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Il Bilancio dell’Università di Pisa ritorna in utile nell’anno 2023

1 giorno 15 ore ago

Il Bilancio dell’Università di Pisa, appena approvato nella seduta del Consiglio di amministrazione del 24 aprile, ritorna in utile nell’anno 2023. Dopo il 2022, in cui l’aumento dei costi energetici e altri fattori contingenti avevano portato a utilizzare le riserve per coprire una perdita di 1,3 milioni di euro, il 2023 si chiude con un risultato positivo di 62.237 euro.

Al risultato economico si accompagna una crescita sensibile degli investimenti effettuati per dare attuazione al Piano strategico 2023-2028. Gli investimenti hanno riguardato, in primis, il capitale umano. Nel 2023 sono state effettuate, anche grazie ai fondi del PNRR, 117 nuove assunzioni tra docenti e ricercatori, alle quali vanno sommati 106 ulteriori iscritti ai corsi di dottorato. Questo è fondamentale per sviluppare nuovi progetti di ricerca, potenziare l’offerta formativa e le iniziative di terza missione per continuare a essere competitivi nei ranking internazionali, attrarre nuove risorse, senza lasciare indietro nessuno. A tal riguardo sarà fondamentale anche l’apporto del personale tecnico-amministrativo, per il quale è stato già deliberato un piano di assunzioni di 118 unità.

Altri importanti investimenti hanno interessato il capitale tecnico, potenziato con oltre 24 milioni di euro di impieghi nel 2023. È proseguita, infatti, la realizzazione di nuove opere, tra cui i dipartimenti di Medicina, Veterinaria e Ingegneria per circa 14 milioni di euro. Ad esse si aggiungerà a breve anche il nuovo dipartimento di Biologia. Circa 7 milioni di euro sono stati investiti nell’acquisto di nuove attrezzature scientifiche e, infine, oltre 3,5 milioni di euro sono andati al settore della transizione digitale, per il potenziamento del Green Data Center, il più grande Data Center tra quelli delle università italiane.

Gli investimenti sono stati finanziati tramite le maggiori entrate da contributi da terzi, anche grazie ai maggiori introiti dei 7 Dipartimenti di Eccellenza, dalle risorse del PNRR e dai flussi di cassa autogenerati dall’Ateneo. Questo ha permesso di evitare il ricorso a nuovi debiti, che nel 2023, hanno registrato, invece, una diminuzione di oltre 3 milioni di euro.

Invariata la contribuzione studentesca anche grazie a un piano di razionalizzazione dei costi, che ha permesso di ridurre le uscite per la gestione corrente dell’Ateneo, per circa 5 milioni di euro. Per raggiungere questi obiettivi è stato determinante il contributo di tutte le componenti dell’Ateneo: dall’amministrazione centrale, ai dipartimenti, dai poli, ai centri e i sistemi.

“Accogliamo con favore questo risultato positivo che, però, non deve distogliere l’attenzione di tutta la nostra comunità nel portare avanti le politiche di efficientamento dei costi e di oculatezza degli investimenti – ha commentato il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi – Dobbiamo essere consapevoli che la sostenibilità del sistema universitario pubblico italiano resta a rischio, se la classe politica non sarà in grado di compiere adeguate scelte strategiche.  All’orizzonte si preannunciano, infatti, tempi difficili per tutte le università italiane, almeno fino a quando il Governo non deciderà di compensare gli aumenti del costo del personale dovuti agli scatti stipendiali e all’adeguamento all’inflazione. In particolare, per il 2024 è ormai certo un incremento del costo del personale di 10 milioni di euro, al quale si aggiungono i potenziali effetti negativi legati alla fine del PNRR e alla dinamica di crescita di alcune voci di costo che non accenna a rallentare”.

Redazione Web

Elezione europee: possibilità di voto per studentesse e studenti fuori sede

1 giorno 20 ore ago

In occasione delle prossime elezioni europee (8 e 9 giugno 2024), per la prima volta, le studentesse e gli studenti che per motivi di studio si trovano in un comune di una regione diversa da quella del comune di iscrizione elettorale sono ammessi a votare fuori sede., senza essere costretti a far ritorno nella città di residenza. Questo grazie ad un emendamento inserito in fase di conversione in legge del d.l. n. 7/2024 (decreto elezioni).

 

Come specificato dal Dipartimento per gli Affari Europei della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono previste due modalità di esercizio del voto fuori sede:

  • se il comune di temporaneo domicilio appartiene alla medesima circoscrizione elettorale del comune di residenza, gli studenti fuori sede potranno votare direttamente nelle sezioni ordinarie del comune di temporaneo domicilio;
  • se il comune di temporaneo domicilio appartiene a una circoscrizione elettorale diversa da quella a cui appartiene il comune di residenza, gli studenti fuori sede potranno votare presso sezioni speciali istituite presso il comune capoluogo della regione alla quale appartiene il comune di temporaneo domicilio.

 

Per poter esercitare il voto "fuori sede", le studentesse e gli studenti devono presentare al comune nelle cui liste elettorali sono iscritti apposita domanda secondo il modello predisposto dal Ministero dell'Interno, con l'indicazione dell'indirizzo completo del temporaneo domicilio e di un indirizzo di posta elettronica.

 

Insieme alla domanda deve essere presentata:

  • copia di un documento di riconoscimento in corso di validità
  • copia della tessera elettorale
  • copia della certificazione o di altra documentazione attestante l'iscrizione presso un'istituzione scolastica universitaria o formativa.

Le studentesse e gli studenti dell'Università di Pisa possono scaricare il certificato di iscrizione in autonomia collegandosi alla propria area riservata del portale Alice (www.studenti.unipi.it). Dal menu in alto a destra, entrare nella sezione “Segreteria” e poi in “Certificati”: cliccare quindi sul certificato desiderato per scaricarlo.

 

IMPORTANTE -> La domanda deve essere inoltrata al Comune d'iscrizione elettorale entro domenica 5 maggio, personalmente, tramite persona delegata, via email o PEC agli indirizzi di posta elettronica indicati dal Comune.

 

Il Comune di domicilio o il Comune capoluogo di regione rilascia all'elettore fuori sede, entro il 4 giugno 2024, un'attestazione di ammissione al voto con l'indicazione del numero e dell'indirizzo della sezione presso cui votare.

L'esercizio del voto fuori sede è previsto esclusivamente per le elezioni europee e non preclude all'elettore la possibilità di esercitare il voto presso il proprio comune di iscrizione elettorale per eventuali, ulteriori consultazioni abbinate.

Redazione Web

Il professor Luigi Folco eletto Fellow della Meteoritical Society

1 giorno 21 ore ago

Luigi Folco, professore ordinario al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, è stato eletto Fellow della Meteoritical Society, l’organizzazione no-profit che promuove la ricerca e la divulgazione delle scienze planetarie, con particolare enfasi agli studi sui meteoriti e altri materiali extraterrestri. Fanno parte della Meteoritical Society più di 1000 scienziati da oltre 33 paesi. Il professor Folco è stato eletto per “i suoi significativi contributi al recupero e allo studio di meteoriti, micrometeoriti, microtektiti e dei prodotti di impatti di asteroidi di piccola scala”. La classe 2024 dei Fellow della Meteoritical Society sarà premiata durante una cerimonia ufficiale al congresso annuale della Meteoritical Society, che si terrà a Bruxelles, dal 28 luglio al 2 agosto 2024.


Il professor Luigi Folco in Antartide con due meteoriti.

Luigi Folco insegna Geologia Planetaria, Cosmochimica e Geoscrittura. Da oltre venticinque anni si occupa dello studio petrologico dei materiali planetari, delle rocce prodotte da impatti catastrofici di asteroidi e comete sulla Terra, nonché della ricerca di meteoriti nei deserti caldi e freddi. Ha partecipato a 10 spedizioni per la raccolta di meteoriti in Antartide e dal 2009 è coordinatore nazionale del progetto Meteoriti Antartiche del Programma Nazionale delle Ricerche in Antartide (PNRA). È stato recentemente coordinatore nazionale di progetti di ricerca PRIN (Cosmic Dust) e MAECI_GR (Kamil Crater, Egypt), nonché coordinatore locale in progetti ERC H2020 (EURO-CARES), RTN EC FP6 Marie Curie Actions (ORIGINS). L'asteroide 7006 Folco è un asteroide della fascia principale a lui dedicato dalla International Astronomical Union per le sue ricerche sui materiali planetari.

Redazione Web

Al via il progetto “VINSTEIN” per promuovere l’innovazione e la sostenibilità in ambito Agritech

2 giorni 17 ore ago

Pisa, 24 aprile 2024 – L’Università di Pisa ha siglato un accordo con Fastweb, Zelari Piante e Netsens avviando un’importante collaborazione per l’implementazione di un progetto centrato sulla sostenibilità ambientale e produttiva, e che grazie alla digitalizzazione dei processi e all’utilizzo di tecnologie comel’Edge Computing ed il 5G, mira a ottimizzare l’uso delle risorse nei vivai e a produrre piante più sane e resistenti, riducendo il consumo idrico e l’impiego di fertilizzanti e agrofarmaci.

VINSTEIN, promosso con un bando della Regione Toscana volto a rafforzare i processi di transizione green e finanziato con le risorse del Fondo Sociale Europeo+ 2021-2027 (FSE+), conta su un mix unico di competenze scientifiche, industriali e digitali. Ideato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, di cui fanno parte il Dott. Lorenzo Cotrozzi, docente di patologia vegetale e responsabile scientifico del progetto, e il Prof. Luca Incrocci, docente di orticoltura e floricoltura, VINSTEIN vede la compartecipazione dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Associazione Toscana Costitutori Viticoli (TOS.CO.VIT) e della stessa Zelari Piante, azienda leader del vivaismo italiano, dove verranno concentrate le attività sperimentali. Il progetto, grazie anche al Project Work dell’Ing. Angelo Di Mauro, allievo del Master “Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico”, dell’Università di Pisa, ha trovato il sostegno tecnologico di Fastweb e Netsens, rafforzando l’ambizione di migliorare l’efficienza operativa e ridurre l’impatto ambientale nel settore del vivaismo, facendo leva su sensoristica avanzata, piattaforme Edge Computing, rete 5G e applicazioni software intelligenti.

 


Nel concreto, l’accordo prevede la creazione di un ‘AgriLab’ in cui verrà testata e validata la soluzione I.o.T. di Agricoltura 4.0 che rappresenterà la prima e sinora unica soluzione in Italia specifica per l’ambito vivaistico. L’Agrilab sarà costituito da tre siti sperimentali: due presso sedi universitarie di Pisa e uno all’interno del vivaio Zelari di Pistoia, nella sede storica di produzione dal 1953, dove potranno essere effettuate le validazioni dei sistemi I.o.T. sviluppati dai partner.

L’iniziativa si concentra su due aspetti: da un lato, l’utilizzo e l’implementazione di sensori iperspettrali per il monitoraggio delle condizioni di salute delle piante e la valutazione dei genotipi più resistenti e dell’adeguatezza delle pratiche di gestione, dall’altro, lo sviluppo e validazione di un “Decision Support Systems (DSS)”, una piattaforma che supporterà i vivaisti nel prendere decisioni più efficienti nell’ambito della gestione delle coltivazioni, per monitorare in tempo reale e prevenire, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, condizioni di stress causate da fattori biotici e abiotici, quali agenti patogeni e carenze idriche e nutrizionali.

Netsens, azienda italiana che produce sistemi di monitoraggio per agricoltura, meteorologia, ambiente e info mobilità, fornirà gran parte della sensoristica agro-ambientale e il know-how per lo sviluppo del DSS.
Fastweb, tra i principali operatori di telecomunicazioni in Italia e azienda da sempre impegnata nel favorire la digitalizzazione del Paese, metterà a disposizione la sua infrastruttura di rete e una innovativa piattaforma tecnologica I.o.T. progettata per facilitare la connessione, il monitoraggio e il controllo dei dispositivi intelligenti connessi in 5G, oltre a tecnologie all’avanguardia come il Cloud e l’Edge Computing, necessarie al corretto funzionamento del sistema. Il nuovo DSS sarà sviluppato su piattaforma Cloud Edge e Data Management di Fastweb all’interno del Data Center regionale dell’azienda a Bologna e fornirà agli agricoltori raccomandazioni dettagliate grazie a modelli previsionali intelligenti basati sulle informazioni raccolte dai sensori permettendo così di automatizzare la gestione delle coltivazioni.

L’accordo ha una durata di due anni e nel mese di febbraio 2024 si è dato l’avvio alla prima fase, che prevede lo sviluppo e la validazione del DSS. Lo step successivo permetterà di realizzare una soluzione replicabile, scalabile e applicabile anche ad altri tipi di colture, oltre ad essere economicamente accessibile per l’intero network di imprenditori agricoli.

«VINSTEIN rappresenta un’unicità tecnologica e un’eccellente opportunità per il settore del vivaismo di abbracciare l'innovazione e la sostenibilità» – commenta la Prof.ssa Cristina Nali, vice-direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa – «Grazie alla collaborazione tra istituzioni accademiche, aziende tecnologiche e produttori agricoli, il progetto mira a trasformare radicalmente il modo in cui vengono coltivate e gestite le piante, promuovendo un approccio più intelligente ed efficiente. È questa la risposta dell’agricoltura alla sfida del cambiamento climatico e della sostenibilità».

«Produciamo piante da oltre 70 anni all’interno del distretto pistoiese conosciuto nel mondo come la Capitale del Verde. La nostra vastissima gamma di piante ornamentali da esterno ci ha permesso di soddisfare le attese di verde in tutta Europa. Ma le condizioni meteorologiche e la scarsità dell’acqua, elementi fondamentali nel nostro settore, hanno subito un cambio epocale che ci obbliga ad operare diversamente. L’unione tra Natura e Tecnologia sviluppata in questo progetto apre una nuova strada piena di speranze», aggiunge Andrea Zelari, legale rappresentate di Zelari Piante.

«La partecipazione a questa importante iniziativa è una preziosa opportunità per la nostra azienda di sviluppare nuove competenze e conoscenze in un settore specialistico, quale quello della produzione di piante ornamentali, così importante per il tessuto produttivo della Toscana. Siamo orgogliosi che le nostre tecnologie ed i nostri prodotti possano contribuire anche in questo settore a migliorare l’impiego delle risorse ambientali, grazie anche alla collaborazione con prestigiose istituzioni ed importanti realtà industriali», dichiara Antonio Manes, CEO Netsens.

«Siamo entusiasti di contribuire alla realizzazione di un progetto così ambizioso che unisce sostenibilità ambientale e innovazione per contribuire ad accelerare la trasformazione digitale delle imprese e del territorio» Ha dichiarato Augusto Di Genova, Chief Enterprise Officer di Fastweb. « La rivoluzione digitale offre enormi possibilità di sviluppo in tutti i settori e da anni Fastweb si impegna per supportare imprese e PA nei loro percorsi di digitalizzazione mettendo a disposizione tecnologie e soluzioni all’avanguardia dal Cloud, al 5G fino all’intelligenza artificiale. »

 

Redazione Web

Lo ‘sguardo’ tecnologico legge i papiri carbonizzati: rivelato il luogo di sepoltura di Platone

2 giorni 18 ore ago

Oltre 1000 parole, corrispondenti al 30% del testo è quanto è emerso dal papiro ercolanese carbonizzato, contenente la Storia dell'Accademia di Filodemo di Gadara (110-dopo il 40 a.C.), grazie allo ‘sguardo’ tecnologico di innovative metodologie di studio adoperate nell’ambito del progetto ‘GreekSchools’, di cui il 23 aprile a Napoli, presso la Biblioteca Nazionale ‘Vittorio Emanuele III’, si è presentato lo stato dell’avanzamento della ricerca. Tale progetto che ha ricevuto un finanziamento ERC (Consiglio Europeo della Ricerca) pari a 2.498.356 euro, iniziato nel 2021 e della durata di 5 anni e otto mesi, è coordinato da Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa in collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) e l’Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” (ILC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e la Biblioteca Nazionale di Napoli presso la quale questo papiro, bruciato a seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C, è conservato insieme a molti altri.



Il progetto, oltre all’indagine sullo stato di conservazione di tali manufatti, ha l’obiettivo di pubblicare un’edizione aggiornata - grazie all’applicazione di tecniche di imaging e di metodi filologici - della Rassegna dei filosofi di Filodemo, la più antica storia della filosofia greca in nostro possesso. Di essa fa parte appunto la Storia dell'Accademia, che racchiude molte informazioni esclusive su Platone e sullo sviluppo dell'Accademia sotto i suoi successori.

“Rispetto alle edizioni precedenti, ora c'è un testo quasi radicalmente cambiato, che implica una serie di fatti nuovi e concreti su vari filosofi accademici. Attraverso la nuova edizione e la sua contestualizzazione, gli studiosi sono arrivati a deduzioni inaspettate di portata interdisciplinare per la filosofia antica, la biografia e la letteratura greche e la storia del libro, commenta Graziano Ranocchia. “Alcune integrazioni precedenti sono state sostituite, alcuni passaggi precedentemente frammentari sono stati integrati o riletti. L'aumento del testo corrisponde all'incirca alla scoperta di dieci nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Le nuove letture attingono spesso a fatti nuovi e concreti sull'Accademia di Platone, sulla letteratura ellenistica, su Filodemo di Gadara e la storia antica in generale”, aggiunge Kilian Fleischer, l’editore di questo prezioso papiro nell’ambito del progetto GreekSchools.

Tra le più importanti novità, si legge che Platone fu sepolto nel giardino a lui riservato (un'area privata destinata alla scuola platonica) dell'Accademia ad Atene, vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Finora era solo noto che egli era sepolto genericamente nell’Accademia.

Sempre a proposito del medesimo filosofo emerge che egli fu venduto come schiavo sull'isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l'isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Fino ad ora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa. In un altro passaggio, in un dialogo tra personaggi, Platone si esprime in modo sprezzante sulle capacità musicali e ritmiche di una musicista barbara originaria della Tracia.

“Il progetto GreekSchools ha anche lo scopo di sviluppare metodi di indagine dei manoscritti applicando le più avanzate tecniche di diagnostica per immagini oggi a disposizione (imaging ottico nell’infrarosso e nell’ultravioletto, imaging molecolare ed elementale, imaging termico, tomografie, microscopia ottica digitale, ecc.)”, precisa Costanza Miliani del CNR-ISPC. Personale di questo Istituto, del CNR-SCITEC e di altri centri di ricerca europei, facendo uso di strumentazioni mobili della piattaforma Molab afferente all’infrastruttura di ricerca europea sull'Heritage Science E-RIHS, applica tecniche non invasive a papiri opistografi e stratificati al fine di leggere il testo inaccessibile sul verso o nascosto all’interno di strati multipli.

Leggi la rassegna stampa.

Redazione Web

Riprodurre il senso del tatto grazie alla propagazione dell’energia lungo mano e braccio

2 giorni 20 ore ago

Le vibrazioni trasmesse attraverso mano e braccio quando tocchiamo un oggetto giocano un ruolo essenziale nel farci provare una determinata sensazione tattile. Ma misurarle e costruirne dei modelli è estremamente complesso. Uno studio dell’Università di Pisa e dell'Università della California Santa Barbara ha messo a punto SkinSource, uno strumento open-source in grado di misurare e modellare le vibrazioni della pelle lungo gli arti superiori in risposta a un insieme molto ampio di stimoli tattili localizzati. Le potenziali applicazioni vanno dal design di nuove protesi e mani robotiche fino alla realtà aumentata tattile. Il toolbox ha destato un grande entusiasmo nella comunità di studiosi del senso del tatto, che include discipline molto diverse tra loro, come le neuroscienze, la medicina e l’ingegneria, ed è stato premiato con il Best Paper Award all’IEEE Haptics Symposium, una delle maggiori conferenze internazionali del settore dell’Aptica, che si è svolto nei giorni scorsi a Long Beach, California.

“Il senso del tatto – spiega Matteo Bianchi, docente di robotica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – è il più complesso e diffuso in tutto il corpo. Le nostre sensazioni tattili dipendono non solo dai recettori locali della pelle, ma anche da diversi altri fattori, come le vibrazioni che si diffondono attraverso la mano e il braccio nel momento in cui tocchiamo un oggetto. Il tatto è un senso chiave sia per la propriocezione – ovvero la capacità di percepire il nostro corpo come collocato nello spazio in una certa posizione – sia per l’esterocezione, ovvero la capacità di capire le proprietà fisiche degli oggetti, quali la rugosità e la rigidezza. È con il tatto che sappiamo se siamo in una posizione stabile, se stiamo tenendo un bicchiere di carta abbastanza dritto da non rovesciarlo, ma abbastanza delicatamente da non stritolarlo. Senza il tatto non potremmo camminare, stare seduti, tenere una posizione in modo consapevole, interagire, esplorare e modificare il mondo che ci circonda. Per questo, la capacità di modellare le dinamiche del nostro corpo nel momento in cui tocchiamo un oggetto, per poterle riprodurre per esempio in una protesi, o in una mano robotica, o in un'applicazione di realtà aumentata o virtuale, assume una grande rilevanza. Il dispositivo è in grado di predire l’estensione e l’intensità delle vibrazioni che si trasmettono lungo gli arti superiori a seguito di differenti tipi di stimoli di forza localizzati, in modo accurato. Il toolbox è open-source, ed è quindi a disposizione di tutta la comunità scientifica che ne vuole fare uso, liberamente scaricabile da questo link https://doi.org/10.5281/zenodo.10547601. Proprio questo aspetto, data la complessità e la difficoltà di riprodurre in modo affidabili le sensazioni tattili, è stato accolto con grande entusiasmo”.

SkinSource infatti, oltre ad essere uno strumento per lo studio delle basi meccaniche della percezione tattile, può essere utilizzato per la progettazione e design di interfacce per la restituzione sensoriale in protesi degli arti superiori e in mani robotiche teleoperate in cui è fondamentale avere un ritorno tattile, così come nella chirurgia robotica e in molte applicazioni che fanno uso della realtà aumentata. Gli ingegneri pisani, infatti, all’interno del FoReLab, il laboratorio del dipartimento di ingegneria dell’informazione dedicato al 5.0, stanno mettendo a punto dispositivi di realtà aumentata che integrano la percezione visiva e tattile.

“Con SkinSource infatti - conclude Bianchi - possiamo sfruttare lo studio e la modellazione della propagazione dell’energia meccanica lungo la pelle per costruire sistemi indossabili distribuiti, per garantire un’esperienza immersiva che integri stimoli visivi e tattili. Il sistema può operare accanto alle interfacce per realtà aumentata a cui stiamo lavorando nel laboratorio FoReLab, che consentono di vedere o toccare oggetti reali modificandone la percezione visiva o tattile mediante stimoli artificiali.”

Redazione Web

Gestire gli animali in città è un gioco da bambini e bambine (e non solo)

6 giorni 19 ore ago

Trovare una casa adatta a più cani possibili, il primo che ne sistema quattro ha vinto. E’ questa la sfida di CityPets, un gioco di carte realizzato in collaborazione con LuccaCrea nell’ambito del progetto europeo InHabit del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa. L’obiettivo è, insieme al Comune, quello di rendere Lucca una città ideale per umani e animali, la prima in Europa a valorizzare gli animali per promuovere qualità della vita e benessere per tutti e dove gli animali assicurano beni pubblici per cittadine e cittadini. A giocare con CityPets saranno intanto 19 classi di alcune scuole primarie di Lucca. Bambini e bambine dovranno trovare gli abbinamenti più adatti fra famiglie e “amici a quattro zampe” tenendo conto delle esigenze di persone e animali e dei servizi offerti dalla città.

“Il nostro progetto si costruisce attraverso il coinvolgimento attivo di tutti - spiega Francesco Di Iacovo, direttore del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Ateneo pisano – con le scuole, in accordo con il Comune di Lucca, abbiamo già iniziato attività di co-disegno (con il contributo del partner Design For Change) nelle quali coinvolgiamo bambine e bambini nell’esprimere idee sugli animali presenti in città e su cosa ritengono utile per creare condizioni di proficua convivenza tra animali e umani anche per aiutarci a vivere meglio. Il gioco, quindi, rappresenterà un ulteriore utile momento di apprendimento”.

CityPets presentato alle scuole a Lucca durante la manifestaizone Verde Mura a Lucca

In Italia ci sono circa 65 milioni di pet censiti, l’idea generale di Inhabit è di realizzare a Lucca la prima città europea con una politica integrata humanimal. Si tratta cioè di ripensare la relazione esseri umani-animali per migliorare la qualità della vita nei centri urbani, luoghi dove si concentra oramai l’85% della popolazione e una grandissima quota, peraltro in crescita, di animali.
Per fare il punto sul progetto a metà percorso è appena uscito un articolo sulla rivista scientifica Animals in cui, per la prima volta, si introduce l’idea degli animali come soluzioni per migliorare la qualità della vita in città.

Dal suo avvio nel 2020, InHabit si è sviluppato guardando all’economia, alla società e al benessere. Il progetto, grazie al supporto del partner Bridge for Billions, ha incubato circa 15 imprenditori che stanno approntando soluzioni innovative per valorizzare l’interazione degli animali non umani nella società (nel turismo, nella gestione dei pet, nei servizi innovativi di interventi assistiti con animali, nella predisposizione di app mirate, nella facilitazione della costruzione dei rapporti con i propri pet). La pet economy è considerata tra le grandi opportunità di sviluppo economico del futuro, si va dal cibo, ai servizi agli animali e ai loro portatori, a tutto il settore del turismo. Per quanto riguarda l’ambito sociale e sanitario il Comune di Lucca, nel progetto inhabit, ha selezionato e coinvolto più associazioni in un lavoro di co-progettazione che ha portato, alla fine del 2023, a iniziare degli interventi assistiti con animali, ancora in corso in due RSA. L’interazione degli animali gestiti da equipe competenti con più gruppi di anziani aventi diversi livelli di capacità e deficit ha dato esiti incoraggianti in termini di riattivazione delle persone, dal punto di vista fisico, mentale e relazionale, portando a un miglioramento della loro routine quotidiana di vita. Sempre in ambito sociale, InHabit ha poi lanciato un nuovo servizio di pet-care volto ad assicurare sostegno a persone con fragilità temporanea che si trovano in difficoltà nella gestione quotidiana dei loro animali.

Fra gli altri traguardi tagliati dal progetto c’è stata anche la realizzazione da parte del Comune di Lucca, delle “animabili”, cioè percorsi urbani smart in alcune zone di Lucca (parco fluviale del Serchio ed ex ospedale). Il futuro è un cammino di 15 km che comprende il Parco del Serchio, le mura e l’acquedotto Nottolini. L'idea è di disegnare tragitti a diversa intensità di impegno in funzione della taglia dei cani e della capacità fisica dei conducenti.

CityPets presentato alle scuole a Lucca durante la manifestaizone Verde Mura a Lucca

“La nostra ambizione è di replicare anche altrove il modello che stiamo sviluppando a Lucca basato sul concetto di One health o Salute unica – conclude Di Iacovo – in questa prospettiva abbiamo già inviato una proposta al Comune di Pisa, dopo un primo contatto positivo con il Sindaco Conti, mentre intendiamo coinvolgere l’Associazione Nazionale Comuni Italiani per trasferire l’idea su scala regionale. Gli animali sono con noi, la costituzione assicura loro nuovi diritti e la valorizzazione delle loro capacità apre percorsi di innovazione sociale capaci di dare nuove risposte ai bisogni emergenti nelle città valorizzando le risorse già disponibili, quelle dei nostri animali”.


Redazione Web

Giornata Mondiale della Terra: a Pisa la prima Conferenza Internazionale della UNESCO Chair in Comunità energetiche sostenibili

6 giorni 20 ore ago

Tutto pronto, a Pisa, per la prima Conferenza Internazionale della UNESCO Chair in Comunità energetiche Sostenibili. L’evento con cui, lunedì 22 aprile, l’Università di Pisa e la città di Galileo prenderanno parte alle iniziative per la 54° Giornata Mondiale della Terra, la manifestazione istituita nel 1970 per celebrare l'ambiente e la salvaguardia del nostro pianeta. La Conferenza, che si terrà nell’aula magna del polo congressuale “Le Benedettine” dell’Ateneo pisano a partire dalle 8:30, sarà il momento anche per fare il punto su due anni di lavoro della Cattedra UNESCO dell’Università di Pisa. Ma soprattutto, sarà l’occasione per inviare una dichiarazione congiunta all’indirizzo del G7 Clima, Energia e Ambiente, in programma alla Reggia di Venaria Reale, in Piemonte, dal 28 al 30 aprile.

“Le attività svolte dalla cattedra dell’Unesco in ‘Sustainable Energy Communities’ in questi due anni, hanno evidenziato come le comunità energetiche sostenibili siano un fondamentale strumento abilitante per un’integrazione sostenibile di spazi, comunità, persone – spiega il professor Marco Raugi, direttore della UNESCO Chair pisana - La conferenza del 22 aprile prossimo, intende proprio mettere in luce le ricerche e il rilievo nazionale e internazionale che queste comunità energetiche stanno assumendo attraverso interventi di studiosi di caratura internazionale e di professionisti, con l’ausilio di confronti e dibattiti”.

“Nel panorama delle energie rinnovabili - prosegue Raugi - le comunità energetiche possono contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi climatici, incrementando l’uso di energia accessibile e conveniente per tutti Investendo nelle comunità energetiche si possono, infatti, ottimizzare i consumi di energia, lottare contro la povertà energetica e favorire l’uso dell’energia rinnovabile per compiere progressi significativi verso lo sviluppo sostenibile”.

Rivolta ad esperti, scienziati, ricercatori, educatori, decisori politici e professionisti, la Conferenza Internazionale organizzata dalla UNESCO Chair in ‘Sustainable Energy Communities’ dell’Università di Pisa si propone, così, di esplorare il ruolo potenziale della diffusione delle comunità energetiche anche attraverso l’interazione con i siti patrimonio mondiale dell’Umanità per la mitigazione del cambiamento climatico.

Quattro gli obiettivi principali della Conferenza, che confluiranno in una Dichiarazione rivolta ai partecipanti del G7 Clima, Energia e Ambiente che si aprirà il 28 aprile alla Reggia di Venaria Reale: identificare le tendenze future e le nuove opportunità per l'implementazione delle comunità energetiche sostenibili; esaminare l'impatto e le sfide della diffusione su larga scala delle comunità energetiche nei siti patrimonio inalienabile dell’umanità; condividere le migliori pratiche e i successi nell'implementazione su larga scala attraverso la presentazione di casi di studio nazionale e internazionale; facilitare il confronto e la collaborazione tra esperti, in particolare tra Istituti UNESCO, Centri UNESCO di categoria 2 e Cattedre UNESCO, in questi ambiti.

Redazione Web

The Beatles: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

1 settimana ago

The Beatles: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Roma, Carocci) è l’ultimo volume scritto dal professore Alberto Mario Banti del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Di seguito la recensione di Sante Lesti, ricercatore di Storia contemporanea dello stesso dipartimento.

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Dopo Wonderland. La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd (Laterza, 2017), Banti continua la sua esplorazione della cultura pop contemporanea, con un piccolo – ma ricchissimo – libro consacrato interamente a Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, uno degli album più innovativi dei Beatles. Sviluppando un’intuizione di George Martin, lo storico produttore del gruppo, Banti descrive Sgt. Pepper come uno dei prodotti più rappresentativi delle «idee musicali, estetiche ed etiche» della Summer of Love, la «rivoluzione sociale» segnata dalla psichedelia, le nuove mode, «la passione per le filosofie orientali» e, soprattutto, la pace e l’amore che attraversa la California nella primavera-estate del 1967, coronando una fase di intensa sperimentazione socio-culturale. In questo senso, scrive Banti, «Sgt. Pepper è un ponte tra due mondi: l’elaborazione culturale e musicale britannica, da un lato; e la fioritura della controcultura giovanile negli States, e in particolare in California, dall’altro» (p. 11).

Per mostrare perché Sgt. Pepper possa essere considerato uno dei prodotti più rappresentativi di un’intera epoca, nei primi due capitoli Banti ricostruisce il contesto storico in cui si situano la concezione, l’incisione e l’uscita dell’album, soffermandosi in particolare su due processi: la «nascita dei giovani come categoria sociogenerazionale autonoma» (cap. 1) e la genesi della musica rock (cap. 2). Il cap. 3, invece, conduce il lettore all’interno dei «temi culturali, poetici e musicali che attraversano l’album»: il sentimento comunitario che lega le rock band al loro pubblico; il «gap generazionale» tra genitori e figli/figlie; le esperienze psichedeliche con l’LSD; e molti altri.

Completano il libro, infine, due Approfondimenti (il primo sulla Beatlemania; il secondo sulla copertina di Sgt. Pepper), alcune Conclusioni sull’eredità dell’album, e un capitolo di analisi musicologica scritto da Pasquale Laino, oltre a una serie di apparati finali (Cronologia della vita e delle opere; Glossario; Bibliografia e discografia).

Sante Lesti

Redazione Web

Formazione su AVA3: incontro sull’AQ del Dottorato di Ricerca

1 settimana 1 giorno ago

Prosegue la formazione dedicata al nuovo Modello di Autovalutazione, Valutazione e Accreditamento (AVA 3) delle Università Italiane delle Università Italiane e finalizzata ad un complessivo miglioramento continuo delle attività dell’Ateneo pisano.

Dopo gli appuntamenti dedicati al modello AVA3 nel suo complesso e al ruolo dell’editoria universitaria, venerdì 12 aprile si è tenuto un incontro incentrato sull’ Assicurazione della Qualità (AQ) dei Corsi di Dottorato di Ricerca dell’Università di Pisa, in vista della visita che, tra due anni, interesserà 4 dei corsi dell’Ateneo pisano.

Introdotto dalla professoressa Simonetta Bassi, Presidente del Presidio della Qualità, l’incontro ha visto gli interventi del professor Lorenzo Di Bari, membro del Presidio, che ha parlato del "Dottorato di Ricerca secondo il modello AVA", mettendo in evidenza la rilevanza dell'autovalutazione.

Dopo di lui ha preso la parola il Professor Alessandro Lenci, Presidente del Nucleo di Valutazione, che ha presentato la Scheda di Autovalutazione del dottorato di ricerca. La Dott.ssa Alessandra La Spina ha presentato, invece, il cruscotto con gli esiti dei questionari compilati dai dottorandi e dai dottori di ricerca

“La giornata di formazione dedicata al ‘Dottorato di Ricerca secondo il modello AVA3’, ha segnato un momento di svolta per il nostro Ateneo e sono felice che abbia riscosso un'ampia partecipazione, coinvolgendo oltre 50 persone tra coordinatori dei corsi di dottorato, vicecoordinatori e personale tecnico amministrativo di supporto -  ha commentato la professoressa Roberta Moruzzo, Delegata per la qualità e promotrice dell’incontro assieme al Presidio della Qualità di Ateneo – Per la prima volta, peraltro, il Nucleo di Valutazione e il Presidio della Qualità sono stati contestualmente presenti al fine di supportare e indirizzare i colleghi che dovranno implementare un efficace sistema di Assicurazione Qualità (AQ) all’interno del proprio dottorato di ricerca”.

“L’incontro di oggi – ha proseguito la professoressa Moruzzo - è il frutto di un lavoro iniziato da già da più di un anno; in qualità di Delegata per la Qualità ho infatti chiesto ai colleghi dei due Organi, pur nel rispetto dei relativi ruoli e compiti, di confrontarsi e lavorare insieme al fine di facilitare l’introduzione di una Cultura della Qualità nel nostro Ateneo”.

“Nell’incontro è stata presentata la Scheda di Autovalutazione che i dottorati di ricerca dovranno predisporre a partire dall’anno in corso - ha concluso la delegata del rettore - Sono fiduciosa che la Scheda non rappresenti un mero esercizio da portare a termine in vista della visita ANVUR ma piuttosto uno strumento consolidato di lavoro capace di innescare un processo di miglioramento continuo”.

“Con il modello AVA3 sono stati delineati i requisiti per l’assicurazione di qualità relativi alla valutazione dei corsi di dottorato di ricerca – ha dichiarato, nelle sue conclusioni, il Professor Bernardo Tellini, Prorettore per il dottorato di ricerca - Questa opportunità offre ai nostri corsi di dottorato la possibilità sia di valorizzare le loro migliori pratiche sia di individuare gli ambiti su cui avviare azioni di miglioramento”.

“L’assicurazione di qualità richiede momenti di confronto con tutti i soggetti coinvolti – ha concluso il professor Tellini - In questa direzione, la riunione con il Nucleo di Valutazione e il Presidio della Qualità̀ ritengo rappresenti un passaggio molto significativo per promuovere in modo efficace un processo di qualità̀ nell’ambito del dottorato di ricerca, attraverso un’azione di squadra, nel pieno rispetto dei ruoli. Desidero quindi esprimere il mio ringraziamento al Nucleo, al Presidio, alla Delegata per la qualità̀ e a tutti coloro che hanno contribuito e partecipato a questo incontro”.

Redazione Web

Festival della Robotica, ecco le anticipazioni su date e programma

1 settimana 1 giorno ago

PISA, 17 aprile. Si avvicina l’edizione 2024 del Festival della Robotica, l’evento di divulgazione scientifica che vuole presentare a Pisa, da venerdì 24 a domenica 26 maggio, sfide, risultati e applicazioni in tema di robotica e di intelligenza artificiale, richiamando l’attenzione di un pubblico ampio e trasversale, con particolare attenzione per studentesse e studenti, già dalle scuole primarie. Tutti gli eventi del Festival della Robotica prevedono l’ingresso libero, secondo le indicazioni rese note di volta in volta, e saranno ospitati in numerose location, raggiungibili con facilità a piedi e con i mezzi pubblici dalle stazioni ferroviarie di Pisa.

Il Festival della Robotica, organizzato dalla Fondazione Tech Care, è sostenuto da Giunta Regionale Toscana, Consiglio Regionale Toscano, Comune di Pisa, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant'Anna, Scuola Normale Superiore, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Fondazione Pisa che, anche per questa edizione, ha confermato il suo contributo, Fondazione Arpa, a cui si aggiungono aziende, enti, associazioni di categoria delle città coinvolte negli eventi che anticipano o che seguono la “tre giorni” di Pisa.

 

La passata edizione del festival (fonte: ufficio stampa del Festival della Robotica)

Pisa, con i suoi circa novantamila abitanti, si conferma robotown, grazie a una delle più alte concentrazioni al mondo tra atenei, centri di ricerca e un ricchissimo tessuto imprenditoriale. Per il 2024 i settori che rappresentano la struttura portante del Festival della Robotica si confermano arte, cultura, cinema, medicina, ingegneria, economia, con l’aggiunta di mare ed enologia. In tutti i contesti, il Festival presenta risultati e ambizioni della ricerca nell’innovazione declinata come robotica e intelligenza artificiale, con l’intento di aiutare le persone in numerosi aspetti della vita quotidiana.

Da venerdì 24 a domenica 26 maggio, il Festival della Robotica sarà ospitato a Pisa, nelle sedi di Stazione Leopolda, Arsenali Repubblicani, Cinema Arsenale, Canale dei Navicelli, Unione Industriale Pisana. Un programma denso di appuntamenti, aperto con due eventi: il primo, nel pomeriggio di venerdì 24 maggio, sarà un dibattito pubblico sui grandi temi della sicurezza, della pace, della sostenibilità ecologica, del lavoro nell’era dei robot; l’altro, nella serata, consisterà in una esibizione di tecnologie robotiche indossabili per la vita di tutti i giorni e per lo sport.

Agli eventi inaugurali, sempre del pomeriggio di venerdì 24 maggio, sono attese personalità come il sindaco di Pisa Michele Conti; l’assessore del Comune di Pisa Frida Scarpa; il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani; il presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo; la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Maria Chiara Carrozza; il docente di Filosofia Morale dell’Università di Pisa Adriano Fabris; il direttore del MIT Senseable City Lab a Boston Carlo Ratti; il direttore generale della Robotica di Amazon, Stefano La Rovere; lo chief scientist and VP di Uniphore Roberto Pieraccini.

Il programma del Festival della Robotica, a Pisa, è in grado di catturare l’attenzione di un pubblico ampio, composto sia da addetti ai lavori, sia da persone che vogliono conoscere meglio l’impatto della robotica e dell’intelligenza artificiale che diventa sempre più pervasiva nella società. Ingegneria, medicina, chirurgia, industria, cultura, cinema (con il Pisa Robot Film Festival), etica, formazione (con i Laboratori di robotica educativa rivolti alle scolaresche), arte, agricoltura sono le sessioni tematiche dei tre giorni del Festival a Pisa, animati da seminari, conferenze, proiezioni, incontri con le scuole, dimostrazioni interattive.

Numerosi gli ospiti, come Oussama Khatib, docente della Stanford University, considerato uno dei massimi esperti la mondo nel campo della robotica, atteso al Festival nel pomeriggio di sabato 25 maggio, al Cinema Arsenale di Pisa, per partecipare e commentare la proiezione del docu-film “OceanRace”, insieme ad Antonio Bicchi, docente dell’Università di Pisa, e a Paolo Dario, professore emerito della Scuola Superiore Sant'Anna.

“Il Festival della Robotica che stiamo preparando – spiega il direttore scientifico Mauro Ferrari - vuole arrivare ad attrarre strati sempre maggiori della cittadinanza, ampliando il numero delle aree tematiche (il mare e il vino sono quelle nuove) e andando a sviluppare il tema dell’innovazione anche nei contesti territoriali dove queste attività si svolgono. Lo faremo dando la parola a esperti di fama internazionale, che sapranno farsi capire con un linguaggio comprensibile a tutti e faremo in modo che i visitatori possano interagire sia con gli esperti, sia con i robot e i loro simulatori in esposizione. Costruiremo un ‘training village’ con i simulatori dei robot chirurgici e chiunque potrà sedere alla consolle come fa il chirurgo. Affronteremo temi come la robotica aerospaziale, il riutilizzo del cibo, gli animaloidi per il monitoraggio ambientale e ospiteremo scolaresche per mostrare droni subacquei, ma anche film cult sulla robotica e sull’intelligenza artificiale, sui quali potranno discutere con docenti esperti di cinema e di tecnologie. Possiamo contare sulla presenza di tanti autorevoli protagonisti della robotica mondiale, molti locali, ma anche su qualche ospite d’eccezione come Oussama Khatib della Stanford University, ‘padre’ del robot OceanOne, che cambierà in maniera radicale il modo di esplorare gli abissi marini. Naturalmente tutto questo è reso possibile dal sostegno concesso alla Fondazione Tech Care da istituzioni ed enti ai quali va fin da ora il mio ringraziamento”.

 

Il professore Mauro Ferrari, docente dell'Università di Pisa insignito dall'Ateneo dell'Ordine del Cherubino nel 2019

Il programma generale, in via di definizione, comprende ulteriori appuntamenti. L’anteprima è in programma martedì 30 aprile all’Agrifiera, a San Giuliano Terme (Pisa), per mostrare quale supporto possa fornire la robotica all’agricoltura. Ulteriori eventi venerdì 10 maggio a San Casciano Val di Pesa (Firenze), sulle soluzioni digitali e robotiche per gestire i vigneti, con particolare riferimento alle tecnologie in grado di mitigare le criticità legate ai cambiamenti climatici; venerdì 17 e sabato 18 maggio, a Firenze, nella sede della Giunta Regionale Toscana per “Arte nel Metaverso” che presenta i primi tentativi tecnologici e artistici nell’ambito di questo mondo virtuale, anche attraverso una mostra di alcune opere realizzate da artisti e tecnologi; domenica 19 e lunedì 20 maggio a Livorno per un focus sulla robotica marina e per riflettere sul contributo che può dare nell’incrementare e rendere più sicuri traffici marini e movimenti logistici nelle aree portuali; mercoledì 26 e giovedì 27 giugno, a Viareggio, nel contesto della regata Viareggio – Bastia – Viareggio, per mettere in contatto il mondo della ricerca universitaria sulla robotica pisana con quello delle aziende nautiche.

Redazione Web

Cambio ai vertici della gastroenterologia italiana: Massimo Bellini è il nuovo presidente di AIGO

1 settimana 1 giorno ago

Il professore Massimo Bellini (foto) dell'Università di Pisa, Direttore della UOC Gastroenterologia Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, è il nuovo Presidente Nazionale di AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri, la società scientifica che raccoglie oltre duemila gastroenterologi in tutta Italia. La nomina per il biennio 2024-2025 è stata ufficializzata nell'Assemblea Nazionale a Roma, in occasione del 30° Congresso Nazionale delle Malattie Digestive FISMAD, federazione di cui AIGO è uno dei soci fondatori.

“AIGO è un’associazione viva e vitale, oltre che molto unita, il mio compito sarà quello di potenziare e sviluppare ulteriormente il lavoro svolto dai miei predecessori negli ultimi anni - afferma Massimo Bellini - In primo luogo, sarà importante consolidare il posizionamento dell’associazione nell’ambito della Gastroenterologia europea ed internazionale: una prospettiva indispensabile specialmente per i nostri giovani a cui dobbiamo dare speranza in questi momenti difficili. Per questo verrà creato un gruppo di lavoro specifico che possa lavorare a migliorare ulteriormente il posizionamento internazionale di AIGO”

“Lavorare con i giovani e per i giovani - continua il nuovo presidente - significherà ascoltare le loro esigenze e i loro bisogni attraverso la commissione AIGO a loro dedicata e la loro diretta e fattiva presenza nei direttivi regionali e nelle Commissioni scientifiche. Fondamentale sarà l’implementazione di tutte le attività formative promosse dall’associazione quali la EUS Academy, la Summer School of Endoscopy, la Winter School e AIGO fa scuola, ripensando anche a iniziative efficaci per sostenere i soggiorni all’estero.”

AIGO è un’associazione fortemente radicata nel territorio per questo è importante puntare a rafforzarne la presenza a livello regionale, come ha sottolineato il neo presidente. “Il nostro SSN è impostato su differenti modelli regionali e quindi l’articolazione regionale è quella che meglio risponde alla possibilità di difendere la disciplina nelle differenti realtà", ha concluso Bellini, richiamando all’unità tutto il mondo della gastroenterologia italiana per salvaguardare, al fianco delle istituzioni, il sistema sanitario pubblico dallo tsunami che l’ha investito in questi ultimi anni.

Massimo Bellini si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente presso l’Università di Pisa, ha conseguito il dottorato in Fisiopatologia Clinica presso l’Università di Firenze. Attualmente dirige la U.O.C. di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana ed è professore ordinario di Gastroenterologia presso l’Università di Pisa.

Autore di prestigiose pubblicazioni nazionali ed internazionali, in AIGO ha ricoperto, tra gli altri, il ruolo di presidente del Comitato Scientifico Nazionale e di Vicepresidente Nazionale. Membro del Direttivo Nazionale della FISMAD dal 2022 (Federazione Italiana Società Malattie Apparato Digerente), Massimo Bellini è ora chiamato, in qualità di Presidente Nazionale, a guidare l’Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri, in un momento molto delicato per il sistema sanitario italiano.

Redazione Web

Scorbuto infantile nell’Italia preromana: pubblicati i risultati di uno studio dell’Università di Pisa

1 settimana 1 giorno ago

Una dieta scarsamente diversificata e fortemente dipendente dal consumo di cereali, carenti di vitamina C, ha favorito l’insorgenza dello scorbuto nell’Italia preromana. Sono questi i risultati emersi da uno studio paleopatologico su resti infantili dal sito preromano di Pontecagnano (Salerno) e risalente al periodo etrusco Orientalizzante (730-580 a.C.) coordinato da Giulia Riccomi (nella foto a destra), ricercatrice presso il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature. “Il I millennio a.C. in Italia è stato un periodo di notevole importanza e trasformazione, caratterizzato da un’intensificazione delle pratiche agricole e della produzione cerealicola, che ha avuto un impatto significativo su diversi aspetti della vita sociale, culturale, politica ed economica dei gruppi preromani presenti nel territorio – spiega la ricercatrice – Questo processo ha favorito l’insorgenza dello scorbuto, malattia causata da una deficienza di vitamina C”.

Analisi macroscopiche e radiologiche su un campione scheletrico archeologico di individui non-adulti hanno permesso di identificare cinque casi di scorbuto infantile in bambini con età alla morte tra 2 e 6 anni: “La mancanza di acido ascorbico nella dieta provoca un difetto nella sintesi del collagene, proteina fondamentale per mantenere l’integrità dei tessuti connettivi – continua Giulia Riccomi – La sua compromissione può colpire i piccoli vasi sanguigni causando fragilità capillare e sanguinamento cronico. Il risultato di questo processo è una risposta infiammatoria con aumento della formazione capillare e una reazione periostale accompagnata da piccole porosità penetranti (minori di 1 mm) ben visibili sulla superficie ossea. Nelle aree in cui i vasi sanguigni sono superficiali o in aree in cui le contrazioni muscolari possono danneggiare le pareti di vasi sanguigni già indeboliti, la risposta del tessuto osseo al sanguinamento fornisce il mezzo più importante per identificare lo scorbuto in paleopatologia. Le lesioni scheletriche tipiche dello scorbuto infantile si localizzano soprattutto sul cranio, sul cinto scapolare, bacino e ossa lunghe”.


Esempio di alcune lesioni localizzate sull’osso sfenoide, mascella e mandibola considerate diagnostiche per l’identificazione di scorbuto infantile in paleopatologia © Giulia Riccomi e Rachele Simonit.

Molte informazioni sulle condizioni di vita e di alimentazione degli Etruschi, la più grande civiltà dell'Europa occidentale prima dell'egemonia romana, sono tradizionalmente dedotte da fonti scritte secondarie, archeologia funeraria, archeobotanica e archeozoologia. Tuttavia, le conoscenze su questi aspetti della vita degli Etruschi sono lacunose, ma grazie allo studio dei resti osteoarcheologici si è potuto valutare fino a che punto le dinamiche economiche e sociali del I millennio a.C. abbiano influenzato la salute e l'espressione degli indicatori scheletrici di malattie metaboliche nei soggetti più vulnerabili. Come già riscontrato in altri contesti e periodi storici, l’introduzione dell’agricoltura e, soprattutto, la transizione ad economie di sussistenza basate su monocolture, come quella cerealicola, hanno garantito da un lato un apporto nutrizionale più costante e regolare dal punto di vista calorico, ma hanno esposto ad un maggiore rischio di carenze nutrizionali. La ricerca ha permesso ha anche consentito di conferire un valore diagnostico a lesioni scheletriche di scorbuto infantile precedentemente non descritte nella letteratura paleopatologica.

Hanno partecipato allo studio Valentina Giuffra, professoressa del Dipartimento Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa, Ségolène Maudet, docente di storia e archeologia greca presso Le Mans Université (Francia) e Rachele Simonit, laureata in Archeologia presso l’Università di Pisa.

Redazione Web

Farmacia: Isaia Iacoponi di Ponsacco si aggiudica la seconda borsa di studio in memoria di Irene Fabiani

1 settimana 1 giorno ago

Sabato 13 aprile a Ponsacco, presso la sede comunale, si è tenuta la cerimonia di consegna della seconda borsa di studio in memoria della dr.ssa Irene Fabiani allo studente Isaia Iacoponi di Ponsacco, neo immatricolato al corso di laurea in Farmacia dell'Università di Pisa.

La consegna è avvenuta alla presenza dei familiari della dott.ssa Fabiani, stimata e preziosa collaboratrice prematuramente scomparsa nel luglio 2021 a cui Farmavaldera srl, società di gestione delle farmacie comunali di Le Melorie, Ponticelli, Santo Pietro B.re e Serrazzano, ha voluto dedicare una borsa di studio alla memoria in convenzione con l'Ateneo pisano.

Per questo, nel 2022,  il Cda di Farmavaldera ha formalizzato in un accordo quinquennale con l'Università di Pisa l’impegno a garantire un’erogazione liberale a copertura delle tasse di iscrizione per la studentessa o lo studente che risulterà come primo avente diritto all’immatricolazione al corso di laurea magistrale a ciclo unico in farmacia sulla base della graduatoria annuale dell’Ateneo.

Requisito fondamentale per accedere al finanziamento è quello di essere residenti in uno dei Comuni proprietari della società di gestione delle farmacie comunali: Capannoli, Ponsacco, Pomarance e Santa Maria a Monte. La borsa prevede il pagamento delle tasse di iscrizione per l’intero percorso di studio quinquennale, a condizione che vengano conseguiti i crediti formativi previsti entro il 30 settembre di ogni anno.  

 

 

L’obiettivo è quello di sostenere e valorizzare il percorso di studi in farmacia e farlo in memoria di una professionista che tanto ha amato il suo lavoro, interpretandolo con sensibilità e intelligenza, con grande disponibilità verso i giovani, verso i quali ha più volte svolto il ruolo di tutor.

 “La professione del farmacista è in continua evoluzione. Servono giovani preparati e appassionati per interpretare il nuovo ruolo che i farmacisti sono chiamati a svolgere a garanzia di un’assistenza di prossimità, sempre più integrata con il Sistema sanitario pubblico, professionisti consapevoli come lo era Irene”, questo il commento di Alberto Mangini, presidente del CdA di Farmavaldera.

“Complimenti allo studente Isaia Iacoponi che avrà l’opportunità di avvicinarsi alla professione di farmacista già nelle prime fasi del suo percorso di studio, grazie a questa iniziativa che pone al centro l’importanza di collegare l’università proprio con il mondo del lavoro, come avviene anche con un’altra esperienza analoga che vede il nostro Ateneo  insieme a Farm@rete. Due iniziative dedicate ai futuri farmacisti che, complessivamente, interessano nove comuni del territorio”, ha dichiarato il Prof. Marco Macchia, delegato del Rettore per i rapporti con il Territorio.

Redazione Web

A Pisa il più grande Data Center universitario d’Italia

1 settimana 2 giorni ago

All’avanguardia in Europa, ampliato, potenziato e sostenibile. Il Green Data Center dell’Università di Pisa raddoppia per supportare le nuove sfide nel campo della ricerca scientifica e della didattica e per sostenere la transizione digitale del territorio. Un salto nel futuro sancito con un simbolico taglio nel nastro che, martedì 16 aprile, ha ufficialmente inaugurato la nuova sala del Data Center di San Pietro a Grado, che adesso mette a disposizione della sua comunità dell’Ateneo pisano 38 rack aggiuntivi che, sommati ai 66 già presenti nella struttura, porta a 104 il loro totale. Numeri che lo rendono il più grande Data Center universitario d’Italia, oltre ad essere l’unico ad aver ottenuto la classificazione “A” da parte di AgID.

“L’Università di Pisa aspira ad una posizione di avanguardia nello sviluppo dei processi di digitalizzazione, necessari per affrontare al meglio le nuove sfide sulla formazione, sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico. In questo, l’investimento fatto nel Green Data Center di Ateneo è per noi strategico – ha commentato il rettore, Riccardo Zucchi – L’ampliamento di questa struttura, infatti, ci permette di compiere un salto di qualità in progetti competitivi di elevato livello e in contesti di frontiera, come il 5G, l’Intelligenza Artificiale, il quantum computing o il tema dell’high performance computing nel contesto del Centro Nazionale finanziato nel PNRR”.

 

Una vista della nuova sala del Green Data Center dell'Università di Pisa

 

“Un data center a livello di ateneo è uno strumento competitivo fondamentale per la ricerca nell’ambito delle scienze e dell’ingegneria – ha spiegato il prorettore vicario dell’Università di Pisa, Giuseppe Iannaccone - Se ben gestito è la soluzione più efficiente dal punto di vista operativo ed economico, mentre dal punto di vista ambientale è superiore ad una situazione in cui le risorse sono distribuite tra i vari laboratori dell’ateneo”.

L’espansione del Green Data Center permetterà di incrementare notevolmente, infatti, la potenza di calcolo a disposizione della ricerca scientifica di UniPi che, attualmente, può contare già su circa 700 nodi per un totale di circa 30K cores di calcolo e più di 100 GPU di varie generazioni. Ma il potenziamento del Data Center di ateneo avrà ricadute positive anche sul territorio. Il tutto con una forte attenzione per la sostenibilità ambientale.

"Con lo sviluppo del Green Data Center di Ateneo, si potenzia anche la nostra capacità di sostenere i processi di digitalizzazione, non solo dell'ateneo ma anche del territorio, consolidando quello che è il ‘modello UniPi’ di transizione digitale, in cui il nostro ateneo mette a disposizione del territorio le sue infrastrutture e le sue forti competenze nel campo dell’ICT - ha dichiarato il delegato del rettore per la transizione digitale, Giuseppe Anastasi -  Il potenziamento del Data Center può garantire infatti nuovi servizi digitali di cui possono beneficiare non solo la comunità accademica ma anche il territorio, ponendo così le basi per uno sviluppo sempre più sostenibile, capillare, inclusivo, efficace e partecipato".

 

 

Vista aerea del Green Data Center dell'Università di Pisa

 

"Studi recenti mostrano come i datacenter aiutano alla crescita del territorio e del suo PIL (solo nel 2022 il numero è cresciuto del 22%) – ha dichiarato, infine, il presidente del Sistema Informatico d’Ateneo, Antonio Cisternino – È importante che queste infrastrutture siano presenti ed aiutino non solo la didattica e la ricerca dell'Università, ma anche a sviluppare il territorio attraverso la disponibilità di infrastrutture innovative e collaborazioni. Va infine sottolineato che i datacenter stanno anche divenendo i motori dell'intelligenza artificiale e sono stati battezzati anche AI Factories"

“L’obiettivo principale del progetto di espansione del Green Data Center – ha spiegato il CTO del Data Center, Maurizio Davini - è stato quello di integrare nuovi elementi tecnologici senza snaturare il progetto originale, pensato per avere l’impatto ambientale minore possibile. Grazie alle nuove soluzioni adottate il Green Data Center è così in grado di supportare infrastrutture di High-performance computing (HPC) e di Intelligenza Artificiale di ultima generazione per i prossimi anni, limitando i consumi energetici”.

 

Da sinistra: Antonio Cisternino, presidente del Sistema Informatico di Ateneo; Giuseppe Anastasi, delegato per la transizione digitale; Gabriella Porcaro, assessore Semplificazione e tecnologie della P.A.; Riccardo Zucchi, rettore Università di Pisa; Maurizio Davini, CTO Green Data Center; Alessandra Nardini, assessora regionale Università e Ricerca ; Stefano Suin, dirigente Direzione infrastrutture digitali UniPi

 

Per farlo, sono state opportunamente scelte innovative soluzioni di raffreddamento a liquido come Liebert® XDU di Vertiv o la soluzione HyperCool di Zutacore che permettono l’implementazione del raffreddamento a liquido anche in Data Center già esistenti con raffreddamento ad aria. È stata così possibile l’adozione anche di sistemi di calcolo ultima generazione come il Lenovo Neptune, che garantisce un abbattimento fino al 40% dei consumi di energia senza dover sacrificare le prestazioni. L’Università di Pisa, peraltro, è stata tra le prime in Europa a adottare queste soluzioni tecnologiche, facendo del suo Green Data Center una struttura all’avanguardia anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Potenziata, infine, anche la connettività interna ed esterna ad alta velocità ed elevata affidabilità della struttura. "Grazie all'attivazione di un secondo nodo di collegamento alla rete nazionale a banda ultra-larga di nuova generazione (GARR-T), dedicata alla comunità dell’istruzione e della ricerca, la potenza di calcolo scientifico del nostro Green Data Center di Ateneo è aumentata enormemente - spiega Stefano Suin, dirigente della Direzione Infrastrutture Digitali dell’Università di Pisa – Oggi, infatti, questa struttura può contare su una connettività interna a 200 Gbit/sec e una esterna da 100 Gbit/sec che consente di sfruttare appieno le sue potenzialità in termini di accesso ai sistemi di High Performance Computing e Artificial Intellegence e di erogabilità in base alle necessità di ogni progetto; senza dimenticare la doverosa attenzione alla protezione dei dati e dei risultati della ricerca".

Redazione Web

Inaugurata la panchina rossa al Cus Pisa

1 settimana 2 giorni ago

PISA - Lo scorso giovedì 11 aprile è stata inaugurata al Cus Pisa la panchina rossa, dedicata al ricordo di tutte le donne vittime di violenza di genere. La panchina, posta all’ingresso degli impianti, è stata fortemente voluta dal Centro Sportivo, che ha in questo modo reso pubblica la propria posizione su un tema di grande attualità che coinvolge tutti, non solo la comunità sportiva. L'inaugurazione si è svolta al termine di un convegno molto partecipato sulle questioni di genere nello sport. È stata un’occasione di confronto e aggiornamento, che ha fatto emergere una consapevolezza crescente sul bisogno di equità, ma anche la disponibilità di Cus Pisa, Università di Pisa e Comune a continuare una battaglia di civiltà e progresso.

Da sinistra, Elena Dundovich, Renata Pepicelli, Frida Scarpa, Stefano Pagliara

Al taglio del nastro hanno preso parte il Presidente Stefano Pagliara, l’Assessora allo sport del Comune di Pisa Frida Scarpa, la Protettrice Renata Pepicelli, la Presidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa Elena Dundovich.

Redazione Web

Accordo tra Università di Pisa e Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale

1 settimana 3 giorni ago

Per tre anni uniranno gli sforzi per promuovere, sviluppare e consolidare opportunità e iniziative di collaborazione nel campo delle Scienze della Terra e del Mare. L'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS hanno firmato, lunedì 15 aprile, un accordo quadro che almeno fino al 2027 vedrà le due istituzioni realizzare insieme attività di ricerca nazionali e internazionali, di sviluppo tecnologico e di formazione.

L’accordo, tra le altre cose, offre anche la possibilità, per lo svolgimento dei programmi comuni di ricerca, di attivare borse e dottorati, oltre che di gestire infrastrutture e laboratori congiunti. Previste, inoltre, iniziative comuni di divulgazione scientifica e di supporto alla terza missione.

 

Stretta di mano tra il presidente dell’OGS, Nicola Casagli, e il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi

 

“Quello firmato oggi con l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale è un accordo importante per l’Università di Pisa, che permette di rafforzare un campo di studi che rappresenta una delle eccellenze del nostro Ateneo – ha dichiarato Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa - Oggi, infatti, definiamo un modello di collaborazione il cui punto di forza è il ruolo interattivo e di reciprocità tra le nostre due realtà e che si estende alla ricerca applicata al trasferimento di saperi, prospettive e competenze sul nostro territorio”.

“Lo studio delle Scienze della Terra e del Mare è un settore strategico per l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e la nuova collaborazione che abbiamo firmato oggi con l’Università di Pisa permetterà a entrambe le istituzioni di rafforzare il proprio ruolo all’interno della comunità scientifica – commenta Nicola Casagli, presidente dell’OGS - questo si affianca alla recente inaugurazione della sede dell’OGS a Livorno e al nostro consolidamento delle attività di ricerca nell’area del Tirreno”.

 

Da sinistra: prof. Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti col territorio; prof. Nicola Casagli, presidente OGS; prof. Riccardo Zucchi, rettore Università di Pisa; prof. Bernardo Tellini, prorettore per il dottorato di ricerca dell’Università di Pisa

 

Referenti dell'accordo, con il compito di definire congiuntamente le linee di azione comuni verificandone periodicamente la realizzazione, sono stati nominati: per l'Università di Pisa, il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti col territorio; per l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, la direttrice generale dott.ssa Paola Del Negro.

Redazione Web

Figure femminili prestoriche: nuova collezione donata alla Gipsoteca dell’Università di Pisa

1 settimana 3 giorni ago

Grazie alla donazione di un privato cittadino e appassionato collezionista di antichità, il dottor Pablo Pazzi di Firenze, la Gipsoteca di Arte antica e Antiquarium dell’Università di Pisa si è arricchita di una nuova collezione. Si tratta di ben 67 esemplari di raffigurazioni antropomorfe preistoriche e protostoriche che spaziano dal Paleolitico europeo all’età dei metalli dell’Asia.

Si tratta in gran parte di raffigurazioni femminili, realizzate in vari materiali come osso, pietra, terracotta, la maggior parte autentiche e in pochi casi repliche, che andranno a costituire un importante nucleo delle collezioni archeologiche conservate in Gipsoteca.

Alcuni pezzi della collezione e da sinistra la professoressa Elisabetta Starnini di archeologia presistorica, Pablo Pazzi e la professoressa Anna Anguissola

“Le figurine donate non solo diventeranno un prezioso strumento per la didattica rivolta ai nostri studenti, ma anche l’occasione di presentare gli esempi più antichi delle raffigurazioni umane attraverso esposizioni tematiche rivolte al pubblico, nonché argomento di ricerca e pubblicazione per studiosi, trattandosi per la maggior parte di esemplari rari, inediti e di notevole interesse culturale – ha detto la professoressa Anna Aguissola, direttrice della Gipsoteca - Siamo quindi riconoscenti e grati al dottor Pazzi per il suo generoso gesto nei confronti della nostra Università”.

In attesa che siano completati l’allestimento e la catalogazione scientifica, sarà possibile ammirare la collezione in anteprima grazie a due visite guidate a cura dei docenti di Archeologia Preistorica del Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere il17 aprile alle ore 16.30 e il 15 maggio alle ore 17.30. Le visite guidate sono disponibili su prenotazione: stefano.landucci@unipi.it 050 – 2211279, il costo è di 2 € a persona

 

 

 

Redazione Web

Grande successo per il Concerto di Primavera dell'Orchestra UNIPI

1 settimana 6 giorni ago

Grande successo per il concerto di Primavera dell'Orchestra dell'Universtà di Pisa che si è svolto giovedì 11 aprile alle 21,30 nella chiesa di Santa Caterina. Di fronte al foltissimo pubblico il maestro Manfred Giampiero ha eseguito la Sinfonia n. 9 D 944 "La Grande" di Franz Schubert. L'evento è stato curato del Polo Musicale "Maria Antonella Galanti" del CIDIC (Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura).

 

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Introduzione al concerto

di Fabrizio Cigni (Università di Pisa)

Non è forse un caso che il programma di questa serata consista nell’ultima sinfonia di Franz Schubert; l’Orchestra dell’Università di Pisa, insieme al Coro di Ateneo, è infatti reduce dall’esecuzione - in occasione dello scorso Natale - della Nona beethoveniana che, con tutta probabilità, rappresentò per lui un modello di 'monumentalità'. A conforto di ciò peraltro, nell’ultimo movimento, il compositore inserisce una citazione fortemente allusiva all’Inno alla Gioia: ed è proprio una “gioia metafisica” del gioco musicale, infatti, che sembra contraddistinguere i toni espressivi di questo lavoro così impegnativo del compositore viennese, il quale assistette all’esecuzione del magnum opus beethoveniano il 7 maggio del 1824. Del resto, in questo momento storico così drammatico, la forza e la vitalità della musica di Schubert assolvono ancora una volta il compito di farci sperare e credere nei valori della Vita e della Pace.

Guida all'ascolto

di Manfred Giampietro, Direttore dell'Orchestra

La sinfonia si apre con una solenne introduzione (Andante) affidata ai corni, il cui suono tipicamente evocativo e la cui melodia tornita, accuratamente scolpita, rimandano ad un immaginario ormai compiutamente romantico. L’Allegro ma non troppo successivo raccoglie il ritmo puntato del tema introduttivo e lo rigenera vitalisticamente, collocandolo in una vorticosa serie di alternanze tra le varie sezioni dell’orchestra. Questo ritmo, che contraddistinguerà il materiale dell’intera sinfonia, con incredibile coerenza ed organicità strutturale, è bilanciato da un secondo tema, dal sapore più popolare, la cui leggera, disincantata cantabilità prelude - a sua volta - ad un terzo tema. I toni quasi mistici, misteriosi, di quest’ultimo, finiscono per anticipare atmosfere persino wagneriane, il cui nume aleggia, all’orecchio dell’ascoltatore moderno, anche grazie alla presenza dei tromboni. L’Autore - in virtù del ruolo da essi giocato -, si riallaccia qui, naturalmente, a Beethoven. Rispetto a come vengono adottati dal Maestro di Bonn (ovvero in una chiave più “classica”), essi hanno una funzione meno coloristica e più strutturale, comparendo sin dall’inizio come una risorsa timbrica ormai considerata “degna”, alla pari delle altre, di esprimere materiale tematico con una certa continuità. Il secondo movimento, l’Andante con moto, guarda ancora a Beethoven e al celebre Allegretto della Settima: sono ancora i fiati (ed in particolare l’oboe) ad esprimere in larga parte le melodie, salvo il caso della sezione centrale, dove Schubert affida agli archi un episodio di splendido lirismo che sembra alludere sottilmente al Settecento napoletano. Il terzo movimento, lo Scherzo, fa da fulcro centrale della struttura: il suo carattere energico e rusticano, bilanciato dalla franca cantabilità del Trio, anticipa i valzer ed i ländler ai quali ricorrerà, deformandoli e riattualizzandoli, Gustav Mahler. Chiude la sinfonia il quarto movimento (Allegro vivace), una gustosa tarantella i cui profili melodici serrati costringono i violinisti ad un’impegnativa serie di sforzi virtuosistici, tanto che Schubert ebbe serie difficoltà a far eseguire questo suo capolavoro, che oggi l’Orchestra dell’Università di Pisa propone all’ascolto.

   
Redazione Web

Prime lauree abilitanti alla professione di Farmacista

1 settimana 6 giorni ago

Mercoledì 10 aprile 2024, presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, sono state conferite le prime lauree abilitanti all’esercizio della professione di Farmacista. Infatti, se finora i laureati in Farmacia, dopo la laurea, dovevano sostenere l’esame di stato per essere abilitati alla professione, da questa sessione i futuri laureati saranno già abilitati e pronti per iniziare la loro esperienza di lavoro come Farmacisti.

La necessità di introdurre la laurea abilitante, particolarmente sentita durante gli anni della pandemia a causa della carenza di farmacisti come di altri operatori sanitari, si è concretizzata ora, consentendo l’archiviazione di un esame di stato anacronistico e un più immediato accesso dei neo-farmacisti nel mondo del lavoro.

Congratulazioni quindi ai nuovi Farmacisti!

Nella foto la prima laureata con laurea abilitante del nostro Dipartimento, la Dott.ssa Maria Laura Cironi, immortalata durante la proclamazione, assieme alla commissione di laurea composta, da sin dalla Prof Nunzia Bernardini, dal presidente di Corso di Laurea in Farmacia Prof. Vincenzo Calderone, dal presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Pisa, Dott. Enrico Morgantini, dalla Prof. Lara Testai, dalla Prof. Alma Martelli e dalla Prof. Daniela Monti.

Redazione Web
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1 ora 18 minuti ago
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