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Leadership inclusiva e innovazione: a Pisa il Roadshow WIN guarda al futuro dell’imprenditoria femminile

23 ore 33 minuti ago

Il Roadshow WIN – Women, Innovation, and Networks for Inclusive Leadership – ha fatto tappa a Pisa il 15 aprile 2025, trasformando il Polo Le Benedettine in un centro dinamico di idee e connessioni. Promosso dal Contamination Lab con Netval e Invitalia e patrocinato dal CUG (Comitato Unico di Garanzia) dell’Università di Pisa, l’evento ha puntato a rafforzare la leadership femminile in innovazione, ricerca e imprenditoria. L’iniziativa si propone come ponte tra università, imprese e istituzioni, con l’obiettivo di superare barriere culturali e strutturali e valorizzare il talento femminile. Tra workshop, tavole rotonde e momenti di networking, l’evento ha creato un contesto fertile per il confronto tra ricercatrici, imprenditrici, studenti e rappresentanti istituzionali.

Hanno aperto i lavori Gianluca Fiorillo (Invitalia), Frida Scarpa (Comune di Pisa), Alessandra Nardini (Regione Toscana) e Corrado Priami (Università di Pisa). La mattinata ha esplorato strategie e strumenti per sostenere l’imprenditoria femminile, con interventi di esperte come Rita Forsi (Women 4 Cyber Italia), Barbara Carli (CNA Pisa) e Silvia Marchini (Polo Tecnologico di Navacchio). Nel pomeriggio, spazio alla creatività con una challenge dedicata alle start-up al femminile. Dopo l’introduzione di Viktoria Nagy (UC Louvain) e l’intervento di Alessio Cavicchi (Università di Pisa), Serena Auriemma (Delos AI) ha presentato le finaliste.


La premiazione della spin off IMPAVID.

Tra i progetti premiati:
IMPAVID srl (spin off UniPi) per la challenge “Imprese di Valore” rivolta alle spin off sostenibili e inclusive dell’Università di Pisa;
ELLEFREE srl e Relief per la “EmpowerHER challenge” riservata ad aziende del territorio per il loro impegno nella crescita sociale e per il loro impatto collettivo;
InFem e BrightHER per “Innovative Women for Change” dedicata a proposte con particolare attenzione all’inclusività sociale e alla sostenibilità.

Il Roadshow WIN conferma l’impegno del Contamination Lab per una cultura della leadership più equa e inclusiva, capace di valorizzare la diversità come leva strategica per il futuro.

 

Redazione Web

On the road to Expo 2025: il brevetto dell’Università di Pisa nel Padiglione Italia a Osaka

1 giorno ago

Dal 24 aprile 2025 una tecnologia brevettata e sviluppata presso l’Università di Pisa sarà tra le protagoniste dell’Italy Pavilion all’Expo 2025 di Osaka. Il dispositivo, chiamato ATMOSMART, è stato selezionato tra le undici tecnologie vincitrici dell’Intellectual Property Award (IPA) 2023, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per valorizzare l’innovazione tecnologica della ricerca pubblica italiana.

ATMOSMART, ideato dal professor Giovanni Rallo, responsabile delle attività didattiche e scientifiche del laboratorio AgroHydrological Sensing and Modeling (AgrHySMo Lab.) del Dipartimento Scienze Agrarie Alimentari e Agro-ambientali (DiSAAA-a), si basa su un principio biomimetico: utilizza membrane intelligenti per simulare il comportamento stomatico delle piante e misurare direttamente la traspirazione. Si tratta di una soluzione innovativa per il monitoraggio delle condizioni idriche delle colture, con applicazioni avanzate in agricoltura di precisione e nella gestione sostenibile delle risorse.


Il team di ricerca dell'AgrHySMo Lab, da sinistra Giovanni Rallo, Àngela Puig-Sirera and Andrea Sbrana.

Oltre al prestigioso riconoscimento, il progetto ha ricevuto un finanziamento finalizzato alla valorizzazione del brevetto. All’interno del Padiglione Italia, la tecnologia sarà presentata il 24 aprile in una pitch session internazionale dedicata alle undici innovazioni premiate con l’IPA2023. A rappresentare il gruppo di ricerca AgrHySMo sarà la Prof.ssa Angela Puig-Sirera, impegnata nelle attività di ricerca applicata e trasferimento del sistema ATMOSMART.
La partecipazione all’Expo costituisce un’importante vetrina internazionale per l’Università di Pisa, confermando, grazie anche al supporto dell’unità Servizi per il Trasferimento Tecnologico, il ruolo strategico della ricerca pubblica nel campo dell’innovazione sostenibile.

Per approfondimenti visita il sito di Expo Osaka 2025

 

Redazione Web

Sport, presentato il calendario degli eventi “Pisa fa il Giro”, in attesa della tappa del Giro d’Italia del 20 maggio

1 giorno 18 ore ago

Un cartellone con tanti eventi per aspettare l’arrivo a Pisa della tappa numero 10 della 108^ edizione del Giro d’Italia del prossimo martedì 20 maggio. Un’attesa durata 45 anni. Risale, infatti, al 20 maggio 1980 l’ultima volta che Pisa è stata città di tappa della Corsa in rosa. In programma mostre fotografiche, talk, convegni, biciclettate, cene a tema e degustazioni, proiezioni cinematografiche e, naturalmente, tante occasioni per conoscere le storie e gli uomini del ciclismo.

In Logge di Banchi, poi, a partire da lunedì 12 maggio anche la “Bike Arena”, uno spazio con mostre, aziende espositrici e l’area incontri e proiezioni. Tutti i giorni, a partire dalle ore 19.00 anche degustazioni con “Il Giro del gusto”.

Il programma, organizzato e coordinato dal Comune di Pisa insieme a tante realtà cittadine, istituzioni e associazioni sportive culturali, è stato presentato questa mattina in sala delle Baleari. Erano presenti Michele Conti, sindaco di Pisa, Frida Scarpa, assessore allo sport Comune di Pisa, Andrea Maggini, coordinatore Comitato città di tappa, Marco Macchia, delegato per i rapporti con il territorio Unipi, Alessandro Tosi, direttore Museo della Grafica, Maurizio Sbrana, cda della Fondazione Pisa, Andrea Bottone, amministratore unico Pisamo, Patrizia Pacini, per la Camera di Commercio, Andrea Madonna, presidente dell’Unione industriale pisana. Era presente anche la campionessa Fabiana Luperini, cinque volte vincitrice del Giro d’Italia (dal 1995 al 1998 e nel 2008), tre Tour de France (dal 1995 al 1997) e un Tour de l'Aude (1998).

“Il Giro d’Italia – ha dichiarato il sindaco di Pisa Michele Conti - torna a fare tappa a Pisa dopo 45 anni e per una casualità, così come avvenne nel 1980, il 20 maggio sarà un martedì. Non è invece una casualità tutta l’organizzazione coordinata dal Comune per festeggiare il ritorno del Giro a Pisa, bensì una precisa volontà dell’Amministrazione. Abbiamo fatto squadra all’interno del tessuto sociale, culturale e produttivo della città: Comune, Pisamo, mondo dello sport e dell’associazionismo, categorie produttive, enti culturali, Università, tutti insieme abbiamo collaborato per accogliere un grande evento sportivo che sarà un’occasione unica di promozione della nostra città da un punto di vita turistico ed economico. Una conferma ulteriore di quanto questa amministrazione abbia investito nello sport e nelle infrastrutture sportive per far sì che lo sport sia davvero per tutti. Tutti gli eventi che ci avvicinano da ora al 20 maggio saranno un’occasione in più per far conoscere meglio la tappa pisana, coinvolgere cittadini, appassionati di sport e visitatori, e dar vita tutti insieme ad un grande giorno di festa per la nostra città».

«Abbiamo lavorato intensamente - dichiara l’assessore allo sport Frida Scarpa - per costruire un programma ricco e coinvolgente in vista del ritorno del Giro d’Italia a Pisa, dopo ben 45 anni. Un’occasione straordinaria per la nostra città, con l’arrivo previsto nella suggestiva cornice di piazza del Duomo. Dal 12 al 20 maggio sarà allestita la Bike Arena sotto le Logge di Banchi: un piccolo anfiteatro urbano con spazi espositivi, dimostrazioni sportive, talk, ospiti nazionali, proiezioni e spettacoli. Apriremo questo mese di attesa con la “Strapazzata in rosa”, in programma il 25 aprile, l’evento che torna a Pisa dopo undici anni e coinvolgerà migliaia di persone in una corsa tra le strade cittadine. Attesissima anche la “Notte rosa della musica”, con le piazze colorate in rosa e animate dai concerti, in collaborazione con le associazioni musicali del territorio e le radio locali. Infine, la tappa a cronometro Lucca–Pisa del 20 maggio sarà trasmessa in diretta mondiale per oltre cinque ore, grazie alla partenza scaglionata dei corridori: una straordinaria occasione di promozione per Pisa e il suo territorio».

«È un grande orgoglio - dichiara l’amministratore unico di Pisamo, Andrea Bottone - presentare questi eventi straordinari che organizziamo in sinergia con il Comune di Pisa. Grazie alla fiducia dell’Amministrazione, dal 1° gennaio Pisamo è ufficialmente incaricata dell’organizzazione degli eventi in città, e il Giro d’Italia rappresenta per noi un esordio importante, un vero e proprio battesimo del fuoco. Questa manifestazione attesa da 45 anni è anche l’occasione per intensificare il lavoro che da oltre vent’anni portiamo avanti sulla riqualificazione delle strade cittadine, con interventi mirati in vista del passaggio della tappa. Tra le iniziative curate direttamente da Pisamo ci saranno l’“aperitivo in rosa” sul ponte di Mezzo, in programma per l’11 maggio, e una cena nel cuore del centro storico il 16 maggio: momenti di condivisione pensati per far vivere alla città tutta l’emozione e l’energia del Giro d'Italia».

«Il passaggio del Giro d’Italia rappresenta per Pisa non solo un grande evento sportivo, ma anche un’importante occasione per valorizzare l’identità della nostra città come luogo di cultura, innovazione e formazione, sottolineando così il grande valore di “Pisa Città Universitaria” con tutte le sue peculiarità – ha detto Marco Macchia, delegato per i rapporti con il territorio di Unipi -. L’Università di Pisa partecipa con convinzione a questo evento attraverso iniziative che pongono al centro lo sport e i suoi valori. Vogliamo che il legame tra università e comunità si rafforzi anche grazie a momenti come questo, capaci di unire persone, storie e passioni diverse", ha dichiarato il professor Marco Macchia, Delegato del Rettore per i rapporti con il territorio».

«Siamo lieti di partecipare alla presentazione degli eventi che ci accompagneranno da ora alla tappa pisana del Giro d’Italia del prossimo 20 maggio – ha detto Maurizio Sbrana, consigliere della Fondazione Pisa -. Cogliamo l’occasione per annunciare l’iniziativa che la Fondazione Pisa, insieme a Palazzo Blu, ha pensato per celebrare questa bellissima manifestazione sportiva, che torna in città dopo 45 anni dall’ultimo passaggio. Lo facciamo con una mostra fotografica, una ricca selezione di immagini storiche tratte dagli archivi fotografici Allegrini e Frassi, che ripercorrono le sette volte, dal 1925 al 1980 del Giro nella nostra città, più il passaggio dei ciclisti nel 1937. Scatti suggestivi che raccontano Pisa, la folla in festa, i grandi protagonisti in sella alle loro biciclette. La mostra sarà aperta al 16 al 25 maggio, ad ingresso libero. Ricordiamo inoltre che le foto degli archivi Frassi e Allegrini, della Fondazione Pisa, sono state messe a disposizione per la mostra organizzata dal Comune».

 

Calendario eventi “Aspettando il Giro” (18 aprile – 19 maggio)

Venerdì 18 aprile, Inaugurazione mostra “Passa il Giro. Immagini e storie di biciclette”, a cura Museo della Grafica, Palazzo Lanfranchi. A cura di Alessandro Tosi, la mostra propone un percorso espositivo dedicato alla bicicletta e al Giro d’Italia, tra manifesti, disegni, sculture, fotografie e modelli storici. Il 20 maggio, in occasione della tappa a cronometro Lucca–Pisa, il Museo si tingerà simbolicamente di rosa con uno speciale allestimento tematico. Durante tutto il periodo espositivo sono previste conferenze, presentazioni di libri, talk e laboratori didattici.

Giovedì 24 - venerdì 25 aprile, “Aspettando il giro con gli artigiani”: mercatino artigianale con esposizione di biciclette d’epoca e da corsa, Marina di Pisa, Terrazza Pontecorvo.

Venerdì 25 aprile (ore 09.30) “Strapazzata in rosa”, a cura Comune di Pisa, Roadrunner club, partenza dalla Torre della Cittadella.

Domenica 27 aprile (dalle 15.00 alle 19.00), “Rally-Amo”, a cura di “Eppur si muove” e Squadra corse Città di Pisa.

Venerdì 2 maggio (ore 12.00), inaugurazione mostra fotografica “100 anni di passione. Pisa e il Giro d’Italia”, atrio di Palazzo Gambacorti, a cura Comune di Pisa.

Sabato 10 maggio (dalle ore 18.00) “Notte Rosa della musica nelle piazze”, a cura del Comune di Pisa e della Consulta dei Giovani.

Domenica 11 maggio (ore 09.30) “Bimbimbici in rosa”, a cura di FIAB e UISP e Comune di Pisa;

(ore 19.00) aperitivo in rosa su Ponte di Mezzo, a cura di Pisamo.

Lunedì 12 maggio (12.00) inaugurazione statua di siepe, a cura di Coldiretti.

Mercoledì 14 maggio (ore 21.00) “Pedala! Gino e Adriana Bartali nell’Italia del Dopoguerra”, spettacolo teatrale con Federica Molteni, regia di Carmen Pellegrinelli, a cura del CIDIC e del CUG dell’Università di Pisa, al Teatro Nuovo, piazza della Stazione 16 (ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Prenotazioni su www.ciaotickets.com).

Giovedì 15 maggio (orario da definire) Inaugurazione mostra fotografica “Storie pisane del Giro d’Italia”, a cura Palazzo Blu. Aperta fino al 25 maggio.

Venerdì 16 maggio (ore 21.00) “Cena in rosa in via Santa Maria e nel centro storico”, a cura Comune di Pisa, Pisamo, Confcommercio Pisa.

Sabato 17 maggio (ore 15.00) “Cultura del benessere e corretti stili di vita: tra nutraceutica, alimentazione e attività sportiva”, nell’ambito dell’iniziativa “La Cittadella della Salute. La prevenzione firmata studenti UNIPI”, a cura Università di Pisa, Polo Carmignani, piazza dei Cavalieri 6.

Domenica 18 maggio (ore 10.00) Campionato regionale UISP crono a coppie. Coppa Cemes sui Lungarni, a cura di Comune di Pisa, Bella Equipe e UISP Pisa;

(ore 10.00) “Ciclista per un giorno: Percorso di sicurezza stradale per ragazzi dai 5 ai 12 anni”, piazza dei Cavalieri, a cura di San Rossore Sport Village e Federazione Italiana di Ciclismo, Comune di Pisa.

Lunedì 19 maggio (ore 18.00) “Prova il tracciato del Giro”: pedalata con Davide Cassani e Fabiana Luperini.

Dal 14 al 22 maggio, “Borgo Stretto tra arte e ciclismo”: esposizione di quadri a tema ciclismo nei negozi aderenti, a cura di Confesercenti.

Dal 17 al 20 maggio, Menù in rosa, iniziativa tra i ristoranti, a cura di Confesercenti.

 

Il Giorno della Tappa

Martedì 20 maggio (ore 12.00) lancio dei paracadutisti in piazza del Duomo, a cura di CAPAR.

(ore 13.00) inaugurazione “GiroLand” in piazza dei Cavalieri; apertura Area Stampa, apertura Quartiere Tappa.

(ore 13.25 - 17.30), Giro d’Italia tappa n. 10 “Lucca-Pisa ITT Tudor”.

(ore 15.00) “La vita è in Rosa. La vita è una ruota”, a cura Movimentoinactor, sulle Mura di Pisa.

(ore 17.00) concerto de “I Marilyn”, sulle Mura di Pisa.

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BIKE ARENA (Logge di Banchi, piazza XX Settembre) 12-20 maggio 2025

Lunedì 12 maggio (ore 19.00) inaugurazione area talk e primi standisti con Laura Barth, Jonathan Canini e Massimo Marini.

 

Martedì 13 maggio (ore 17.45) talk convegno “Il Safeguarding nel nuovo scenario normativo”, a cura di Studio Mattonai - Asi Toscana Pisa.

(ore 19.00) “Passa il Giro”. Alessandro Tosi introduce “Biciclette Immagini Poesia e Musica” con Lorenzo Gremigni.

(ore 21.15) proiezione “Il migliore. Marco Pantani di Paolo Santolini (2021, 95’), a cura Cinema Arsenale.

 

Mercoledì 14 maggio (ore 19.00) “Passa il Giro”. Alessandro Tosi introduce “Il ciclismo e la storia d’Italia” con il prof. Gianluca Fulvetti.

(ore 21.15) proiezione “Wonderful Losers” di Arunas Matelis (2018, 71’), a cura Cinema Arsenale.

Giovedì 15 maggio (ore 18.00) “Pisa ti Cronometra”, incontro con esperti, medici sportivi, ciclisti e giornalisti. A cura di San Rossore Sport Village.

(ore 21.00) “Alfonsina Strada”, spettacolo teatrale di e con Daniela Bertini, a cura dell’associazione culturale Il Gabbiano.

 

Sabato 17 maggio (ore 21.15) proiezione “Totò al Giro d'Italia” di Mario Mattoli (1948, 88’), a cura Cinema Arsenale.

Domenica 18 maggio, diretta su maxischermo della tappa n. 9 “Gubbio-Siena” del Giro d’Italia; a seguire Regata della Antiche Repubbliche Marinare, in diretta da Amalfi (ore 18.00).

(ore 17.30) “Bici delle storie”, spettacolo per bimbi, di e con Daniela Bertini, a cura dell’associazione culturale Il Gabbiano.

(ore 21.00) “Una corsa contro il tempo. Dal Giro d’Italia allo spazio”, con la campionessa Fabiana Luperini, a cura Virgo.

 

Lunedì 19 maggio (orario da definire) “Unipi, lo sport e i suoi valori”, incontro pubblico sul ruolo centrale dello sport nella vita universitaria, con particolare attenzione all’inclusione, accessibilità e ai valori educativi e sociali. Saranno presentati il questionario “Fare sport con l’Università di Pisa”, rivolto alle matricole, il ruolo strategico del CUS Pisa, il progetto “Dual Career” per studenti e studentesse impegnati nello sport agonistico, e le iniziative dell’Ateneo sul tema sport e disabilità.

(ore 21.00) Butinar con Massimo Marini.

 

Martedì 20 maggio (dalle ore 08.30) Maxischermo attivo con le dirette Rai ed Eurosport.

In piazza XX Settembre, tutto il giorno, FIAB coi rulli, a cura di FIAB.

(dalle ore 18.30 alle 20.00) Evento spinning, a cura di Park Pree.

(dalle ore 21.30) Dj set.

IL GIRO DEL GUSTO Nei giorni di apertura della Bike Arena, dalle ore 19.00 alle 21.00, produttori locali selezionati presenteranno le proprie eccellenze gastronomiche, offrendo assaggi e racconti di tradizione al pubblico. Ogni appuntamento sarà accompagnato da un calice di Materia, IGT rosato, prodotto dalla Tenuta La Macchia di Montescudaio, proposto in una speciale etichetta in edizione limitata dedicata alla tappa pisana del Giro d’Italia, a valorizzare e completare l’esperienza di degustazione. Il Giro del Gusto sarà l’occasione per raccontarsi e ritrovarsi tra appassionati di ciclismo e buona tavola, condividendo storie di sapori e di sport in un’atmosfera informale e accogliente.

Il programma si aprirà lunedì 12 maggio con il Caseificio Busti di Acciaiolo, custode di una lunga tradizione casearia e noto per i suoi pecorini artigianali dal 1955. La sera successiva, martedì 13 maggio, sarà protagonista il Panificio Fratelli Borelli di Pisa, storica insegna della panetteria pisana, che proporrà una selezione delle sue migliori specialità artigianali. Mercoledì 14 maggio sarà la volta di Toscana in Tavola di Castellina Marittima, che presenterà specialità realizzate secondo ricette tradizionali toscane e con ingredienti da agricoltura biologica, mentre giovedì 15 maggio toccherà ad Arcenni Tuscany di Capannoli, azienda elicicola che cura l’intera filiera della chiocciola, proponendo patè, sughi e altre specialità dal sapore autentico. Sabato 17 maggio salirà in Bike Arena Savitar di San Miniato, storica realtà, interprete moderna dell’antica tradizione tartuficola locale; mentre domenica 18 maggio sarà dedicato ai salumi de La Bottega del Parco di Pisa, tra cui spicca la celebre mortadella al pinolo, simbolo di un artigianato gastronomico che racconta il territorio. Gran finale lunedì 19 maggio con il Pastificio Artigianale Martelli di Lari, tra i più piccoli d’Italia e fiero custode, dal 1926, dei metodi tradizionali di lavorazione della pasta. Per l’occasione, l’azienda proporrà pasta espressa, preparata e servita al momento nella Bike Arena. Un’occasione unica per scoprire, degustare e condividere i sapori autentici della nostra terra in un’atmosfera informale e conviviale.

Redazione Web

Due docenti del Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa vincono il 2025 Frontiers of Science Award

1 giorno 22 ore ago

Chiara Boccato e Mario Salvetti, docenti del Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa, hanno vinto il 2025 Frontiers of Science Award. Il riconoscimento è conferito ogni anno a un numero selezionato di articoli scientifici che abbiano contribuito in modo significativo all’avanzamento della ricerca di base nei settori della Matematica, della Fisica teorica, dell’Informatica e della Statistica. La cerimonia di premiazione si svolgerà nel mese di luglio a Pechino.

Il professor Mario Salvetti è stato premiato per il lavoro “Proof of the K(π,1)-conjecture for affine Artin groups”, pubblicato sulla rivista Inventiones Mathematicae, realizzato in collaborazione con Giovanni Paolini, suo ex studente, laureato in Matematica all’Università di Pisa, allievo anche della Scuola Normale Superiore, e attualmente professore all’Università di Bologna. Il lavoro risolve una congettura formulata alla fine degli anni Sessanta nell’ambito della teoria dei gruppi di Artin, che si colloca all’intersezione tra teoria delle singolarità, teoria delle rappresentazioni e fisica matematica. La dimostrazione, tecnicamente molto elaborata, si distingue per l’originalità dell’approccio, che si avvale anche di strumenti matematici ancora poco diffusi in Italia.

La dottoressa Chiara Boccato è stata invece premiata per l’articolo “Bogoliubov theory in the Gross–Pitaevskii limit”, scritto in collaborazione con Christian Brennecke, Serena Cenatiempo e Benjamin Schlein. Lo studio riguarda la teoria di Bogoliubov, un modello approssimato che descrive il comportamento macroscopico di gas di particelle quantistiche a temperature prossime allo zero assoluto.

Redazione Web

Al Teatro Verdi la giornata conclusiva del concorso “Ciak si gira… Raccontami il museo!”

1 giorno 23 ore ago

Sono 20 le classi e oltre 500 persone tra docenti, alunni e familiari che martedì 15 aprile hanno preso parte alla giornata conclusiva del concorso rivolto alle scuole “Ciak si gira… Raccontami il museo!”, che si è svolta al Teatro Verdi di Pisa. L’iniziativa, promossa dal Sistema Museale di Ateneo in collaborazione con il Laboratorio Multimediale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, aveva l’obiettivo di coinvolgere studenti e studentesse, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, nel raccontare cos’è per loro un museo, cosa si aspettano da una visita museale e come vorrebbero che fosse il loro “museo ideale”.

A dare il via alla giornata è stato Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa, che ha salutato le classi presenti e consegnato la mappa dei musei del Sistema Museale di Ateneo. La giornata, infatti, aperta con la proiezione dei video realizzati a scuola delle classi che hanno ricevuto la menzione speciale dalla Commissione è proseguita come un viaggio tra i nove musei del Sistema Museale.

Enrico Carpentras ed Elena Tagliaferri, presentatori dell’evento, hanno guidato studentesse e studenti in un percorso che ha affiancato l’esperienza delle classi vincitrici, proposta attraverso i video girati nei vari musei tra gennaio e febbraio, a momenti di teatro, danza, e performance creative.

In particolare, hanno calcato il palco le danzatrici Elisa De Luca, Patrizia Telleschi e Valentina Bardelli, che hanno anche curato le coreografie, gli attori Andrea Giannotti e Francesca Germanà e l’artista prof. Valerio Mezzetti.

I filmati realizzati nei vari musei, nonché la regia dell’evento sono stati curati da Nicola Trabucco, Simone De Varti, Daniele Bonanni e Simone Tognarelli.

La mattina si è conclusa con la consegna degli attestati alle classi vincitrici e segnalate per la menzione speciale e la premiazione dei musei più votati dagli studenti attraverso il sondaggio “Vota il tuo preferito!”. 

Classi partecipanti all’evento:

  • Classe 2B, Scuola dell’Infanzia “Isola dei colori” di Fornacette
  • Classi 3A e 5A Scuola Primaria “E. Zerboglio” di Pisa
  • Classe 3, Scuola Primaria “C. Collodi” di Musigliano
  • Classi 1A, 3A e 3B Scuola Primaria “V. Morroni” di San Giuliano Terme
  • Classe 1A, Scuola Primaria “G. Pascoli” di Viareggio
  • Classe 3A, Scuola Primaria “E. De Amicis” di Fornaci di Barga
  • Classe 3D, Scuola Secondaria di Primo Grado “M. K. Ghandi” di Pontedera
  • Classe 2E, Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Toniolo” di Pisa
  • Classe 2B, Scuola Secondaria di Primo Grado “Rosso di San Secondo” di Camaiore
  • Classe 2E, Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Gamerra” di Pisa
  • Classi 2A e 2B, Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “F. Enriques” di Castelfiorentino
  • Classi 1F e 3F del Liceo Scientifico Statale “U. Dini” di Pisa
  • Classe 2O, Istituto di Istruzione Superiore Statale “A. Pesenti” di Cascina
  • Classi 1A, 3E e 4C Liceo Artistico Statale “F. Russoli”, Pisa

Menzioni speciali:

  • Classe 3A Scuola Primaria “E. Zerboglio” di Pisa
  • Classe 5A Scuola Primaria “E. Zerboglio” di Pisa
  • Classe 3 Scuola Primaria “C. Collodi” di Musigliano
  • Classe 3A Scuola Primaria “V. Morroni” di San Giuliano Terme
  • Classe 3B Scuola Primaria “V. Morroni” di San Giuliano Terme
  • Classe 2B Scuola Secondaria di Primo Grado “Rosso di San Secondo” di Camaiore
  • Classe 2B Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “F. Enriques” di Castelfiorentino

Classi vincitrici:

  • Classe 2B, Scuola dell’Infanzia “Isola dei colori”, Fornacette
  • Classi 1A Scuola Primaria “V. Morroni”, San Giuliano Terme
  • Classe 1A, Scuola Primaria “G. Pascoli”, Viareggio
  • Classe 3A, Scuola Primaria “E. De Amicis” di Fornaci di Barga
  • Classe 3D, Scuola Secondaria di Primo Grado “M. K. Ghandi”, Pontedera
  • Classe 2E, Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Toniolo”, Pisa
  • Classe, 2A Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “F. Enriques”, Castelfiorentino
  • Classe 1F Liceo Scientifico Statale “U. Dini”, Pisa
  • Classe 3F Liceo Scientifico Statale “U. Dini”, Pisa
  • Classe 2O, Istituto di Istruzione Superiore Statale “A. Pesenti”, Cascina

I Musei più votati:

  • 1° Museo degli Strumenti di Fisica – Ludoteca Scientifica
  • 2° Museo della Grafica
  • 3° Museo di Anatomia Patologica e Paleopatologia ex aequo con Museo Anatomico Veterinario

Gli studenti di tutte le classi che hanno preso parte all’evento e al sondaggio sono stati premiati con un voucher per l’ingresso gratuito di 6 persone al museo che è risultato il loro preferito.

I videoclip realizzati dagli studenti in classe e i filmati girati nei vari musei saranno progressivamente disponibili sul sito SMA e dei nove musei.

Redazione Web

Quattro studentesse Unipi a Louvain-la-Neuve per un workshop Circle U. sul tema della povertà

2 giorni 17 ore ago

Dal 1° al 3 aprile 2025 si è tenuto a Louvain-la-Neuve il workshop “Confronting Poverty: uniting disciplines for global impact” promosso da Circle U. nell’ambito dell’omonimo progetto finanziato con un Seed Funding.

Ospitato dall’Università UCLouvain, il workshop ha offerto a studenti magistrali provenienti dalle università di Pisa, UCLouvain, Oslo e dal King’s College di Londra, l’opportunità di imparare a condurre una ricerca interdisciplinare sul contrasto alla povertà insieme a un gruppo internazionale di studenti, professori e specialisti di Louvain Coopération, l’ONG di cooperazione allo sviluppo dell’UCLouvain.

Il workshop ha affrontato diverse questioni relative alla povertà e ai processi correlati (disuguaglianze, crescita economica, relazioni Nord-Sud, ecc.) dal punto di vista dell’economia, degli studi europei, della storia e delle scienze politiche. Uno degli obiettivi principali della ricerca congiunta è stato quello di esplorare criticamente le narrazioni di politici, istituzioni ufficiali, mondo accademico, ONG e società in generale sulla povertà, e di analizzare in che modo il discorso sulla povertà influenzi la progettazione delle politiche a diversi livelli.

A conclusione del workshop il gruppo di studenti, a Bruxelles, ha avuto anche la possibilità di visitare l’emiciclo del Parlamento Europeo e il Parlamentarium: un’esperienza interattiva che ha permesso l’approfondimento della storia e dell'integrazione europea, unitamente ai processi alla base dell'attività legislativa per tutta l'Europa; un viaggio virtuale sulla diversità del nostro continente e l'impatto dell'Unione europea sulla vita quotidiana delle persone.

Per l’Università di Pisa hanno partecipato quattro studentesse, Chiara Sebastiano ed Elisa Sorbello (iscritte alla laurea magistrale in Relazioni internazionali), e Francesca Lari ed Emily Davini (iscritte alla laurea magistrale in Programmazione, gestione e innovazione dei servizi sociali), che ci hanno lasciato una loro testimonianza sull’esperienza vissuta a UCLouvain.

Chiara Sebastiano

Sono una studentessa di Relazioni internazionali e insieme alle mie colleghe ho avuto la possibilità di partecipare al workshop a cui hanno preso parte l’Università di Pisa, la UCLouvain, il King’s College di Londra e l’Università di Oslo. In totale eravamo 12 studenti, ciascuno con un background di studi differenti pronti a confrontarci sul tema della povertà andando ad analizzare gli aspetti critici della sua narrazione all’interno della nostra società. Attraverso la partecipazione a questo workshop ci è stata data la possibilità di fare un esercizio di pensiero, di prenderci del tempo per fare ricerca ed analizzare un fenomeno che troppo spesso viene trascurato in contesto accademico. L’arricchimento che è derivato dallo scambio di conoscenze con i colleghi indubbiamente deriva dal fatto che ognuno ha applicato all’analisi del fenomeno e alla narrazione dello stesso la prospettiva su cui più solidamente era formato. Il risultato che ne è derivato è stata un’analisi del fenomeno della povertà da un punto di vista economico sociologico e legale. La possibilità di confrontarci su un tema così attuale e il fatto di poterlo fare con colleghi che vivono delle realtà diverse è stato sicuramente molto stimolante. Ritengo che questo tipo di iniziative promosse da Circle U. possano essere degli ottimi modi per stimolare noi studenti al dibattito su tematiche attuali e al confronto soprattutto con diverse modalità di pensiero.

Elisa Sorbello

Sono una studentessa di Relazioni internazionali e ho partecipato al workshop sulla povertà, tema molto attuale e che ho potuto approfondire con questo progetto. L’esperienza è stata molto interessante e mi ha aiutato a capire meglio come povertà e migrazione siano collegate e influenzate da fattori economici, sociali e culturali. Altro argomento su cui abbiamo riflettuto è stato come i media raccontino la povertà: spesso delle regioni del mondo vengono considerate sempre povere e descritte in quel modo, mentre altri paesi sono “i buoni” che li vanno ad aiutare. Ho trovato particolarmente stimolante confrontarmi con altri punti di vista e approfondire un tema così attuale da diverse prospettive.

Francesca Lari

Sono una studentessa della laurea magistrale in Programmazione, gestione e innovazione dei servizi sociali e partecipare a questo workshop è stata per me un'esperienza estremamente formativa, sia dal punto di vista umano che professionale. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stato lo sguardo con cui è stata affrontata la povertà: un approccio multidimensionale, capace di cogliere la complessità del fenomeno andando oltre gli stereotipi e le semplificazioni. Attraverso prospettive diverse – economiche, sociali, culturali e psicologiche – siamo stati guidati a comprendere come la povertà sia una condizione che va letta nel suo contesto, nelle sue cause profonde e nei suoi effetti concreti sulla vita delle persone. Questo workshop, però, non si è limitato alla teoria. È stato un vero e proprio spazio di confronto e partecipazione attiva. Ha saputo stimolare noi studenti non solo sul piano dei contenuti, ma anche nella nostra capacità di riflettere criticamente, lavorare in gruppo, esprimerci in un contesto internazionale e, soprattutto, metterci in discussione. Un altro aspetto che considero molto prezioso è stato l’utilizzo della lingua inglese: non in modo passivo, ma come strumento vivo di comunicazione, scambio e apprendimento. Ho potuto migliorare le mie competenze linguistiche in un contesto pratico e stimolante, cosa che difficilmente avviene in un'aula tradizionale. Da questa esperienza porto via con me nuove conoscenze, nuove prospettive, approcci che sicuramente mi saranno utili nel corso della mia futura carriera nei servizi sociali. Ma anche, e forse soprattutto, nuove relazioni e connessioni con persone provenienti da percorsi diversi, con cui ho condiviso idee, riflessioni e momenti di crescita. Consiglierei questo workshop a chiunque sia curioso, aperto al confronto e desideroso di esplorare temi sociali complessi in modo profondo e innovativo. È un’occasione unica per ampliare i propri orizzonti, formarsi in modo concreto e sentirsi parte di una comunità internazionale di apprendimento.

Emily Davini

Sono una studentessa della laurea magistrale in Programmazione, gestione e innovazione dei servizi sociali e quando ho deciso di partecipare al workshop a Louvain-La-Neuve, non avevo idea di quanto sarebbe stato stimolante, sia dal punto di vista personale che formativo. Quello che mi ha colpito sin da subito è stata l’atmosfera di apertura e confronto: non solo tra studenti con background accademici diversi, ma anche tra approcci culturali differenti, che ci hanno permesso di guardare alla povertà da angolazioni nuove. Mi ha fatto riflettere molto il modo in cui la povertà è stata trattata: non come un dato freddo o un’etichetta, ma come una condizione complessa, intrecciata con aspetti linguistici, culturali, politici e identitari. Alcuni interventi hanno messo in luce quanto spesso le persone che vivono situazioni di povertà vengano escluse anche dalla narrazione che si fa di loro, e quanto sia importante restituire voce e agency a chi questa condizione la vive davvero. Altri ci hanno portato a riflettere sulle disuguaglianze di genere, sulle migrazioni, sulle retoriche usate dai media, fino a toccare questioni legate al linguaggio e all’accesso all’informazione. Uno degli aspetti che ho apprezzato di più è stato proprio lo scambio con gli studenti delle altre università: ognuno ha portato il proprio bagaglio di conoscenze e sensibilità, rendendo ogni discussione un’occasione di crescita. Anche lavorare in gruppo su un progetto comune ci ha dato la possibilità di costruire insieme una lettura critica e approfondita del fenomeno, mettendo alla prova le nostre capacità di collaborazione e comunicazione in un contesto internazionale. È stato anche un momento importante per capire cosa significa davvero “fare ricerca” su un tema come la povertà: non solo raccogliere dati, ma anche interrogarsi sulle lenti con cui li leggiamo, sulle strutture di potere che condizionano certe narrative e sulle possibilità di intervento concreto nei contesti in cui lavoreremo in futuro. Tornata da Lovanio, sento di aver arricchito il mio sguardo e di aver rafforzato ancora di più la motivazione verso il lavoro sociale. Esperienze come questa ti ricordano perché hai scelto questo percorso.

Redazione Web

Le nuove frontiere del diritto spaziale al centro del progetto EUSPIL dell’Università di Pisa

2 giorni 22 ore ago

Chi è responsabile se c’è una collisione fra satelliti, come si regola lo sfruttamento commerciale dei corpi celesti, per esempio l’estrazione di terre rare e minerali dagli asteroidi o il prelievo di acqua ghiacciata dai poli lunari, e come si può evitare che lo spazio diventi una discarica di detriti o reagire alla militarizzazione dell’orbita terrestre? Questi interrogativi, che rappresentano altrettante nuove frontiere del diritto, sono al centro di EUSPIL (EU Space Policy, International Law and Sustainability), il progetto Jean Monnet sulla politica spaziale dell’Unione Europea di cui è titolare Claudia Cinelli, professoressa di Diritto internazionale del dipartimento di Scienze politiche dall’Università di Pisa.

“Con l’aumento esponenziale di satelliti e missioni spaziali, l’importanza di un solido quadro normativo per le attività oltre l’atmosfera terrestre non è mai stata così centrale – spiega Claudia Cinelli - è necessario evitare che lo spazio diventi un “far west” tecnologico altrimenti rischiamo di compromettere la cooperazione internazionale e la sostenibilità per le generazioni future: in questo scenario, l’Unione europea può giocare un ruolo di guida per garantire standard condivisi e tutelare l’uso pacifico dello spazio.”

Attualmente il diritto dello spazio extra-atmosferico si basa sull’Outer Space Treaty del 1967 arricchito da convenzioni come quella sulla responsabilità internazionale per i danni causati da oggetti spaziali (1972).  Tuttavia, la rapida evoluzione delle tecnologie e l’ingresso massiccio di attori privati, incluse le cosiddette “mega-costellazioni”, stanno sollevano nuovi problemi che gli strumenti normativi vigenti non affrontano in modo dettagliato.

Euspil si propone quindi di esplorare queste zone grigie con un focus sulla prospettiva europea. Gli obiettivi sono di formare una nuova generazione di professionisti specializzati negli affari spaziali, e di consolidare una rete di giuristi, policy-maker, autorità regolatorie e agenzie spaziali, per garantire che l’ultima frontiera rimanga un luogo di cooperazione pacifica, senza trasformarsi in un nuovo terreno di scontro o di sfruttamento indiscriminato.

Grazie a EUSPIL, l’Università di Pisa sarà tra le prime università italiane ad offrire un insegnamento per gli studenti magistrali interamente dedicato al diritto internazionale e dell’Ue in materia di spazio, insieme a un ciclo di seminari aperti anche agli studenti di dottorato. A partite dal prossimo anno accademico 2025-2026, il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Ateneo pisano attiverà inoltre l’insegnamento in inglese International Law, Outer Space and European Union. La referente sarà la stessa Claudia Cinelli. Dal 2022 al 2023 la professoressa è stata anche capofila del progetto internazionale "Advancing Responsible State Behavior in Outer Space", finanziato dal Massachusetts Institute of Technology - Italy Università di Pisa Seed Fund. La sua passione per il diritto degli spazi internazionali, inclusi lo spazio extra-atmosferico, si riflette inoltre nella monografia “Il diritto degli spazi internazionali, inclusi lo spazio extra-atmosferico” del 2020.

Gli altri docenti dell’Università di Pisa impegnati nel progetto sono Giovanni Federico Gronchi del dipartimento di Matematica, Simone Marinai del dipartimento di Giurisprudenza e Simone Paoli e Sara Poli, entrambi del dipartimento di Scienze politiche.

Redazione Web

Le nuove frontiera del diritto spaziale al centro del progetto EUSPIL dell’Università di Pisa

2 giorni 22 ore ago

Chi è responsabile se c’è una collisione fra satelliti, come si regola lo sfruttamento commerciale dei corpi celesti, per esempio l’estrazione di terre rare e minerali dagli asteroidi o il prelievo di acqua ghiacciata dai poli lunari, e come si può evitare che lo spazio diventi una discarica di detriti o reagire alla militarizzazione dell’orbita terrestre? Questi interrogativi, che rappresentano altrettante nuove frontiere del diritto, sono al centro di EUSPIL (EU Space Policy, International Law and Sustainability), il progetto Jean Monnet sulla politica spaziale dell’Unione Europea di cui è titolare Claudia Cinelli, professoressa di Diritto internazionale del dipartimento di Scienze politiche dall’Università di Pisa.

“Con l’aumento esponenziale di satelliti e missioni spaziali, l’importanza di un solido quadro normativo per le attività oltre l’atmosfera terrestre non è mai stata così centrale – spiega Claudia Cinelli - è necessario evitare che lo spazio diventi un “far west” tecnologico altrimenti rischiamo di compromettere la cooperazione internazionale e la sostenibilità per le generazioni future: in questo scenario, l’Unione europea può giocare un ruolo di guida per garantire standard condivisi e tutelare l’uso pacifico dello spazio.”

Attualmente il diritto dello spazio extra-atmosferico si basa sull’Outer Space Treaty del 1967 arricchito da convenzioni come quella sulla responsabilità internazionale per i danni causati da oggetti spaziali (1972).  Tuttavia, la rapida evoluzione delle tecnologie e l’ingresso massiccio di attori privati, incluse le cosiddette “mega-costellazioni”, stanno sollevano nuovi problemi che gli strumenti normativi vigenti non affrontano in modo dettagliato.

Euspil si propone quindi di esplorare queste zone grigie con un focus sulla prospettiva europea. Gli obiettivi sono di formare una nuova generazione di professionisti specializzati negli affari spaziali, e di consolidare una rete di giuristi, policy-maker, autorità regolatorie e agenzie spaziali, per garantire che l’ultima frontiera rimanga un luogo di cooperazione pacifica, senza trasformarsi in un nuovo terreno di scontro o di sfruttamento indiscriminato.

Grazie a EUSPIL, l’Università di Pisa sarà tra le prime università italiane ad offrire un insegnamento per gli studenti magistrali interamente dedicato al diritto internazionale e dell’Ue in materia di spazio, insieme a un ciclo di seminari aperti anche agli studenti di dottorato. A partite dal prossimo anno accademico 2025-2026, il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Ateneo pisano attiverà inoltre l’insegnamento in inglese International Law, Outer Space and European Union. La referente sarà la stessa Claudia Cinelli. Dal 2022 al 2023 la professoressa è stata anche capofila del progetto internazionale "Advancing Responsible State Behavior in Outer Space", finanziato dal Massachusetts Institute of Technology - Italy Università di Pisa Seed Fund. La sua passione per il diritto degli spazi internazionali, inclusi lo spazio extra-atmosferico, si riflette inoltre nella monografia “Il diritto degli spazi internazionali, inclusi lo spazio extra-atmosferico” del 2020.

Gli altri docenti dell’Università di Pisa impegnati nel progetto sono Giovanni Federico Gronchi del dipartimento di Matematica, Simone Marinai del dipartimento di Giurisprudenza e Simone Paoli e Sara Poli, entrambi del dipartimento di Scienze politiche.

Redazione Web

Banche dei semi: una nuova metodologia indica quali specie conservare per salvare le piante dall’estinzione (e ridurre i costi)

3 giorni 20 ore ago

Circa due specie di piante su cinque nel mondo potrebbero sparire. Per questo motivo, è importante capire quali specie sono più a rischio e trovare i modi efficaci per conservarle.

E’ questa la sfida raccolta da un gruppo di ricercatori coordinato dal professore Angelino Carta del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. Il risultato è stata una nuova metodologia basata sulla rilevanza evolutiva delle specie grazie alla quale sarà possibile integrare le collezioni attualmente conservate nelle banche dei semi. Lo studio pubblicato sulla rivista New Phytologist promette inoltre anche dei risparmi in termini economici. Al progetto hanno partecipato ricercatori della Stazione Biologica Doñana (Spagna), degli Orti Botanici di Ginevra (Svizzera), Meise (Belgio) e Kew (Regno Unito).

 

L’analisi ha riguardato un imponente set di dati provenienti da 109 banche dei semi comprendente oltre 22.000 specie relative a tutta la flora d’Europa. E’ così emerso che le banche custodiscono una ricca varietà di piante, ma ancora non coprono completamente tutta la diversità evolutiva possibile. In pratica, alcuni “rami” dell’albero genealogico delle piante europee non sono rappresentati nelle collezioni. Le specie attualmente non conservate, ma il cui campionamento e stoccaggio in banca sarebbe fondamentale, sono sopratutto quelle che rappresentano un unicum evolutivo perché mostrano delle strategie riproduttive singolari o sono confinate ad aree geografiche limitate.

“Si tratta di un metodo che può essere personalizzato per adattarlo a diversi obiettivi di conservazione, fino all'esaurimento del budget disponibile – sottolinea Carta – La nostra ricerca rappresenta quindi un passo fondamentale per future azioni di conservazione, i risultati possono servire come base di discussione per promuovere nuove politiche, incluso la salvaguardia delle specie in via di estinzione, la resilienza dei sistemi agroalimentari e l’identificazione delle specie più adatte al restauro degli habitat in uno scenario di cambiamenti climatici”.

 

Redazione Web

Il Tour di Circle U. fa tappa nei poli didattici dell’Università di Pisa

3 giorni 21 ore ago

L’Università di Pisa organizza il Tour di Circle U., l’iniziativa itinerante che porta nei poli didattici dell’Ateneo informazioni, testimonianze e approfondimenti su opportunità di studio, mobilità e collaborazione internazionale offerte dalla rete universitaria europea Circle U.

Circle U. è un’alleanza strategica tra nove università europee di eccellenza, pensata per costruire una vera e propria comunità accademica inernazioanle, basata sulla condivisione di valori, conoscenze e percorsi formativi innovativi.

Durante le tappe del tour sarà possibile conoscere da vicino le opportunità offerte da Circle U., tra cui:

  • Percorsi formativi innovativi e interdisciplinari sviluppati in collaborazione con le università partner;

  • Progetti di mobilità internazionale pensati per essere flessibili e integrati nel proprio piano di studi;

  • Attività e iniziative trasversali che promuovono la crescita personale, l’acquisizione di competenze trasversali e l’apertura verso il contesto europeo;

  • La possibilità di entrare a far parte di una rete internazionale di studenti, docenti e ricercatori, contribuendo attivamente alla costruzione di una comunità accademica europea.

A raccontare il progetto saranno le Circle U. Ambassador dell’Università di PisaAgata, Anna e Susanna – che condivideranno esperienze, consigli e modalità di partecipazione. Gli appuntamenti saranno animati anche dalla presenza di Radioeco, con interviste, dirette e approfondimenti dedicati.

Date e luoghi del tour:

Polo Piagge – Mercoledì 16 aprile, ore 12:00–14:00

Polo Fibonacci – Giovedì 17 aprile, ore 12:00–14:00

Polo Porta Nuova – Martedì 13 maggio, ore 13:00–15:00

Tutte le studentesse e gli studenti sono invitati a partecipare: sarà un’occasione preziosa per scoprire come arricchire il proprio percorso universitario con un’esperienza europea, partendo proprio da Pisa.

Redazione Web

In memoria di Massimo Testardi

4 giorni 17 ore ago

Massimo Testardi è nato a Cascina il 27 agosto 1949. Dal 1994 è stato segretario amministrativo dell’allora Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico e dal 1997 della Facoltà di Lettere e Filosofia fino al 2012 anno dell’abolizione delle facoltà. È andato in pensione nel 2014.

Pubblichiamo di seguito il ricordo del professore Alfonso Maurizio Iacono.

************

Di solito nel mondo accademico sono ricordati i docenti che vengono a mancare oppure qualche studente quando accade qualcosa di tragico. Ma il mondo accademico non è fatto soltanto di docenti e di studenti, è fatto anche di coloro che vengono chiamati i “non docenti”, ovverossia del personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, senza di cui tutto il sistema universitario non potrebbe nemmeno esistere.

A volte ci si dimentica che il mondo universitario è una comunità in cui si intrecciano competenze didattiche, di ricerca, amministrative, tecniche, ma anche amicizie personali. Venerdì è venuto a mancare all’improvviso Massimo Testardi, per anni segretario amministrativo di quella che si chiamava la Facoltà di Lettere e Filosofia, oltre che del Dipartimento di Scienze dell’Antichità. Difficile raccontare e spiegare cosa sia stata per me la sua presenza nei nove anni in cui fui preside di quella Facoltà.

Il rapporto professionale iniziò prima che io fossi eletto. Ero in concorrenza con un amico oltre che collega, Piero Floriani, anch’egli purtroppo scomparso, e Massimo venne da me a dirmi che lui era amico anche di Floriani. Fu un atto di lealtà. Dato il ruolo che avrebbe avuto, fu con me chiaro sin dall’inizio. Lo apprezzai molto e capii che se fossi diventato preside, avrei potuto riporre la massima fiducia in lui. E così fu. Piero fu il primo a telefonarmi per congratularsi. Con Massimo iniziammo un rapporto professionale che divenne una forte amicizia. Al di là della vita accademica ordinaria, tra lezioni, occupazioni e Consigli di Facoltà, insieme organizzammo una Conferenza dei Presidi e le lauree honoris causa a Andrea Camilleri, Vincenzo Cerami, i fratelli Taviani, Christine Klapisch-Zuber, inoltre facemmo al Teatro Verdi di Pisa, per l’anniversario di Galilei, L’intervista impossibile con Andrea Camilleri e al Goldoni di Livorno, per l’anniversario dell’Unità d’Italia, l’Intervista impossibile a Bandi, garibaldino fondatore del Telegrafo (oggi Tirreno).

Molto di tutto ciò lo devo a lui e alla sua intelligenza che traspariva soprattutto ogni qual volta c’era da fare qualcosa di nuovo e di diverso. Gli piaceva stare, per così dire, di lato. Non gli interessava stare in primo piano. Era contento quando le cose marciavano nel verso giusto. Si preoccupava soprattutto degli altri. Massimo era sempre rassicurante sul piano organizzativo e su quello economico. L’intero gruppo della Facoltà, anche grazie a lui e alla sua apertura, partecipava alle iniziative. Talvolta per organizzare i Consigli di Facoltà andavamo, io e lui, a Marina di Pisa, al Barrino, per lavorare indisturbati e vicino al mare.

Condividevamo i sogni. Sapevo che per lui erano fondamentali la moglie Liana e la figlia Gianna, a cui va tutto il mio affetto. La sua famiglia veniva prima di ogni cosa. Lo ricordo come buono, generoso, ironico, appassionato. Dopo la pensione, la sua e la mia, abbiamo continuato a sentirci e a vederci. L’amicizia è stata più forte del rapporto di lavoro. Portavo mio figlio Giorgio, ancora piccolo, a vedere le partite a casa sua. Lui veniva spesso alle conferenze che tenevo e talvolta andavamo insieme. Avrei voluto che questa amicizia si prolungasse ancora per un po’, ma il destino ha voluto diversamente. Quello che so e che ho imparato da lui è l’idea che l’altro, gli altri vengono prima di noi stessi e il senso umano della collaborazione e della cooperazione che spesso nel mondo accademico e in questa società dove tende a prevalere arrogantemente l’individualismo,  viene dimenticato.

Oggi mi sento e sono molto più solo senza di lui.

 

Alfonso Maurizio Iacono

Redazione Web

Un biosensore innovativo per la rilevazione rapida dei virus

6 giorni 22 ore ago

Un team di ricerca congiunto, coordinato dall'Istituto nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nano) e dall’Università di Pisa (Dipartimento di Farmacia), in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e la Scuola Normale Superiore, ha sviluppato un biosensore di nuova generazione in grado di rilevare con precisione le proteine dei virus, tra cui la proteina Spike di SARS-CoV-2 nei fluidi biologici.

Questo risultato, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Nanoscale, rappresenta un nuovo approccio alla progettazione di biosensori che ricorda il principio dei mattoncini Lego; utilizza una struttura modulare e flessibile, pensata per essere facilmente adattabile a diversi target molecolari.

Il cuore del sensore è una proteina ingegnerizzata che unisce tre funzioni in una sola sequenza. Una parte della proteina rappresenta il bersaglio da riconoscere, ed è stata costruita basandosi su frammenti della proteina Spike; una parte centrale, ispirata al recettore umano ACE2, è progettata per legarsi alla proteina Spike del virus, se presente. La terza parte, contenente la proteina fluorescente verde (GFP), agisce come una "lampadina" e produce un segnale fluorescente quando il virus è presente. Al contatto con la proteina virale, il biosensore emette quindi un segnale fluorescente facilmente rilevabile, consentendo un'identificazione rapida e precisa.

“Il biosensore è stato realizzato applicando sia le metodologie classiche di produzione di proteine ricombinanti, ma anche l’applicazione di tecnologie di nuova concezione, come per esempio la click-chemistry; grazie a queste conoscenze, derivate da ambiti diversi, abbiamo potuto realizzare un biosensore capace di rilevare quantità minime di proteina virale con una sensibilità fino a livelli sub-nanomolari" spiega Eleonora Da Pozzo dell’Università di Pisa.

"Il vero punto di forza di questo prototipo è la modularità", spiega Giorgia Brancolini di Cnr Nano, "grazie all’integrazione tra ricerca sperimentale, modellizzazione molecolare e simulazioni al computer, è stato possibile selezionare con precisione i componenti e progettare un’architettura modulare, flessibile e facilmente adattabile. Cambiando alcune sequenze, lo stesso sensore potrà essere riprogrammato per riconoscere altri virus o molecole di interesse, aprendo la strada a nuovi strumenti diagnostici rapidi, precisi e personalizzabili".

A tutela dell’innovatività e delle potenziali applicazioni di questo strumento, è in corso una Domanda di Brevetto per invenzione industriale Nazionale: Sviluppo di un sensore FRET per la rilevazione del coronavirus (Rif. 102022000025416) Data di presentazione: 13/12/2022

La ricerca è stata finanziata grazie a Spark Global con il progetto Proof-of-Concept SPARK PISA 2020-2022, "Fret sensor for the Assessment of Coronavirus Titre (FACT)" (EDP) e dal progetto PRIN2020 "Early Phase Preclinical Development of PACECOR, a Mutation-Independent Anti-SARS-CoV-2 Therapeutic Strategy" (GB).

Redazione Web

Ateneo in lutto per la scomparsa del professore Costantino Carmignani

1 settimana ago

 

Allievo e successivamente assistente del Prof. Lucio Lazzarino, Costantino Carmignani è stato Professore Ordinario di Progettazione Meccanica e Costruzione di Macchine presso l’Università di Pisa dal 1976 fino alla quiescenza nel 2010.

Si è laureato con Lode in Ingegneria Nucleare, a soli 22 anni, come allievo della Scuola Superiore Sant’Anna. Dotato di una notevole energia e di una mente brillante ha fornito contributi significativi alla comunità scientifica e all’attività di enti normativi in vari campi tra cui: l’integrità strutturale, la progettazione dei recipienti in pressione, la meccanica della frattura, i materiali compositi, la qualità e la dinamica strutturale. È stato tra i primi a dedicare una particolare attenzione ai programmi di “computer aided engineering” ed è stato un pioniere dello sviluppo di codici numerici per l’analisi strutturale con il Metodo degli Elementi Finiti.

Ha formato generazioni di ingegneri meccanici in qualità di docente, per vari decenni, del corso di Costruzione di Macchine, nel cui ruolo ha lasciato una traccia indelebile nella formazione tecnica di una moltitudine di suoi allievi.

È autore di una monografia sulla “Dinamica strutturale” (ed. ETS), è stato coordinatore del volume “La meccanica della frattura per la valutazione della affidabilità strutturale degli elementi delle macchine” (ed. Pitagora) e del volume “Non linear problems in engineering” (ed. World Scientific), nonché autore di numerosi articoli scientifici su dinamica dei rotori e analisi delle vibrazioni, nei quali ha sempre perseguito soluzioni di interesse ingegneristico e proposto tecniche innovative. È stato responsabile di unità di ricerca per progetti nazionali finanziati dal Ministero su materiali compositi e dinamica dei rotori e di diversi contratti di ricerca con industrie, come Avio GE, sulla dinamica degli ingranaggi.

Allo stesso tempo ha profuso un impegno notevole nella didattica, attività nella quale ha sempre dato grande attenzione alla formazione degli studenti. Ha ricoperto per molti anni il ruolo di presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria meccanica, in particolare, nel periodo che ha visto la nascita dei Diplomi Universitari e la riorganizzazione degli studi di ingegneria dall’ordinamento quinquennale all’attuale ordinamento “triennale” e “magistrale”.

I colleghi lo ricordano, oltre che come un docente dalle grandi capacità e un ingegnere a ‘tutto tondo’, anche come una persona disponibile, schietta e aperta, senza pregiudizi sia nei confronti delle persone sia delle idee.

Nel 1992 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino dell’Università di Pisa.

 

Le colleghe e i colleghi della Scuola di Ingegneria

Redazione Web

In Sicilia 3700 anni fa, le prime tracce di sfruttamento dell’olivo in Italia

1 settimana 1 giorno ago

Le prime tracce di sfruttamento dell’olivo in Italia da parte dell’uomo provengono dalla Sicilia e risalgono a 3700 anni fa, in piena età del Bronzo. La testimonianza è la più antica di tutto il mediterraneo dopo quella di Malta che risale a 5000 anni fa. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Quaternary Science Reviews e condotto dalle università di Pisa, della Tuscia e Sapienza di Roma.  

Le indagini hanno riguardato in particolare il sito di Pantano Grande, un’area paludosa vicino Messina. I carotaggi eseguiti in questa zona hanno restituito una sequenza continua di sedimenti di circa 3700 anni. L’analisi al microscopio ha rivelato quantità eccezionalmente elevate di polline di olivo già nella Media età del Bronzo, il che suggerisce una massiccia presenza di questi alberi e la loro possibile gestione attiva da parte delle popolazioni. 

Secondo la ricerca, l’olivo selvatico era sfruttato in modo sistematico non solo per la produzione di olio. Il legno era utilizzato come combustibile o materiale da costruzione, e le foglie servivano come foraggio per gli animali. Anche se non si trattava ancora di una vera e propria coltivazione, la sua presenza intensiva nel paesaggio suggerisce un intervento umano consapevole e mirato. 

 

Le operazioni di carotaggio

Dopo l’Età del Bronzo, lo studio identifica altre due fasi di propagazione dell’olivo collegate a momenti chiave della storia culturale e politica della Sicilia. In epoca romana (dal II secolo a.C. al III secolo d.C.) le evidenze archeologiche e paleobotaniche convergono: il polline di olivo è associato a reperti come anfore o presse per l’olio e tutto fa pensare ad una vera e propria coltivazione. In epoca moderna (Regno di Sicilia, XIII–XIX secolo) si assiste a una nuova espansione dell’olivo. Come testimonia la documentazione storica siamo di fronte ad una olivicoltura in senso moderno, non più una gestione del selvatico.

“Il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano ha contribuito al recupero e alla datazione delle carote sedimentarie, alla validazione dei dati geochimici e all’interpretazione dei risultati alla luce dell’analisi paleoambientale e climatica del sito”, racconta la professoressa Monica Bini, coautrice dell’articolo insieme al collega Giovanni Zanchetta.

“Abbiamo adottato un approccio fortemente interdisciplinare per indagare l’evoluzione storica, ecologica e culturale degli olivi in Sicilia orientale – conclude Zanchetta - questa sinergia tra scienze naturali e discipline umanistiche ci ha consentito di ricostruire le dinamiche a lungo termine dell’interazione tra uomo e ambiente, evidenziando come fattori culturali, climatici e commerciali abbiano modellato il paesaggio olivicolo. L’espansione degli olivi non è spiegabile solo con condizioni ambientali favorevoli, ma è piuttosto il risultato di scelte antropiche, pratiche agricole, e reti di scambio che hanno attraversato i millenni”.

Didascalia foto: i carotaggi nella zona Pantano Grande, un’area paludosa vicino Messina.

Link articolo scientifico:

Redazione Web

Alla riscoperta fico, coltura strategica per aumentare sostenibilità e produttività del bacino Mediterraneo

1 settimana 1 giorno ago

E’ una risorsa preziosa per la sua capacità di adattarsi a condizioni difficili, le sue radici vanno in profondità riducendo l’erosione, attira impollinatori e fauna selvatica, contribuendo alla biodiversità, i suoi frutti creano opportunità economiche per i piccoli agricoltori, il suo forte valore culturale è una leva per il turismo rurale. Tutte queste caratteristiche rendono il fico una pianta strategica per il futuro del bacino mediterraneo. Per valorizzarlo al meglio in termini di sostenibilità e produttività è appena partito AGROFIG -Fostering agroforestry benefits through fig tree cultivation in the Mediterranean un nuovo progetto europeo promosso da PRIMA (Partnership for research and innovation in the Mediterranean area) e guidato dall’Università di Pisa con il gruppo di ricerca in genomica vegetale del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali in prima fila.

Utilizzare colture arboree resistenti alle condizioni ambientali avverse causate dai cambiamenti climatici è fondamentale – dice il responsabile di AGROFIG, Tommaso Giordani, professore associato di genetica agraria dell’Ateneo pisano - Il fico ha una grande capacità di adattarsi ad ambienti secchi, calcarei e salini, il che rende questa specie estremamente utile nella regione del Mediterraneo”.

“Malgrado la coltura del fico sia antichissima e raccontata anche nella Bibbia e che l’Italia sia stato fino alla fine degli anni '60 il maggior produttore mondiale, negli ultimi decenni la produzione si è ridotta notevolmente – continua Giordani – il nostro obiettivo è di usare tecniche genomiche per caratterizzare e selezionare le varietà migliori e rilanciare questa coltura arborea particolarmente resiliente e ricca dal punto di vista nutrizionale”.

 

Il gruppo di genomica vegetale del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali. Da sinistra: Alberto Vangelisti, Andrea Cavallini, Marco Castellacci, Flavia Mascagni, Samuel Simoni, Lucia Natali, Gabriele Usai, Tommaso Giordani

 

A livello scientifico, il gruppo dell’Ateneo pisano analizzerà la variabilità genetica delle varietà italiane di fico, oltre a valutare l’impatto di questa coltivazione a livello agronomico, economico e di microbiologia del terreno in associazione con altre specie erbacee come leguminose e altre foraggere.

AGROFIG finanziato per tre anni con oltre 850mila euro prosegue il lavoro avviato con FIGGEN, un altro progetto sul fico sempre coordinato da Giordani. Il gruppo di genomica vegetale di cui fa parte in questi anni ha approfondito lo studio di questa specie con varie pubblicazioni scientifiche. L’ultima nel febbraio 2025 sulla rivista The Plant Journal, una delle più prestigiose nel campo della biologia vegetale, ha esteso le conoscenze sul genoma del fico, già affrontata in un precedente lavoro del 2020 sulla stessa rivista.

Sono inoltre coinvolti in AGROFIG anche altri docenti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali: Daniele Antichi della sezione di Agronomia, Monica Agnolucci della sezione di Microbiologia agraria, Gianluca Brunori della sezione di Economia Agraria. Gli altri partner del progetto sono sono il Centro di ricerca scientifica e tecnologica dell'Estremadura (CICYTEX) in Spagna, l'Univerità di Tunisi El Manar (UTM) in Tunisia, l'Università Aydın Adnan Menderes, (ADU) in Turchia, l'Azienda Agricola dimostrativa "I giardini di Pomona", (AAP) Brindisi, Italia.

Redazione Web

La danza quantistica dei qubit, flash mob e videomapping in Piazza dei Miracoli a Pisa

1 settimana 1 giorno ago

Prima iniziano le braccia poi il resto del corpo, ogni ballerino e ballerina rappresenta un qubit di un computer quantistico; quindi, tutto si trasforma in luce proiettate sulle mura del Camposanto monumentale dietro la Torre pendente di Pisa. È la "danza dei qubit", uno spettacolo aperto al pubblico che mette insieme arte e scienza e che andrà in scena venerdì 11 aprile dalle 19,30, in Piazza dei Miracoli. Lo spettacolo apre a Pisa l’anno internazionale della scienza e tecnologie quantistiche (IYQ25) dopo l’inaugurazione nel febbraio scorso in una cerimonia ufficiale a Parigi https://quantum2025.org/. L’anno del quantum è stato stabilito dall’UNESCO per celebrare i 100 anni dall’inizio dello sviluppo della meccanica quantistica, la teoria fisica fondamentale che in questi 100 anni non è mai stata smentita da alcun esperimento, eppure, continua a incuriosire con i suoi misteri: le persone non esperte per il suo funzionamento controintuitivo e lontano dall’esperienza quotidiana, e le persone esperte per il tanto ancora non compreso a partire dal perché funzioni così bene. 

La serata prevede un flash mob iniziale alle 19,30: a partire da un’idea nata alla Sherbrooke University in Canada, i movimenti dei danzatori e delle danzatrici riprodurranno un formalismo matematico utilizzato per rappresentare visivamente lo stato quantistico, infine coinvolgendo il pubblico. Nella seconda parte del programma una coreografia di luci sarà proiettata sulle mura sud del Camposanto monumentale, con la collaborazione dell’Opera Primaziale. Si tratta dell’evoluzione temporale della “funzione d'onda” per uno tra i più semplici processi quantistici chiamato quantum walk: il videomapping rappresenta la probabilità di trovare una particella quantistica in una regione di spazio, una volta che venga fatta una misura. I pattern luminosi saranno tanto più intensi quanto più grande è la probabilità: questa viene calcolata mediante la celebre equazione di Schroedinger; curiosamente, in uno dei bizzarri ossimori della meccanica quantistica, è anche tutto ciò che possiamo predire deterministicamente per gli esperimenti. Attraverso questa suggestiva visualizzazione verrà illustrato il significato fisico della danza e i concetti essenziali coinvolti.  

Chiude l'evento la proiezione delle Quantum Pills "La strada per le tecnologie quantistiche", videoanimazioni di 4 minuti finanziate dal progetto europeo DIGIQ che raccontano concetti di base della fisica e tecnologie quantistiche. Nate da un'idea di QPlayLearn, un team che unisce scienza e comunicazione al quale contribuisce il Dipartimento di Fisica Unipi, le quantum pills sono realizzata grazie a fondi di Algorithmiq da VIS Virtual Immersion in Science, startup innovativa prima spinoff in assoluto della Scuola Normale Superiore specializzata nella produzione di materiale multimediale per la divulgazione di scienza e conoscenza. 

“La danza dei qubit visualizza in maniera intuitiva la matematica della fisica quantistica attraverso la danza, per coinvolgere in prima persona il pubblico, e le immagini, per formare un ricordo vivido nella memoria di chi assisterà - racconta la professoressa Marilù Chiofalo dell’Università di Pisa. Da anni con il mio gruppo di ricerca esploriamo in collaborazioni internazionali metodi per raccontare la scienza anche attraverso i linguaggi dell’arte che, come la matematica, sono estremamente densi e compatti. Un esempio è l’installazione interattiva Quantum Jungle di Robin Baumgarten liberamente visitabile prima a Palazzo Blu e adesso al Polo Fibonacci dell’Ateneo: tra l’altro una sua copia ha appena fatto comparsa all’inaugurazione dell’Year of Quantum a Parigi! Questa volta utilizzeremo il linguaggio della danza, che si rivela così efficace e coinvolgente nella narrazione scientifica, e infatti la coreografia nasce in un team di scienziate e scienziati, ballerine e ballerini”.

La "danza dei qubit" è stata realizzata con una collaborazione internazionale coordinata dall’Università di Pisa e dall’Institut Quantique de Université de Sherbrooke in Quebec, che coinvolge il consorzio europeo CircleU, sostenitore e cofinanziatore grazie al supporto del professor Alessio Cavicchi, delegato dell’Ateneo pisano per la promozione della Cultura imprenditoriale. Il progetto coreografico è di Giulia Sandroni e Rachele Bellina della Scuola di danza Elsa Ghezzi di Pisa, l’interpretazione danzante è delle allieve e allievi della Scuola Première Progetto Danza di Valentina Bardelli, il videomaking a cura MUMU srl di Lorenzo Garzella. Il team scientifico coordinato da Marilù Chiofalo è composto da Jorge Yago Malo, Antonio Romano, Chiara Coviello, Vittoria Stanzione e Sebastiano Bresolin del Dipartimento di fisica, con la collaborazione di Ghislain Lefebvre e Dominique Wolfshagen di Sherbrooke, e di Simon Goorney della Aarhus University di CircleU.  L’evento ha il supporto dell’Associazione Frontiers Detectors for Frontiers Physics e la collaborazione tecnica della ditta Bufalini Francesco srl.

Redazione Web

Premio per la traduzione dall’arabo per la Pisa University Press

1 settimana 2 giorni ago

Il volume “Orosius. Seven books of histories against the Pagans” pubblicato dalla Pisa University Press, la casa editrice dell’Università di Pisa che è parte integrante del Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC), e curato da Marco Di Branco, docente dell’Università Sapienza di Roma, ha vinto lo Sheikh Zayed Book Award, uno più prestigiosi premi al mondo dedicato alla letteratura e cultura araba per la categoria traduzione da o verso l'arabo.

Il premio, che riconosce il ruolo importante dei traduttori nell'arricchire la cultura e nel promuovere il dialogo tra i popoli quest'anno ha ricevuto un record di 3.151 candidature. La cerimonia di premiazione avrà luogo durante l’Abu Dhabi International Book Fair a maggio.

Kitāb Hurūšiyūš, ora tradotto per la prima volta in una lingua occidentale, è in orginale una traduzione e rielaborazione in arabo della celebre Historiae adversus paganos dello storico latino Paolo Orosio, ed è il frutto della collaborazione tra autori cristiani e musulmani alla corte del califfo andaluso al-Ḥakam II al-Mustanṣir. Il libro rappresentò un nuovo accesso al mondo greco-romano per la cultura islamica medievale e la sua influenza sulla conoscenza storica islamica fu molto significativa.

La Collana Greco Arabo Latino della Pisa University Press di cui fa parte, si aggiudica così un secondo importante riconoscimento internazionale, dopo aver ricevuto prestigioso premio “Custodian of the Two Holy Mosques King Abdullah bin Abdulaziz International Award for Translation” per la traduzione in italiano di Cecilia Martini Bonadeo del testo del filosofo medievale Al-Fārābī, L'armonia delle opinioni dei due saggi Platone il divino e Aristotele (Pisa University Press 2008).

Redazione Web

Ecoesione: il gioco da tavolo sulla sostenibilità ideato a Unipi ha debuttato a PLAY 2025

1 settimana 3 giorni ago

Grande debutto per Ecoesione, il gioco strategico che affronta i temi della sostenibilità ideato da un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa in collaborazione con i game designer dell’associazione Golem’s Lab. Il gioco è stato presentato a PLAY 2025, il più importante evento italiano dedicato al mondo del gioco da tavolo che si è svolto a Bologna dal 4 al 6 aprile, grazie al supporto del Game Science Research Center della Scuola IMT Alti Studi Lucca.

Ecoesione, un gioco nato dalla collaborazione tra economisti dell’Università di Pisa (Dipartimento di Economia e Management) e i game designer dell’associazione Golem’s Lab di Bologna, è pensato per riflettere sull’uso responsabile delle risorse naturali. La sfida è raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, evitando il consumo eccessivo di risorse fossili.

 “Ecoesione non è solo un gioco da tavolo, ma uno strumento educativo per comprendere meglio l’urgenza di una transizione ecologica. Vogliamo stimolare una riflessione sulle sfide ambientali in modo coinvolgente e accessibile, attraverso il linguaggio ludico.”, ha detto Simone D’Alessandro, professore ordinario presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa e tra gli ideatori del gioco.

Redazione Web

Costa atlantica dell’Africa: le variazioni del livello del mare negli ultimi 30mila anni

1 settimana 6 giorni ago

Il livello attuale del mare lungo la costa atlantica dell’Africa è più alto di oltre 100 metri rispetto a 30.000 anni fa. Il dato emerge da uno studio coordinato dal professor Matteo Vacchi (foto) del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Nature Communications. La ricerca ha mostrato come il livello dell’Atlantico sia stato fortemente influenzato dai cambiamenti climatici e dalla fusione delle calotte glaciali.  

“Studiando le fluttuazioni avvenute negli ultimi 30.000 anni – spiega Vacchi - potremmo affinare i modelli climatici e migliorare le previsioni sulle reazioni del sistema Terra rispetto ai cambiamenti attuali. Molte regioni costiere africane, comprese città densamente popolate e ambienti naturali sensibili, sono direttamente minacciate dall'innalzamento del livello del mare. Studi come questo aiutano a comprendere la vulnerabilità di queste aree e a sviluppare strategie di adattamento e mitigazione. Infatti, la fascia costiera rappresenta circa il 56% del prodotto interno lordo (PIL) dei paesi dell’Africa occidentale, rendendola una risorsa economica e sociale chiave altamente vulnerabile ai cambiamenti del livello del mare causati dal clima”.

La ricerca ha evidenziato tre fasi evolutive principali. Nell’epoca del massimo glaciale (circa 30.000 - 19.000 anni fa) il livello del mare era molto più basso rispetto ad oggi, circa 99-104 metri in meno, principalmente per la grande quantità di acqua intrappolata nelle calotte glaciali. Nella successiva fase di deglaciazione (19.000 - 7.500 anni fa), con il riscaldamento globale e la fusione delle calotte, il mare ha iniziato a risalire sempre più rapidamente sino a raggiungere il livello attuale. Il trend è continuato nel corso dell’Olocene (7.500 anni fa - oggi): il mare ha continuato a salire, ma con un ritmo più moderato, fino a raggiungere un massimo tra 5.000 e 1.700 anni fa con valori anche hanno superato il livello attuale. Dopo questa fase, c’è stata una sostanziale stabilizzazione, fino al nuovo recente innalzamento dovuto al riscaldamento globale che ha riguardato gli ultimi 100 anni.

“Il nostro studio fornisce una ricostruzione dettagliata e senza precedenti delle variazioni del livello del mare lungo la costa atlantica dell'Africa dal massimo glaciale fino all'epoca moderna – dice Matteo Vacchi - si tratta di dati fondamentali per comprendere i trend attuali e prevedere le future variazioni del livello del mare con implicazioni molteplici che toccano diversi ambiti scientifici e applicativi. Nonostante l’intero continente Africano contribuisca solo per il 4% alle emissioni globali di gas serra, il cambiamento climatico avrà effetti molto significativi in Africa occidentale, dove il 31% della popolazione e le principali infrastrutture sono concentrate nella zona costiera”.

Insieme all’Università di Pisa hanno collaborato alla studio l’Earth Observatory di Singapore, Aix Marseille University (France), L’Università di Bologna e l’INGV.

Redazione Web

Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Mario Zana

2 settimane ago

Ci ha lasciati nella mattina del 2 aprile il professor Mario Zana, già Ordinario di Diritto privato del nostro Ateneo.

Nato a Stazzema nel 1944, si formava nell’eccellenza della Scuola Pisana del Diritto Civile, nel solco tracciato dal Professor Ugo Natoli e dal Professor Francesco Donato Busnelli.

Docente di grande spessore umano, si impegnò sul fronte della scienza giuridica in settori nei quali il valore della persona compenetra il freddo dato economico e tecnico; frutto della Sua riflessione sono alcuni rilevanti studi in tema di diritti individuali non patrimoniali, ed in particolare – fin dagli anni Settanta del Novecento – sul diritto alla salute, sui problemi giuridici legati agli emergenti temi, per quegli anni di riforma, dell’assistenza sanitaria e del diritto delle assicurazioni.

Animò sin dalle origini il dialogo tra giuristi nel panorama nazionale e non solo, nei ruoli svolti anche nell’associazionismo accademico. Generazioni di Suoi Allievi Lo ricorderanno sempre per la limpidezza del porgere, nelle sue esemplari lezioni, e per la signorilità del tratto ed il grande equilibrio, che sempre contraddistinse il Suo modo di rapportarsi con i Colleghi e con i Discenti.

Le Colleghe e i Colleghi del Dipartimento di Giurisprudenza

Redazione Web
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2 ore 48 minuti ago
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