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Aldo Cazzullo e Moni Ovadia doppio appuntamento all’Università di Pisa

1 giorno 22 ore ago

Doppio appuntamento all’Università di Pisa mercoledì 20 novembre con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia. Gli eventi sono curati dal Cidic - Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura.

Alle 18 nell’Aula Magna Nuova in Sapienza si svolge l’incontro “Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia”, un dialogo ricco di spunti di riflessione tra il giornalista Aldo Cazzullo, vicedirettore del Corriere della Sera, e il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi. A moderare sarà il professor Luigi Mariano Guzzo. La discussione prenderà spunto dal libro “Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia” (Harper Collins) in cui Aldo Cazzullo racconta – appunto – la Bibbia come un romanzo dal fascino millenario, ricostruendo le vicende, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all’attualità, alla nostra vita, passando attraverso la storia e i capolavori dell’arte. La creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall’Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio. E ancora. Mosè, le piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti, senza dimenticare le grandi donne della Bibbia. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Sempre mercoledì 20 novembre, alle 21, al Cinema Teatro Nuovo in piazza della Stazione, andrà in scena lo spettacolo teatrale “Il Romanzo della Bibbia”, anche in questo caso si tratta di una narrazione a due voci: Aldo Cazzullo e Moni Ovadia, con le musiche dal vivo di Giovanna Famulari. Un racconto che attraversa le pagine dell’Antico Testamento - dalla Creazione a Sodoma e Gomorra, da Adamo ed Eva all’Arca di Noè, da Abramo fino alla profezia di Isaia che preannuncia e lascia intravedere l’arrivo del Messia -, arricchito da spettacolari video e le suggestive opere di disegno sulla sabbia. Aldo Cazzullo racconta e Moni Ovadia lo accompagna con letture, interventi e canti. Le musiche – che spazieranno dal sacro al contemporaneo – saranno a cura di Giovanna Famulari. Il teatro (biglietto gratuito su prenotazione sulla piattaforma ciaotikets) è già sold out. L’ingresso sarà garantito fino alle ore 20:45. Superato tale orario i posti saranno resi nuovamente disponibili e distribuiti ai presenti privi di biglietto.

Redazione Web

Laureato dell’Università di Pisa premiato dall’Accademica Nazionale dei Lincei per la sua tesi magistrale

2 giorni 19 ore ago

Davide Lorenzo Drago, laureato all’Università di Pisa e attualmente dottorando alla Scuola Normale, si è aggiudicato il premio Mariella Graffi 2024 dell’Accademica Nazionale dei Lincei per la miglior tesi magistrale su argomenti di ricerca riguardanti l’anatomia comparata.

 

Un momento della cerimonia

Drago ha conseguito la sua laurea in biologia molecolare e cellulare nel 2023 con il professor Robert Vignali come relatore. La tesi, dal titolo “Caratterizzazione di nicchie neurogeniche adulte in pesci cartilaginei” è stata svolta nel laboratorio di Biologia della Scuola Normale Superiore, sotto la guida del professor Alessandro Cellerino, che ne è stato relatore esterno.

Nella motivazione del riconoscimento, che prevede anche un contributo di 5mila euro, si evidenzia come “questo studio colma alcune lacune nella conoscenza di questo processo nei Condroitti" e che "Le tecniche impiegate hanno permesso di acquisire nuovi e interessanti risultati".

La cerimonia di conferimento del premio si è svolta giovedì 7 novembre a Roma presso la sede dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

Redazione Web

Medicina: dottorato honoris causa a Pier Cristoforo Giulianotti

2 giorni 19 ore ago

L’Università di Pisa ha conferito al professor Pier Cristoforo Giulianotti il dottorato di ricerca honoris causa in Scienze cliniche e traslazionali per il suo contributo rivoluzionario alla chirurgia robotica. La cerimonia, aperta dai saluti del rettore dell’Ateneo pisano, Riccardo Zucchi, e dal Presidente della scuola interdipartimentale di Medicina, Emanuele Neri, si è tenuta lunedì 18 novembre presso l'Aula Magna Nuova del Palazzo "La Sapienza" a Pisa. Nell’occasione il professor Giulianotti ha tenuto una lectio magistralis dal titolo: “Il futuro della Chirurgia: prospettive, sfide e dilemmi”.

“Ho studiato qui a Pisa, per me l'Università di Pisa è ancora l'Università della grande storia e di Galileo Galilei, questo riconoscimento per me è un onore veramente particolare – ha detto il professore Giulianotti - ho sviluppato la seconda parte della mia carriera negli Stati Uniti ma questo legame con l'Italia non è mai scomparso, vorrei stabilire rapporti di collaborazione e lavorare per aiutare i giovani universitari italiani offrendo loro borse di studio per venire negli Stati Uniti a fare esperienza”.

“Il professor Giulianotti è forse il più celebre chirurgo di chirurgia robotica al mondo – ha detto il Rettore Zucchi - si è laureato qui all’Università di Pisa, ha fatto un lungo percorso, e poi è finito a Chicago, Illinois, dove ha messo su uno dei più grossi centri di chirurgia robotica oggi esistenti. Ma in realtà l'aveva già messo su in Italia perché da Pisa era andato a Grosseto e là grazie alle sue competenze e alle sue qualità, aveva avviato la chirurgia robotica in una sede ospedaliera, il che dimostra che si possono fare bellissime cose anche in collaborazione con il sistema sanitario nazionale”.

Brillante studioso dotato di particolare attenzione per le innovazioni tecnologiche e chirurgo di straordinario talento, Pier Cristoforo Giulianotti si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l'Università di Pisa come allievo della Scuola Superiore Sant’Anna. Dopo la laurea, Giulianotti si è specializzato in chirurgia generale, chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva chirurgica, iniziando la sua carriera presso l’Ospedale di Massa, dove ha lavorato per tre anni. Successivamente è passato all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, dove ha fatto parte dell’equipe del professore Franco Mosca, del quale fu braccio destro. Nel 1998 si è poi spostato a Grosseto dove ha intrapreso una carriera internazionale di straordinario prestigio.

Un momento della cerimonia

Attualmente è Lloyd Nyhus Tenured Professor of Surgery e Direttore della Divisione di Chirurgia Minimamente Invasiva e Robotica del Dipartimento di Chirurgia della University of Illinois di Chicago, Vicedirettore del Dipartimento di Chirurgia, Direttore del Programma di Fellowship in Chirurgia Generale, e Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

È noto a livello globale come uno dei padri della chirurgia robotica per essere stato, durante il suo periodo grossetano, il primo al mondo ad eseguire numerosi interventi robotici pionieristici. Tra questi, nel 2001, la prima duodenocefalopancreasectomia robotica, un intervento storico nella chirurgia generale. Con oltre 5000 operazioni robotiche all’attivo, è considerato il chirurgo con la maggiore esperienza al mondo in questo campo.

Oltre alla pratica clinica, Giulianotti ha dato un contributo significativo alla ricerca scientifica, con oltre 200 pubblicazioni e un H-index di 36. Ha fondato due società di chirurgia robotica - MIRA (Minimally Invasive Robotic Association) e CRSA (Clinical Robotic Surgery Association) - ed è autore di testi di riferimento, tra cui The Foundation and Art of Robotic Surgery.

Il pubblico alla cerimonia e fra loro con tocco e toga il professore Pier Cristoforo Giulianotti

La sua opera innovativa ha avuto eco anche nella cultura popolare, con una menzione nella serie televisiva Grey's Anatomy. La sua carriera esemplare rappresenta un punto di riferimento per la medicina contemporanea e futura.

Le motivazioni per il dottorato di ricerca honoris causa in Scienze cliniche e traslazionali sono state lette dal Professore Mauro Pistello, docente ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia. Mentre la laudatio è stata tenuta dal Professore Ugo Boggi, ordinario di Chirurgia Generale del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia

Redazione Web

Whistleblowing: attivazione dei nuovi canali interni di segnalazione di condotte illecite

2 giorni 20 ore ago

In attuazione del d.lgs. 10 marzo 2023, n. 24, in materia di protezione delle persone che segnalano condotte illecite di cui siano venute a conoscenza nell’ambito del proprio contesto lavorativo, sono stati attivati i nuovi canali di segnalazione interna dell’Ateneo.

L’Università di Pisa ha messo a disposizione due modalità di segnalazione, tra cui una procedura informatizzata che prevede l’utilizzo di una piattaforma telematica online, accessibile al seguente link: https://unipi.it/whistleblowing.

Tutte le informazioni relative alla segnalazione di condotte illecite sono consultabili nel sito istituzionale di Ateneo, all’interno della sezione Amministrazione trasparente, sottosezione Altri contenuti > Prevenzione della corruzione > Segnalazioni di illecito – whistleblower.

Redazione Web

Creata la prima banca dati per l’analisi dei meccanismi molecolari della sindrome di Rett

2 giorni 23 ore ago

E’ nata RettDb, la prima banca dati per l’analisi dei meccanismi molecolari che causano la sindrome di Rett. La risorsa web è accessibile a tutta la comunità scientifica e consente di fare sperimentazioni in silico, cioè attraverso l’analisi dei dati, consentendo così di ridurre il ricorso alla sperimentazione animale. Il risultato è frutto di una ricerca pubblicata sulla rivista Database di Oxford Academic e condotta dai dipartimenti di Biologia e Informatica dell’Università di Pisa.

“La sindrome di Rett – spiega il professore Ugo Borello autore delle studio – è un raro disturbo neuroevolutivo che si verifica quasi esclusivamente nelle femmine con una frequenza di 1 su 10.000 nascite, ed è la seconda causa di grave disabilità intellettiva nelle ragazze dopo la sindrome di Down. E’ noto che in oltre il 95% dei casi, la sindrome sia dovuta a mutazioni nel gene MECP2 legato al cromosoma X, ma i meccanismi molecolari che la determinano sono attualmente sconosciuti”.

Da sinistra, Ugo Borello Nico Cillari e Giuseppe Neri

RettDb nasce quindi proprio per svelare questi meccanismi e con l’obiettivo di farne uno strumento di riferimento per tutti i ricercatori che studiano questa patologia. La ricerca è partita dal laboratorio del professore Borello dove si studiano i meccanismi molecolari di sviluppo della corteccia cerebrale in diversi sistemi sperimentali e con tecniche diverse, che spaziano dalla bioinformatica, alla biologia molecolare, e alla neuroanatomia.

“Un grande lavoro è stato fatto da due studenti in tesi, Nico Cillari e Giuseppe Neri, che hanno accettato questa sfida che non era scontato avremmo portato a termine con successo - ha sottolineato Borello – ma la complessità in biologia richiede un approccio multidisciplinare, da qui la fruttosa collaborazione con il professore Paolo Milazzo e la professoressa Nadia Pisanti del dipartimento di informatica, con l’ausilio della tesista Marta Scalisi che si è occupata dello sviluppo web, e grazie al fondamentale supporto di Fabio Pratelli e di Maurizio Davini, responsabile del Green Data Center dell’università di Pisa.

Lo studio è stato finanziato dalla Commissione europea con i fondi del PNRR NextGeneration Program nell’ambito dello Spoke 6 del THE, Tuscany Health Ecosystem, Precision medicine & personalized healthcare.

 

 

 

 

Redazione Web

Tagli all’Università: il Senato Accademico approva all’unanimità la mozione della comunità studentesca

5 giorni 16 ore ago

Il Senato Accademico dell’Università di Pisa, nella seduta del 15 novembre, ha approvato all’unanimità la mozione presentata dalla comunità studentesca relativa alle recenti decisioni del Governo in merito all’Università.

Qui di seguito il testo approvato.

“Il Senato Accademico esprime netta contrarietà per i tagli attuati al FFO e forte preoccupazione per l’aumento di precarizzazione che seguirebbe all’approvazione della riforma del pre-ruolo universitario, auspicando che il Governo adotti i provvedimenti necessari da un punto di vista normativo e finanziario ad invertire questa tendenza. In questo senso, solidarizza con le mobilitazioni delle diverse componenti dell’Ateneo in opposizione a queste manovre.

Il Senato Accademico invita il Rettore a farsi portavoce dell’istanza di protesta che arriva dalla comunità universitaria nelle varie sedi pubbliche e negli organi di cui fa parte, a partire dalla CRUI.

Il Senato Accademico si impegna ad attivare iniziative per monitorare i contratti di lavoro precario presenti in Ateneo, inclusa la costituzione di un Osservatorio, e di proporre azioni volte ad assicurare l’attuazione dell’art. 8 dello Statuto, in base al quale 'l’Università privilegia rapporti di lavoro a tempo indeterminato'."

Redazione Web

Fiumi e torrenti: grazie all’intelligenza artificiale ora è possibile prevedere le alluvioni fino a sei ore di anticipo

5 giorni 21 ore ago

Nuovi modelli previsionali basati sull’intelligenza artificiale consentono di prevedere fino a sei ore di anticipo le alluvioni provocate da fiumi minori e torrenti, corsi d’acqua che sono ad oggi i più difficili da gestire e monitorare. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Pisa e del Consorzio di Bonifica Toscana Nord pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.

“Le forti precipitazioni concentrate in breve tempo e su aree ristrette rendono difficile la gestione dei corsi d’acqua minori, dove la rapidità di deflusso delle acque piovane aumenta il rischio di piene improvvise, basti pensare agli eventi alluvionali avvenuti nel novembre 2023 nella provincia di Prato dove sono esondati i torrenti Furba e Bagnolo e, più recentemente, a quelli che hanno colpito la Valdera e la provincia di Livorno” spiega Monica Bini, professoressa del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa che ha coordinato la ricerca.

I modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale sono stati addestrati a partire dalla banca dati pluviometrica e idrometrica fornita del Servizio Idrologico Regionale della Toscana. Il passo successivo sarà quindi di sviluppare software semplici e facili da usare per anticipare le criticità dei corsi d’acqua e di mitigare i danni.

 

Monica Bini e Ismaele Ridolfi

 

“L’intelligenza artificiale si è rivelata uno strumento prezioso per dare preallerta in piccoli bacini anche con sei ore di anticipo, ma resta fondamentale che le decisioni operative siano sempre supervisionate da esperti,” ha sottolineato il dottor Marco Luppichini, primo autore dell’articolo e assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano.

“La disponibilità di dati pluviometrici forniti dal Servizio Idrologico Regionale e il finanziamento del Consorzio di Bonifica, per cui ringraziamo il presidente Ismaele Ridolfi, sono stati fondamentali per il successo della ricerca a cui  ha collaborato sempre per il Consorzio l’ingegnere Lorenzo Fontana – dice Monica Bini  - è per me inoltre motivo di orgoglio la partecipazione al lavoro di Giada Vailati, studentessa del corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali del quale sono presidente, credo sia l’esempio tangibile di come il corso affronti tematiche di estrema attualità e come i nostri studenti possano da subito diventare protagonisti di ricerche internazionali e incidere sulla gestione del territorio”.

“E’ un risultato che ci rende orgogliosi del lavoro fatto e della collaborazione stretta in questi anni con un’eccellenza come il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa – sottolinea il presidente del Consorzio di Bonifica Toscana Nord, Ismaele Ridolfi - In queste settimane, l'emergenza climatica in atto ha dato una terribile dimostrazione degli effetti disastrosi che può avere sulle nostre vite con i casi di Emilia-Romagna, Marche, la stessa Toscana fino ad arrivare alle più recenti alluvioni che hanno colpito la Spagna e in particolare il territorio di Valencia. Oltre alle necessarie manutenzioni ordinarie e alle opere straordinarie per ridurre il rischio, abbiamo il dovere di sfruttare al meglio i nuovi strumenti in grado di prevedere il prima possibile eventi pericolosi e gli eventuali effetti sui nostri territori. La collaborazione continuerà – conclude Ridolfi -, grazie alla nuova convenzione sottoscritta nei mesi scorsi, per approfondire il tema ed estendere gli studi ad altri corsi d'acqua”.

(Foto in copertina:Foto di Наталья Коллегова da Pixabay)

 

Redazione Web

Dottorati UNIPI: Anna Pau vince premio dell’Associazione italiana di studiosi del diritto dell'Unione europea

6 giorni ago

La dottoressa Anna Pau (foto) ha vinto un premio dell’Associazione italiana di studiosi del diritto dell'Unione europea per la miglior tesi di dottorato in scienze giuridiche che ha svolto all’Università di Pisa con la supervisione della professoressa Sara Poli.

La tesi, dal titolo “The quest for consistency in EU external relations: selected case studies” affronta il tema della coerenza dell'azione esterna dell'Unione europea prendendo in considerazione, tra i vari casi di studio, anche i rapporti tra l'Unione Europea da un lato, e la Palestina e Israele dall'altro.'

Anna Pau, classe 1994, nata e cresciuta a Prato si è laureata presso l’Università degli Studi di Siena e ha quindi ottenuto il Dottorato di ricerca presso l’Università di Pisa. Attualmente è all’Università di Bologna con assegno di ricerca biennale.

L’Associazione Italiana degli Studiosi di Diritto dell’Unione Europea (AISDUE), nata a Roma nel 2018, ha come principale obiettivo di approfondire lo studio e di diffondere la conoscenza degli aspetti giuridici del processo di integrazione europea, nonché di favorire la collaborazione scientifica e la rappresentanza accademica degli studiosi del diritto dell’Unione europea presso le istituzioni e gli organismi, nazionali ed europei, competenti.

 

Redazione Web

Lucia Arcarisi e la sua startup Weabios tra i protagonisti del premio Woman Value Company 2024

6 giorni 21 ore ago

Lucia Arcarisi, ingegnere e CEO della startup innovativa Weabios, spin-off dell'Università di Pisa, nata dal percorso del Contamination Lab, è stata premiata come una delle 30 aziende selezionate alla tappa del Centro Italia del prestigioso Woman Value Company 2024, promosso dalla Fondazione Marisa Bellisario, in collaborazione con Intesa Sanpaolo. L'ottava edizione del premio ha ricevuto quest'anno oltre 1.400 candidature da tutta Italia, mettendo in evidenza le realtà imprenditoriali femminili che si sono distinte per innovazione e sostenibilità.

L'evento si è tenuto nello storico Palazzo Incontri di Firenze, che ha accolto alcune delle figure più influenti del panorama imprenditoriale femminile italiano. Tra l’altro, Lucia Arcarisi ha avuto l'onore di essere invitata come speaker per condividere l'esperienza e il percorso della sua startup, Weabios, nata come uno spin-off dell'Università di Pisa.

Durante il suo intervento, Lucia Arcarisi ha raccontato come Weabios stia rivoluzionando il benessere posturale in azienda attraverso tecnologie indossabili avanzate. Il prodotto di punta della startup, Revelar, è un dispositivo tessile intelligente progettato per migliorare la salute posturale dei lavoratori, ridurre l'assenteismo e contribuire alla qualità della vita nei luoghi di lavoro. Questa innovazione rappresenta un concreto passo avanti nell’ambito della sostenibilità aziendale, favorendo non solo il benessere individuale, ma anche la produttività complessiva delle imprese.

Il premio Woman Value Company rappresenta un riconoscimento all’impegno delle aziende che scelgono di adottare politiche di inclusione e parità di genere, promuovendo il talento femminile e l'innovazione sostenibile. "Essere selezionata tra le 30 migliori realtà imprenditoriali del Centro Italia è un grande onore e una conferma del nostro lavoro", ha dichiarato Lucia Arcarisi al termine dell'evento.

Weabios è stata premiata non solo per la sua capacità di innovare, ma anche per il suo impegno nel creare un ambiente di lavoro equo, che valorizzi il ruolo delle donne in azienda e investa nel loro talento.

“Questo premio mi rende emozionata – afferma Lucia Arcarisi – perché è un premio sulla fiducia che altri hanno riposto in me.  In primis la mia filiale di Intesa San Paolo di Pisa, con cui si è instaurato un ottimo rapporto di collaborazione, e sicuramente i miei soci, Alessandro Tognetti, Nicola Carbonaro e Marco Laurino, che, fin dal primo giorno, mi hanno dato piena fiducia di crescere, di portare avanti questa realtà e anche di sbagliare.”

Il premio Woman Value Company, si pone come un faro per tutte quelle aziende che guardano al futuro con una visione inclusiva e sostenibile. Weabios, con la leadership di Lucia Arcarisi, è senza dubbio una di queste realtà, pronta a scrivere un nuovo capitolo dell'innovazione italiana.

Redazione Web

Scoperti i più antichi antenati del bue domestico

6 giorni 22 ore ago

I più antichi antenati del bue domestico sono stati scoperti nella valle dell’Indo e nella mezzaluna fertile in Mesopotamia: si tratta di resti di uro (Bos primigenius) risalenti a circa 10mila anni fa. La ricerca pubblicata sulla rivista Nature e condotta dal Trinity College di Dublino e dall’Università di Copenaghen, ha coinvolto Luca Pandolfi, paleontologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, che da tempo si occupa dell’evoluzione e dell’estinzione dei grandi mammiferi continentali anche in relazione ai cambiamenti climatici.

 

Cranio di uro conservato al Museo di Storia Naturale dell'Università di Breslavia, Polonia (foto L. Pandolfi)

 

Gli uri addomesticati erano animali abbastanza simili a quelli selvatici, ma un po’ più piccoli, soprattutto con corna meno sviluppate ad indicare una maggiore mansuetudine. Giulio Cesare nel De Bello Gallico (De Bello Gallico, 6-28) descrive infatti l’uro selvatico come un animale di dimensioni di poco inferiori all’elefante, veloce e di natura particolarmente aggressiva. Dai resti fossili emerge che gli uri selvatici potevano raggiungere un’altezza di poco meno di due metri, i 1000 kg di peso ed avere corna lunghe più di un metro. La loro presenza ha dominato le faune dell’Eurasia e del Nord Africa a partire da circa 650 mila anni fa, per poi subire un forte declino dalla fine del Pleistocene, circa 11mila anni fa, fino alla sua estinzione in età moderna. L’ultimo esemplare di cui si ha notizia fu abbattuto il Polonia nel 1627.

 

Pitture rupestri di Lascaux (Francia) con raffigurazioni di uro. Image credit: Prof Saxx CC BY-SA 3.0

“Lo studio su Nature ha analizzato per la prima volta questa specie per comprenderne la storia evolutiva e genetica attraverso resti fossili rinvenuti in diversi di siti in Eurasia, Italia inclusa, e Nord Africa”, dice Luca Pandolfi.

Dai reperti, che includono scheletri completi e crani ben conservati, sono stati estratti campioni di DNA antico. La loro analisi ha quindi permesso di individuare quattro popolazioni ancestrali distinte che hanno risposto in modo diverso ai cambiamenti climatici e all’interazione con l’uomo. Gli uri europei, in particolare, subirono una diminuzione drastica sia in termini di popolazione che di diversità genetica durante l’ultima era glaciale, circa 20 mila anni fa. La diminuzione delle temperature ridusse infatti il loro habitat spingendoli verso la Penisola Italiana e quella Iberica da cui successivamente ricolonizzarono l’intera Europa.

“Nel corso del Quaternario, epoca che va da 2 milioni e mezzo di anni fa sino ad oggi, l’uro è stato protagonista degli ecosistemi del passato, contraendo ed espandendo il proprio habitat in relazione alle vicissitudine climatiche che hanno caratterizzato questo periodo di tempo – conclude Pandolfi - le ossa di questi maestosi animali raccontano ai paleontologi la storia del successo, adattamento e declino, di una specie di cui noi stessi abbiamo concorso all’estinzione e rivelano la complessità e fragilità delle relazioni che legano gli organismi viventi al clima del nostro Pianeta”.

 

 



 

Redazione Web

Ad Anna Ethelwyn Baccaglini-Frank il premio Montessori-Margreth dei Lincei

1 settimana ago

È stato assegnato alla professoressa Anna Ethelwyn Baccaglini-Frank, ordinaria di Didattica e Storia della matematica dell’Università di Pisa, il prestigioso Premio «Maria Montessori e Alfredo Margreth», assegnato dall’Accademia Nazionale dei Lincei ai docenti che si sono distinti per il loro lavoro nell’innovazione didattica nelle scuole dell’infanzia ed elementari.

Da quest’anno presidente del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze delle Formazione primaria dell’Ateneo pisano, la professoressa Baccaglini-Frank, come si legge nelle motivazioni pubblicate dai Lincei per l’assegnazione del premio, “persegue da anni progetti chiari ed esaustivi sull’insegnamento e apprendimento della matematica e geometria nella scuola primaria e dell’infanzia. Gli approcci adottati contemplano anche l’ausilio di strumenti informatici, tra cui il robottino GGBot per l’apprendimento della geometria di sua invenzione, brevettato dall’Università di Pisa. Particolarmente apprezzabile il prezioso coinvolgimento dei docenti, che possono seguire corsi di formazione e consultare gratuitamente guide multimediali. Cruciale è poi la selezione di docenti che verranno formati per alcuni anni allo scopo di disseminare a loro volta le linee guida di una buona didattica della matematica inclusiva nelle varie Regioni d’Italia. Degni di nota sono i percorsi dedicati ad alunni in condizioni di difficoltà di apprendimento (e.g., discalculia) elaborati con ricercatori in psicologia e in didattica della matematica, di cui già si può apprezzare l’impatto conseguito”. Il Premio Montessori-Margreth 2024 dei Lincei, assegnato da una Commissione nominata dalla Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali dell’Accademia, è stato conferito in una cerimonia ufficiale che si è svolta lo scorso 7 novembre.

“Sono estremamente orgogliosa di questo riconoscimento – commenta la professoressa Anna Baccaglini-Frank - perché, oltre alla passione per la ricerca di base, ho sempre dedicato molte energie e impegno alla propagazione e all’implementazione di buone pratiche didattiche per migliorare l’insegnamento e apprendimento della matematica. Tra i vari progetti che ho coordinato e che coordino, PerContare e PerContarePRO giocano un ruolo fondamentale, consentendomi di portare la ricerca in pratica, lavorando al fianco di altri ricercatori e vari meravigliosi e instancabili insegnanti, con cui desidero condividere questo premio”.

“Un importante riconoscimento per la professoressa Baccaglini-Frank – commenta il professor Giovanni Gaiffi, Direttore del Dipartimento – e anche per tutto il Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa, che per il secondo anno consecutivo vede premiare i suoi docenti per i risultati apprezzabili e l’innovativo lavoro di studio e ricerca nell’ambito della didattica della matematica nelle scuole dell’infanzia e primaria. È motivo d’orgoglio per il Dipartimento e per tutto l’Ateneo il fatto che questo specifico premio dell’Accademia dei Lincei, attivo da due edizioni, sia stato vinto solo a Pisa: nel 2023 il premio dei Lincei è infatti stato assegnato al professor Pietro Di Martino, ordinario di Didattica e Storia della Matematica.

L’assegnazione dell’edizione 2024 del Premio Montessori-Margreth dei Lincei alla professoressa Baccaglini-Frank rappresenta quindi un ulteriore conferma del valore dei metodi di insegnamento e dell’innovativo approccio alla didattica della matematica che contraddistingue il Gruppo di Ricerca e Sperimentazione in Didattica della Matematica dell’Università di Pisa”.

Entrambi i nostri docenti premiati dai Lincei, coordinano il CARME - Center for Advanced Research in Mathematics Education, Centro di ricerca istituito nel 2021 dall'Università di Pisa in accordo con Uniser Pistoia e da cui è nato un importante accordo tra l’Ateneo e Ufficio Scolastico Regionale della Toscana per la promozione della ricerca, della sperimentazione e l’innovazione didattica nella progettazione e gestione dei processi di insegnamento e apprendimento della matematica.

Redazione Web

Amiloidosi cardiaca: serve maggior attenzione al benessere psicologico di pazienti e caregiver

1 settimana 1 giorno ago

Circa un terzo dei pazienti con Amiloidosi Cardiaca e dei loro caregiver presenta livelli clinici di ansia e circa il 40% livelli clinici di depressione. E questo si associa “alla percezione dei sintomi cardiaci più gravi di quanto oggettivamente rilevato e a una peggiore relazione con il caregiver”.

A dirlo è Martina Smorti, Professore in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione dell'Università di Pisa e membro del gruppo di lavoro permanente sull’Amiloidosi cardiaca che, il 6 novembre scorso, è intervenuta alla presentazione del Position Paper “Medicina di genere «anziano»: l’esempio dell’amiloidosi cardiaca". Una pubblicazione che ha visto, per la prima volta, pazienti, clinici, società scientifiche e Istituzioni, lavorare insieme a un documento di istanze che esplicita la necessità di tutela delle persone anziane con malattie rare e complesse, a partire dalla necessità di diagnosi precoce e di garantire ai pazienti e ai loro caregiver il supporto psicologico.

Il documento è stato presentato a Roma, presso la Camera dei Deputati, in occasione di un evento organizzato su iniziativa dell’onorevole Ilenia Malavasi (Commissione XII Affari Sociali) in collaborazione con Omar - Osservatorio Malattie rare.

"I dati oggi in nostro possesso ci mostrano come i pazienti affetti da Amiloidosi Cardiaca arrivino alla diagnosi già molto provati, dal punto di vista psicologico - ha spiegato la professoressa Martina Smorti durante il suo intervento - Questo è dovuto al fatto che il percorso che precede la diagnosi è spesso una vera e propria 'odissea diagnostica'. Lo stesso responso medico costituisce, poi, un carico importante: si tratta infatti di una diagnosi di malattia rara con possibilità di trasmissione ai propri familiari".

"Numeri alla mano – prosegue la docente - i pazienti con Amiloidosi, nel 30% dei casi, presentano dei sintomi clinici di ansia e,  nel 44% dei casi, di depressione. Si tratta di dati importanti, perché ansia e depressione costituiscono fattori di rischio per la non aderenza alle terapie mediche e ai trattamenti farmacologici. Ansia e depressione, infatti, a certi livelli, possono portare a percepire il proprio stato di salute come peggiore rispetto alla realtà dei fatti. Col rischio di sviare i clinici nelle loro scelte terapeutiche".

"Oltre a questo - conclude Martina Smorti -, va tenuto conto che alla gravità dei sintomi clinici e psicologici dei pazienti si lega anche il benessere dei caregiver, che hanno un ruolo fondamentale nel supporto emotivo e psicosociale delle persone anziane affette da Amiloidosi. Per il loro coinvolgimento emotivo nella malattia rischiano anche loro, infatti, di sviluppare sintomi di ansia e depressione che si ripercuotono, a loro volta, sulla salute fisica del paziente. E’ dunque necessario attivare, presso tutti i centri di riferimento, dei percorsi di supporto psicologico che affianchino pazienti e caregiver durate tutto il percorso della malattia".

La sintesi del lavoro del gruppo di lavoro è esplicitata nel Position Paper, in cui si analizzano dettagliatamente le sette istanze condivise dai membri del Gruppo di lavoro: migliorare i tempi di diagnosi dell’amiloidosi; coinvolgere i medici di medicina di base nel percorso di diagnosi precoce; garantire ai pazienti un equo accesso ai percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali; garantire ai pazienti fragili una presa in carico olistica; garantire ai pazienti e ai loro caregiver il supporto psicologico; continuare a fare awareness sull’amiloidosi; creare normativa sull’ageismo, con particolare riferimento alle malattie rare. L’intero lavoro è spiegato nella Pubblicazione.

Qui disponibile la registrazione integrale dell'incontro.

Redazione Web

Individuata una nuova molecola capace di rallentare la progressione della retinite pigmentosa

1 settimana 1 giorno ago

Si chiama REPISTAT, è una nuova molecola capace di rallentare la progressione della retinite pigmentosa, una rara patologia genetica che può portare negli anni alla totale cecità. La scoperta arriva da uno studio, che si è guadagnato la copertina del Journal of Medicinal Chemistry. A progettare e sintetizzare la molecola è stato un gruppo di ricerca di chimica farmaceutica dell’Ateneo di Siena in collaborazione, per le prove biologiche, con il Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo pisano, e con l’Istituto di Neuroscienze del CNR - Pisa, la University College London e l’Università di Ferrara.

La sperimentazione è stata condotta in vitro e su modelli animali e la speranza è che in futuro REPISTAT possa essere alla base della formulazione di un nuovo farmaco, magari un collirio, capace di ritardare l’evoluzione della malattia.

“La retinite pigmentosa è una rara malattia genetica tuttora priva di una cura risolutiva, a causarla sono circa 200 mutazioni su una sessantina di geni, la cura più efficace è la terapia genica, con costi altissimi però, tanto che sono state attualmente sviluppate delle terapie solo per due mutazioni – spiega la professoressa Ilaria Piano del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa – ci sono tuttavia degli elementi che accomunano tutte le forme di retinite pigmentosa, come ad esempio i processi infiammatori, ossidativi o l’apoptosi, cioè il meccanismo che regola la morte programmata delle cellule. La molecola che abbiamo sviluppato è in grado di agire come modulatore epigenetico e attraverso questo meccanismo interviene proprio su questi processi aprendo un’opportunità per trattare su larga scala i pazienti, indipendentemente dalla mutazione genica”.

La ricerca è frutto di RePiSTOP, un progetto di ricerca di interesse nazionale del 2022 finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.


Redazione Web

Shanghai Ranking per “subject”: l’Università di Pisa nei primi 100 al mondo in Veterinaria, Fisica, Farmacia e Matematica

1 settimana 2 giorni ago

L’agenzia Shanghai Ranking Consultancy ha pubblicato il "Global Ranking of Academic Subjects" e, come per la classifica globale (ARWU), anche nello Shanghai Ranking per “subject” l’Università di Pisa ottiene ottimi risultati.

L’Ateneo pisano entra in classifica con 24 discipline, coprendo tutte le aree (Natural Sciences, Engineering, Life Sciences, Medical Sciences, Social Sciences). Unipi si colloca nelle prime 100 posizioni mondiali per “Veterinary Sciences” (sale al 48° posto globale e 4° in Italia), “Physics” (nella fascia 51-75 nel mondo e 2-3 in Italia), “Pharmacy & Pharmaceutical Sciences” (passa dalla fascia 201-300 a quella 51-75 nel mondo e 5-6 in Italia) e “Mathematics” (nella fascia 76-100 nel mondo e 2-3 in Italia). Seguono, nelle prime 200 posizioni, “Agricultural Science” (nella fascia 101-150 e 7-9 in Italia), i nuovi ingressi di “Automation & Control” (nella fascia 101-150 e 4-5 in Italia) e “Energy Science & Engineering” (nella fascia 151-200 e 5° posto in Italia) per l’area di ingegneria, con la conferma di “Medical Technology” (nella fascia 151-200 e 7-12 in Italia) per le scienze mediche.

La classifica 2024 si basa su un sistema, parzialmente rinnovato, di 5 indicatori: High quality research (numero di articoli pubblicati su riviste con impact factor nel primo quartile), Research impact (rapporto tra le citazioni ricevute dagli articoli pubblicati e la media delle citazioni degli articoli nella stessa categoria, stesso anno e stesso tipo di pubblicazione), International collaboration (rapporto tra il numero di pubblicazioni che includono autori di almeno due paesi diversi e il numero totale di pubblicazioni nella disciplina per l'istituzione), World-class output (numero di articoli pubblicati in riviste o conferenze di alto livello, riconoscimenti accademici internazionali) e World-class faculty, che introduce quattro nuovi indicatori rispetto al passato (riconoscimenti internazionali a laureati, ricercatori con un numero elevato di citazioni, posizioni di chief editor in riviste internazionali, ruoli di leadership in organizzazioni accademiche internazionali). Pesi diversi sono assegnati agli indicatori per le diverse discipline.

I dati, che provengono da Web of Science, InCites e da banche dati di terze parti per premi e riconoscimenti, si riferiscono alle pubblicazioni nel periodo 2019-2023. La selezione delle riviste di alto livello, dei premi accademici internazionali e delle principali organizzazioni accademiche è basata sui risultati dell'Academic Excellence Survey (AES) condotto da Shanghai Ranking.

Il risultato è un riconoscimento per la ricerca dell’Università di Pisa in alcuni settori di grande impatto a livello internazionale, ma la presenza in classifica di un numero elevato di discipline testimonia la capacità dei ricercatori del nostro ateneo di produrre ricerca di alta qualità in tutte le aree disciplinari.

Redazione Web

Italia e Cina insieme per studiare la contaminazione da microplastiche nei terreni agricoli e nelle acque sotterranee

1 settimana 2 giorni ago

La contaminazione da microplastiche nei terreni agricoli e nelle acque sotterranee è un problema nuovo e relativamente poco studiato, con effetti ancora non del tutto chiari dal punto di vista dell’ambiente e della salute. Definire nuovi protocolli per affrontare il fenomeno è la sfida del progetto Encompass che unisce nell’impegno Italia e Cina con l’Università di Pisa come capofila e fra i partner l’Università tecnologica di Shenzhen e l’Eastern Institute of Technology di Ningbo. La sperimentazione sul campo avverrà sia in Cina che in Italia, precisamente nella zona della bonifica di Massaciuccoli, nel comune di Vecchiano (Pisa).

“La contaminazione da microplastiche nei suoli agricoli ha potenzialmente conseguenze molto serie per le produzioni alimentari, la biodiversità e il benessere degli ecosistemi terrestri in generale - spiega il professore Valter Castelvetro del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano - A tutt’oggi non esistono protocolli analitici validati e condivisi per gestire il fenomeno, anche a perché è molto difficile isolare le microplastiche dai suoli”.

Il campionamento nella zona della bonifica di Massaciuccoli, nel comune di Vecchiano (Pisa)

L’obiettivo di Encompass è dunque condividere e sviluppare nuovi protocolli analitici per determinare quantità e tipologia di microplastica presente nei suoli e nelle acque sotterranee. Le metodologie riguarderanno sia la quantificazione numerica, cioè il numero e la natura delle particelle polimeriche, sia la massa per tipologia di polimero, calcolata quest’ultima secondo una procedura ideata e validata all’Università di Pisa. L’ambizione è inoltre di mettere a punto modelli su scala per studiare in laboratorio il processo di trasporto delle microplastiche dalla superficie alle falde acquifere attraverso le diverse tipologie di suolo.

“L’impatto che deriva dal crescente inquinamento da materie plastiche, e conseguentemente da microplastiche, sulla produttività dei suoli agricoli, sul benessere degli ecosistemi naturali e sulla biodiversità potrebbe essere molto grave nei prossimi anni, anche in considerazione dei possibili effetti sinergici con le alterazioni climatiche, lo sfruttamento intensivo dei suoli e la depauperazione delle importantissime riserve di acqua sotterranea – sottolinea Castelvestro - Conoscere il problema è un passo fondamentale per poterne comprendere le conseguenze e studiare possibili soluzioni o mitigarne gli effetti”.

Il campionamento nella zona della bonifica di Massaciuccoli, nel comune di Vecchiano (Pisa)

Encompass è stato finanziato fra i Progetti di Grande Rilevanza del Programma esecutivo di Cooperazione scientifica e tecnologica bilaterale tra Italia (MAECI, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) e Cina (MOST, Ministry of Science and Technology).

Per l’Università di Pisa, il progetto è gestito tramite il Centro per l'Integrazione della Strumentazione scientifica (CISUP) e vede coinvolti ricercatori del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale e del Dipartimento di Scienze della Terra. Collaborano a Encompass: Valter Castelvetro, Andrea Corti, Stefania Giannarelli, Antonella Manariti, Jacopo La Nasa, Laura Pacilio, Riccardo Gherardini, Alessio Monnanni, Riccardo Petrini, Roberto Giannecchini, Viviana Re e Stefano Viaroli.

 

Redazione Web

Ecco il chip in silicio per convertire il calore disperso in energia elettrica

1 settimana 5 giorni ago

Strutture in silicio dell’ordine di grandezza di nanometri (nanostrutture) e integrabili su chip che funzionano da generatori termoelettrici, convertendo direttamente il calore in energia elettrica. La novità arriva da un team di ingegneri elettronici del dipartimento di ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, che hanno pubblicato due lavori su riviste internazionali, dimostrando la validità di una tecnologia basata su un materiale, come il silicio, biocompatibile e non inquinante (si ricava a partire dalla sabbia) per la produzione di “green energy”.

 

“Siamo riusciti a produrre un chip in silicio nanostrutturato che produce energia elettrica - spiega Giovanni Pennelli, docente di elettronica al DII e coordinatore del gruppo di ricerca - In genere, i chip di silicio consumano energia per svolgere delle attività, come fare conti (microprocessori), trasmettere informazioni (i chip del telefono cellulare), misurare delle grandezze (sensori di temperatura, pressione, ...), ed hanno bisogno di essere alimentati. Il nostro dispositivo, su chip come tutti gli altri, aggiunge il tassello mancante: invece che consumare energia, la produce sfruttando una superficie calda (corpo umano, termosifone, altri dispositivi che si riscaldano) e può alimentare gli altri dispositivi senza utilizzare le batterie che sono costose, hanno bisogno di ricarica ed inoltre alla fine del ciclo produttivo devono essere riciclate-ricondizionate per non inquinare.

“Il nostro dispositivo - aggiunge Elisabetta Dimaggio, ricercatrice di elettronica al DII - funziona ovunque ci sia elettronica da alimentare a bassa potenza, per esempio con nodi sensori, e potrebbe essere un elemento importantissimo per abbattere costi e inquinamento in contesti industriali.
Inoltre, il dispositivo termoelettrico si potrebbe usare anche per raffreddare le superfici, quindi non solo come generatore ma anche integrato in sistemi che si riscaldano durante il funzionamento, come enormi data center. La ricerca è stata condotta in collaborazione con IMB-CNM, CSIC di Barcellona, ed è apparsa sulla rivista “Small”.

Da anni, il gruppo di ricerca del DII studia l’uso del silicio per la produzione di energia elettrica. In una ricerca svolta in collaborazione con le Università di Warwick e di Milano-Bicocca, pubblicata sulla rivista “Nano Energy” i ricercatori hanno dimostrato che l’efficienza del silicio nel produrre energia può essere quasi triplicata rispetto a quanto supposto finora.

“Siamo riusciti a dimostrare che le tecniche di nanostrutturazione del silicio - spiega Antonella Masci, dottoranda al DII e prima autrice dell’articolo su Nano Energy- consentono non solo di ridurre la conducibilita’ termica, con un notevole beneficio dell’efficienza di conversione termica-elettrica, ma anche di produrre molta energia partendo dal calore di scarto.”

“La ricerca che sfrutta le proprietà di alcuni materiali per produrre energia green - commenta Sergio Saponara, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione - è fondamentale per fornire alle aziende gli strumenti per una transizione digitale secondo i principi richiesti dalle trasformazioni dell’industria 5.0, che devono avere al centro persone e ambiente. Il laboratorio FoReLab del Dipartimento, dedicato proprio alle tecnologie chiave per il 5.0, ha tra i suoi filoni più importanti quello del lavoro su una nuova generazione di dispositivi e sistemi ICT riconfigurabili, adattivi ed ecologici che sfruttano architetture innovative e materiali nanostrutturati pr adattare la loro applicazione e ottimizzare le loro prestazioni sulla base delle condizioni di utilizzo, dei contesti industriali e delle applicazioni emergenti”.

Redazione Web

All’Università di Pisa il prestigioso riconoscimento IPA 2023 - Intellectual Property Award

1 settimana 5 giorni ago

In occasione del 140º anniversario dalla nascita dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), il 30 ottobre 2024 presso il salone degli Arazzi di Palazzo Piacentini, si è svolta la cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso “Intellectual Property Award (IPA)”, un’iniziativa che celebra l’eccellenza della ricerca e l’innovazione italiana.

Tra i vincitori vi è anche l’Università di Pisa con il brevetto ATMOSMART (US2021123900), una tecnologia abilitante per l’irrigazione di precisione, inventata dal Prof. Giovanni Rallo del laboratorio di sensoristica e modellistica agro idrologica AgrHySMo Lab. ATMOSMART è pensata per l’industria dell’irrigazione e finalizzata a mitigare gli effetti della siccità idrologica sulle colture. Il dispositivo mima la traspirazione fogliare, integrando una membrana porosa intelligente, controllabile elettronicamente e capace di interpretare il processo di regolazione stomatica. Il dato di traspirazione stimato dal dispositivo rappresenta quella quantità idrologica funzionale alla gestione irrigua di precisione.

 

Il premio s’inserisce nel quadro delle attività di potenziamento che il MIMIT-UIBM sta portando avanti al fine di promuovere la valorizzazione economica dei titoli di proprietà industriali di Università italiane, Enti pubblici di ricerca nazionali ed Istituti di ricovero e cura. Il concorso è stato ideato e organizzato dal MIMIT, in collaborazione con NETVALInvitalia. Il premio era riservato ai migliori brevetti della ricerca pubblica dei sei ambiti tecnologici: Medtech, Climatech, Agritech, The Energy of the Future, The Future from the Space, The Future of the City.

Al concorso hanno partecipato ben 225 candidature, sottoposte a 3 fasi di selezione da parte di un’apposita commissione valutatrice composta da esperti del settore, imprenditori e specialisti di proprietà industriale.

L’Università di Pisa ha candidato complessivamente 14 brevetti ricoprendo ciascuna degli ambiti tecnologici possibili; di quelli candidati, sei sono stati ulteriormente selezionati per la seconda fase, di cui solo uno, ATMOSMART, finalista.

Al brevetto vincitore ATMOSMART, unico finalista per la categoria Agritech, oltre al prestigioso riconoscimento come eccellenza della ricerca pubblicata Italiana, sarà conferito un premio di 10mila euro da utilizzare per la valorizzazione della tecnologia.

Alle tecnologie premiate in tutti gli ambiti verrà dato un ampio risalto nel corso della mostra “Brevetti” organizzata dal MiMIT, come evento conclusivo dei festeggiamenti per il 140º anno dalla nascita di UIBM.

La presentazione dei brevetti finalisti, si è svolta alla presenza del viceministro Valentino Valentini, del capo dipartimento per le politiche per le imprese Amedeo Teti, del presidente di Netval Giuseppe Conti, dei dirigenti del Ministero e di Invitalia e della presidente del Comitato Impresa Donna.

Per rivedere le tecnologie presentate:

On line i Video di presentazione dei finalisti al Premio IPA 2023 

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Per maggiori dettagli sulla tecnologia ATMOSMART consulta le schede su:

Redazione Web

La Geopolitica del Mare. Le basi del potere economico e marittimo

1 settimana 6 giorni ago

Giovedì 7 novembre dalle 9.30 al Palazzo "La Sapienza" dell’Università di Pisa si è svolta la IV Giornata di studio "La Geopolitica del Mare. Le basi del potere economico e marittimo, dai porti al ruolo delle rotte commerciali". L'evento, organizzato congiuntamente dal Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura - CIDIC dell’Ateneo pisano e dall'Accademia Navale di Livorno, è trasmesso anche in streaming.

Dopo i saluti istituzionali del Rettore Riccardo Zucchi e del Contrammiraglio Comandante Lorenzano Di Renzo, hanno preso il via le relazioni moderate dal Contrammiraglio Giuseppe Schivardi, Comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia, e dal professore Francesco Barachini del dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo pisano.
Gli argomenti trattati nella mattinata sono il rapporto fra spazio marittimo e potere, la geopolitica dei trasporti marittimi nelle relazioni globali, le peculiarità geostrategiche e geopolitiche degli Oceani, i porti italiani quali infrastrutture strategiche dei trasporti multimodali tra coordinamento nazionale e governance locale e l'espansionismo cinese sui mari. I relatori di questa prima parte della giornata sono i professori Matteo Marconi e Paolo Sellari dell’Università La Sapienza di Roma, Francesco Zampieri dell’Istituto di Studi Militari Marittimi Venezia, Andrea La Mattina dell’Università Federico II di Napoli e la professoressa Elena Dundovich dell’Università di Pisa.

 

 

Nel pomeriggio i lavori riprendono alle 14,30 con la moderazione del professore Andrea Borghini Direttore del dipartimento Scienze Politiche dell’Ateneo pisano. Due temi in discussione: i “colli di bottiglia” nella sicurezza marittima ed il diritto internazionale con riferimento al quadro giuridico applicabile alle aree marine polari e la genesi, attualità e futuro del concetto geopolitico di Mediterraneo allargato. I due interventi sono tenuti rispettivamente dalla professoressa Claudia Cinelli dell’Università di Pisa e dal Capitano di Vascello Davide Da Pozzo, Capo Ufficio Politica Marittima e Relazioni Internazionali del 3° reparto, Stato Maggiore Marina. Alle 15,30 le conclusioni del professore Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell’Università di Pisa.

 

Il Contrammiraglio Comandante Lorenzano Di Renzo

“Questa giornata riafferma tutto il valore e tutta l'importanza che diamo al nostro storico rapporto con l'Accademia Navale di Livorno, una delle collaborazioni più antiche e di maggior pregio di questa Università - ha detto il Rettore Zucchi - Questo simposio, dedicato alla geopolitica del mare, cade in un momento molto appropriato, perché ormai ci stiamo rendendo conto che la geopolitica è un'attività indispensabile all'Università stessa se pensiamo soprattutto alla mobilità globale degli studenti, sia i nostri che vanno via sia quelli che arrivano, magari da paesi terzi, il che comporta necessariamente una ridefinizione della nostra offerta formativa e dei nostri progetti di sviluppo futuro”.

Il Rettore Riccardo Zucchi

“La giornata di oggi ci dà l’occasione di rispondere a una domanda che ci sta molto a cuore, ovvero perché abbiamo una marina militare, una domanda che ci viene posta ciclicamente e che riteniamo sia il peggior sintomo di quella che noi chiamiamo “cecità marittima” – ha sottolineato il Contrammiraglio Comandante Lorenzano Di Renzo – è dunque obbligo ricordare che i momenti di massima prosperità della penisola sono stati quelli in cui abbiamo abbracciato senza alcuna esitazione il destino marittimo del nostro paese, dall'antica Roma alle Repubbliche Marinare alla Serenissima di Venezia, sino ad arrivare ad oggi, con la consapevolezza che il nostro sistema economico dipende dalla sicurezza dei mari, da linee di comunicazione marittime che devono essere mantenute aperte, sicure e costantemente fruibili”.

Redazione Web

Medicina: un gemello virtuale per cure sempre più personalizzate

1 settimana 6 giorni ago

È ai nastri di partenza il progetto europeo "Vital - Virtual Twins as Tools for Personalised Clinical Care”, che vede tra i suoi partner, come unico ateneo italiano, l’Università di Pisa. Coordinato dall’Università di Gent, Vital ha come obiettivo quello di realizzare, nei prossimi cinque anni, una piattaforma multi-organo in grado di creare, con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale, un “gemello umano virtuale” di pazienti affetti da disturbi cardiovascolari multifattoriali con impatto sistemico ad alta comorbidità.

Questo “gemello”, grazie a particolari modelli predittivi, consentirà ai medici una maggior personalizzazione delle terapie farmacologiche e interventistiche, così da evitare di sottoporre inutilmente le persone a trattamenti dai quali non trarrebbero benefici. Compito del gruppo di lavoro dell’Ateneo pisano, coordinato dalla professoressa Martina Smorti, è quello di indagare i possibili impatti psicologici, sociali e relazionali legati all’impiego di questo tipo di tecnologie in ambito medico.

“Nonostante l’importante coinvolgimento di competenze di carattere medico, informatico e ingegneristico necessarie per lo sviluppo e l’implementazione del Virtual human twin -  spiega la professoressa Martina Smorti, del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica dell’Università di Pisa - il progetto dedica un’attenzione particolare agli impatti psicologici, sociali e relazionali dell’utilizzo di questo tipo di tecnologia a livello clinico. È questo l’obiettivo specifico del gruppo di lavoro dell’Università di Pisa che, grazie a competenze di ambito psicologico e sociologico, indagherà i fattori che favoriscono o ostacolano l’accettazione del virtual human twin da parte di medici, pazienti e caregiver”.

 

La professoressa Martina Smorti, del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica dell’Università di Pisa

 

“Il gruppo pisano – prosegue la professoressa Smorti - sarà impegnato nello studio dei fattori che possono favorire l’accettazione del virtual human twin da parte dei pazienti, come la fiducia nel sistema sanitario, nei medici che curano la patologiae nell’intelligenza artificiale, così come la percezione del supporto dei familiari. Allo stesso tempo, monitorerà lo stress psicologico dei pazienti coinvolti negli studi clinici”.

“Gli studi condotti - conclude Smorti – dimostrano, infatti, che l’utilizzo dell’IA a livello di pratica clinica interviene su tutti gli attori e le istituzioni coinvolte modificando le relazioni in campo e i sistemi di preferenze, percezioni, aspettative. Per questo il gruppo di lavoro dell’Università di Pisa valuterà l’impatto di queste modifiche sulla fiducia interpersonale, in primo luogo il rapporto medico-paziente, e istituzionale”.

Il gruppo di lavoro dell’Università di Pisa, coordinato dalla prof.ssa Martina Smorti, vede la partecipazione anche della prof.ssa Silvia Cervia, sociologa del Dipartimento di Scienze Politiche. Oltre all’Ateneo pisano e all’Università di Gent, il progetto coinvolge altri importanti centri di ricerca internazionali: University of Auckland -NZ, King’s College London, Universiteit Maastricht, Delft University of Technology,Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, Uniwersytet Jagielloński, University College London, Assistance Publique Hôpitaux de Paris, AIT Austrian Institute of Technology GMBH, Stichting Imec Nederland e Westerhof Cardiovascular Research.

Per ulteriori informazioni:

https://vital-horizoneurope.eu/

Redazione Web

Tre scienziate UniPi sul palco del Teatro Verdi raccontano che la mente “non è come sembra”

2 settimane ago

Tre scienziate sul palco per uno spettacolo del tutto inedito che mette insieme arte e scienza, tre voci intrecciate che portano in scena con musica e suggestioni visive la ricerca di frontiera che ognuna di loro svolge all’Università di Pisa. Tema centrale “La mente: non è come sembra”. L’appuntamento, a ingresso libero senza prenotazione, è venerdì 8 novembre alle 21 al Teatro Verdi di Pisa (Via Palestro 40).

A raccontare gli inganni della mente ci sarà l’antropologa culturale Caterina Di Pasquale che, coinvolgendo il pubblico, parlerà degli scherzi di memoria a partire dalla nostra dimensione autobiografica, che è poi uno dei primi canali attraverso i quali ci mettiamo in relazione con il passato. “Il rapporto con la nostra memoria è caratterizzato quotidianamente da piccoli scherzi - sottolinea Di Pasquale – lapsus, falsi ricordi, proiezioni o retroazioni. La relazione con il nostro passato non è mai neutra. Si gioca su piani complessi in cui agiscono a nostra insaputa schemi che orientano il modo in cui viviamo ed elaboriamo le nostre esperienze, il nostro modo di stare nel tempo e nello spazio”.
Il testimone passerà quindi a Paola Binda, fisiologa, che affronterà il tema della visione e di come il nostro cervello interpreta ciò che vediamo. “Il messaggio fondamentale – spiega Binda - è che la percezione, ciò che avvertiamo sulla pelle, nelle orecchie e con gli occhi, non è mai una registrazione della realtà, ma una costruzione, un processo complesso molto lontano dall'oggettività che immaginiamo”. La ricercatrice coinvolgerà spettatrici e spettatori in una dimostrazione e chi porterà con sé un piccolo specchio potrà verificare in prima persona come la percezione si modifichi durante l’azione. Il terzo sguardo sulla mente arriva dell’etologa Veronica Maglieri che parlerà del gioco, uno dei comportamenti più ambigui esistenti in natura. “Da qui – sottolinea Maglieri - l’importanza del sorriso e della risata per segnalare, appunto, che è solo un gioco. E vale per noi e per altre specie, compresi i delfini, fra le ultime che stiamo studiando”.


Lo staff dello spettacolo


Insieme alle tre ricercatrici saranno inoltre sul palco l'attrice Isabella Ragonese, che rifletterà sull'importanza del teatro e della recitazione per la cura della mente collettiva e della memoria sociale; Alice Milani, illustratrice e fumettista, che esplorerà il tema attraverso le arti visive ed Emanuela Ligarò, in arte Gold Mass, compositrice di musica elettronica, che effettuerà l'accompagnamento con una performance musicale immersiva. Il tutto sotto la regia e il coordinamento artistico di Cristina Lazzari e l’aiuto di Margherita Guerri - a cui si deve anche la creazione dell’immagine simbolo della serata- entrambe attrici e formatrici teatrali.
“La Mente: non è come sembra” è il primo appuntamento del ciclo Stardust, un progetto dell’Università di Pisa che punta a raccontare le frontiere della ricerca scientifica attraverso lo sguardo e le parole delle sue ricercatrici. Stardust è stato ideato da un gruppo di donne che lavorano in diversi campi della scienza, dalla chimica, alla fisica, attraversando la biologia fino ad arrivare alla storia: Benedetta Mennucci, Marilù Chiofalo, Vittoria Raffa e Renata Pepicelli.

Il progetto STARDust nasce per cercare di rispondere ad una domanda cruciale: come possiamo incoraggiare un numero sempre maggiore di ragazze ad avvicinarsi alla scienza e intraprendere carriere nel campo della ricerca? “La risposta che abbiamo elaborato - dicono le organizzatrici - si fonda sull'idea di valorizzare e dare voce alle giovani ricercatrici che lavorano nel nostro ateneo sperimentando una forma di comunicazione nuova capace di trasmettere il fascino della scienza a un pubblico più ampio. A questo scopo abbiamo integrato il rigore che caratterizza il metodo scientifico con la leggerezza e l'impatto emotivo tipico dello spettacolo e con la bellezza e il linguaggio universale dell'arte.”

Il teatro è stato individuato come il luogo ideale per rendere questa nuova modalità di divulgazione scientifica più coinvolgente e accessibile.
“Il fil rouge dello spettacolo di venerdì e delle iniziative che faremo – aggiungono - è il raccontare la scienza di frontiera attraverso lo sguardo delle tante scienziate dell'Università di Pisa che splendidamente ogni giorno lavorano nei laboratori e nei dipartimenti ottenendo fantastici risultati. Quello che vogliamo far emergere è questo sguardo particolare, perché i risultati della scienza sono oggettivi, ma il modo in cui ci si arriva, la traiettoria scientifica, è invece estremamente soggettiva perché è il frutto di un percorso personalissimo e singolare”.

La partecipazione allo spettacolo è gratuita e non richiede prenotazione ma l’invito è a compilare un form opzionale per scopi organizzativi.

 

Redazione Web
Checked
2 ore 9 minuti ago
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