti dell’Università di Pisa di accedere a tirocini formativi presso l’Istituzione. Le attività previste potranno includere catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio archivistico che sarà a disposizione anche per la stesura di tesi di laurea, contribuendo così alla sua diffusione e conoscenza. Per entrambe le istituzioni, la firma di questa convenzione segna un punto di partenza per future collaborazioni, con la possibilità di sviluppare progetti congiunti e di partecipare insieme a bandi di finanziamento su scala locale, nazionale ed europea.

“L'Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano è veramente onorata e ringrazia l'Università di Pisa nella figura del magnifico Rettore per questa convenzione che ha comportato diversi mesi di lavoro ma per i cui risultati siamo davvero soddisfatti – ha dichiarato Giorgio Cuneo - In particolar modo perché non solo consente di valorizzare e rinsaldare quelli che sono i legami storici tra l'Istituzione e l'Università ma soprattutto perché permette di sviluppare e portare avanti i progetti culturali e l'attivazione di tirocini importanti che permetteranno di mantenere viva la storia dei Cavalieri di Santo Stefano a beneficio della città di Pisa e dell'intera Regione Toscana”.

“Come Ateneo vogliamo ribadire la volontà di proseguire una collaborazione ad ampio spettro con i Cavalieri di Santo Stefano - ha detto il rettore Riccardo Zucchi - vorrei sottolineare l’aspetto culturale di questo accordo che comprende una collaborazione da più punti di vista, scientifico, di terza missione e di supporto alla didattica, che senza dubbio sono una delle nostre priorità”.

Redazione Web

L’apprendimento si legge nelle pupille dei nostri occhi

6 giorni 10 ore ago

In uno studio appena pubblicato sulla rivista Current Biology, i ricercatori delle Università di Pisa, di Sydney, di Firenze e del Salento hanno dimostrato che l’apprendimento statistico – cioè quello in cui acquisiamo informazioni in modo del tutto automatico e inconsapevole – si può rintracciare persino in una delle nostre reazioni più semplici e inconsapevoli: la costrizione o dilatazione della pupilla dei nostri occhi, evocata dalla vista di un’immagine.

“Questo studio dimostra che il nostro sistema visivo è sensibile alle regolarità statistiche del nostro ambiente anche quando non siamo in grado di percepirle in modo consapevole – commenta Paola Binda (nella foto a destra), professoressa dell’Università di Pisa e prima autrice del lavoro – Il diametro pupillare si conferma una ricca fonte di informazioni sul funzionamento dei nostri sistemi sensoriali e cognitivi: una vera e propria finestra sulla mente e sulle sue capacità di apprendimento”.

Lo studio parte dalla considerazione che tantissime delle informazioni su cui si basa il nostro comportamento sono apprese in modo spontaneo e inconsapevole, basti pensare all’acquisizione del linguaggio: siamo in grado di distinguere le parole nel suono prodotto da chi ci parla, nonostante questo sia continuo e non abbia evidenti pause che demarcano la fine di una parola e l’inizio della successiva: “Per imparare non ci servono istruzioni o indicazioni – continua Paola Binda – siamo capaci di farlo sin dalle prime settimane di vita, semplicemente ascoltando i suoni della nostra lingua. Probabilmente, questa forma di “apprendimento statistico” è importante per estrarre un senso da tutti i segnali sensoriali, non solo uditivi ma anche visivi, tattili etc.”.

Per il loro studio, i ricercatori hanno mostrato ai pazienti immagini che riportavano insiemi di barrette apparentemente casuali (un esempio è visibile a questo link). La loro successione temporale era molto rapida e regolata da una semplice struttura statistica: ogni immagine contenente 24 barrette era seguita da una con 6 barrette, 2 barrette erano seguite da 12 barrette e così via a creare delle coppie fisse di numerosità. Data la velocità con cui le immagini si susseguivano e la disposizione variabile degli elementi, questa struttura temporale non era percepibile. Cionondimeno, il diametro pupillare oscillava sistematicamente, rispondendo alla ripetizione delle coppie (mentre nessuna oscillazione si osservava in un esperimento di controllo in cui le medesime immagini erano presentate in ordine casuale).

“Grazie a questa metodologia innovativa è possibile seguire in modo indiretto e non invasivo l’evolversi di processi cerebrali complessi – conclude Binda – Nel lungo termine, questo tipo di ricerca potrebbe consegnarci nuovi strumenti per caratterizzare le differenze interindividuali dell’apprendimento e le sue disfunzioni”.

Redazione Web

Fondazione Telethon: nasce una piattaforma dedicata alla distrofia muscolare di Duchenne

1 settimana ago

Al via la realizzazione di una piattaforma dedicata alla distrofia muscolare di Duchenne: promossa da Fondazione Telethon, permetterà di organizzare in modo sistematico e coerente con gli standard più avanzati i dati di storia naturale raccolti in oltre quindici anni di studi clinici condotti in Italia. Una volta a regime, la banca dati metterà a disposizione dei ricercatori i dati di centinaia di pazienti e al contempo porrà le basi per raccoglierne in futuro di nuovi secondo criteri e standard omogenei.

Lo sviluppo della piattaforma comporterà diverse attività di implementazione, tra cui: un’infrastruttura informatica per ospitare i dati; una scheda elettronica di raccolta dei dati (eCRF); documenti standardizzati come il consenso informato, materiali per la formazione, il dizionario dei dati; la codifica e la condivisione dei dati in linea con il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR); un’app interattiva per minimizzare gli errori nell’inserimento e nella gestione dei dati; altre attività supplementari per il mantenimento della piattaforma.

Il progetto sarà realizzato grazie al supporto di alcune tra le più importanti aziende farmaceutiche ad oggi impegnate nello sviluppo di terapie per questa grave malattia neuromuscolare, per la quale nonostante gli sforzi non esiste ancora una cura risolutiva.

“Siamo molto orgogliosi di annunciare questo progetto, che conferma come Fondazione Telethon sia in grado di fare da catalizzatore, forte della sua esperienza e reputazione – ha dichiarato il direttore generale Ilaria Villa –. Di fronte alla necessità di disporre di dati più accurati e in linea con gli standard attuali, le aziende si sono affidate a noi per costruire uno strumento che in futuro sarà a disposizione di tutti e che auspichiamo possa accelerare la messa a punto di nuovi farmaci”.

Il coordinamento sarà affidato a Eugenio Mercuri, direttore dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile del Policlinico Agostino Gemelli – Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, riconosciuto come uno dei massimi esperti del settore a livello internazionale. I principali centri clinici che nel corso degli anni hanno preso parte a studi che hanno coinvolto pazienti con la distrofia di Duchenne, finanziati da Fondazione Telethon grazie al bando congiunto con l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (UILDM), metteranno a disposizione i dati raccolti e contribuiranno a popolare la piattaforma.

“Il ruolo svolto dal Centro Clinico per le Malattie Muscolari, peraltro da pochi giorni riconosciuto con recente delibera Centro Interdipartimentale del nostro Ateneo per la Ricerca Traslazionale per le Malattie Muscolari e Mitocondriali (CTMM), sarà quello di arricchire la piattaforma dedicata alla distrofia muscolare di Duchenne, promossa da Fondazione Telethon, con l’esperienza maturata a Pisa su questa malattia muscolare – spiega il professor Gabriele Siciliano dell'Università di Pisa – La prospettiva di terapie emergenti e il migliorato livello di trattamenti conservativi delle numerose complicanze di tale malattia aprono scenari verso fenotipi nuovi la cui conoscenza è indispensabile per migliorare l’aspettativa di vita dei giovani pazienti affetti, personalizzandone in maniera condivisa le cure.”

(Fonte Ufficio Stampa Telethon).

Redazione Web

L’influenza dei cambiamenti climatici sulle strategie riproduttive delle piante

1 settimana ago

Uno studio dell’Università di Pisa ha tracciato l’evoluzione dei semi negli ultimi 150 milioni di anni evidenziando una relazione diretta tra radiazione evolutiva, cambiamento del clima terrestre e comparsa di innovazioni riproduttive nelle angiosperme, le piante a fiore maggiormente diffuse sul nostro pianeta. La ricerca condotta dal professore Angelino Carta dell’Ateneo pisano e da Filip Vandelook del Meise Botanic Garden in Belgio è stata pubblicata sulla rivista New Phytologist.

"Non sappiamo se i nuovi tipi di semi hanno favorito tale diversificazione oppure se i nuovi tipi di semi son comparsi in conseguenza di essa. Certamente però, ed è la cosa più affascinante – aggiunge Carta – l’innovazione evolutiva dei semi, coincide con la comparsa dei principali modelli strutturali dei fiori contribuendo a spingere la biodiversità moderna verso cambiamenti epocali denominati Rivoluzione Terrestre delle Angiosperme”.

L’analisi ha riguardato i semi di 900 specie rappresentative di tutte le famiglie di angiosperme di cui è stato valutato il rapporto fra dimensioni dell’embrione e riserve nutritive. Dai risultati è emerso che i cambiamenti del clima della Terra hanno portato a un’ampia diversificazione, permettendo alle angiosperme di esplorare nuove strategie riproduttive e di adattarsi a habitat sempre più vari.

La condizione ancestrale delle piante era quella di avere semi con embrioni relativamente piccoli, tendenza che ha avuto poche variazioni sino a quando le temperature medie globali sono state alte, sopra i 25 °C. Quando le temperature globali sono diminuite, con temperature intorno ai 15 °C, l’evoluzione ha favorito semi con embrioni più grandi che tendono infatti a germinare più rapidamente, un vantaggio in ambienti secchi o soggetti a condizioni imprevedibili. E tuttavia, come è emerso dallo studio, questo sviluppo non esaurisce la storia evolutiva dei semi che piuttosto ha avuto un andamento “a salti”. Semi con maggiori riserve nutritive e minori dimensioni dell’embrione mantengono infatti il vantaggio di ritardare la germinazione e aumentare le possibilità di sopravvivenza, soprattutto in ambienti come le foreste e gli habitat umidi.

“Questa ricerca è stata una sfida materiale e virtuale che non solo aiuta a comprendere il passato evolutivo delle piante a fiore, ma potrebbero anche fornire informazioni importanti su come risponderanno ai cambiamenti climatici futuri – conclude Angelino Carta, del Dipartimento di Biologia – la sfida materiale è iniziata diversi anni fa quando abbiamo iniziato, guidati da Filip Vandelook ad assemblare il più grande dataset relativo alle caratteristiche dimensionali e strutturali dei semi, utilizzando sia a materiale vivo ma anche valorizzando materiale conservato in erbari e banche semi; la sfida virtuale è stata gestire e analizzare questa mole di informazioni per ricostruire gli ultimi 150 milioni di anni di storia evolutiva dei semi attraverso sofisticati approcci analitici e le risorse del centro di calcolo dell’Ateneo pisano”.

Redazione Web

A UniPi il primo corso in Italia di "Mind Body Psychodynamics and Contemplative Studies”

1 settimana 1 giorno ago

L'Università di Pisa segna un importante traguardo nel panorama accademico europeo con l'apertura del primo insegnamento di "Mind Body Psychodynamics and Contemplative Studies" all'interno del corso di Laurea Magistrale in Psicologia Clinica e Scienze Comportamentali.

Le pratiche contemplative, che rendono già noto l’Ateneo Pisano, comprendono un insieme di tecniche e approcci meditativi che mirano a sviluppare una profonda consapevolezza del proprio mondo interiore. Queste includono la mindfulness, varie altre forme di meditazione, le pratiche di compassione che favoriscono l'auto-osservazione, la regolazione emotiva e lo sviluppo della consapevolezza momento per momento. Tali pratiche, radicate in tradizioni millenarie orientali, sono oggi oggetto di crescente interesse scientifico per i loro documentati benefici sul benessere psicofisico e sulla salute mentale.

 

Il corso, tenuto dal professore Ciro Conversano, rappresenta un'innovazione significativa nell'integrazione tra psicologia occidentale e pratiche contemplative orientali. Le ricerche del professor Conversano hanno consentito la pubblicazione di articoli scientifici di rilevante valore accademico derivati dalla sua esperienza in ambito clinico e di studi sul campo che lo hanno condotto in Amazzonia e in India.

"Stiamo assistendo a una profonda integrazione tra scienza e contemplazione, è una via essenziale per promuovere una comprensione completa del benessere psicofisico" afferma il professore Conversano, studioso dell’equipe del professore Angelo Gemignani dell’Università di Pisa, pioniere di questi studi.

Gemignani, grazie alla sua estesa ricerca che include collaborazioni dirette con il Dalai Lama e periodi di studio in India, ha infatti contribuito in modo significativo a costruire le fondamenta scientifiche di questo approccio rigoroso. Questa innovazione metodologica nasce da un percorso iniziato nel 2017, quando l'Università di Pisa ospitò il simposio "The Mindscience of Reality", evento che ha posto le basi per un dialogo costruttivo tra neuroscienze e pratiche contemplative. Le ricerche condotte hanno aperto le strade verso nuovi saperi che hanno permesso di sviluppare nuovi modelli neurali della coscienza e delle relazioni cervello-corpo. La rigorosa ricerca metodologia e epistemologica di Gemignani unita alle indagini cliniche di Conversano, fanno dell’equipe di Pisa una eccellenza di prima linea verso il sostegno e la cura integrata e innovativa.

L’apertura di questo insegnamento, che vede l’Ateneo pisano primo in Italia, si inserisce in un più ampio programma che include già un Master in Neuroscienze, Mindfulness e Pratiche Contemplative di cui Gemignani è direttore e un corso di Perfezionamento su “Fine vita: stati di coscienza, antiche tradizioni e nuove terapie” di cui Conversano è direttore.

Un elemento chiave del successo di questi percorsi formativi è la collaborazione con l'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, un importante centro di studi buddhisti in Toscana che permette agli studenti di accedere a una formazione che integri l'approccio scientifico occidentale con le tradizioni contemplative orientali.

Il nuovo corso, "Mind Body Psychodynamics and Contemplative Studies" nasce dal bisogno di formare in modo eccellete futuri psicologi. "Coniugare approcci contemplativi e psicologia clinica arricchisce gli strumenti di intervento a disposizione di medici e terapeuti," spiega Conversano.

"L'introduzione di queste discipline nel curriculum universitario", conclude Gemignani, "rappresenta un passo fondamentale verso una formazione più olistica dei futuri professionisti della salute mentale, in linea con le crescenti esigenze della società contemporanea".

 

Redazione Web

Al via il nuovo ciclo di incontri dell’Osservatorio AI

1 settimana 1 giorno ago

Ripartono gli incontri dell’Osservatorio AI dell’Università di Pisa per chi vuole essere aggiornato su tutte le novità dell’AI generativa e non solo. Gli appuntamenti aperti alla comunità accademica e all’esterno sono nove, un martedì ogni due settimane, sempre dalle 17 alle 18,30: il 4 e 18 marzo, il 1, 15 e 29 aprile, il 13 e 27 maggio, il 10 e 24 giugno.  

Gli incontri si svolgono on line su Teams, per partecipare chi è di Unipi si può collegare a https://su.unipi.it/JoinOsservatorioAI mentre gli esterni si possono accreditare tramite form: https://su.unipi.it/AdesioneOsservatorioAIUnipi.

Le varie sessioni offrono una panoramica sulle novità dell'AI generativa e sulle possibili applicazioni in ambito accademico. Fra i temi che saranno di volta in volta analizzati l’AI nella didattica e ricerca universitaria e più in generale l’impatto nella società. 

L'Osservatorio AI è uno spazio di confronto e riflessione pensato per docenti e ricercatori. In un’epoca di trasformazioni rapide e profonde, l’AI sta ridefinendo il modo in cui produciamo e condividiamo conoscenza. L’Osservatorio AI nasce con l’obiettivo di creare un ambiente di dialogo aperto e interdisciplinare. Attraverso incontri periodici, esploriamo insieme le innovazioni nel campo dell’AI generativa, analizzandone le implicazioni metodologiche, etiche e operative.  

Redazione Web

L'Università di Pisa e il benessere animale: una nuova vita per gli animali di sperimentazione

1 settimana 5 giorni ago

L’Università di Pisa da tempo si distingue per il suo impegno nella tutela del benessere animale, non solo attraverso la ricerca scientifica, ma anche promuovendo iniziative che favoriscono la loro protezione e il loro reinserimento in contesti più naturali. In questo contesto, l’Ateneo ha sottoscritto una convenzione con "La Collina dei Conigli", un’organizzazione che si occupa di offrire una seconda opportunità agli animali coinvolti in esperimentazioni scientifiche.

Grazie a questa collaborazione, molti animali che hanno completato il loro ciclo di ricerca sono stati accolti in ambienti protetti, dove possono iniziare una nuova vita. Recentemente, sei conigli, dieci topi e quattro ratti sono stati trasferiti presso la sede di Monza dell’organizzazione, dove iniziano un programma di riabilitazione che li preparerà per un successivo affidamento.

L’Università di Pisa si attiene rigorosamente al Decreto Legislativo 26/2014, che regola la sperimentazione animale in Italia e promuove la possibilità di “rehoming”, ossia il reinserimento degli animali in ambienti adeguati al loro benessere. L’articolo 19 di questa legge, che disciplina l’uso degli animali nella ricerca, prevede che, dopo un parere favorevole del medico veterinario, gli animali possano essere reintrodotti in habitat naturali o sistemati in ambienti di allevamento appropriati alla loro specie.

Questa iniziativa rientra nell’ambito delle “4R” della sperimentazione animale, che integrano le tradizionali tre R – Ridurre, Rifinire e Sostituire – con un ulteriore principio: il "Rehoming". Un passo fondamentale verso una ricerca più etica, che guarda al benessere degli animali anche dopo la conclusione della sperimentazione.

Redazione Web

Si è conclusa la quinta campagna di scavo dell'Università di Pisa ad Al Tikha (Oman)

1 settimana 5 giorni ago

Dal 2021 è attivo il progetto internazionale di ricerca archeologica condotto in collaborazione tra l’Università di Pisa e l’omanita Sultan Qaboos University, sotto la supervisione del Ministry of Heritage and Tourism of Oman. Il progetto congiunto è codiretto da Sara Pizzimenti (Università di Pisa) e Khaled Douglas (Sultan Qaboos University).

Il team pisano coinvolge Emanuele Taccola e Chiara Tarantino (dipartimento di Civiltà e forme del sapere), collaboratori (Sara Quaggio) e studenti (Andrea Petrelli, Manuel Rigo, Benedetta Marcucci, Elena di Nino, Eva Simoni, Lorenzo Mazzarella, Sabrina Sarno, Gaia Zuccoli).



Il progetto ha come principale obiettivo l’indagine archeologica dell’insediamento di Al Tikha, che si trova nei pressi della moderna città di Rustaq, in Oman. Gli scavi stanno riportando alla luce un vasto insediamento, che si sviluppa per circa 70 ettari in una zona arida alla congiunzione di due wadi, ampi fiumi stagionali che si riempiono periodicamente nei mesi piovosi.



Sorto nel III millennio a.C., durante il cosiddetto periodo Umm an Nar, l’insediamento è utilizzato fino all’età del Ferro (I millennio a.C.), articolandosi in un’area urbana, una necropoli e un’area di produzione artigianale. Gli scavi hanno fino a ora indagato i resti di abitazioni, strutture produttive legate alla lavorazione del rame, edifici con possibile funzione amministrativa e religiosa, una tomba e due torri.

 

Redazione Web

Cross-InCUbation Week di Vienna: un viaggio di innovazione e spirito imprenditoriale per tre start-up del Contamination Lab 2024

1 settimana 5 giorni ago

Tre start-up nate all’interno del Contamination Lab dell’Università di Pisa hanno avuto l’opportunità di partecipare alla Cross In-CUbation Week di Vienna, un evento promosso da Circle U. che ha offerto a startupper provenienti dalle 9 università dell’alleanza universitaria l’occasione di confrontarsi con l’ecosistema imprenditoriale europeo e di stringere connessioni strategiche con altre realtà emergenti.

La Cross In-CUbation Week si è articolata attorno all’Univie Entrepreneurship Hub all’interno del percorso “From curiosity to impact: shaping the future”, riunendo 14 team universitari da tutta Europa e favorendo la condivisione di idee e lo sviluppo di progetti innovativi. Per le start-up pisane, questa esperienza ha rappresentato un’importante occasione di crescita, sia in termini di visibilità che di consolidamento delle loro strategie di business.

Tra le realtà che hanno preso parte all’iniziativa figurano Delos AI, specializzata in soluzioni di intelligenza artificiale per l’analisi automatica dei testi; Lookout Robotics, focalizzata su tecnologie avanzate per il monitoraggio e l’ispezione industriale; e Planty, una piattaforma SaaS per il design e la gestione della paesaggistica e dell’agricoltura urbana. Ogni team ha potuto affinare il proprio modello di business e interagire con mentor ed esperti del settore, ricevendo preziosi consigli su come rendere le proprie idee imprenditoriali ancora più competitive.


Da sinistra: Matteo Faccani, founder e promotore della startup Planty, Renato Arnese, Austrian Startups ELP fellow, Ludovica Cerini, founder e promotrice della startup Delos AI, Alessandra Meoni, del team Circle U. Unipi, e Giovanni Di Lorenzo, founder e promotore della startup LookOutRobotics.

“Partecipare alla Cross-InCUbation Week è stata un’esperienza stimolante – ha commentato Ludovica Cerini di Delos AI – Il supporto dei mentor dell’ecosistema viennese è stato di enorme valore e ci ha permesso di affinare alcuni aspetti della nostra proposta. La possibilità di costruire un network con altre startup europee, inoltre, si è rivelato fondamentale in questa fase di lancio del nostro progetto”.

“La presenza delle start-up Unipi all’evento di Vienna è stata possibile grazie alla formazione imprenditoriale fornita dal Contamination Lab, evidenziando il ruolo cruciale che iniziative di questo tipo giocano nella preparazione delle nuove generazioni di innovatori – ha commentato il professor Alessio Cavicchi, delegato del rettore alla promozione della Cultura imprenditoriale e dell’innovazione sociale dell’Università di Pisa e responsabile del CLab – La partecipazione alla Cross In-CUbation Week ha infatti rappresentato un trampolino di lancio per i nostri giovani imprenditori, confermando l’importanza di confrontarsi con contesti internazionali per poter crescere e competere su scala globale. Adesso queste realtà possono continuare il loro percorso di crescita grazie a programmi specifici promossi da UNIPI come il Venture Bakery (per Delos AI e Lookout Robotics) e la Speed challenge (Planty)”.

L’esperienza viennese ha permesso ai partecipanti di immergersi in un ambiente stimolante, dove la contaminazione di competenze e la collaborazione internazionale hanno giocato un ruolo chiave. Il networking con altre start-up europee ha aperto nuove prospettive e opportunità di partnership, dimostrando come il dialogo tra ecosistemi imprenditoriali diversi possa generare valore e innovazione. I partecipanti alla Cross-Incubation Week hanno potuto fare networking con i fellows dell’Entrepreneurial Leadership Programme, un’occasione di confronto con altri giovani imprenditori, supportati dal programma educativo di Austrian Startups, pensato per dotare i futuri fondatori degli strumenti necessari per trasformare le idee in soluzioni concrete.

(Foto di Michael Gizicki).

Redazione Web

Sgandurra e Arras nominati Cavalieri dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana

1 settimana 6 giorni ago

Mercoledì 26 febbraio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana alla professoressa Giuseppina Sgandurra e al giovane ricercatore Giovanni Arras. Questo riconoscimento sottolinea l’importanza della ricerca scientifica e il suo impatto sulla vita dei bambini con paralisi cerebrale, attraverso l'adozione di nuove tecnologie e la co-progettazione con le famiglie.

La professoressa Sgandurra, neuropsichiatra infantile, docente associato presso l'Università di Pisa e responsabile del laboratorio INNOVATE di IRCCS Stella Maris, ha dedicato la sua carriera all'integrazione dell'intelligenza artificiale nella neuroriabilitazione pediatrica.

Il Dr. Arras ha trasformato la sua esperienza personale con la paralisi cerebrale in una missione professionale, contribuendo attivamente al progetto europeo AInCP (Artificial Intelligence in Cerebral Palsy). La loro collaborazione con la Fondazione FightTheStroke e l'impegno nell'applicazione dell'intelligenza artificiale per la riabilitazione pediatrica rappresentano un faro di speranza e innovazione nel campo medico.

Redazione Web

Al via Venture Bakery, il nuovo programma di pre-incubazione di UniPi

1 settimana 6 giorni ago

Il 25 febbraio 2025 nell’Auditorium del Polo Le Benedettine si è tenuto il kick-off di "Venture Bakery", il nuovo programma di pre-incubazione dell’Università di Pisa per supportare lo sviluppo di progetti imprenditoriali e startup innovative. Il processo di selezione è stato altamente competitivo: tra le 22 candidature ricevute a livello nazionale, sono stati selezionati 7 progetti. Fondamentale nel processo di selezione è stato il contributo di investitori nazionali e internazionali, che, in qualità di esperti valutatori, hanno fornito una prospettiva di mercato sul potenziale di sviluppo delle proposte selezionate e suggerito possibili linee di intervento a sostegno della loro crescita. I progetti selezionati operano in settori strategici come Intelligenza Artificiale, Deep-tech, Fin-Tech, Waste Recycling, Pharma.

All’evento hanno preso parte il professore Corrado Priami, Prorettore per la Valorizzazione della Conoscenza e la professoressa Chiara Galletti, Delegata per le Relazioni con le Imprese.

Il kick-off ha visto anche la partecipazione di due fondatori di spin-off di successo dell’Università di Pisa: il professore Luca Fanucci, Delegato del Rettore per l’inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA e fondatore di Enginiars, e Davide Morelli, fondatore di BioBeats, acquisita poi da Huma, che hanno ispirato i partecipanti con le loro storie.

Hanno partecipato inoltre multinazionali come Sofidel S.p.A, Extrared S.r.l, l’Unione Industriali Pisana, CNA e Gate Rei, Banco Fiorentino ed esponenti del mondo imprenditoriale e di investimento, che hanno stimolato il confronto su strategie di crescita di start-up innovative. La giornata si è conclusa con un momento di networking, favorendo sin da subito connessioni e opportunità di collaborazione tra i partecipanti al percorso, gli stakeholder del mondo imprenditoriale e la comunità accademica.

“Venture Bakery è un percorso di qualità per gruppi imprenditoriali e start-up che vede la partecipazione attiva di investitori nella selezione delle candidature e nella valutazione dei risultati raggiunti al termine del periodo di pre-incubazione, favorendo la creazione di un rapporto di fiducia tra Università di Pisa e investitori” dice il prorettore alla valorizzazione della conoscenza Corrado Priami “I partecipanti potranno beneficiare dell’aiuto dedicato di oltre 50 mentor di altissimo levello (metà dei quali imprenditori e manager della Silicon Valley) che hanno aderito con entusiasmo e in meno di 24 ore alla nostra call.”

Il percorso Venture Bakery è strutturato in workshop, sessioni di mentorship personalizzate con esperti altamente qualificati e di respiro internazionale e opportunità di networking. L’obiettivo principale è fornire ai partecipanti gli strumenti fondamentali per validare il potenziale di mercato della soluzione proposta e aumentare le opportunità di collaborazione e investimento per lo sviluppo di iniziative imprenditoriali di alto livello.

Il percorso culminerà con un Investor Day il 27 e 28 maggio 2025, durante l’evento Converging Skills.

Redazione Web

Nasce “Detaills Living Lab”, laboratorio di idee e confronto su Intelligenza Artificiale e società

1 settimana 6 giorni ago

Nasce a Pisa in via San Martino 3 un laboratorio di idee e confronto su Intelligenza Artificiale e società, un luogo fisico dove è possibile confrontarsi, sperimentare e comprendere il futuro dell’innovazione tecnologica. Il Detaills Living Lab – inaugurato lo scorse 13 febbraio – apre le sue porte a chiunque voglia partecipare attivamente a questa riflessione per sviluppare nuove prospettive condivise tra accademia, industria e società civile. Il Detaills Living Lab prende vita su iniziativa del gruppo di ricerca Business Engineering for Data Science (B4DS) del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DESTEC) dell’Università di Pisa, e grazie al progetto europeo Erasmus+ Detaills per la cooperazione tra università.


Filippo Chiarello, direttore del Detaills Living Lab.

L’obiettivo è creare un ambiente dinamico e interdisciplinare in cui la ricerca sull’Intelligenza Artificiale si intreccia con le implicazioni sociali, economiche ed etiche: “Siamo un gruppo di ricercatrici e ricercatori che lavorano in diversi ambiti dell’Intelligenza Artificiale e della tecnologia”, spiega Filippo Chiarello, ricercatore al DESTEC e direttore del laboratorio. “Per noi, la possibilità di avere accesso a un ambiente come questo rappresenta un’opportunità unica: essere immersi in un ecosistema di idee, novità e confronti stimolanti.”

La tecnologia ha sempre avuto un impatto sulla società e oggi l’Intelligenza Artificiale (IA) sta ridefinendo le dinamiche organizzative e sociali in modi inediti. Il Detaills Living Lab propone perciò una serie di incontri volti a stimolare un dialogo aperto e interdisciplinare, con letture e dibattiti che esplorino i molteplici aspetti di questi cambiamenti. “Attraverso le attività proposte, vogliamo approfondire i temi cruciali legati all’IA non solo negli ambienti accademici, vorremmo avere un impatto significativo anche sulla comunità pisana”, afferma Vito Giordano, ricercatore al DESTEC e vicedirettore del laboratorio. “L’obiettivo è rendere il laboratorio un punto di riferimento per chiunque voglia esplorare il ruolo della tecnologia nella società e contribuire alla costruzione di un’innovazione responsabile”.

La riflessione prenderà il via con il ciclo di seminari “Programmare, Progettare e Pensare”, il primo dei quali è in programma giovedì 27 febbraio alle ore 17, presso il laboratorio di via San Martino 3, con Daniela Tafani, ricercatrice del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, che spiegherà “Che cos'è l'Etica dell'Intelligenza Artificiale”.

Il Detaills Living Lab non è solo uno spazio di studio e sperimentazione, ma anche un luogo d’incontro dove persone con competenze e interessi diversi possono connettersi, collaborare e dare vita a nuove idee attraverso il dialogo interdisciplinare. La letteratura sull’IA e la società offre poi strumenti critici preziosi per interpretare il presente e delineare il futuro della tecnologia, come si potrà scoprire nel ciclo di letture “Intelligenza Artificiale e Società - Ripensare il Domani” che partirà mercoledì 5 marzo, alle ore 18.00, con l’appuntamento “Tecnologia e genere”, in cui Diana Domenichini, dottoranda nel Dottorato Nazionale di AI for Society, parlerà del libro di Laura Tripaldi “Gender Tech”.

Tra marzo e aprile partirà poi il ciclo di incontri “AIdeando”, che nasce per creare un network di giovani ricercatrici e ricercatori provenienti da diversi ambiti, stimolando il confronto e la collaborazione. Il valore della collaborazione è infatti centrale nel Detaills Living Lab. “Ciascuno di noi ha un ruolo fondamentale: informarci, confrontarci e contribuire a costruire un’IA responsabile coinvolge tutti. Per affrontare questa sfida, è essenziale un dibattito costruttivo che riunisca esperti sia dall'accademia che dall'industria, per immaginare nuovi approcci innovativi e virtuosi”, conclude Irene Spada, ricercatrice al DESTEC e responsabile dell’Advisory Board del Laboratorio.

Per maggiori informazioni, partecipare agli eventi, e seguire le attività è possibile iscriversi al canale Telegram https://t.me/detaills_lab

Redazione Web

A Pisa una due giorni sul futuro del supercalcolo

2 settimane ago

All’Università di Pisa una due giorni per fare il punto sullo sviluppo del Supercalcolo in Italia. Scienziati e ricercatori del Centro Nazionale High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing (ICSC, Italian Center for SuperComputing), finanziato dal PNRR, si sono dati appuntamento il 18 e 19 febbraio per comunicare i primi risultati del progetto, con focus particolare sullo spoke 6 “Multiscale Modeling and Engineering Applications".

Il Centro ICSC conduce attività di ricerca per l'innovazione nell'elaborazione ad alte prestazioni, nelle simulazioni e nell'analisi dei big data attraverso un'infrastruttura all'avanguardia, che sfrutta le risorse esistenti e integra le tecnologie emergenti. L’Università di Pisa, assieme alla Sapienza Università di Roma coordina la parte di ricerca che riguarda gli aspetti computazionali legati alla “modellazione multiscala” e, all’utilizzo di strumenti di Super Calcolo e Big Data per applicazioni nei vari campi della scienza e dell’ingegneria.

“Il nostro Ateneo – spiega Benedetta Mennucci, prorettrice alla promozione della ricerca dell’Università di Pisa – svolge un ruolo significativo all'interno del Centro ICSC, essendo impegnata in quattro distinti ambiti di ricerca, uno dei quali la vede in qualità di co-leader insieme alla Sapienza di Roma, con il coinvolgimento di sette dipartimenti, coordinati dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. Questo impegno testimonia la lunga e importante tradizione di Pisa nel campo del calcolo ad alte prestazioni, sia attraverso lo sviluppo di algoritmi e l’implementazione di codici computazionali efficienti, sia mediante la loro applicazione in diversi ambiti della ricerca. Le due giornate di incontro hanno rappresentato non solo un'importante vetrina per presentare alcuni dei risultati più significativi raggiunti, in particolare in ambito ingegneristico, ma anche un'opportunità per approfondire il dibattito sulle sfide future del calcolo, considerate anche alla luce delle nuove tecnologie quantistiche. La ricerca su nuovi metodi e nuove architetture per il calcolo ad alta prestazione è una delle chiavi per facilitare l’innovazione e contribuire in ultima analisi alla transizione digitale verso un futuro più sostenibile”.

“Un passo importante compiuto durante l’evento pisano – aggiunge Sergio Saponara, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Ateneo pisano – è stata la convergenza e l’integrazione tra infrastrutture avanzate per la creazione di una rete nazionale di infrastrutture di calcolo. La rete unisce tra loro i centri di calcolo delle diverse università, Pisa inclusa, e imprese, il supercomputer Leonardo e i primi computer quantistici italiani, come quello di Napoli. Questo ci permette di raccogliere la sfida di rendere le tecnologie digitali al servizio dell’uomo e delle persone, l’obiettivo e il focus della prossima industria 5.0. Come Dipartimento, stiamo facendo un grande sforzo di aggregazione delle attività di ricerca per il cambio di paradigma che il futuro prossimo richiede”.

Il Centro ICSC vede la presenza di università, enti di ricerca e industrie, anch’esse presenti alla giornata. I primi dimostratori del progetto sono stati progettati in risposta alle sfide di ricerca da loro individuate in uno sforzo comune tra accademia e industria sostenuto dagli innovation grant (IG).

“L’impulso alla creazione del Centro – afferma Francesco Ubertini, vicepresidente del Centro ICSC e Presidente del CINECA – è l’assoluta necessità di integrare ricerca e impresa perché l’Europa possa rimanere competitiva. Il Centro deve creare valore per università, aziende ed enti di ricerca che ne fanno parte, per rafforzare la capacità del nostro paese di tradurre ricerca di frontiera in trasferimento tecnologico. Il Centro mette a sistema e interseca il meglio di quello che la ricerca offre, in un paese che è la terza potenza al mondo per il supercalcolo, dopo USA e Giappone”.

Redazione Web

Edvance: cosa vuoi imparare oggi? Nasce un nuovo portale che rivoluziona la formazione digitale in Italia

2 settimane ago

“Cosa vuoi imparare oggi?” è lo slogan che accompagna il lancio di una nuova piattaforma che ospiterà oltre 200 corsi on line gratuiti, una formazione di livello universitario per studenti, professionisti e non solo frutto del lavoro di 17 istituzioni accademiche, fra cui l’Università di Pisa, e numerosi associati. Il 25 febbraio a Milano si inaugura il portale del progetto Edvance, il primo Digital Education Hub per l’istruzione superiore dedicato alla Cultura Digitale Avanzata in Italia, nato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il nuovo portale si propone come una piattaforma centrale per favorire l'accesso a competenze digitali avanzate, con particolare attenzione ai settori dell'intelligenza artificiale, gestione dei dati, sostenibilità del digitale e transdisciplinarità.

In particolare, il progetto punta sulla produzione di MOOC (massive open online course) ovvero corsi online aperti e accessibili a tutti di alta qualità e, integrando educazione online e in presenza per ridefinire gli standard dell'educazione digitale. E saranno presto disponibili sul portale Edvance anche i nuovi MOOC realizzati dall’Università di Pisa nel campo della “data literacy”: “Introduzione alle basi di dati” e “Visualizzazione dei dati con R: teoria e pratica”. Nei prossimi mesi, l’offerta verrà ulteriormente ampliata con MOOC che affronteranno ulteriori temi, tra i quali l’Intelligenza Artificiale e le sue implicazioni etiche, le competenze digitali nell’ambito delle scienze della salute e la sostenibilità digitale.

"Grazie a Edvance, offriamo una risposta concreta alla crescente domanda di formazione digitale avanzata", ha dichiarato la professoressa Federica Paganelli, responsabile scientifico del progetto per l’Università di Pisa. "Il nostro obiettivo è creare un ambiente di apprendimento innovativo e di elevata qualità, che permetta a studenti e lavoratori di sviluppare competenze strategiche per il futuro.”

Grazie all'uso di intelligenza artificiale e all'integrazione con discipline umanistiche e creative, Edvance vuole arricchire l'interattività e l'efficacia della didattica, riducendo i tassi di abbandono e offrendo nuove risorse per percorsi accademici e professionali.

Edvance promuove una formazione modulare, che consente a studenti e lavoratori di costruire percorsi su misura. Attraverso micro-credential, è possibile accumulare competenze specifiche rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro e integrarle per ottenere certificazioni formali.

Le istituzioni partner includono: Politecnico di Milano, Università Bocconi, Università di Bologna, Università Ca’ Foscari di Venezia, Università di Trento, Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Brescia, Università di Macerata, Università di Pisa, Università di Cagliari, Università di Messina, Conservatorio di Cagliari, Accademia di Belle Arti di Bologna, Accademia di Belle Arti di Venezia e Scuola Civica di Musica di Milano. A questi si aggiungono partner associati di rilievo come Fondazione Bruno Kessler, Regione Emilia-Romagna, Randstad e AWS Amazon.

Con il forte sostegno di cinque università italiane tra le prime dieci nel QS ranking italiano, Edvance rappresenta un passo avanti nella digitalizzazione sostenibile del Paese. Questo progetto promette di ridefinire gli standard dell'educazione digitale, aprendo nuove possibilità per il futuro sociale ed economico italiano.

Redazione Web
Checked
2 ore 16 minuti ago
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